La
Nuova Italia lo ha sancito a chiare lettere nel proprio manifesto
fondativo: non si tratta di far uscire l’Italia dall’Euro, bensì della
soppressione dell’euro in quanto moneta orfana di una reale sovranità
nazionale o federale, cioè politica ed istituzionale. L’Euro è privo di
controllo diretto da parte dei parlamenti e dei governi degli Stati
membri UE. Nei quindici anni trascorsi dalla sua introduzione, l’Euro ha
fallito l’obiettivo sostanziale, che era quello di migliorare la
circolazione monetaria favorendo la dinamicità dei mercati ed i consumi,
cioè gli ingranaggi dello sviluppo in un contesto sociale ampio, privo
di confinamenti rigidi. Apprezzabile l’idea, ma sbagliati i modi, i
tempi e la logica di gestione. E’ stato un atto di malafede ed aberrante
idiozia politica l’aver soppresso le banche centrali e le sovranità
monetarie nazionali, per dar luogo ad una moneta unica il cui soggetto
politico di riferimento è inesistente, in questo caso l’inesistente
federazione (politica) di Stati con una banca centrale unica,
interamente pubblica e controllata dal Parlamento e dal Governo
federali, oltre che dai singoli Stati federati e comunque sovrani su
parecchie materie.
L’Euro
non ha fatto diventare l’Europa quella potenza economica strombazzata
da tanti demagoghi, né ci sono le condizioni per credere, sia pure in
prospettiva, che esso possa diventare rivale del dollaro. In buona
sostanza, non potrà esistere una moneta unica forte europea sin quando i
governi degli Stati membri non avranno realizzato riforme strutturali
che siano compatibili ed armonizzabili tra loro, e soprattutto sin
quando non sarà votata direttamente dai popoli una Costituzione
federale.
Quindi
la prima questione Euro sul tappeto è politica ! Chi è titolare
dell’Euro ? A chi appartiene il denaro sotto forma di euro ? Era questo
l’interrogativo di Giacinto Auriti,
allorquando tutti eravamo distratti da altre cose o eventi, magari
avvenuti perché programmati di proposito. Nel Trattato di Maastricht non
v’è una riga che spieghi a chi appartiene l’euro, diceva Auriti. Se ci
venisse detto che il denaro appartiene ai popoli e che la Bce
ha solamente il diritto di stamparlo, questo potrebbe essere
accettabile, ma se ci viene detto che appartiene alla Bce allora prende
corpo la colossale truffa ! Si, aveva visto proprio giusto, Auriti,
mentre quasi tutti avevamo le bande dei ciuchi agli occhi.
Una
verità fasulla e paradossale è emersa sull’appartenenza della moneta
unica. Olli Rehn, da vicepresidente della Commissione europea, ha
affermato che “al momento dell’emissione, le banconote in euro
appartengono all’Eurosistema e che, una volta emesse, sia le banconote
che le monete in euro appartengono al titolare del conto su cui sono
addebitate in conseguenza”. Si arguisce perciò che la proprietà
della moneta è in prima istanza dell’Eurosistema, cioè l’insieme della
Bce e delle banche centrali nazionali che ormai ne sono filiali. La
moneta diventa dei cittadini solo in seguito ad un prestito da parte
della banca. Ma in quale Costituzione di quale Stato Europeo è stata mai
scritta e votata una tale scelta ?
Come
si è potuti arrivare all’art.128 comma 1 del “Trattato di funzionamento
della UE” saltando la volontà dei popoli europei ? Quel Trattato
afferma: “La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di
autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La
Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere
banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle
banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso
legale nell’Unione.”
Frase
confezionata senza possibilità di errore dai banchieri e condivisa nei
fatti da una classe politica collusa, complice, non certo dai popoli !
Nel Trattato non esiste alcun riferimento alla “proprietà” della moneta,
ecco perché appare legittima e oggettiva la deduzione di una colossale
truffa in danno dei cittadini.
A
tutti coloro che alimentano dubbi e timori sulle possibili conseguenze
di un’uscita dall’Italia dall’euro, c’è semplicemente da chiarire che
non si tratta di uscire dall’euro, ma da un sistema di truffa
legalizzato, estraneo a qualsivoglia diretto mandato popolare. E’ quindi
l’Euro che deve scomparire, non i popoli europei ad uscirne. In una
democrazia la proprietà della moneta non può che appartenere al popolo,
che producendola attraverso il lavoro ed il risparmio dei cittadini, ne
forma il valore. L’esempio che faceva il prof. Auriti, al riguardo, era
di singolare chiarezza: se un banchiere va su un’isola deserta e stampa
moneta, quella moneta non avrà alcun valore.
La
base della truffa risiede nel suo stesso atto d’origine, cioè nella
stampa del denaro, in quanto la Bce non possiede in precedenza i soldi
che presta, li crea nell’atto stesso di prestarli. Abbiamo quindi subìto
un esproprio di portata epocale. Una banca dovrebbe poter prestare i
soldi che realmente possiede, di cui è proprietaria in virtù delle
proprie “legittime” prestazioni di servizio, non i soldi di cui sono
legittimi proprietari i cittadini. E se la banca presta soldi non suoi,
applicando interessi e lucrando, la sua attività è da definire a tutti
gli effetti una truffa in danno della società.
