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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

31/10/15

Caso Marò/Enrica Lexie -India: LE DIMISSIONI DI TERZI



  



IL DISCORSO  

«Mi dimetto in disaccordo con la decisione di rimandare i marò in India - ha spiegato in aula Terzi -. Le riserve da me espresse non hanno prodotto alcun effetto e la decisione è stata un’altra». E ancora ha insistito: «Da ministro ho espresso serie riserve alla repentina decisione di trasferire in India il 22 marzo i due militari, ma la mia voce è rimasta inascoltata. Mi dimetto perché solidale in modo completo con i nostri marò e con le loro famiglie», ha aggiunto nel corso della sua relazione alla Camera sul caso dei fucilieri in attesa di giudizio a New Delhi. «Ho atteso fino a oggi perché volevo venire qui in Parlamento come sede della sovranità popolare - ha insistito -. Ed è risibile e strumentale pensare che la Farnesina abbia agito autonomamente. Sulla vicenda Terzi ha affermato di aver dato «informazioni a tutte le autorità di governo sugli aspetti critici del negoziato con l’India, d’accordo sulla decisione di trattenere in Italia i marò. La linea del governo è stata approvata da tutti l’8 marzo». «Da uomo delle istituzioni per 40 anni, mai avrei agito in modo autoreferenziale», ha aggiunto il titolare della Farnesina. Secondo Terzi, l’accusa nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «non è mai davvero stata suffragata da prove e testimonianze attendibili» mentre i due fucilieri «negano ogni addebito».







Comunicato della Farnesina - 11 marzo 2013.
I Marò restano in Italia;  Controversia Internazionale.

http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2013/03/20130311_maro_restano_in_italia.html


" Su istruzioni del Ministro degli Esteri Giulio Terzi, l’Ambasciatore d’Italia a New Delhi Daniele Mancini ha consegnato oggi alle Autorità indiane una nota verbale con la quale il Governo italiano, in relazione al caso dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha reso noto al Governo indiano quanto segue:
L’Italia ha sempre ritenuto che la condotta delle Autorità indiane violasse gli obblighi di diritto internazionale gravanti sull’India in virtù del diritto consuetudinario e pattizio, in particolare il principio dell’immunità dalla giurisdizione degli organi dello Stato straniero e le regole della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) del 1982.
All’indomani della sentenza del 18 gennaio 2013 della Corte Suprema indiana, l’Italia ha proposto formalmente al Governo di New Delhi l’avvio di un dialogo bilaterale per la ricerca di una soluzione diplomatica del caso, come suggerito dalla stessa Corte, là dove richiamava l’ipotesi di una cooperazione tra Stati nella lotta alla pirateria, secondo quanto prevede la citata Convenzione UNCLOS.
Alla luce della mancata risposta dell’India alla richiesta italiana di attivare tali forme di cooperazione, il Governo italiano ritiene che sussista una controversia con l’India avente ad oggetto le regole contenute nella predetta Convenzione e i principi generali di diritto internazionale applicabili alla vicenda.
Per questi motivi, l’Italia ha ribadito formalmente al Governo indiano, con la nota verbale consegnata oggi dall’Ambasciatore Mancini, la propria disponibilità di giungere ad un accordo per una soluzione della controversia, anche attraverso un arbitrato internazionale o una risoluzione giudiziaria, chiedendo all’India di attivare le consultazioni previste dalla Convenzione UNCLOS.
Con l’occasione, l’Italia ha informato il Governo indiano che, stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso.
La decisione, che è stata notificata anche all’Ambasciata indiana a Roma e su cui sono previsti contatti tra i due Ministri degli Esteri, è stata assunta d’intesa con i Ministeri della Difesa e della Giustizia e in coordinamento con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. "


MARO':ECCO L'AUTOPSIA CHE SCAGIONA I DUE MARÒ LATORRE E GIRONE. E NON È UN DOCUMENTO MISTERIOSO, MA È STATA ALLEGATO DALL'INDIA (SIC!) AL PROCESSO DI AMBURGO


MARIA GIOVANNA MAGLIEMARIA GIOVANNA MAGLIE
Questa autopsia scagiona i due fucilieri di San Marco. La mostro volentieri ai lettori di Dagospia, ma questa autopsia è il segreto di Pulcinella, difficile credere che nessuno ne avesse copia.  E' andata così fra Italia e India per tre anni e mezzo, due militari come carne da macello, ostaggio di affari ,commesse di armi, tangenti, accordi malfatti per far risparmiare gli armatori, promozioni e incarichi insperati per chi ha fatto il lavoro sporco, calunnia su chi si è ribellato. Anche ora, a ogni carta che esce, fanno spallucce, come se gli dispiacesse l'innocenza di due italiani.
AUTOPSIA PESCATORI INDIANI NEL CASO DEI MARO GIRONE LATORREAUTOPSIA PESCATORI INDIANI NEL CASO DEI MARO GIRONE LATORRE
 Tutti zitti come spie, non solo PittiBullo che dopo le spacconate iniziali di marò non ha mai più parlato, non solo il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, alla quale l'incongruenza era stata segnalata già da tempo insieme a una perizia importante e ignorata di Luigi Di Stefano, ma pure il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che per paura di sbagliarsi ripete sempre lo stesso mantra,”riportiamoli a casa, poi si capirà chi ha sbagliato”. Intanto Girone è lì, e nessuno alza un dito.
Poi, sempre poi, qualcuno la chiederà sul serio una commissione di inchiesta parlamentare, visto che finora nessuna richiesta ufficiale è stata presentata da nessun parlamentare, nemmeno uno di coloro che da destra sull'argomento strillano indignazione. Tranquilli, bastano poche firme per una commissione di inchiesta di iniziativa popolare, anche questo basta saperlo. Qualcuno chiederà conto a tutti coloro che in questi anni hanno dichiarato non solo che i due andavano giudicati in India, in spregio a qualunque legge internazionale, ma anche che i due erano probabilmente colpevoli.
AUTOPSIA PESCATORI INDIANI NEL CASO DEI MARO GIRONE LATORREAUTOPSIA PESCATORI INDIANI NEL CASO DEI MARO GIRONE LATORRE
Come dimenticare quel “siamo sicuri che siano innocenti” di Emma Bonino, le dichiarazioni tremebonde di Sandro Gozi, ora sottosegretario a Palazzo Chigi, già presidente dell'Associazione Italia India; i “patti da rispettare “ ostentati da Corrado Passera, il risarcimento frettoloso elargito alle famiglie dei pescatori dall'ammiraglio e ministro della Difesa, Di Paola, le riflessioni da statista di Lapo Pistelli, convinto del processo a Delhi, lo sdegno peloso di Enrico Letta, sdegnato chissà “de che” per le dimissioni sacrosante di Giulio Terzi.
Come dimenticare le penose acrobazie di viaggio del super inviato Staffan De Mistura tra le due capitali. Davvero il pluripremiato diplomatico, che ora finge autorevolmente di occuparsi di Siria, che presenziava a finte udienze in tribunale riconoscendo così a nome della nazione italiana la giurisdizione indiana, non ha mai visto l'autopsia? Non l'ha chiesta, né lui né gli avvocati?
peschereccio maro st antonyPESCHERECCIO MARO ST ANTONY
Il documento è dunque questo, è l'autopsia ufficiale, mai sostituita da altre, dei due indiani uccisi, non da Massimiliano La Torre, non da Salvatore Girone, il 15 febbraio del 2012 al largo della costa del Kerala. Stava tra le carte presentate dall'India a memoria difensiva al tribunale del mare di Amburgo. Bastava chiedere, come ha fatto genialmente per primo Lorenzo Bianchi, del Quotidiano Nazionale, e poi altri giornalisti, periti, appassionati di una vicenda ogni dì più a fosche tinte; come con tutta evidenza non hanno fatto i governi italiani, a voler loro attribuire incapacità ma non mala fede, a voler pensare che questa autopsia e le altre carte che continuano a venir fuori con relativa facilità non siano state nascoste nel fondo di qualche cassetto, perfino occultate al titolare della Farnesina all'epoca dei fatti.
peschereccio maro st antonyPESCHERECCIO MARO ST ANTONY
L'anatomo patologo K. S. Sasikala esaminò i cadaveri dei pescatori, Valentine Jelastine e Ajeesh Pink, il rapporto ufficiale è stato consegnato come allegato numero 4. A pagina 2 Sasikala descrive e misura il proiettile estratto dal cervello di Jelastine. È una pallottola molto più grande delle munizioni calibro 5 e 56 Nato in dotazione ai marò. Sasikala ha misurato un’ogiva lunga 31 millimetri, con una circonferenza di 20 millimetri alla base e di 24 nella parte più larga. Il proiettile italiano è lungo 23 millimetri,8 in meno. I colpi dei kalashnikov si fermano a 26,4 millimetri. Il proiettile viene dunque da un’arma diversa dai mitra Minimi e Beretta Ar 70/90 in dotazione ai fucilieri di marina italiani.
peschereccio maro st antony affondatoPESCHERECCIO MARO ST ANTONY AFFONDATO
Vi risparmio le testimonianze dei colleghi dei due morti, che parlano come dei laureati ad Harvard e ripetono imboccati le stesse identiche frasi, e, sempre dalle carte depositate ad Amburgo, il dettaglio non insignificante che il Gps del peschereccio Saint Antony non fu consegnato alla polizia appena arrivò in porto, ma otto giorni dopo, il 23 febbraio, il tempo sufficiente a manomettere qualunque dato registrato. D'altra parte il peschereccio colò provvidenzialmente a picco, i due morti furono cremati, etc etc..
girone latorreGIRONE LATORRE
In soccorso degli occultatori di prove, oggi sputtanati, corre Repubblica, che scrive che “l'India potrebbe aver inviato ad Amburgo una vecchia perizia con misurazioni fatte in maniera approssimativa poi soppiantata da una nuova perizia fatta anche alla presenza di carabinieri italiani i cui risultati invece confermerebbero la compatibilità delle misure del proiettile estratto  dalla testa di uno dei due pescatori indiani uccisi, con quelle in dotazione dei militari italiani”.
girone latorre i due maroGIRONE LATORRE I DUE MARO
Non è vero, chiunque abbia seguito il caso, e la stessa Repubblica che lo ha scritto nel febbraio del 2012, sa che i due esperti del Ros mandati da Roma per partecipare alla perizia balistica furono subito esclusi dalle prova balistiche, alle quali parteciparono in assoluta segretezza esclusivamente esperti indiani che cercarono di "correggere" le risultanze dell'autopsia, rimaneggiando le misurazioni dei proiettili estratti.
monti severino passeraMONTI SEVERINO PASSERA
Alla fine anche la perizia balistica indiana che e' agli atti della Difesa e della Procura della Repubblica non riusci' a dare elementi conclusivi sulle armi utilizzate, e fu proprio per questo che la petroliera Lexie venne bloccata a Kochi per altre tre settimane, perché la polizia indiana cerco' disperatamente un'arma compatibile con le pallottole indicate dalla patrizia balistica, senza trovarla, e senza riuscire a piazzarne una.
Staffan de MisturaSTAFFAN DE MISTURA
Com'è che oggi quell'autopsia è finita nelle carte di Amburgo? Certamente gli indiani hanno portato a quel Tribunale un'accusa completa, a differenza dell'Italia, che si spera lo faccia ora alla Corte dell'Aja, utilizzando, per la serie meglio tardi che mai, le carte venute fuori che scagionano La Torre e Girone, o il sospetto di complicità diventerà certezza. Certamente gli indiani in questi anni ne hanno fatti non pochi di pasticci, qualche carta può essere scappata loro, ma il primato dei pasticci, sulla pelle di due militari in missione anti pirateria, all'Italia non glielo toglie nessuno.
RENZI GENTILONIRENZI GENTILONI
Commissione d'inchiesta, dunque, e al più presto! Certo, senza rigoroso controllo potrebbe finire come quelle abortite sulle vittime dell'uranio impoverito; una strage, e un'altra storia orribile, tutta da raccontare.
 vito.jpg
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ecco-autopsia-che-scagiona-due-mar-latorre-girone-non-108611.htm

