Come vincere una guerra combattendo
secondo Sun Tzu? L’esempio della Russia in Crimea. Ecco come la Russia
ha intrappolato l’occidente e recuperato la Crimea senza sparare un solo
colpo.
Cosa
ci viene insegnato nelle scuole di strategia militare? Accomodatevi, vi
porterò in viaggio sui banchi di una scuola di strategia militare.
Studieremo la crisi ucraina dal libro di strategia militare ampiamente
utilizzato nell’addestramento dei militari russi e cinesi. Ma anche in
alcune scuole del business. Questo libro è “l’arte della guerra” del
pensatore e stratega militare cinese Sun Tzu (544-496 aC). L’idea
centrale della strategia militare di Sun Tzu è utilizzare l’inganno per
indurre il nemico a deporre le armi e arrendersi ancor prima di
cominciare a combattere. In altre parole, per Sun Tzu il miglior
stratega militare vince la guerra senza dover combattere, semplicemente
usando trucchi, bluff, false informazioni diffuse in tempo per
confondere il nemico, infondendo false speranze al nemico all’inizio
delle ostilità, prima di disilluderlo completamente alla fine. Ora
analizziamo il caso della crisi ucraina, come si fa nelle scuole
militari. Useremo le 10 principali strategie raccomandate da Sun Tzu per
vincere una guerra senza combattere, per sapere chi in Ucraina ha le
migliori possibilità di vincere il braccio di ferro tra Stati Uniti
d’America e Russia.
1- “
Quando si può, fingere incapacità. Quando si agisce, fingere
inattività. Quando si è vicini, fingere distanza. Quando si è lontani,
fingere prossimità”. Quando s’identificano i piani del nemico da
combattere, bisogna dare sempre l’impressione di agire contrariamente
all’atteggiamento bellicoso atteso in tali circostanze. Quindi è
necessario sapersi rendere invisibili nella controffensiva, cioè mentire
e soprattutto non dare al nemico alcuna possibilità d’individuare le
vere reazioni al suo intento bellicoso, è necessario fingere
costantemente di non sapere. In questo caso, l’obiettivo degli
occidentali è l’accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione
europea, raggiungendo l’obiettivo dell’adesione pura e semplice
dell’Ucraina all’UE. Ma ancora più importante, fare aderire l’Ucraina
alla NATO escludendo completamente la Russia e quindi non rinnovare il
contratto di affitto della base navale di Sebastopoli, in Crimea, alla
marina russa; cioè privare la Russia della possibilità di un intervento
rapido nel Mediterraneo, in caso di guerra con la NATO, come le recenti
operazioni d’intimidazione nei porti siriani, quando il presidente
Hollande voleva bombardare il Paese e quando, caduto il presidente
egiziano Mursi, gli Stati Uniti minacciarono di sanzionare i
rifornimenti ai militari egiziani. Il Presidente Janukovich, l’uomo di
Mosca che finse di non capire le conseguenze negative degli accordi di
associazione, si fermò all’ultimo minuto. Ed è a questo punto che gli
occidentali entrarono in gioco, inventando la rivoluzione popolare.
Secondo la TV
Euronews, nell’intercettazione tra il ministro
degli Esteri estone Urmas Paet e Catherine Ashton, capo della diplomazia
europea, gli 88 morti di piazza Indipendenza non sono opera del
Presidente Janukovich, ma dei paramilitari dell’opposizione
sponsorizzati dalla coalizione del governo attuale a Kiev, per assestare
un colpo fatale alla presidenza ostile all’Unione Europea e alla NATO.
Ma come ne siamo sicuri? Ecco cosa dice Euronews: “
Uno o più
cecchini che spararono sui manifestanti di Euromaïdan, stavano nella
Banca d’Ucraina, dove gli investigatori di Kiev hanno scoperto i bossoli
dei proiettili trovati nei corpi delle vittime. Sono gli stessi
proiettili utilizzati per attaccare le forze della polizia antisommossa e
gli oppositori“. In totale 88 morti. Prima di tutto, la Russia
sapeva tutto quello che succedeva ma si finse invisibile,
impercettibile, assente. E così rimase. Ciò che interessava era
prendersi l’intera penisola di Crimea, senza combattere. Come? Gli
occidentali l’aiutano giocando una partita a scacchi senza mai
considerare le pedine che l’avversario avanza in segreto. E questa è la
seconda strategia di Sun Tzu che ci porterà maggiori chiarimenti sul
comportamento del presidente russo Putin in questa crisi.
