Martedi 25 marzo a Tarvisio, Udine, si commemorano i 12 Carabinieri di Malga Bala. Ci sarà anche il Comandante Generale dell'Arma alla cerimonia del settantesimo anniversario. Una cerimonia importante per non dimenticare il sacrificio nel bicentenario dell'Arma dei Carabinieri.
Era l'ottobre del 1943 in terra italiana,
allora era Gorizia, oggi Slovenia. La strada Tarvisio-Cave del
Predil-Passo Predil -Plezzo-Gorizia era un'importantissima arteria
utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento nei
due sensi di marcia di uomini, armi, viveri, munizioni destinati dalla
Germania alla zona del Litorale Adriatico. La resistenza slava prendeva
di mira le autocolonne tedesche, spesso causando pesanti perdite ed
intaccando il prestigio militare germanico. Per rivendicare l'ultimo di
una serie di agguati, in cui rimase ucciso un soldato tedesco che stava
percorrendo con una motocarrozzetta la strada che conduce da Passo
Predil verso la Valle Coritenza, l'11 ottobre 1943 due autocarri di SS
tedesche raggiunsero Bretto di sopra dove, con largo uso di
lanciafiamme, incendiarono tutte le abitazioni dove erano state
rinvenute armi e vestiario militare. Una donna 80enne venne arsa viva.
Fucilarono tutti gli uomini rastrellati, 15 in tutto, mentre un
sedicesimo venne ucciso a colpi di calcio di fucile. Essendosi creata
una situazione di reale pericolo, il commissario germanico sulla miniera
di Raibl, tale Hempel, ottenne dal comando militare tedesco di Tarvisio
la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione
della centrale idroelettrica a valle di Bretto di sotto. La
sera del 23 marzo 1944, il Vice Brigadiere PERPIGNANO, comandante del
distaccamento ed il Cararabiniere FRANZAN si erano recati in paese e,
sulla strada del ritorno, vennero aggrediti da due partigiani, SOCIAN e
ZVONKO, mentre la caserma era già circondata da altri partigiani,
rimasti nascosti. Il commando, successivamente, catturò i due
carabinieri di guardia alla centrale ed entrò all'interno della caserma,
verosimilmente costringendo con minacce il comandante a pronunciare la
parola d'ordine. I carabinieri
vennero fatti vestire velocemente, mentre i partigiani si impossessavano
delle armi e di quant'altro di utile avessero potuto trovare nella
caserma, poi minata con esplosivo, così come era stato fatto per la
centrale idroelettrica. Il
commando partigiano e gli ostaggi, costretti a portare a spalla tutto il
materiale trafugato dalla caserma, si incamminarono lungo un percorso
tutto in salita, nel bosco per raggiungere a tappe forzate Malga Bala,
passando per il Monte Izgora (1.000 m circa s.l.m.), la Val Bausiza (di
nuovo a valle) e risalendo verso l'altipiano di Bala. Il
lungo tragitto venne intervallato da poche soste, di cui l'ultima, la
sera del 24 marzo, in una stalla sita sull'altipiano di Logje (853 m
s.l.m.). Qui venne loro somministrato minestrone a cui erano stati
proditoriamente aggiunti soda caustica e sale nero, usato per il
bestiame perché ad elevato potere purgante. La
mattina successiva, il 25 marzo, venne fatto percorrere ai prigionieri
l'ultimo tratto di strada che li separava dal luogo della mattanza, un
casolare sito su un pianoro, malga Bala appunto, dove il
Vicebrigadiere PERPIGNANO venne arpionato ad un calcagno con un uncino,
appeso a testa in giù e costretto a vedere la fine dei propri
dipendenti; verrà finito a pedate in testa. Gli
altri militari vennero sterminati barbaramente, dopo essere stati
incaprettati con filo di ferro, legato anche ai testicoli, così che i
movimenti parossistici sotto i colpi di piccone amplificassero il
dolore. Ad alcuni furono tagliati i genitali e conficcati loro in bocca.