tramite: http://veraitalia.blogspot.it

I Marò e il castello di carta indiano, Annex 5 ( le bugie sulle armi )



ANN 5Ricerca delle Armi
In questo documento verrà fatta l'analisi dell'allegato "ANNEX 5" ai documenti indiani depositati presso il Tribunale Internazionale per la Legge del Mare di Amburgo il 6 Agosto 2015
Search list for weapons, 26 February 2012
Il documento è l'elenco del materiale rinvenuto e in parte sequestrato sulla Enrica Lexie durante il sopralluogo del25/2/2012, alla presenza dei rappresentanti italiani.
Si tratta di armi (fucili, mitragliatrici e pistole), munizioni, giubbotti antiproiettili.
Il materiale è stato rinvenuto in due cabine della nave (n.405 e n.329)
Cabina n.329
Pag. 5
Nella cabina n. 329 in un armadio sono custodite 15 scatole di munizioni.
In una scatola n. 820 cartucce per pistola cal. 9mm e nella scatola n.22 n. 250 colpi cal. 7.62 mm. (ndr: totale 1070 colpi)
In un elenco di 13 scatole (dalla n.9 alla n.21) sono custoditi un totale di n. 7.520 colpi cal. 5.56mm
Dalla scatola n. 16 sono prelevati n. 26 proiettili ordinari (ndr: cal. 5.56mm) e dalla scatola n. 19 sono prelevati n. 24 proiettili traccianti (ndr: cal. 5.56mm)
ANNEX 5: I Materiali rinvenuti nella Cabina nr. 329
Cabina n.405
In questa cabina sono stati custoditi fin dal 16/2/2012 armi, parte delle munizioni, giubbotti antiproiettile e materiali vari.
Il giorno 16/2 la cabina n. 405 è stata sigillata dal comandante della nave, poi il 22/2 dai funzionari doganali.
Viene riaperta il 25/2 alla presenza dei funzionari indiani e dei rappresentanti italiani. Tutto il materiale è stato fotografato e filmato, quindi scritti gli elenchi sia del materiale sequestrato che di quello non sequestrato.
Pag. 4, III capoverso:
"the articles which are non seized in this cabin were listed in separate inventory" (gli articoli non sequestrati in questa cabina sono stati elencati nell'inventario separato) - In this cabin 2 boxes of ammunition having 200 rounds each of 5.56mm. Another box contain 250 rounds of 7.62mm (In questa cabina 2 scatole di munizioni con 200 colpi ciascuno di 5.56 millimetri. Un'altra scatola contiene 250 colpi di 7.62 millimetri)
List of articles seized during search conducted in Enrica Lexie
(Elenco degli articoli sequestrati durante la ricerca condotta in Enrica Lexie)
Vedi pag. 6 e 7;
ANNEX 5: I Materiali Sequestrati nella Cabina nr. 405
List of articles inside cabin n. 405
(Elenco degli articoli all'interno della cabina n. 405) [ndr: non sequestrati]
Vedi pag. 8
ANNEX 5 Materiale NON sequestrato 405
ANNEX 5: I Materiali NON Sequestrati nella Cabina nr. 405
"The search of the two cabins was completed. Another search list is preparated. The entire area of the ship will be verified with help of customs official and it will noted on the mahassar. The search are finished at 12 nigth" (La ricerca delle due cabine è stata completata. Un altro elenco di ricerca viene preparata. L'intera area della nave sarà verificata con l'aiuto del funzionario doganale e sarà indicato sul mahassar. Le ricerche sono finite alle 24).
Discussione
Come si può verificare da tutto il documento ad ogni arma rinvenuta (sequestrata o non sequestrata) comprese le canne di ricambio (spare barrel) è indicato il numero di matricola.
Nella pagina n. 9 possiamo facilmente ipotizzare che le sei armi in elenco siano pistole semiautomatiche Beretta 92FS che hanno un caricatore capace di 15 cartucce. Quindi ogni pistola è stata rinvenuta con un caricatore completo di cartucce inserito + 1 caricatore completo di cartucce di riserva.
Le pistole cal. 9 mm. in dotazione dei singoli militari e le cartucce relative (sia quelle trovate nella cabina 329, sia quelle nei caricatori) non sono state giudicate di interesse per l'indagine e quindi non sequestrate.
Poiché sono state trovate cartucce cal. 7.62 mm. in entrambe le cabine e nello stesso elenco sono indicate "Machine Gun 7.62 1 NO", "Spare barrel for MG 1 NO" e "MG ammunition box 1 having 250 rounds" sarà bene approfondire la questione che si presta a un disaccordo interpretativo.