2- “
Un esercito è vittorioso ancor prima della battaglia. Un
esercito sconfitto si lancia per primo in battaglia e poi cerca la
vittoria“. Secondo questo principio, Sun Tzu dice che in guerra si
attacca solo quando si è certi di vincere. In caso contrario, si deve
aspettare il momento per ribaltare la situazione a proprio vantaggio. Su
piazza Maidan a Kiev, capitale dell’Ucraina, sfilarono durante la
rivolta molti politici occidentali, come il senatore statunitense
McCain, il 15 dicembre 2013, per sostenere e incoraggiare la folla
inferocita, una rabbia ben tenuta e guidata. Il 19 febbraio, i nostri
cosiddetti manifestanti pacifici assaltarono la polizia. Alla fine degli
scontri vi furono 26 morti, tra cui nove poliziotti. Questo è ciò che
il presidente Obama disse, dal Messico che visitava: “
Voglio essere
molto chiaro, osserviamo attentamente gli sviluppi in Ucraina nei
prossimi giorni e ci aspettiamo che il governo ucraino si moderi, non
faccia ricorso alla violenza contro manifestanti pacifici“. Più
tardi, sul volo di ritorno dal Messico secondo un dispaccio AP, fu la
volta di Ben Rhodes, consigliere speciale del presidente Obama, che in
un briefing sull’Air Force One disse: “
Siamo contrari alla violenza,
da qualunque parte provenga, ma il governo deve rimuovere la polizia
antisommossa, dichiarare una tregua e avviare colloqui seri con
l’opposizione (…) E’ ovvio che gli ucraini credano che il loro governo
non risponda alle loro legittime aspirazioni in questo momento“.
Queste tre figure statunitensi erano quindi già cadute nella trappola
del Presidente Putin: chiaramente presero posizione. Attraverso le loro
azioni e parole, senza rendersene conto, firmarono la paternità delle
dimostrazioni a piazza Indipendenza di Kiev. Questa firma sarà poi
utilizzata dalla Russia per screditare gli interlocutori occidentali
negli eventi apparentemente del tutto inaspettati per entrambe le parti,
ma in che misura? Vedremo la prossima strategia enfatizzare il
risultato finale ricercato tra molteplici vittorie di Pirro.
3- “
Per il buon stratega, la chiave è nella vittoria, non in prolungate operazioni“.
Ciò significa che per un buon stratega militare, ciò che conta sono gli
elementi nella loro totalità, il risultato finale di tutte le
operazioni e non le sporadiche piccole vittorie di ogni giorno.
Iniziando dagli obiettivi dei contendenti, in sostanza l’occidente vuole
l’adesione dell’Ucraina alla NATO, privando la Russia del suo accesso
al Mediterraneo. Mentre la Russia vuole semplicemente annettersi la
Crimea data tale eventualità. La Crimea è infatti l’unico accesso della
Russia ai mari caldi. Altrove nel nord, ci sono i mari freddi e se
l’occidente iniziasse una guerra contro la Russia in inverno, tutte le
navi resterebbero bloccate nelle acque ghiacciate del Mar Baltico o del
Mare del Nord. Sarebbe sconfitta ancor prima di combattere. Nelle
operazioni che a Kiev hanno portato al rovesciamento del presidente, è
l’occidente che sembra avere le migliori carte in mano, in quanto detta
il ritmo degli eventi scegliendo i nuovi capi, riconosciuti alla
velocità della luce. Anche se ha solo rovesciato un presidente
democraticamente eletto dal popolo, la democrazia è la grande bugia che
vive a spese di coloro che ci credono. Soprattutto dato che le elezioni
erano state programmate entro un anno. E ai negoziati, il Presidente
Janukovich aveva accettato di anticiparle. Ma non bastava all’occidente,
che lo rovesciò appena 24 ore dopo la firma dell’accordo con
l’opposizione. Qui è l’occidente che avvia operazioni prolungate. Mosca
tace. Il Presidente Putin è bloccato a Sochi per le Olimpiadi Invernali.
Questa è la sequenza degli eventi che farà capire che questo silenzio
era ben calcolato. A quanto pare, ciò che l’interessa è la vittoria
finale e non le operazioni intermedie.