Ad altri vennero sbriciolati gli occhi. Ad altri ancora venne poi
sventrato il cuore a picconate. in particolare, al Carabiniere AMENICI
venne infilata nel petto la foto dei figli. Al
termine dell'eccidio, i corpi vennero trascinati a qualche decina di
metri dal casolare ed ammucchiati sotto un grosso sasso, parzialmente
ricoperti dalla neve. I cadaveri
dei militari vennero rinvenuti casualmente da una pattuglia di militari
tedeschi e recuperati per essere ricomposti presso la chiesa di Tarvisio
tra il 31 marzo ed il 2 aprile 1944. I funerali si svolsero presso la
stessa chiesa il 4 aprile 1944. Al termine di solenne cerimonia funebre,
i resti dei dodici carabinieri furono seppelliti in località Manolz di
Tarvisio. Dal settembre 1957,
grazie all'opera del "Comitato Onoranze ai Caduti nel Comune di
Tarvisio", che ha ultimato la costruzione del tempio ossario all'interno
della torre medievale, attigua a questa parrocchia, riposano in pace
unitamente a 14 combattenti del XVII Settore delle Guardie alla
Frontiera ed a 5 militari tarvisiani, Caduti in guerra nove dei dodici
carabinieri trucidati. I Carabinieri, martiri di Malga Bala. Medaglie
d'Oro al Merito civile "alla memoria" .
- V.Brigadiere PERPIGNANO Dino, nato a Sommacampagna (Verona) 17 agosto 1921;
- Car. DAL VECCHIO Domenico, n. a Refronto (Treviso) il 18 ottobre 1924;
- Car. FERRO Antonio, Rosolina (Rovigo) il 16 febbraio 1923;
- Car. AMENICI Primo, n. a Crespino (Rovigo) il 5 settembre 1905;
- Car. BERTOGLI Lindo, n. a Casola Montefiorino (Modena) il 19 marzo 1921;
- Car. COLSI Rodolfo, n. a Signa (Firenze) il 3 febbraio 1920;
- Car. FERRETTI Fernando, n. San Martino in Rio (Reggio Emilia) il 4 luglio 1920;
- Car. FRANZAN Attilio, n. a Prola Vicentina (Vicenza) il 9 ottobre 1913;
- Car. RUGGERO Pasquale, n. a Airola (Benevento) l'11 febbraio 1924;
- Car. ZILIO Adelmino, n. a Prozolo di Camponogara (Venezia) il 15 giungo 1921;
- Car. Aus. CASTELLANO Michele, n. a Rochetta S'Antonio (Foggia) l'11 novembre 1910;
- Car. Aus. TOGNAZZO Pietro, n. a Pontevigodarzere (Padova) il 30 giugno 1912.
- Car. DAL VECCHIO Domenico, n. a Refronto (Treviso) il 18 ottobre 1924;
- Car. FERRO Antonio, Rosolina (Rovigo) il 16 febbraio 1923;
- Car. AMENICI Primo, n. a Crespino (Rovigo) il 5 settembre 1905;
- Car. BERTOGLI Lindo, n. a Casola Montefiorino (Modena) il 19 marzo 1921;
- Car. COLSI Rodolfo, n. a Signa (Firenze) il 3 febbraio 1920;
- Car. FERRETTI Fernando, n. San Martino in Rio (Reggio Emilia) il 4 luglio 1920;
- Car. FRANZAN Attilio, n. a Prola Vicentina (Vicenza) il 9 ottobre 1913;
- Car. RUGGERO Pasquale, n. a Airola (Benevento) l'11 febbraio 1924;
- Car. ZILIO Adelmino, n. a Prozolo di Camponogara (Venezia) il 15 giungo 1921;
- Car. Aus. CASTELLANO Michele, n. a Rochetta S'Antonio (Foggia) l'11 novembre 1910;
- Car. Aus. TOGNAZZO Pietro, n. a Pontevigodarzere (Padova) il 30 giugno 1912.
Fonte: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo -
Pubblicata il 23/03/2014
Pubblicata il 23/03/2014
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