Dopo quanto è emerso dall'esame della documentazione indiana
depositata preso il Tribunale di Amburgo il cui contenuto è stato e ben
spiegato dall'ing. Luigi Di Stefano da sempre convinto assertore
dell'innocenza di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, la mancata
nomina di una Commissione di inchiesta parlamentare non è più
un'omissione. Piuttosto, evidenzia la negazione dello Stato di Diritto e
l'affermazione di un regime inconciliabile con i moderni concetti di
democrazia.
Da tempo l'onorevole Edmondo Cirielli ha chiesto listituzione di
una commissione parlamentare di inchiesta sul sequestro e detenzione
illegale di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ma il Parlamento
non ha ancora deciso! Evidente la volontà di soprassedere e prendere
tempo come avvenuto per l'Arbitrato internazionale, avviato con più di
due anni di ritardo.
Una situazione di stallo non giustificabile che favorisce le ipotesi
più svariate. Non ultime quelle da molti proposte sull'esistenza di
interessi politici, personali e di lobby da tutelare. Non impegnarsi,
infatti, ad approfondire per ricercare la verità non può che avere uno
scopo, evitare che emergano verità scomode o atti che inequivocabilmente
dimostrino che nella gestione della vicenda ci siano state palesi
violazioni della Costituzione.
Molti i punti oscuri che dovrebbero essere affrontati. Aspetti non
chiari che riguardano l'operato degli organi istituzionali coinvolti.
Tre governi (Monti, Letta, Renzi), quattro ministri degli Affari Esteri
(Monti, Bonino, Mogherini, Gentiloni), tre ministri della Difesa (Di
Paola, Mauro, Pinotti), tutti un po' disattenti considerando quanto
emerge dai documenti indiani depositati presso il Tribunale di Amburgo.
Una gestione istituzionale della vicenda che lascia sempre più
perplessi con almeno dieci punti su cui incombe il silenzio assoluto e
che, invece, meriterebbero la massima attenzione del Parlamento e forse
anche della Procura della Repubblica perché sia fatta chiarezza sui
misteri della più squallida vicenda della storia italiana.
Proviamo a proporre questi dubbi:
1. A partire dalle dichiarazioni rese in Parlamento il 17 ottobre
2012 dall'allora ministro della Difesa Di Paola sul coinvolgimento
diretto della catena di comando militare nel concedere l'OK
perché la Lexie rientrasse sul porto di Kochi, è d'obbligo accertare a
che livello fu coinvolto il Comando della Squadra Navale (CINCINAV) e
chi partecipò al processo decisionale e se l'Armatore avvertì e con
quale esito anche il Centro Operativo Interforze (COI).
2. Accertare se coloro che hanno gestito la vicenda sulla catena di
comando dei due Fucilieri di Marina in missione di antipirateria,
abbiano poi ottenuto benefici e/o vantaggi - seppure meritati e
coerenti con la progressione di carriera - in particolare per quanto
attiene le loro successive posizioni in ambito Difesa, Amministrazione
dello Stato o strutture private.
3. Alla luce di quanto riportato dall'esame autoptico indiano sul
calibro dei proiettili che hanno ucciso i due poveri pescatori, aspetto
già evidenziato il 3 novembre 2012 in varie analisi ma mai approfondito,
discusso o valutato a livello Istituzionale
(http://fernandotermentini.blogspot.it/2012/11/linciucio-indiano.html),
quali approfondimenti sono stati sviluppati dalla Difesa, in
particolare dalla Marina Militare. Si parla di una relazione tecnico -
balistica prodotta dall'ammiraglio Piroli, peraltro segretata ma
pubblicata da uno dei maggiori quotidiani nazionali. Nel documento si
conclude che i due fucili che spararono il 15 febbraio 2012 non erano
quelli assegnati a Latorre e Girone ma ad altri due sottufficiali del
Nucleo Militare di Protezione (NPM) della Lexie. Nessun cenno invece
alla differenza di calibro fra i proiettili in dotazione alla MM e
quelli estratti dai corpi dei morti durante l'esame autoptico.
Conclusioni che lasciano perplessi anche perché non è chiaro come si sia
proceduto a svolgere le prove di sparo trattandosi di prove che
dovrebbero essere state svolte (maggio 2012?) quando ancora tutte le
armi e munizionamento italiano del NPM erano stati sequestrati
dall'India.