Attendibilità del documento "Search list for weapons, 26 February 2012"

Il documento in questione pur portando nel titolo la data del 26 Febbraio in realtà si riferisce a un sopralluogo effettuato il 25 Febbraio, iniziato alle 1:15 PM (13:15 ora locale) e terminato alle ore 12:00 PM (ore 24.00).
Nel "Rapporto Balistico" (ANNEX 7) è elencata l'ora del sequestro dei vari materiali, a partire dalle ore 04:00 PM alle ore 10:00 PM, sempre del giorno 25/2/2012;
(numerazione delle pagine come indicata nel documento originale, a mano in alto a destra)
ANNEX 5: Il Documento
Dobbiamo anche notare che:
- gli elenchi del materiale sequestrato riportano in calce alla pagina nominativi e firme autografe dei testimoni, indiani e italiani [ 6 ] [ 7 ] [ 8 ];
- per l'apposizione della firme è stato realizzato uno schema grafico con l'elenco dei nominativi scritti a sinistra e le firme autografe apposte a destra ([ 6 ] [ 7 ] [ 8 ] in azzurro);
- tutto il materiale sequestrato è stato sequestrato il giorno 25/2/2012;
- la dichiarazione scritta del Console italiano Cutillo ([ 11 ]) relativa a osservazioni e riserve è del 25/2/2012;
ANNEX 5 pagina 8
ANNEX 5: dettaglio della pagina 8
Come si vede bene dall'immagine a seguire lo schema è "giudiziario": la pag. 8 (nel documento il numero di pagina è indicato a mano in alto a destra) contiene solo le ultime tre voci dell'elenco di sequestro di armi e munizioni, ma sulla stessa pagina devono essere apposte tutte le firme degli intervenuti.
Così come dovrebbero essere apposte tutte, ovviamente, su ogni pagina del verbale di sequestro, dalla no.1 all'ultima.
E' prassi abituale, non esiste un documento giudiziario che verbalizza un atto in contraddittorio che non sia firmato su tutte le pagine da tutti gli aventi titolo.
Serve ad evitare successive ipotetiche manipolazioni. A questo scopo nel documenti giudiziari non ci possono essere neanche correzioni, cancellature o abrasioni.
ANNEX 5 pagina 5
ANNEX 5: pagina 5
Questo però non accade per le altre pagine del documento (vedi pag.5) che oltre a non portare nessuna firma apparentemente fa iniziare il documento dalla pag. 5;
Questa assenza delle firme da parte degli aventi diritto, e peraltro presenti e firmatari nelle pagine dove si elenca il materiale posto a sequestro, rende il documento "Search list for weapons, 26 February 2012" giuridicamente nullo, inutilizzabile in dibattimento processuale.
E' ovvio, sulla prima pagina mancano le firme non solo dei testimoni italiani, ma anche quelle degli stessi testimoni indiani!
Manca l'identificazione dei presenti (lei chi è? Napoleone, e lei? Giulio Cesare... la signora invece è la sorella di Lucrezia Borgia). Manca addirittura il numero delle pagine quando nei documenti giudiziari si scrive "pagina n. x di xx"
Insomma, non è che il sottoscritto vuole esercitare l'arte del cavillo giuridico, ma è ovvio che questo documento sarebbe rigettato in qualsiasi Tribunale, e lo può confermare qualsiasi avvocato.
Non si vuole sostenere che tutto il documento sia "falso", si vuole sostenere che "potrebbe" essere stato formato in modo da rappresentare una realtà diversa dal vero. E poichè in questa vicenda il "potrebbe" prende troppo spesso il posto dello "è" e il potrebbe passa poi inspiegabilmente per "vero" è bene approfondire per quanto è possibile.

La mitragliera cal. 7.62mm

BerettaMG42-59
ANNEX 5 Pag.5 Brano 1
ANNEX 5: (Pag.5) Munizioni 7.62 nella cabina 405
Alla pag. 5 (o 1, non i capisce quale numero debba prevalere fra quello stampato in alto al centro o quello scritto a mano in alto a destra) del documento si legge che:
- nella stanza 405 insieme alle altre armi e cartucce (tutte cal. 5.56) è stata trovata una scatola con 250 cartucce cal. 7.62mm.
A seguire a pag. 6 (o 2):

ANNEX 5 Pag.6 Brano 2
ANNEX 5: (Pag.6) Munizioni 7.62 nella cabina 329
- nella stanza 329 insieme alle altre cartucce (tutte cal. 5.56) è stata trovata una seconda scatola (la n.22) con 250 cartucce cal. 7.62mm. Ma nel successivo elenco di 13 scatole la scatola n. 22 manca.

Infine nella pag. 9 (scritto a mano in alto a destra) troviamo:

ANNEX 5: (Pag.9) Materiali presenti (non sequestrati) nella cabina 405
List of articles inside cabin n. 405 (Elenco degli articoli all'interno della cabina n. 405 [ndr: non sequestrati])
Alle voci da 1 a 6 abbiamo le pistole di ordinanza (le Beretta 92FS hanno caricatori da 15 colpi), poi materiale vario e, di particolare interesse:
  • - Machine Gun 7.62 - 1 NO
  • - Spare barrel for MG - 1 NO (ndr: canna di ricambio)
  • - MG amminition box - 1 having 250 rounds
C'è tutto per il perfetto mitragliere!
Ma ci sono alcuni elementi di evidente contraddizione:

(1) Mancano i numeri di matricola

Se veramente si trattasse di armi e canne di ricambio sarebbe stato indicato il numero di matricola come per tutte le altre armi, caricatori o canne di ricambio rinvenute, sia che esse risultino sequestrate (fucili, caricatori, etc...) che non sequestrate (pistole)

(2) Non c'e' il sequestro

E' chiaro che tutto quello di interesse per l'indagine è stato sequestrato. Pistole e cartucce di pistola non sono state sequestrate perché non interessanti all'indagine.
E' ovvio che ritrovando una mitragliatrice (Machine Gun), la sua canna di ricambio (Spare Barrel) e le sue munizioni (Ammunition) tutto in cal. 7.62 mm questo materiale sarebbe stato di interesse per l'indagine e quindi sequestrato.

(3) Non c'e' l'invio al Forensic Science Laboratory

Tutto il materiale sequestrato (armi, caricatori, canne di ricambio, munizioni, giubbotti antiproiettile) è stato inviato al Forensic Science Laboratory per le analisi balistiche e da questo regolarmente elencato (vedi ANNEX 7).
Non c'è traccia ne di Machine Gun, ne di canna di ricambio ne di cartucce in cal. 7.62mm.
In sostanza oltre ai fucili Beretta e le mitragliatrici Herstal tutti in cal. 5.56mm gli inquirenti indiani trovano un'altra potenziale arma del delitto in cal. 7.62mm e la ignorano.

La "stranafirma"

Osserviamo quindi la pag.9 del documento. (ndr: quella in cui compare la "Mitragliera 7.62").
Per come si presenta, redatta priva di data, numerata in sequenza con le altre ovvero preceduta e seguita da pagine datate 25/2 (la pag.10 è il sigillo (apposto dai funzionari indiani alla Cabina 405 il 22/2) e rimosso il 25/2sembrerebbe far parte anche essa degli elenchi redatti durante il sopralluogo svolto alla presenza dei testimoni italiani che come si legge alla pag. 6 (o 2) termina alle 24:00.
Immediatamente dopo, nel cuore della notte e illuminate dai fari, ha luogo il trasbordo a terra delle casse con il materiale sequestrato. Casse sigillate e controfirmate dai presenti.
Se non fosse che tre solerti funzionari indiani firmandola aggiungono di proprio pugno la data [ A ] evidenziando così che la formazione dell'elenco a pagina 9 non avvenne in occasione del sopralluogo ma il giorno successivo 26/2. Redatto dagli inquirenti indiani in splendida solitudine.
Balza inoltre agli occhi la mancanza dell'apposito riquadro per le firme usato il giorno prima e opportunamente presente nelle pagine precedenti. [ B ]