4- “
Colui che spinge il nemico a muoversi, facendogli balenare l’occasione, s’assicura la superiorità“.
Per Sun Tzu, bisogna sempre spingere il nemico a una maggiore mobilità,
al fine di indirizzarlo laddove si desidera, per finirlo. Il 6 febbraio
2014, l’assistente del segretario di Stato USA Victoria Nuland arrivava
a Kiev e incontrava i tre principali capi ucraini Oleg Tjagnibok,
Vitali Klishko e Arsenij Jatsenjuk, divenuto poi primo ministro. Il
giorno dopo, in un’intervista a
Kommersant Ukraina, il consigliere speciale del Presidente Putin, Sergej Glazev dice: “
Per
quanto ne sappiamo, Victoria Nuland ha minacciato gli oligarchi ucraini
di metterli nella lista nera degli Stati Uniti se il Presidente
Janukovich non cedeva il potere all’opposizione. Questo non ha nulla a
che fare con il diritto internazionale. (…) Sembra che gli Stati Uniti
abbiano eseguito un colpo di Stato. (…) Gli statunitensi spendono 20
milioni dollari alla settimana per finanziare l’opposizione e i ribelli,
comprese le armi“. Commentando la visita del senatore McCain a
piazza Indipendenza, il 15 dicembre 2013, Aleksej Pushkov del Parlamento
russo (Duma) dice al quotidiano ucraino
Kievskij Telegraf: “
I
rappresentanti di Unione europea e Stati Uniti sono direttamente
coinvolti nel rivolgimento politico dell’Ucraina. (…) Vogliono istituire
un nuovo regime coloniale?” Abbiamo già visto qui che la Russia
sfrutta una deviazione perfetta. Dopo aver spinto l’occidente a
muoversi, compiendo diversi viaggi a Kiev, mentre Mosca non si muove di
un millimetro, costringe gli statunitensi a scegliere una priorità: il
cambio di potere a Kiev. E’ in questa trappola che i russi lo portano e
schiacciandovelo a lungo, mentre preparano in libertà e segretezza
l’invasione della Crimea.
5- “
Il buon stratega è così sottile da non avere forma visibile. Il
buon stratega è talmente discreto da essere impercettibile. Così diventa
padrone del destino del nemico”. Il buon stratega deve essere
sfuggente al nemico. Deve comunicare il meno possibile e controllare le
informazioni. E quando comunica trasmettere al nemico informazioni
inutili o false. In Crimea, su cui Putin ha svolto l’unica conferenza
stampa, il 5 marzo, ammessa solo ai giornalisti russi, giura sulla testa
del bisnonno di non avere truppe in Crimea. Non avendo insegne militari
sulle divise, sono davvero forze di autodifesa locali. Per l’occidente è
una bugia. Ma a ben guardare, il Presidente Putin ha appena cominciato a
cuocerlo nel suo brodo. Fornendo informazioni vitali incomprensibili
per gli strateghi occidentali. Infatti, quando nega che vi sono militari
russi, quindi stranieri in Crimea, invece proprio in quel momento dice
ufficialmente che in Crimea sono già presenti forze russe, che non
possono essere considerate d’invasione, ma una forza già nel suo Paese,
nella sua repubblica, quindi una forza di autodifesa locale. Questo
messaggio subliminale non è purtroppo stato adeguatamente analizzato e
compreso dagli “strateghi” occidentali, che invece di un’immediata
attenzione sulla Crimea, continuano come al solito a fare numero
parlando di escalation della tensione da parte russa, mentre questa
mostra di esser già passata alla seconda metà dello scontro a cui era
stata invitata la Russia. A Parigi, hanno trasformato la conferenza
dedicata al Libano nella conferenza delle sanzioni contro la Russia, se
non sarà abbastanza gentile da ritirare i suoi militari dalla Crimea. Il
giorno dopo a Roma, trasformano la conferenza sul caos lasciato dalla
NATO in Libia, in un dibattito per spiegare ai cittadini europei che
l’Europa conta ancora qualcosa. Hanno continuato ad organizzare convegni
inutili, viaggiando tra le capitali europee e Kiev, mentre il centro di
gravità della crisi si sposta da Kiev alla Crimea. Anche uno speciale
mini-vertice sull’Ucraina fu organizzato a Bruxelles il 6 marzo e
durante tale incontro, il Presidente Putin inviò ai partecipanti un
piccolo regalo, un dispaccio lanciato a Bruxelles alle 12 che afferma
che il Parlamento della Crimea ha votato all’unanimità l’annessione
della Crimea alla Russia e che il referendum per convalidare questa
scelta, viene organizzato in soli 10 giorni.
