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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

24/03/14

Ecco a voi la pubblica insicurezza .


 

SPENDING REVIEW

Le previsioni di risparmio che devastano la Polizia. Solo in Provincia di Roma in 70mila senza protezione


Città per città, i commissariati che verranno cancellati

 

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La mannaia continua a pendere sulla testa delle forze di polizia. Ma più che altro sui portafogli di chi indossa una divisa e sulla sicurezza degli italiani. I tagli del commissario Carlo Cottarelli questo potrebbero provocare: peggiorare la situazione di vivibilità del Belpaese, dove negli ultimi anni stanno aumentando reati, in maggior parte quelli predatori, dovuti, tra l’altro, alla crisi che ancora non è terminata. E non si sa quando accadrà. E quindi, anche quando inizieranno a calare i reati su tutto il territorio italiano. E con queste previsioni la risposta è ancor più difficile da fare.
Ma se dovesse essere messa la firma definitiva sui tagli che sono stati proposti per le forze dell’ordine, la preoccupazione è che sarà dunque ancor più difficile dare una colpo di mannaia non agli stipendi di chi ci difende ogni giorno, ma alla criminalità.
In base a quanto stabilito nel documento che sta compilando il commissario nominato dal governo Letta, infatti, i tagli colpiranno, oltre all’Arma dei carabinieri e alla Guardia di Finanza, anche la Polizia di Stato. L’intenzione infatti è quella di chiudere commissariati, sezioni di polizia trasformate a sottosezioni e alcune di queste ridotte a posto fisso: come dire che per i cittadini da quegli uffici non potranno più pretendere sicurezza.













E i tagli colpiranno tutto il territorio italiano, partendo dalla Capitale. Qui chiuderanno dodici uffici, circa 400 in tutta Italia. Tradotti, vuol dire un recupero di quasi 700 uomini, dei quali 300 nella Capitale, pari a quasi 600 milioni di spese che non uscirebbero più dalle tasche dell’Amministrazione. Uguale: la sicurezza diminuisce. Nella provincia di Roma, dunque, è annunciata la chiusura di tre commissariati: Frascati, Colleferro e Genzano. Non solo. Anche del Reparto intervento polizia stradale Roma (Rips), della sottosezione polizia ferroviaria smistamento, del posto di polizia ferrovia Roma Trastevere, del posto di polizia ferroviaria Colleferro, della squadra nautica Anzio, della squadra nautica Civitavecchia, della squadra nautica Fiumicino, della squadra a cavallo Ostia e della squadra a cavallo Tor di Quinto. Poi c’è l’aspetto invece delle demansioni: potrebbero essere declassate, infatti, in Posto la sottosezione di polizia ferroviaria di Fiumicino, dell’Ostiense e della Tiburtina. In pochi, invece, potrebbero ottenere risultati positivi: la polizia ferroviaria di Civitavecchia, da sottosezione a sezione e gli agenti della stazione Termini, presto sede di una nuova sezione. Di fronte a tanti tagli, i sindacati di categoria stanno portando avanti trattative e hanno già incontrato i vertici del ministero dell’Interno non per impedire che avvengano questi cambiamenti, ma che almeno siano più contenuti rispetto a quanto sarebbe stato scritto nel documento del commissario Cottarelli. E quindi la preoccupazione maggiore è l’abbassamento degli standard operativi delle forze dell’ordine e la conseguente «sconfitta» di fronte alla criminalità.


Ma c’è un altro aspetto che gli stessi uomini delle forze di polizia non digeriscono. E riguarda gli stipendi. E l’ennesima assurdità italiana. Di che si tratta? Del blocco legato alle promozioni inserito nel decreto legislativo 78/2010. Ma gli alti dirigenti del ministero dell’Interno, dal 2012, sarebbero riusciti ad aggirare la normativa con l’avallo dell’Ufficio centrale di bilancio del Ministero dell’economia di loro competenza. L’aggiramento sarebbe potuto avvenire poiché hanno considerato gli avanzamenti di carriera una nomina e non una promozione come testualmente invece cita il decreto legislativo. I colleghi con gli stessi gradi della Guardia di Finanza e dell’Arma dei carabinieri invece hanno il blocco poiché il loro Ufficio centrale di bilancio di riferimento ha stabilito la conferma della norma.
Il malumore, quindi, tra le diverse forze di polizia, non manca, tanto che molti la definiscono ingiustia. Da una parte, dunque, ci sono gli alti dirigenti del Viminale che hanno ottenuto l’adeguamento dello stipendio con l’avanzamento di carriera a differenza di chi ricopre un ruolo inferiore, e dall’altra invece i pari grado delle Fiamme Gialle e dei carabinieri hanno ancora il blocco.

Augusto Parboni - 24/03/2014 06:07

fonte: http://www.iltempo.it

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