ANNEX 5: La Pagina 9 del Documento nel Dettaglio
Le firme vengono apposte sotto l'elenco secondo un ordine casuale. Mancano tutte le firme italiane tranne una, quella apposta probabilmente per ultima. [ A ]
Successivamente, forse per permetterne l'identificazione, "qualcuno" (certamente non chi ha apposto la firma) aggiunge a mano "qualcosa", una sorta di stampatello, tipo "timbro" commettendo però uno svarione micidiale[ B ]
ANNEX 5: Analisi delle firme di pagina 9
ANNEX 5: Firme Pagina 9
La "firma" in realtà sarebbe quella della Capitano di Fregata Francesco Marino (M.A.V.M. - Responsabile dell'addestramento della componente anfibia della Marina Militare e futuro Vice comandante del Reggimento San Marco) che abbiamo già visto come ultimo firmatario italiano nel riquadro utilizzato per certificare alcune pagine il giorno 25/2; [ C ]
Ma il "qualcuno" che aggiunge "qualcosa" sbaglia e invece che il nome giusto ci mette quello di "Jean Paul PIERINI" che era già stato indicato come "Commander" alla pagina 5 (o 1, quella senza firme).
ANNEX 5: Analisi delle firme di pagina 9
ANNEX 5: (Pag.5): I Rappresentanti del Governo italiano presenti al sopralluogo.
In realtà Pierini, che non firma i verbali di sequestro, è il consulente legale della Marina Militare, come si può facilmente verificare dal suo curriculum che è in rete (fonte: Linkedin)

Jean Paul Pierini
:
Legal Adviser CINCNAV - Rome (ndr: Comando in Capo della Squadra Navale)
Italian MOD - Navy (ndr: Ministero della Difesa - Marina)
novembre 2008 – settembre 2012 (3 anni 11 mesi)
Se quella è la sua firma basta chiederlo a lui.

Considerazioni circa la ricerca delle armi

E' bene ricordare alcune notizie che apparvero sulla stampa indiana riguardo alle armi usate nella vicenda della Enrica Lexie, notizie riprese criticamente dalla stampa italiana visto che le autorità indiane a un certo punto tornano sulla Lexie a cercare altre armi:
25 febbraio 2012
Sequestro armi - è il presente documento (ANNEX 5)
Al termine di una perquisizione a bordo della Enrica Lexie la polizia sbarca quattro casse di materiale. Pistole e fucili d'assalto Beretta, mitragliatrici Minimì, migliaia di munizioni, e altre dotazioni. L'intero arsenale del team militare italiano finisce in mano alla polizia del Kerala. Sarà trasferito a Delhi solo dopo la pronuncia della Suprema Corte (18 gennaio 2013) che sentenzia la mancanza di giurisdizione dello Stato del Kerala sul caso.
4 marzo 2012
Il calibro dei colpi refertati durante l'autopsia non corrisponde (ANNEX 4)
La stampa riportando le dichiarazioni del Prof. K.Sasikala, che ha effettuato l'autopsia sulle due vittime descrive i proiettili estratti dai corpi. Misure incompatibili con i proiettili impiegati dai militari italiani, verosimilmente un proiettile russo calibro 7.62x54R.
4 aprile 2012
Ballistic Expert Report No B1-1001/FSL/2012, 4 April 2012 (ANNEX 7)
Tutte le armi sequestrate sono in cal. 5.56; Il "Rapporto Balistico" conclude che i colpi che hanno ucciso le due vittime sono state sparate da due fucili dei 6 sequestrati, entrambi Beretta SC 70/90 in cal. 5.56mm.
4 aprile 2012
Gli inquirenti tornano a bordo della Enrica Lexie per cercare l'arma mancante
Lo stesso giorno 4 aprile gli inquirenti indiani tornano sulla Lexie a cercare un'arma che non si sarebbe trovata, smentendo le conclusioni del rapporto balistico che identifica due delle armi già sequestrate il 25 febbraio.
Secondo il Times of India, gli investigatori "sospettano che una delle armi in dotazione ai militari debba essere ancora sequestrata" - "l'arma usata da uno dei marò non è fra quelle sequestrate a bordo della nave". Si viene anche a sapere che alcuni giorni prima, il 30 marzo 2012, la polizia era tornata a bordo della nave, per interrogare gli altri quattro marò rimasti a bordo in particolare ai quattro marò sono stati chiesti particolari riguardanti le matricole e la descrizione delle armi a 
disposizione.
10 aprile 2012
Compatibilità delle rigature
Il responsabile dell'indagine balistica dichiara la "compatibilità delle rigature" fra i proiettili repertati nelle salme e quelli sparati dai fucili sequestrati. Si smentisce la smentita.
11 aprile 2012
Marò agli arresti, i periti indiani sbagliano fucile. «Non c'erano Arx-160 a bordo della Enrica Lexie»
Le autorità indiane dichiarano che i fucili che hanno sparato contro i pescatori sono i Beretta ARX 160; Si tratta di un fucile sperimentale non ancora in servizio, si smentisce nuovamente il Rapporto Balistico che aveva identificato i fucili sequestrati Beretta SC 70/90.
14 aprile 2012
Il Rapporto Balistico sui media italiano
Sulle TV italiane viene mostrato il Rapporto Balistico indicando praticamente a reti unificate che il documento rappresenta "la prova" della colpevolezza dei due accusati. Il documento per quanto è possibile vedere appare pesantemente manipolato.
11 maggio 2012
Trovate le armi che hanno sparato, ma sono quelle sbagliate
L'Ammiraglio Alessandro Piroli al termine di una inchiesta sommaria redige un rapporto nel quale si riportano le conclusioni a cui erano giunte le Autorità indiane. E' altamente probabile che a uccidere furono i fucili italiani, ma non sono quelli di Latorre e Girone ma quelli di altri due fucilieri.
Insomma di confusione ce ne era già molta.
ANNEX 5 Conclusioni
Questo documento "Search list for weapons, 26 February 2012" non ha ovviamente valenza giudiziaria. Qualora fosse presentato in Tribunale sarebbe rigettato perché mancano le firme su tutte le pagine, l'identificazione dei convenuti etc.
Inoltre gli estensori sarebbero chiamati a spiegare la questione delle firme apposte sulla parte di documento formata il 26/2;
Quanto alla "Machine Gun 7.62" qualche giornalista fantasioso ci potrà montare un pezzo di colore in chiave colpevolista (Forse, in fondo all'oceano indiano, c'è la prova che inchioda alle loro responsabilità.... )
Diciamo che la formazione di questo documento si presta, come al solito, a liberare la fantasia del lettore sprovveduto che può formarsi una sorta di realtà romanzesca.
Resta il fatto che su questo documento ci sono firme false, a meno di credere che quella sia la firma del Consulente Legale della Marina Militare.
Nel merito del fatto specifico l'aver dimostrato nella sua piena evidenza l'alterazione del documento avvenuto in un momento successivo a quello della firma non è mera questione di forma, quanto di metodo. Sarà compito della Corte valutare con cura per comprendere se e quanto questo metodo sia stato impiegato dalle Autorità indiane nel redigere anche tutti gli altri atti.
E la presenza della Machine Gun non si dimostra con le firme false.
Roma li 24/10/2012
Luigi Di Stefano
ITLOS Delegazione India
La delegazione della Repubblica dell'India all'udienza ITLOS

30/10/15

Marò: mitragliera fantasma e firme false per dimostrare colpevolezza?

India, i maro' escono dal carcere di Trivandrum per incontrare le loro famiglie
Roma, 30 ott – E’ on line l’analisi di Annex5, l’allegato depositato dall’India al Tribunale Internazionale di Amburgo a sostegno della pretesa colpevolezza dei due accusati Latorre e Girone. Come alcuni ricorderanno questi documenti sono stati resi pubblici, su richiesta del sottoscritto, proprio da Amburgo. Sono quindi documenti ufficiali non più smentibili.  Vedi qua  Questo documento è titolato “Search list for weapons, 26 february 2012” ed è l’elenco del materiale rinvenuto e in parte sequestrato sulla Enrica Lexie durante il sopralluogo del 25/2/2012, alla presenza dei rappresentanti italiani.
Fra il materiale non sequestrato c’erano le pistole dei Marò (6 Beretta 92S in calibro 9mm), materiale vario (binocoli, etc), una scatola di cartucce 7.62mm (potevano essere di pistola, cal. 7.62×25 Tokarev) e una fantomatica “Machine Gun” cal. 7.62mm;
Proprio a motivo che niente era stato sequestrato (nulla risultava poi in carico al Forensic Science Laboratory) all’inizio ho preso la cosa con poca attenzione (è chiaro che se vado sulla nave a cercare fucili e mitragliatrici, ne trovo e sequestro 6 fucili e 2 mitragliatri, e se trovo un’altra mitragliatrice in cal. 7.62mm sequestro anche quella)

In seguito però mi sono cominciate ad arrivare mail che chiedevano conto della “presenza” di questa fantomatica mitragliatrice che poi qualcuno su FB si è affrettato ad identificare con la Beretta 42/59 in calibro 7.62mm. Quindi si rendeva necessario fare un esame accurato di questo documento Annex5.