La
situazione è precipitata quando la “cupola finanziaria” è riuscita a
chiudere il cerchio (la truffa) facendo perdere ai governi degli Stati
membri ogni facoltà di controllo sull’emissione della moneta. Senza
neanche rendercene conto, ci è stata scippata la sovranità monetaria.
Oggi la Bce (posseduta integralmente da banchieri privati) emette
la moneta e la presta a chi essa decide, come dove e quando. E’ ora di
finirla con i giochi di parole, voltando le spalle alla vera origine dei
problemi: i banchieri sono riusciti ad imporre alla società una
condizione vincolante, rendendola ineluttabile come una sorta di dogma:
cioè che il denaro da loro emesso è l’unico strumento di misura di ogni
attività umana. Attraverso questo sistema hanno umiliato il lavoro vero
ed esaltato quello virtuale, assieme all’attività speculativa. Si è
passati ad una dittatura finanziaria che sfrutta il lavoro di milioni di
persone per arricchire a dismisura una casta di poche migliaia di
individui. Da ciò deriva il fatto che in Italia, ad esempio, un operaio
prende 1.500 euro al mese ed il manager dell’azienda pubblica in cui
lavora, ne prende 500 mila.
Va
riformato dalle fondamenta l’intero sistema bancario e finanziario che
sta alla base della gestione UE. Sono i governi quali organi elettivi a
stabilire criteri e metodi di gestione del rapporto tra banche e
Stati, tra banche e privati, quindi: soppressione della riserva
frazionaria (la banca presta solo i soldi che ha nel proprio
portafoglio, non quelli dei clienti e dei risparmiatori), accettazione
del rischio d’impresa per i banchieri, eliminazione di qualsivoglia
concorso di finanza pubblica, diretto o indiretto, in favore delle
banche.
I Francesci
l’hanno capito, gli Spagnoli e i Portoghesi pure, i Greci lo stanno
subendo in termini di massacro economico. Noi Italiani continuiamo a
tifare per questo o quel leader, abituati come siamo alle stravaganze ed
alla inveterata immaturità politica. Siamo truppa, vogliamo essere
guidati da un pastore col bastone, non importa sotto quale simbolo
elettorale. In realtà ci sarebbero già i numeri per stoppare
questa Unione Europea pilotata dal sistema bancario, a partire dalla
Trilateral Commission (fondata nel 1973 da David Rockefeller), per giungere alla logica della Troika ed al superclub affaristico-speculativo Bilderberg.
Grazie a questo sistema, sono diventati ministri
economici dei governi solo quelli graditi alla “cupola
finanziaria”, veri affidatari/fiduciari dei poteri forti, per blindare
ed applicare le logiche bancarie in stretta connessione con la
spremitura fiscale. Qui entra per l’appunto in scena il MES (Meccanismo di Stabilità Europea), quello che la bieca malafede politica ha fatto passare come “Fondo salva-stati”.
Un meccanismo perverso che esalta la truffa dei banchieri in danno dei
popoli. Ci indebitiamo in Italia per ulteriori 125 miliardi di euro (il
nostro debito pubblico è ad oltre 2.000 miliardi di euro), 15 miliardi
da dare subito e… siccome non li abbiamo, facciamo nuovi debiti, a cui
vengono applicati nuovi interessi. Ma per essere salvati da cosa e da
chi ? Nessun salvataggio, se dovessimo essere sull’orlo del fallimento
(e lo siamo già) la cupola finanziaria ci offrirà la cortese
“opportunità” di nuovi prestiti, ingigantendo il debito e rendendo
perenne la macchina degli interessi passivi. Ci sono quelli che di soldi
vivono e quelli che di soldi muoiono.
Milioni di persone potranno soffrire, subire la fame, fallire, impiccarsi… I banchieri no, loro non fanno impresa come tutte le altre imprese, affrontando il rischio, loro non hanno alcun rischio, lavorano con la cartastraccia che stampano sotto forma di banconote . Se i banchieri rubano i risparmi dei cittadini che lavorano e li trasformano in arricchimento proprio, sono considerati dei ricchi galantuomini…, tanto i buchi neri delle loro banche, i latrocini, le tangenti, i titoli tossici… li coprono i cittadini grazie alla spremitura fiscale.
Partiamo
da questo problema, se vogliamo discutere di politica economica,
saltando a piè pari le quotidiane oscillazioni delle borse e dello
spread. Un tumore maligno, o viene estirpato o ti porta inesorabilmente
alla morte. Se non moriamo prima e riusciremo a superare questa grande
truffa organizzata, dovremo mettere mano alle riforme vere di cui
abbiamo bisogno, a partire dallo smantellamento di una
burocrazia sterile, che si traduce in un danno della società Italiana,
un sistema elefantiaco corresponsabile della dissoluzione dell’impresa
in primis determinato da una classe politica incapace e maneggiona ai
vari livelli, da quello nazionale alla scala municipale.
Francesco Venerando Mantegna - 27/3/2014
fonte . http://www.lanuovaitalia.eu
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