“I flussi migratori sono un fenomeno inarrestabile“, dicevano. “E’ colpa del clima, delle guerre, della povertà, delle carestie“, dicevano. “Ne arriveranno sempre di più, dobbiamo abituarci all’idea“, dicevano.
Quante cose dicevano. Burocrati, politici, preti e giornalisti, tutti insieme.
Anni di dibattiti, di discussioni. Miliardi di Euro l’anno investiti,
tolti agli italiani più poveri, alla sanità, alla ricerca, alla scuola,
alla cultura. Miliardi per ospitare ragazzotti africani negli alberghi,
nelle villette private, gestite dalle solite cooperative. E poi
richieste d’asilo, per la maggior parte rigettate, corsi e ricorsi
lunghi decine e decine di mesi. Avvocati, giudici, tribunali, prefetti.
Eppure nel giro di neanche 24 ore si è scoperto che il fenomeno
dell’immigrazione irregolare si poteva risolvere in un modo molto
semplice. Il più semplice possibile: dicendo di no.
Proprio così. Bastava far capire al mondo intero che violare i
confini d’Italia non è una passeggiata. Ma, evidentemente, prima d’ora,
nessuno ne aveva avuto il coraggio. O forse… già, com’è che era quella
storia? Flessibilità sui conti in cambio di accoglienza? Ecco, la solita
Europa, cui bisogna chinarsi supinamente, ma che è anche una scusa
provvidenziale.
“Servono gli accordi tra Stati, è complicato“, dicevano. “Ci sono gli accordi di Dublino, è complicato“, dicevano. “E’ l’Europa che ce lo chiede, è complicato“, dicevano.
Già, quante cose dicevano. Burocrati, politici, preti e giornalisti. Sì, sempre tutti insieme.
“Non siamo noi che li vogliamo. Non è colpa nostra, è una congiuntura, c’è il canale di Sicilia, è complicato“.
Sì, soprattutto questo dicevano, per giustificarsi di fronte a milioni
di italiani arrabbiati, quando hanno capito che la misura era colma.
E ora? “Fateli sbarcare!“, implorano.
Bugiardi senza vergogna. Questo sono. Questo e nient’altro.
di Cristiano Puglisi 12 giugno 2018