Per i dettagli rimando al link di inizio pagina, ma la sostanza è che questo Annex5 non è affatto un verbale di sequestro ma un papocchio messo insieme con pagine del sequestro ed altre fatte ad hoc successivamente (il sopralluogo e il sequestro delle armi alla presenza dei delegati italiani avviene il 25/2/2012, la pagina con la “mitragliera” è datata il 26/2 (quando le armi sequestrate sono già stata sbarcate la notte del 25)
Per dare una parvenza di credibilità a questa ennesima buffonata nella pagina della mitragliera fantasma oltre a tre autorevoli firme indiane c’è la firma di uno dei delegati italiani presenti il giorno precedente, ma sotto questa firma c’è una apostillatura in una sorta di stampatello che dovrebbe rendere intellegibile il corsivo della firma.
Ma il nome non è lo stesso: sotto la “firma” del Cap. Francesco Marino hanno apostillato con il nome del consulente legale della Marina Militare Jean Paul Pierini (che neanche è uno dei firmatari dei verbali del giorno prima).
Insomma, siamo alle firme false per montare le solite sparate mediatiche sulla “colpevolezza italiana”Vedremo che ne pensano al Tribunale dell’Aia quando chiederemo udienza per spiegare tutta la serie delle simpatiche astuzie indiane.

Luigi Di Stefano - 30 ottobre 2015
fonte: http://www.ilprimatonazionale.it

29/10/15

I marò sono innocenti, tutte le falsità indiane - Annex 2


ANNEX 2: FIR, La deposizione di Freddy
Lo ANNEX 2 riguarda la prima testimonianza "recitata" (orale) resa alla Polizia da Mr. Freddy Bosco comandante del peschereccio al suo rientro nel porto di Neendakara.
L'inizio della deposizione
L'inizio della deposizione
L'Orario dell'Incidente
Approdo a Neendakara
Un'immagine del drammatico rientro del St.Antony nel porto di Neendakara, nel riquadro Freddy Bosco

L'approdo avviene intorno alle ore 11:00 PM ist, alla presenza di un gran numero di curiosi e dei media locali ai quali al momento di scendere a terra Freddy rilascia delle dichiarazioni.
Dichiarazioni spontanee rese di fronte a microfoni, telecamere e testimoni alla presenza di un graduato di Polizia. e registrate da VENAD News in un video rilanciato dai network televisivi indiani (NTDV) e pubblicato il giorno seguente su YOUTUBE.COM, all'indirizzo www.youtube.com/watch?v=Ya48kLyjyB4 (dal minuto 2'05" a seguire)
Disponibile per la visione e il download anche al seguente indirizzo: seeninside.net/piracy/neendakara.flv
Le ho fatte tradurre dalla lingua Malayalam, in cui si esprime il Bosco. Traduzione che in seguito è stata ripetuta, verificata e confermata da innumerevoli soggetti (giornalisti e televisioni che hanno rilanciato la notizia nel luglio 2013).
La sparatoria contro il peschereccio St. Antony è avvenuta secondo il comandante del peschereccio alle ore 9:30 PM ist circa.
Da notare come, dopo che Freddy Bosco ha dichiarato che la sparatoria è avvenuta alle 9:30 PM ist nel video uno dei presenti chieda "ma non è avvenuta alle 5:00 PM?" - Bosco ribadisce: "No, alle9:30 PM".
Le parole con cui apre la ricostruzione dell'incidente sono proprio: "verso le 9:30 PM ho udito un rumore enorme..."
Freddy speech
Le dichiarazioni a 'caldo' di Freddy Bosco rese alla stampa in presenza della Polizia
LE DICHIARAZIONI DI FREDDY BOSCO TRADOTTE
eng in lingua inglese: seeninside.net/piracy/freddy-eng.flv
eng in lingua italiana (*): seeninside.net/piracy/freddy-ita.flv

(*) traduzione a cura della RAI (Radiotelevisione Italiana), messo in onda il 3 luglio 2013
Risulterebbe quindi evidente dalle dichiarazioni 'a caldo' del Bosco principale testimone della sparatoria, che al personale imbarcato sulla Enrica Lexie non può essere addebitata nessuna responsabilità in merito al duplice omicidio. L'incidente alla petroliera avviene tra le 4:00 PM e le 5:00 PM ist (cfr. Rapporto Latorre) e la sparatoria contro il St. Antony alle 9:30 PM ist
La notizia del Video
Nel luglio 2013 i media italiani rilanciano il contenuto del video
A questo punto Freddy Bosco, che ancora non sa nulla dell'incidente occorso alla Enrica Lexie, si reca nella locale stazione di Polizia per rilasciare la sua "FIR" (First Information Report - ANNEX 2); quella stessa stazione di Polizia che alle 5:40 PM istha fornito alla Guardia Costiera le indicazioni dell'incidente al St. Antony ottenendo tutte quelle relative all'incidente della nave italiana .
Se le dichiarazioni rese alla stampa pochi minuti prima dal comandante del peschereccio venissero confermate qualcuno nella stazione di Polizia di Neendakara:
- dovrebbe ammettere di essersi lasciato sfuggire i veri colpevoli del duplice omicidio, incapaci ad arginare gli incidenti che con sempre maggiore frequenza vedono coinvolti pescatori e naviglio mercantile;
ma soprattutto:
- dovrebbe spiegare in virtù di cosa: una petroliera di oltre 104.000 tonn. che non batte bandiera indiana e sta navigando fuori dalle acque territoriali, il suo equipaggio e persino l'unità militare di un paese NATO operante in ambito EUNAVFOR (sotto egida ONU) si trova in quel momento a Kochi, sotto custodia militare all'ancora.
DAI MIEI APPUNTI:
Vecchie letture, marginali e talune prive di riscontri, ma utili per inquadrare meglio il contesto e lo stato d'animo con cui Freddy Bosco si presenta alla Polizia:

- Al momento dell'incidente la conduzione della barca era affidata a Jelestine (una delle vittime) che non aveva la "license"(ndr: patente nautica); e chi l'aveva stava dormendo. (Rohit Raj sul Deccan Chronicle del 28 aprile 2012);

- Il St. Antony motopeschereccio registrato in India è autorizzato ad operare solo all'interno delle acque territoriali, entro le 12 miglia nautiche (Samir Saran su The Hindu del 2 luglio 2012);

ovvero:

- Registrato in Tamil Nadu (ndr: dove il Bosco è residente) ai sensi della locale legge sulla pesca e non sui registri nautici nazionali (ai sensi dello Shipping Act del 1958), al St.Antony non sarebbe stato consentito navigare fuori dalle acque territoriali dello Stato dell'Unione indiana in cui era registrato (in SUPREME COURT OF INDIA - SLP(C) NO. 20370 of 2012 - para 29)

Sono sufficienti pochi minuti davanti alle autorità per dimenticare quanto affermato poco prima ai media, Freddy Bosco firma il FIR (ANNEX2): L'incidente è avvenuto alle 4:30 PM ist.

ANNEX 2 - brano 2
ANNEX 2 - brano nr.2 (ORARIO E POSIZIONE)
Per quanto attiene la difesa processuale questa deposizione si considera falsa, impossibile confondersi (alle 4:30 PM è giorno pieno, alle 9:30 PM è notte fonda), il teste si dimostra inattendibile.
E' inquietante che:
La testimonianza di Bosco pur resa in presenza di un graduato di Polizia, davanti a decine di persone non trovi riscontro nella documentazione giudiziaria indiana.
- Lo stesso Bosco negli anni successivi non farà mai cenno a questa testimonianza insistendo più volte con dichiarazioni alla stampa che la sparatoria contro il St. Antony era avvenuta alle 4:30 PM ist, tranne poi di fronte all'evidenza ammettere candidamente nel luglio 2013 all'ANSA: di aver sì detto 9:30 PM ist, ma di non sapersi spiegare il perché.