6- “
Vincere un centinaio di vittorie in cento battaglie non è
abilità. Ma lo è vincere senza combattere. Un buon stratega non è
violento, non umilia l’avversario, lo porta a riconoscere la propria
inferiorità. Così non ha bisogno di combattere”. In Crimea, le
forze speciali russe sono arrivate con un uniformi senza distintivi
circondando le basi militari ucraine, ma senza costringere ad
abbandonarle. Il problema è che gli occupanti di queste basi non possono
più essere liberi di entrare e uscire. Era quindi necessario scegliere:
o attendere stoicamente che gli eventi a Kiev facciano il miracolo di
sloggiare i russi, o arrendersi. Molti hanno preferito mollare senza
nemmeno provare a difendersi. In ogni caso, non sono stati attaccati.
Allo stesso tempo, anche prima del referendum, presso l’aeroporto di
Sebastopoli la pressione psicologica aumentava: tutti i voli per Kiev,
secondo il voto del parlamento di Crimea, divennero voli internazionali.
La valuta ucraina gradualmente esce di circolazione sostituita dal
rublo russo. È la prima volta nella storia che si assiste alla netta
applicazione delle teorie di Sun Tzu: vincere senza combattere. Gli
Stati Uniti non hanno visto che fumo.
7- “
Una volta, i guerrieri abili diventano invincibili ed aspettano
il momento in cui il nemico è vulnerabile. L’invincibilità si trova in
se stessi. La vulnerabilità nel nemico”. Un vero stratega gioca sui
tempi per vincere tutte le battaglie. Raddoppia i trucchi per non
essere colpito da minacce o azioni del nemico belligerante. Così, in
primo luogo diventa invincibile, ma non è sufficiente. Deve poi vincere.
Per questo un buon stratega deve sapere attendere fin quando i nemici
diventano deboli ed intervenire per dargli il colpo di grazia. Una volta
garantitasi l’annessione della Crimea, la Russia sa che tale operazione
indebolirà drasticamente gli occidentali nelle operazioni successive.
Ma mentre questi credono erroneamente che il Presidente Putin si fermerà
alla Crimea, si sbagliano. Sa che ha grandemente destabilizzato gli
avversari incapaci di iniziative innovative. Il presidente Obama ha
annunciato una serie di sanzioni sui visti. Si ha l’impressione che si
tratti di un brutto scherzo. Nel 1994, costrinsero l’Ucraina a
sbarazzarsi delle armi nucleari promettendogli che se veniva attaccata,
l’avrebbero aiutata. Ed ora che il suo territorio viene smembrato,
minacciano di non dare dei visti? Scherzano? In realtà, il presidente
Obama non può fare molto. In questo momento è il Presidente russo
l’unico padrone del gioco con tutte le carte giuste. Fa ciò che vuole,
quando vuole e come vuole. Il peggio è che l’atteggiamento occidentale
ne tradisce l’incapacità totale. In primo luogo, perché non ha i soldi
per una guerra contro una potenza come la Russia, ma anche perché
eventuali sanzioni economiche gli si rivolterebbero contro
immediatamente. Ad esempio, secondo il quotidiano economico francese
Challenges del 7 marzo 2014, alla sola minaccia del presidente Obama di
congelare i beni russi, la Banca Centrale della Russia ha spostato in un
solo giorno, il 6 marzo, un gigantesco importo da decine di miliardi di
dollari dai conti bancari negli Stati Uniti a quelli in Russia e nei
paradisi fiscali. Tali operazioni, se continuano a medio termine,
possono causare un vero terremoto finanziario e bancario negli Stati
Uniti. Questa è la classica storia del calunniatore. Inoltre il 7 marzo
2014, l’agenzia
Bloomberg fornisce ulteriori analisi e
previsioni. Secondo essa il 1 settembre 2013 la Russia aveva nelle
banche di 44 Paesi 160 miliardi di dollari, mentre alla stessa data, 24
Paesi avevano depositato nelle banche russe 242 miliardi di dollari. I
Paesi occidentali possono congelare 160 miliardi dollari russi. E la
Russia può congelare 242 miliardi di dollari occidentali. Secondo
Bloomberg,
dopo Washington, chi ha più da perdere sarebbe la Francia, le cui
banche hanno investito 50 miliardi di dollari in Russia, seguita dagli
Stati Uniti le cui banche hanno investito 35 miliardi dollari nel Paese
più grande del mondo, la Russia, con i suoi 17 milioni di kmq. Il peggio
è detto dal consigliere del presidente russo Sergej Glazev, secondo la
stessa agenzia
Bloomberg: “
Con le sanzioni degli Stati
Uniti, la Russia sarebbe costretta ad abbandonare il dollaro per altre
valute, creando un proprio sistema di pagamenti. (…) Se gli Stati Uniti
congelano i beni di aziende di Stato ef investitori privati russi, Mosca
consiglierà a tutti di vendere i titoli del Tesoro USA. Inoltre, le
sanzioni, se imposte, porteranno la Russia a rinunciare al rimborso dei
prestiti delle banche degli Stati Uniti“. Amen. La Russia è
invincibile ed ha persino individuato il punto debole del nemico.