4. Chi e perché abbia deciso di donare per il danno subito 150.000
euro alle famiglie dei defunti ed altri 75.000 Euro al proprietario del
peschereccio Saint Antony, senza richiedere prima all'India riscontri
documentali certi sulle responsabilità degli eventi. Un atto che
configura allo stato di quanto emerso dai documenti indiani depositati
presso il Tribunale di Amburgo un danno erariale consistente ed un danno
indiretto sulla posizione giuridica dei due militari raffigurando
un'ammissione indiretta di responsabilità.
5. Per quale motivo la Procura di Roma ha permesso che due indagati
per omicidio volontario come risulta fossero Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone nel marzo 2013 espatriassero anche se solo per obbedire
ad una disposizione loro data lungo la linea gerarchica funzionale.
Questo nonostante che cittadini italiani avessero formalizzato
l'eventualità con uno specifico esposto depositato il 13 marzo di
quell'anno.
6. Colui o coloro che hanno deciso il 22 marzo 2013 di riconsegnare
in mano indiana i due militari, lo hanno fatto nel pieno rispetto della
Costituzione ed il Codice Penale italiano o piuttosto hanno privilegiato
scelte ancora da chiarire disattendendo quanto il nostro ordinamento
giuridico e relative sentenze della Suprema Corte stabiliscono nello
specifico?
7. Quali furono le regole di ingaggio concordate fra Italia ed
India per una soluzione condivisa del caso, come ebbe a dichiarare
l'allora vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli (oggi all'ENI in
incarico di prestigio) quando ci diceva - "Ora abbiamo rimesso la
questione su un binario di certezza: scelta di una giurisdizione
speciale, condivisa; regole da utilizzare in processo, condivise (con
India, ndr)
. All'indomani del giudizio, vi sarà un trattato tra le
parti che permette comunque agli eventuali condannati di scontare la
loro pena in Italia, nel paese di appartenenza. Siamo costanti e
attenti con le autorità indiane e io dico che i due ragazzi torneranno a
casa". Una palese cessione di sovranità nazionale che andrebbe
approfondita per capire fino a che punto sia coerente con gli obblighi
costituzionali che regolano peculiari mansioni istituzionali.
8. Chi ha tratto vantaggi da una gestione semplicistica della vicenda
come ci portano ad affermare i documenti arrivati da Amburgo,
preferendo strumentalizzare ai fini politici e pur'anche personali la
colpevolezza dei due Marò? Perché il governo Monti li ha riconsegnati
all'India rinunciando ad un arbitrato già deciso (
http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2013/...)?
9. Per quale motivo la Procura di Roma non informa sulle decisioni
prese 377 cittadini italiani che hanno depositato il 20 giugno 2014 un
esposto sui fatti, come chiesto in conclusione dello stesso e come
prevede il Codice di Procedura Penale?
10. Per quale motivo l'Avvocatura dello Stato che concorre alla
difesa dei due militari, nonostante sia stata informata dalla Difesa
(aprile 2014) dell'esistenza di un'analisi tecnica dell'ing. Luigi
Di Stefano dalla quale già emergevano inequivocabilmente certezze sulla
incoerenza dei calibri dei proiettili estratti dai cadaveri e quelli in
dotazione alle nostre FFAA, non ha contestato immediatamente all'India
tali incongruenze pretendendo chiarimenti?
Questi i punti salienti dell'intera vicenda che se esaminati
attentamente potrebbero rivelare mille altre sfumature da approfondire.
Tutto ciò impone l'istituzione di una Commissione Parlamentare che
accerti se errori ci sono stati e se sussistono responsabilità casuali o
attribuibili a colpa grave piuttosto che a dolo.
Non averlo fatto fino ad ora raffigura un ritardo non giustificabile,
peraltro in contraddizione con l'abitudine consolidata nel nostro
Parlamento, pronto a nominare Commissioni anche per fatti irrilevanti o
per valutare problematiche altrimenti consolidate, come, ad esempio, i
problemi relativi all'Uranio Impoverito.
Attendere ancora a formalizzare la nomina di una Commissione dopo le
notizie di questi giorni rappresenterebbe una dimostrazione di protervia
politica inaccettabile.
(di Fernando Termentini) - 14/09/15