Freddy ANSA
Siamo di fronte a un palese occultamento di prove a discarico dei due accusati, occultamento fatto da Bosco e dalla Polizia di Stato del Kerala alla quale operando come ente statuale investito della funzione di Polizia giudiziaria è imposto fornire tutte le informazioni di cui è in possesso alla Magistratura, mantenendo rispetto ai fatti una posizione distaccata e "super partes".

Il Luogo dell'Incidente
Ma dalla deposizione seppur falsa o fuorviante possono venire altri spunti investigativi per ricostruire gli eventi.
Nel brano nr.2, che vi ho già mostrato, oltre a fissare l'orario Bosco ci ha fornito una prima indicazione circa l'area in cui l'incidente ha avuto luogo ("Alle 4:30 PM siamo giunti a ovest di Kayamkulam")

ANNEX 2 - brano 3
ANNEX 2 - brano nr.3 (ROTTA)
In questo passo Mr Freddy dichiara che al momento dell'incidente il St. Antony navigava verso SUD.

ANNEX 2 - brano 4
ANNEX 2 - brano nr.4 (DISTANZA DA NEENDAKARA)
Con questa dichiarazione Mr. Freddy fissa la distanza tra il luogo dell'incidente e il porto di Neendakara.
Tentiamo una verifica (la posizione della Enrica Lexie alle 4:30 PMist è nota e certa).

FIR Position
La posizione delle due imbarcazioni nel medesimo istante

Dati tanto precisi quanto improbabili quelli forniti alla Polizia da Freddy che alle 4:30 PM ist si colloca in un punto distante dalla posizione in cui sta avendo luogo l'incidente alla Enrica Lexie; con rotta e velocità che lo portano ad allontanarsi dalla nave italiana senza alcuna possibilità di incrociarla.
Procedendo "verso sud" non si sarebbe mai "avvicinato" alla Enrica Lexie che procedeva per 330° (dato confermato dall'allarme SSAS che lo rileva in automatico), bensì si sarebbe costantemente allontanato.
Torneremo in modo più esauriente su questo aspetto discutendo lo ANNEX 48.
In altre dichiarazioni rese alla stampa si metterà davanti a Alappuzha (17/2/2012), a Chertala (3/3/2012), a Kollam (21/3/2012). In nessun caso queste posizioni vanno a coincidere con quella della Lexie alle 4:30 PM ist sempre distanti decine di Km.

Le versioni di Freddy
Le varie posizioni del St.Antony nelle interviste di Freddy ai giornali indiani ed italiani
Da notare che nonostante a bordo del peschereccio risulti presente un apparato GPS, stranamente agli atti non risulta che mai e in nessuna occasione Freddy abbia indicato il luogo dell'incidente fornendo coordinate geografiche alla Polizia, ai media o alla Magistratura.
Mr. Freddy Bosco è inattendibile, le sue deposizioni non hanno valore e in tribunale non dovrebbe neanche entrare.

Le Modalità dell'Incidente
Nelle dichiarazioni 'a caldo' rilasciate da Bosco e registrate nel video di cui abbiamo parlato in precedenza (vedi: paragrafo 'L'Orario dell'incidente'), il racconto dei fatti inizia secondo la nostra traduzione dal malayalam all'inglese con "a huge noise" (un rumore enorme), che nella traduzione 'indipendente' fornita dalla RAI in italiano diventa "un enorme frastuono".
Che si inizi a sparare da 120 mt. come vuole la versione indiana (ANNEX 48) o da 450 mt. come riportato in quella italiana (le 500 yards del rapporto Latorre): lo sparo di un arma in cal. 5,56 come quelle in dotazione ai nostri militari in nessun caso potrebbe essere percepita in mare aperto come "un rumore enorme". Le cause del rumore enorme andranno ricercate, come faremo in seguito, esplorando altre ipotesi.
E se questa discrepanza percettiva non vi convince eccone subito un'altra, questa volta oggettiva:

ANNEX 2 - brano 5
[ANNEX 2 - brano nr.5 (IL 'SUONO' DELLO SPARO)]
Nella FIR sottoscritta pochi minuti dopo da Freddy "a huge noise" (il rumore enorme) scompare, lasciando il posto ad un più ambiguo "sound" (suono) una seconda significativa discrepanza fra le due versioni.
ANNEX 2 - brano 6
ANNEX 2 - brano nr.6 (LE MODALITA' DELLA SPARATORIA)
Mr. Bosco dichiara che il fuoco contro il St. Antony è continuato "per circa 2 minuti" e che "Le pallottole ci cadevano addosso come una pioggia torrenziale".
Certo le cartucce a bordo non mancavano, la Polizia indiana ne sequestrerà oltre novemila (approfondiremo in ANNEX 5); ciascun fuciliere aveva con se l'arma carica e altri sei caricatori da 30 colpi; il fucile d'assalto 'Beretta SC 70/90' ha una cadenza di fuoco di 670 colpi al minuto; in queste condizioni avrebbero certamente potuto riversare in due minuti i 420 colpi a loro disposizione: "come una pioggia torrenziale" nell'Oceano Indiano.

BERETTA SC 70/90
Nella realtà dei fatti narrata dagli stessi indiani (ANNEX 5) furono sparati in tutto 20 colpi, 12 da Latorre e 8 con un altro fucile (presumibilmente da Girone).
Tra cui almeno 6 quelli esplosi durante le prime due raffiche di avvertimento (considerando in via del tutto prudenziale una 'raffica' composta da un minimo tre colpi) che secondo il rapporto Latorrefurono sparate in acqua quando l'imbarcazione sconosciuta si trovava a 500 e 300 yards (circostanza confermata nell'intervista Noviello-RadioCapital dall'unico ufficiale italiano in plancia, testimone oculare dei fatti e della cui testimonianza fra le carte indiane non v'è traccia).
Per sparare i restanti 14 colpi (forse meno) sarebbe stata sufficiente una raffica lunga meno di un paio di secondi, ma dobbiamo escludere che le cose siano andate così, stando al racconto dello stesso Freddy Bosco.
Resta da comprendere come 14 colpi (forse meno) esplosi in 2 minuti (mediamente uno ogni 7-10 secondi) possano rendere l'idea di una pioggia torrenziale di colpi.
Percezione e cadenza di tiro: qualcosa non torna.
Poi abbiamo quel primo colpo singolo che secondo Bosco 'apre' la sparatoria raggiungendo al capo il timoniere.
Con un fucile d'assalto in cal. 5,56 da oltre 100 mt. tra imbarcazioni in navigazione (relativamente stabile la petroliera assai meno il peschereccio), indipendentemente dall'impiego o meno di ottiche risulterebbe per motivi di instabilità balistica un tiro definito da persone assai più competenti di me impossibile e tra l'altro per i riscontri di cui disponiamo decisamente in contrasto con il "fuoco dissuasivo", quelle 'raffiche' che i nostri militari sostengono di aver esploso nella fase iniziale dell'incidente e che nessuna testimonianza smentisce.
Precisione e modalità di tiro: qualcosa non torna.
E quando tra discrepanze ed omissioni fattori quali: la percezione, la cadenza di tiro, la precisione e le modalità di una sparatoria offrono tanti e tali motivi di perplessità l'unica certezza che ci regala la testimonianza di Freddy è il racconto 'di un altro film' per nulla simile a quello cui hanno assistito a bordo della nave italiana.

La Mancata Identificazione
Affrontando l'argomento 'identificazione' occorre premettere due cose:
a. Il rosso e il nero sono colori assai comuni nelle livree di molte compagnie mercantili, chiunque può verificarlo facilmente in internet;
b. Il St.Antony è una tipologia di barca definita "traditional fishing boat", venduta ai pescatori con provvidenze statali. Tutte identiche tranne per le vivaci colorazioni e le attrezzature adatte alle diverse tipologie di pesca e di pescato, se ne incrociano migliaia lungo le coste dell'India.