Possiamo quindi scommettere che dopo la Crimea, per prima cosa annetterà
gli ex-territori georgiani dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud, prima
di incamerare le regioni russo-ucraine che hanno votato per il
Presidente Janukovich nelle ultime elezioni presidenziali. Senza
dimenticare, naturalmente, la regione separatista della Transnistria in
Moldova, al confine con l’Ucraina, dalla maggioranza russa, che fin
dalla proclamazione dell’indipendenza nel 1992 chiede l’annessione alla
Russia. E qui arriviamo a un’altra strategia di Sun Tzu.
8 – “
Per avanzare irresistibilmente, attaccare i punti deboli del
nemico. Per ritirarsi senza essere catturati, essere più veloci del
nemico”. Per avanzare dobbiamo evitare il corpo a corpo con il
nemico e limitarsi a colpirlo solo nei punti scoperti. E nella ritirata
strategica bisogna mettersi negli angoli che sfuggono al controllo del
nemico. La blitzkrieg dell’agosto 2008 contro l’alleato degli Stati
Uniti, la Georgia di Saakashvili, conquistò territori nel punto debole
dell’occidente. Tutto aveva fatto credere alla Georgia che sarebbe stata
aiutata in caso di guerra con la Russia, facendo ciò che le venne
raccomandato. Quando fu bombardata, non arrivò nessuno. Allora, qual è
la sua parola? L’umiliazione della piccola Georgia da parte della Russia
è una grande macchia alla credibilità degli Stati Uniti, e ancora oggi i
due territori contesi sono controllati dalla Russia. Questo è il motivo
per cui è facile prevederli come i primi territori che la Russia
annetterà dopo la Crimea. Questa vittoria così facile, in soli quattro
giorni, contro la Georgia non deve essere ripetuta oggi in Ucraina,
secondo Sun Tzu. E il presidente russo Putin l’ha capito.
9- “
Non ripetere le stesse tattiche vittoriose, ma adattarsi alle circostanze specifiche di ciascun caso“.
Adeguare sempre tattiche e strategie alle nuove situazioni. Una
soluzione che ha funzionato ieri non è detto funzionerà ancora. Se si
ripetono le tattiche vittoriose del passato, si rischia di trovare un
nemico esperto, che ha studiato la nostra strategia e sa come
rispondervi correttamente. Ogni situazione, per un buon stratega, è
unica e merita una strategia unica. Mentre gli statunitensi hanno
ripetuto in Iraq e in Afghanistan la stessa formula rovinosa del
Vietnam, la Russia ha evitato di ripetere in Ucraina le sue tattiche
vittoriose bombardando la Georgia con centinaia di carri armati ed
elicotteri da combattimento. Perché è chiaro che se gli alleati della
Georgia, gli Stati Uniti, erano allora impreparati, nulla dice che
ancora una volta restino passivi perché sorpresi. Infatti, ci viene
detto che F-16 statunitensi volano sui cieli estoni e polacchi. Allo
stesso modo, come quando il Presidente Putin ha taciuto sugli eventi di
Kiev prima di annettersi la Crimea oggi, nessuno sa quale strategia
abbia preparato per le regioni orientali russofone dell’Ucraina. Come
Sun Tsu suggerisce di non ripetere le stesse strategie vittoriose, c’è
da scommettere che abbia preparato dell’altro per le regioni orientali,
ma cosa?
10- “
Chi conosce l’altro e conosce se stesso, può combattere cento
battaglie senza mai essere in pericolo. Chi non conosce l’altro ma
conosce se stesso, per ogni vittoria subirà una sconfitta. Chi non
conosce l’altro né se stesso, inevitabilmente perderà ogni battaglia“.
Il buon stratega deve sempre tenere a mente tre preoccupazioni:
padroneggiare l’ambiente, il campo di battaglia, conoscere il nemico in
dettaglio e conoscere se stesso, soprattutto per nascondere al nemico le
proprie debolezze. Per far parte dei servizi segreti russi, si deve
saper parlare diverse lingue, come l’inglese. Allo stesso tempo, tutti i
testi e le comunicazioni tra i membri del FSB sono esclusivamente in
russo. La CIA ha un reparto sulla Russia che non può affrontare
l’imponente strategia russa basata sulla conoscenza dell’inglese delle
sue spie, mentre conosce gli Stati Uniti nei loro minimi dettagli. C’è
anche una rete composta da russo-statunitensi, con passaporto
statunitense e accesso a tutte le posizioni dell’amministrazione
statunitense. Questo spiega perché sembra che qualsiasi cosa dica la
controparte statunitense, nulla sorprende il presidente russo. In
termini ambientali, la Russia è grande 17 milioni di kmq, gli Stati
Uniti la metà. Mentre gli statunitensi in Russia sono concentrati in
poche grandi città nell’occidente, i russi negli Stati Uniti sono
presenti in tutti gli Stati Uniti. Sono statunitensi a tutti gli
effetti. A Mosca basta studiarne il comportamento per sapere tutto degli
statunitensi. Tornando sull’Ucraina, le regioni d’interesse per la
Russia sono quelle dove si parla russo, dove la popolazione è russa,
quindi con un perfetto controllo sociologico dalla Russia. Non è il caso
degli Stati Uniti per cui l’Ucraina è come l’Afghanistan o l’Iraq,
dando sempre l’impressione d’impegnarsi in potenziali teatri di guerra
senza mai dominare il campo, il pianeta è un videogioco dove è
sufficiente sostituire una scheda con un altra e continuare a sparare,
trascinandosi in guerre inutili che hanno letteralmente rovinato gli
Stati Uniti d’America. E il Presidente Putin ha capito che dall’altra
parte si naviga a vista, sui dossier iraniano, siriano e ucraino.
Infine, davanti allo sbandamento del presidente degli Stati Uniti con le
sue minacce generiche e la totale incapacità di avviare qualsiasi
iniziativa sul caso ucraino, c’è nel mondo di oggi un campione di
strategia militare, il maestro Vladimir Putin. Conosce il nemico, gli
Stati Uniti, conosce il terreno, l’Ucraina, e conosce la forza del suo
nuovo Paese, delle nuove risorse militari del Paese dopo la guerra in
Libia, che cita ogni volta per deridere gli strateghi statunitensi che
dichiaravano d’imporre la democrazia in Libia e che ora fanno una
conferenza a Roma per chiedere l’aiuto russo per mettervi un po’
d’ordine. Obama da parte sua dà l’impressione di non capire né il suo
omologo russo né la complessità ucraina, altrimenti non avrebbe
suggerito a coloro che hanno messo al potere a Kiev, quale prima azione,
di bandire la lingua russa. Peggio, sembra non conoscere le proprie
debolezze, un Paese in rovina che non può offrire nulla ai 47 Paesi
africani invitati a Washington, solo per imitare gli incontri biennali
tra i leader cinesi e africani.
Quali lezioni per l’Africa?