La Lexie vista dal St.Antony
Dell'imbarcazione che avvicina la Lexie in condizioni di luce e visibilità ottimali, conosciamo diversi dettagli alcuni dei quali trovano conferme da più fonti, limitandoci a questi e tralasciando tutti gli altri possiamo dire che:
1. giunge sotto alla petroliera da "proradritta", cioè le viene incontro frontalmente lievemente sulla destra e si allontana di poppa, ovvero dal lato posteriore della nave;

La Lexie vista dal St.Antony
Ricostruzione grafica: La Lexie vista dall'imbarcazione
2. viene osservata col binocolo mentre si avvicina da 'almeno' due persone: Noviello e Girone (nelle altre deposizioni pur fornendo dettagli difficilmente visibili a occhio nudo da 200 mt. non si accenna mai a binocoli);

Il St.Antony visto dalla Lexie
Ricostruzione grafica: Il St.Antony visto dalla Lexie
3. vi si scorgono a bordo alcune persone in piedi (ininfluente ora che fossero o meno armate).
Della grossa nave che si avvicina al St.Antony - e su questo sia il video Venad News (vedi: paragrafo 'L'Orario dell'incidente') che la FIR (ANNEX 2) concordano - sappiamo una sola cosa: era rossa sotto e nera sopra. Niente altro. Stando alle dichiarazioni rese dai superstiti l'intero equipaggio dormiva sul ponte tranne l'uomo al timone che però sarà anche il primo ad essere colpito a morte.
Date come vere tutte queste condizioni appare assai strano che:
Dalla petroliera non identificano per nome (ben visibile) l'imbarcazione che si avvicina ma si limiteranno a descriverla per colore (e non indicano 'bianco'); vi scorgono a bordo diversi membri dell'equipaggio che sicuramente non stanno dormendo.
Dal peschereccio non scorgono il nome della nave ne approssimandosi ne in allontanamento. Seppure ammettendo stiano dormendo durante la prima fase sappiamo da ANNEX 2 che certamente i superstiti sono svegli nella seconda. Come a dire che terminati gli spari, scampato il pericolo immediato nessuno dei nove guarda in direzione della nave e ne legge il nome che campeggia sullo specchio di poppa.
Non solo le due versioni non collimano tra loro in alcun punto, ma ci si chiede di accettare cose che proprio non riusciamo a ritenere ne normali ne credibili.
DAI MIEI APPUNTI:
Il 29 novembre 2012, oltre nove mesi dopo l’incidente, sul sitoBLOOMBERG viene pubblicata una lunga analisi di Alan  Katz, dal titolo Brother Shot Dead Fishing Tests Armed Guards'Accountability.

Al termine del solito racconto di come si svolse l'incidente, e per chiarire una volta per tutte la responsabilità italiana Mr.Freddy svela finalmente agli americani e al mondo una parte fino a quel momento inedita della vicenda:

“Standing to take the wheel and turn the boat away from the merchant ship, Freddy glanced at the stern of the black-and-red tanker as it passed a bit more than a football-field’s length away. “NAPOLI” he read, the home port of the Enrica Lexie.”

Traducendo liberamente:
Alzandosi raggiunge il timone, manovrando per portare la barca lontano dalla nave mercantile. Freddy guardò la poppa della petroliera nera e rossa, distante poco più di un campo di calcio e ha letto"NAPOLI", il porto di provenienza della Enrica Lexie. ANNEX 2 - brano 6

Mr.Freddy Bosco fornisce qui un indizio di colpevolezza schiacciante:

"Guardandola allontanarsi non fu purtroppo in grado di leggere il nome della nave, ma riuscì a leggere NAPOLI"... e guardate che non è affatto facile da fare. Provate voi, con l'ausilio dell'immagine..

Per l'ennesima volta Mr. Freddy si dimostra essere uno dei testimoni più inattendibili e squalificati del pianeta, tenete bene a mente che dalle sue parole e da affermazioni come questa dipende una crisi politico-diplomatica tra Stati che coinvolge circa un miliardo e quattrocento milioni di persone. Incredibile.


L'Anomala Richiesta di Soccorso
Terminata la sparatoria, condotti in luogo sicuro barca ed equipaggio, constatato il decesso dei due compagni a Freddy non resta che dare l'allarme e chiedere soccorso. Potrebbe contattare la Guardia Costiera usando la radio di bordo, sulla frequenza di emergenza (Canale 16) o con il telefono cellulare contattare la Polizia chiamando il 100 (l'equivalente keralita del nostro 112).
Freddy chiama Prabhu.

ANNEX 2 - brano 7
ANNEX 2 - brano nr.7 (FREDDY LANCIA L'ALLARM)
Qui troviamo una grossa novità: Negli atti delle varie cause penali e civili tenute nei tribunali di Kollam, Trivandrum e Delhi o quando il 27.04.2012 raggiunge un accordo extragiudiziale (Lok Adalath) e riceve un assegno dall'armatore italiano Freddy compare sempre in qualità di "owner" proprietario (vedi: High Court of Kerala CMCP No. 16 of 2012 ed altre) invece in ANNEX 2 alla Polizia dichiara che il proprietario del St. Antony è Prabhu.

A questo punto sarebbe utile capire chi è effettivamente il proprietario del St. Antony, non tanto per capire a chi Freddy abbia mentito, se ai giudici o alla Polizia, quanto perché se risultasse realmente Prabhu il proprietario del St.Antony muterebbe anche il quadro giuridico relativo al suo dissequestro e al successivo affondamento. St.Antony semi-affondato

La mancata custodia del reperto da parte del Tribunale ne ha consentito l'affondamento quindi l'impossibilità per i tecnici della difesa di eseguire riscontri, controlli e verifiche. Finora si era lasciato credere che il St. Antony per decisione del Tribunale di Kollam fosse stato riconsegnato a Bosco perché "sua unica fonte di reddito" e da questi successivamente lasciato affondare.

Ma se fosse stato riconsegnato a Prabhu, legittimo proprietario che lo affitta ai pescatori, che interesse poteva mai avere ad affondarlo, privandosi così di un bene di proprietà e di una fonte di reddito? Dovremmo allora necessariamente ipotizzare che Prabhu fosse consapevole della necessità di cancellare le tracce della sparatoria.
Quindi fu Prabhu a contattare la Polizia dando l'allarme? No!
ANNEX 3 - telefonata polizia
Da ANNEX 3 - Chargesheet: Come la notizia dell'incidente giunge alla Polizia #1
Secondo quanto riporta il chargesheet, l'atto di accusa redatto dalla Polizia di Neendakara a conclusione delle indagini preliminari (ANNEX 3) fu CW-12 a contattare CW-57. Ovvero sostituendo i nomi ai numeri: fu Alphonse Philip (CW-12) che attorno alle 17:30 istinformò il SI (sub-inspector) G.Shaji (CW-57) della Polizia di Neendakara fornendo informazioni criptiche. E non fu Prabhu ad informare Alphonse Philip ma Aloysious.
Per farla breve ecco l'intera catena telefonica come è ricostruita dalla Polizia in ANNEX 3 (Freddy è CW-1).

ANNEX 3 - catena telefonica
Da ANNEX 3 - Chargesheet: Come la notizia dell'incidente giunge alla Polizia #2
Quindi non è Bosco a informare la Polizia o la Guardia Costiera ma qualcun'altro che fornisce informazioni di 'quarta mano', non per nulla definite criptiche dalla stessa Polizia.

schema catena telefonica
Come la notizia dell'incidente giunge alla Polizia #3
Quest'ultima senza effettuare alcuna verifica le gira direttamente alla Guardia Costiera (17:40ist) e alla Marina Militare di Kochi avviando la catena di eventi descritta in ANNEX 1.
A questo punto comprendere se nei minuti successivi all'incidente i telefoni cellulari a bordo del St.Antony funzionassero è un aspetto tutt'altro che secondario.

In una intervista collettiva rilasciata dai "superstiti" due giorni dopo i fatti, il 17 febbraio al quotidiano The Hindu, i pescatori (nonostante l'evidenza ormai definitivamente acclarata) sostenevano (sbagliando, mentendo o peggio dicendo il vero) che l'incidente era avvenuto a circa 14 Nm dalla costa (che loro ritengono acque territoriali, va a capire perché) ben lontani dal luogo in cui avviene l'incidente alla Lexie 20,5 Nm al largo.

The HinduA sostegno della loro tesi portano una solida evidenza:
il fatto che i loro cellulari funzionavano lo dimostra.

Da notare come in questa intervista lo stesso giornalista pur addebitando la morte dei due pescatori alla Enrica Lexie (già dalla mattina del giorno precedente la Guardia Costiera diffondeva questa versione dei fatti) indica che l'incidente è avvenuto di sera ("evening") forse avendo notizia delle dichiarazioni di Bosco al momento dell'approdo a Neendakara.

Inoltre Mr. Freddy dichiara che la nave "aggressor" si trovava sottocosta (quindi spostata verso Est, ancor più a ridosso delle coste del Kerala) fuori dalla rotta normalmente adibita al transito delle navi commerciali. Da queste dichiarazioni risulta ancor più evidente che il St. Antony non può incrociare la Enrica Lexie alle 4:30 PM a 20,5 NM dalla costa.
Apparentemente inspiegabile il motivo per cui:
  • dopo la sparatoria, Mr. Bosco invece che alle Autorità lancia l'allarme chiamando con il VHF Prabhu, proprietario del peschereccio (vedi ANNEX 2);
  • dopo essere stato informato dell'incidente al peschereccioPrabhu non da direttamente l'allarme ma telefona a Aloysious, che telefona ad Alphonse Philip, che finalmente riferisce tutto a G. Shaji, S.I. (Sub Ispector) della Coastal Police Station di Neendakara (vedi ANNEX 3);
  • dopo la sparatoria, con due morti sulla barca, la radio di bordo operativa e i telefoni cellulari funzionanti, dopo aver parlato con Prabhu e durante le 5-6 ore di navigazione necessarie per rientrare a Neendakara nessuno, ne Freddy ne alcun altro membro dell'equipaggio contatta la Polizia o la Guardia Costiera per fornire indicazioni, ricevere informazioni o istruzioni, etc.;
  • dopo aver ricevuto informazioni 'sommarie' (17:30 ist) la Polizia rilancia l'allarme all'ICG e alla Marina Militare di Kochi (17:40ist). Per l'intera durata delle ricerche e pur sapendo che l'imbarcazione è stata colpita e potrebbe essere in difficoltànessuna Autorità cerca di mettersi in contatto col peschereccio(agli atti non risulta alcuna comunicazione) per ottenere chiarimenti utili al rintraccio dei responsabili, le condizioni del natante, la posizione, etc. - Nessuno gli va incontro per prestare soccorso.
CP Boat
I mezzi di con cui CPS, Neendakara avrebbe potuto prestare soccorso al St.Antony in rientro
Il Sub-Inspector
Nessuno sembra interessarsi del St.Antony e dei suoi nove superstiti fino al rientro a Neendakara, poco prima delle 23:00 ist ad attenderlo sul molo la Polizia e qualche centinaio tra conoscenti, curiosi e giornalisti.
E di nuovo mi trovo a dover rilevare una strana coincidenza:
Quando Alphonse Philip alle 17:30 ist contatta la Stazione della Polizia Costiera di Neendakara lanciando finalmente l'allarme, a raccoglierlo è G. Shaji SI (sub-inspector).
Quando attorno alle 22:30 ist Freddy sbarca dal peschereccio a Neendakara e rilascia la sua dichiarazione 'a caldo' (vedi: Video VENAD NEWS - paragrafo 'L'Orario dell'incidente') il funzionario di Polizia sempre presente durante le dichiarazioni di Bosco mentre afferma che gli hanno sparato alle 21:30 ist è ancora un 'sub-inspector'.

CP Sub-Inspector
Fotogramma del video VenadNews da cui è possibile stabilire il grado del Poliziotto con Freddy
Dobbiamo presumere che sia la stessa persona: quella informata da Alphonse Philip alle 17:40 ist (il CW-57 dello ANNEX 3) equella che si reca al molo alle 23 ist circa per accogliere il St. Antonyquella che assiste alla testimonianza rilasciata ai media da Freddy Bosco e gli sente dire e ribadire che la sparatoria è avvenuta alle 21:30 istquello che poco dopo nei locali della Stazione di Polizia lo ascolta mentre dichiara che al St. Antony sparano alle 16:30 ist.
E' la stessa Polizia a scrivere che le informazioni sono rese in modo "criptico" dalla quarta persona che rimbalza al telefono le notizie relative all'incidente, ma questo non impedisce loro di concedergli massima fiducia e dare all'informazione immediato riscontro. Subito ritrasmessa alla ICG sotto forma di 'nota di ricerca' senza alcuna verifica.
Ma quando qualche ora dopo la stessa Polizia ha modo diascoltare dalla viva voce del diretto interessato la testimonianza oculare resa per la prima volta, appena tornato a terra, quando ancora non essendo a conoscenza di altri fatti (l'incidente alla Lexie) forniva dal suo punto di vista la ricostruzione 'autentica' dei fatti ai media, questa venga del tutto ignorata, senza che nei rapporti di Polizia si faccia mai cenno alle contraddizioni sull'orario della sparatoria.
Qui si vuole sostenere che le dichiarazioni di Bosco sono in realtà senza nessun riscontro verificabile, un "buco nero" inestricabile.
Non regge, tutto contrasta con tutto sia dal punto di vista logico che fattuale.

ANNEX 2 - brano 6
ANNEX 2 Evidenze
A) Contraddizione - le dichiarazioni di Bosco alle autorità sono in contraddizione con quanto dichiara a testimoni, media e alle stesse autorità (il funzionario di Polizia) quando scende in porto;
B) Omissione - Le autorità omettono di riportare le dichiarazioni contraddittorie di Bosco, pur essendone perfettamente a conoscenza;
C) Contraddizione - La posizione geografica del St. Antony al momento degli spari indicata da Bosco nella sua dichiarazione alla Polizia lo mette, come è facilmente verificabile, parecchio a SUD e in direzione opposta rispetto alla posizione della Enrica Lexie al momento degli spari. E' utile ricordare che in dichiarazioni successive rese ai media Bosco darà almeno altre tre posizioni, tutte incompatibili con la Lexie per decine di km;
D) Contraddizione - le dichiarazioni di Bosco alle autorità in merito alla sparatoria sono in contraddizione con le successive risultanze investigative. Distanze, durata, precisione, modalità e percezioni relative alla sparatoria restano prive di riscontri;
E) Vulnus logico - Priva di spiegazioni plausibili in condizioni di luce e visibilità ottimali la reciproca mancata identificazione tra le imbarcazioni nelle fasi che precedono e seguono l'incidente;
F) Vulnus logico - Se fosse vero che al St. Antony sparano alle 16:30 (4:30 PM ora indiana) nessuno dei pescatori in cinque ore chiama le autorità, nonostante "i cellulari che prendevano" e la radio di bordo (VHS) funzionante. Solo Bosco chiama Prabhu che ora scopriamo essere il "Owner St. Antony's Boat". E' assurdo che dopo l'attacco con due morti a bordo dal St. Antony non si avvertano direttamente le autorità.
G) Vulnus logico - Se fosse vero che al St. Antony sparano alle 16:30 (4:30 PM ora indiana) e che Bosco avverte Prabhu questi avverte non le autorità ma un certo Aloysious che a sua volta avverte un certo Alphonse Philip che infine avverte le autorità alle 17:40, ma in modo "criptico" come indicato dalla stessa Polizia.
E) Vulnus logico - Visto che dalle dichiarazioni il proprietario del St. Antony è Prabhu, e quindi il peschereccio St. Antony dopo il sequestro viene necessariamente riconsegnato a lui, non si comprende quale sia il suo interesse di affondare il St. Antony, se non quello di cancellare le tracce della sparatoria il che ne fa un soggetto attivo della vicenda e non un semplice "affitta barche".

ANNEX 2 Conclusioni
Tra versioni che cambiano nel giro di pochi minuti, dichiarazioni contraddittorie in alcuni casi smentite dalle stesse investigazioni a volte semplicemente prive di spiegazioni logiche razionali. Come nella vicenda specifica della richiesta di soccorso, in cui la vittima opta per un percorso alternativo al buonsenso e le Autorità accettano l'intermediazione 'informativa' del fatto delittuoso lasciando così che nella vicenda entrino come attori tre soggetti (Prabhu, Aloysious e Alphonse Philip) di cui non si conosce il ruolo e che gestiscono in prima persona, e non sappiamo come, l'informazione sull'accaduto. Senza neanche avvertire il bisogno di darne esplicita menzione nel Chargesheet (ANNEX 3).
Mr. Bosco risulta ancora una volta inattendibile, il comportamento della Polizia inspiegabilmente superficiale, le indagini ancora una volta evidentemente pregiudizievoli ed omissive.
(di Luigi Di Stefano - tratto da seeninside)

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