Il 22 gennaio di quest’anno, la Casa Bianca, in un comunicato stampa,
annunciava che il presidente Obama aveva invitato a Washington 47 capi
di Stato africani, prendendosi cura di escludere CAR, Egitto e Guinea
Bissau, accusati di aver preso il potere senza passare per le urne, ma
con colpi di Stato. Come spiegare che sull’Ucraina l’amministrazione
statunitense cerca di forzare la mano della Russia nel riconoscere il
nuovo governo di Kiev nato da un colpo di Stato? Un colpo di Stato in
Europa è diverso da un colpo di Stato in Africa? Il 17 febbraio 2008 il
Kosovo dichiarò unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia. Gli
occidentali festeggiarono. La Serbia portò il caso alla Corte
Internazionale di Giustizia (ICJ), l’organo giudiziario delle Nazioni
Unite che convalidò la secessione del Kosovo con la sua decisione del 22
luglio 2010, in questi termini: “
la dichiarazione d’indipendenza
del Kosovo non viola il diritto internazionale generale e la risoluzione
1244 del Consiglio di sicurezza, e il quadro costituzionale“. Tuttavia, la Corte Internazionale di Giustizia ha aggiunto che “
non
è vincolata dalla domanda di pronunciarsi sulla questione, di dire se
il diritto internazionale conferisce un diritto positivo al Kosovo di
dichiarare unilateralmente l’indipendenza. La Corte non è incaricata di
dire se il Kosovo ha la qualifica di Stato“. L’allora ministro
degli Esteri francese Bernard Kouchner accolse la decisione della Corte
Internazionale di Giustizia in tali termini: “
L’indipendenza del
Kosovo è irreversibile (…) Ciò indica chiaramente che la dichiarazione
d’indipendenza del Kosovo non è contraria alla legge internazionale e
alla risoluzione 1244, come la Francia ha sempre sostenuto, e io ne sono
felice“. Domanda: Perché l’occidente è lieto della secessione di
Kosovo e Sud Sudan e fa finta di giocare al fervente difensore del
diritto internazionale e dell’inviolabilità delle frontiere
dell’Ucraina? La Crimea è diversa dal Sud Sudan o dal Kosovo? La
risposta è che questa equazione a geometria variabile della buona
volontà di certi i Paesi, degli stessi che si sono arrogati il diritto
di sorvegliare il mondo dividendolo in cattivi e buoni ingenui
candidati alla democrazia, solo per derubarli. A differenza di quanto
accade regolarmente in Africa, Eritrea, Sud Sudan, la Russia non ha
aiutato la Crimea a dichiarare la propria indipendenza, ma piuttosto ad
aderire a un insieme più grande. Ogni nuova indipendenza indebolisce il
Paese che perde un pezzo della sua terra. Ma indebolisce anche il nuovo
Stato esanime. Coloro che oggi lottano contro la frammentazione
dell’Ucraina, sono gli stessi che lavorano dietro le quinte per
smembrare il Mali, che finanziano le ribellioni nella RDC orientale per
creare la nuova repubblica del Kivu.
La Russia non ha smesso di sorprendere gli statunitensi. Che messaggio
mandano i russi agli statunitensi facendo coincidere la data della fine
delle para-olimpiadi invernali di Sochi, il 16 marzo 2014, con il
referendum per convalidare l’annessione della Crimea alla Russia? A
differenza della Russia, gli africani sono più o meno prevedibili nelle
loro strategie da parte dei nemici occidentali. Devono ancora capire che
l’occidente è il nemico dell’Africa. C’è una vera e propria
arretratezza culturale e intellettuale nella popolazione africana, che
dovrebbe già poter capire che deve imporre un equilibrio di potere con
l’occidente affinché le sue opinioni siano prese in considerazione. Ma
non possiamo arrivarvi in una relazione convenzionale dall’accattonaggio
istituzionalizzato, in cui chi tende la mano per ricevere è sempre
colui che obbedisce all’altro. Ecco perché finora nessun Paese africano
ha un piano serio per spiare l’occidente. Gli africani credono
erroneamente di essere amici degli europei e non si chiedono mai come li
vedono gli europei: semplici schiavi anche se molto alfabetizzati. Le
TV occidentali possono dare l’impressione di odiare il Presidente Putin o
la Russia, ma c’è qualcosa che nessuno può mettere in dubbio, qualunque
sia il loro rapporto in futuro, sono destinati a rispettare la Russia.
Hanno già cominciato a provarlo, procrastinando le pseudo-sanzioni che
non arrivano mai. Ed è in questo rapporto di rispetto che sono
paradossalmente ottimista sul futuro delle relazioni tra questi due
nemici di oggi. Non posso dire lo stesso per l’Africa. Per avere questo
rispetto, dobbiamo smettere di mendicare, è una condizione essenziale
prima di parlare di strategia militare o di spionaggio degli europei da
parte degli africani.
marzo 13, 2014
Jean-Paul Pougala
fonte: http://aurorasito.wordpress.com/