
Angelino Alfano,
 ministro degli interni e quindi garante della correttezza e del buon 
funzionamento delle procedure elettorali, ha replicato così a quanti 
esprimono timori sul voto all’estero: “Non è la prima 
volta che si vota all’estero e tutta la preoccupazione e l’indignazione 
viene adesso. Ho l’impressione che temano di perdere”. 
Da un ministro degli interni avremmo preferito un tono più rispettoso nei confronti dei comitati del no,
 che sulla riforma rappresentano l’opinione di circa la metà degli 
italiani, e non una dichiarazione di parte, pure un po’ sfottente. Ma a 
parte la mancanza di senso delle istituzioni, a cui questo governo, e 
soprattutto il premier, ci ha ormai abituati, lo ammettiamo senza 
problemi: sì, abbiamo paura. 
Dopo una campagna elettorale come questa, in cui Renzi
 ha dimostrato di giocare solo per se stesso, solo, come direbbe lui, 
per conservare la sua poltrona, senza mai considerare il bene comune, 
mirando a spaccare il paese, pur di avere quel voto in più che gli 
permetterebbe di cantare vittoria, chi non vuole questa riforma ha 
paura. 
Ma non degli elettori: è Renzi che ha dimostrato di temerli, puntando
 a silenziare ogni voce di opposizione, buttando nella campagna un mare 
di soldi (si parla di ben 10 milioni), rendendosi ubiquo (è stato in 
ogni piazza, in ogni giornale, in ogni radio, in ogni tv, con una 
frequenza impressionante), approvando il vecchio metodo delle clientele,
 facendo, lui che non ha mai svolto un lavoro “vero”, una propaganda 
tutta demagogica per “mandare a lavorare i senatori”. Ci sarebbe da 
ridere se non ci fosse, appunto, da temere. 
Un capo del governo così spregiudicato, così visibilmente disposto a tutto fa paura. E chi, se non Alfano,
 dovrebbe tutelarci? Ma invece di dire parole rassicuranti, visto che se
 non sbagliamo è il ministro di tutti gli italiani, anche di quelli che 
votano No, Alfano fa lo spiritoso.
Noi speriamo che il No sia così massiccio da rendere infondato 
qualunque timore, ma ripetiamo quello che su questo nostro piccolo 
spazio (non ne abbiamo molti altri) abbiamo già detto. E cioè che si sa 
da tempo che il voto per posta è facilmente manipolabile (si è visto 
anche in Austria) e che le garanzie previste dalla costituzione, a partire dalla segretezza, non sempre vengono rispettate. 
Ma oggi questa incertezza è molto più grave, perché non si tratta di 
attribuire un parlamentare in più o in meno, tizio invece di caio, si 
tratta di decidere quale sarà la legge fondamentale di tutti gli 
italiani, la nostra costituzione. Sarà, in ogni caso, 
la foto di un paese diviso in due quella che ci troveremo davanti il 5 
dicembre, qualunque sia l’esito del voto. 
Ma se i voti provenienti dall’estero saranno decisivi a far pendere 
la bilancia, se la percentuale di Sì, tra quei voti, sarà troppo 
superiore a quella degli elettori italiani, si alimenteranno 
interrogativi e perplessità, e saranno in tanti a pensare che qualcuno 
ha barato. Forse così Renzi conserverà la sua amatissima poltrona e 
potrà dire di aver vinto, ma a perdere sarà la credibilità delle 
istituzioni e la fiducia nella democrazia.
di Eugenia Roccella -   01 Dicembre 2016
fonte: ps://www.loccidentale.it 
 
 
  



 Siamo
 oramai alla vigilia del voto. Renzi giuoca sempre più sporco. Punto sul
 maxi-broglio del voto degli Italiani all’Estero, promette mance a 
destra e a sinistra, spende denaro pubblico per una campagna elettorale 
in difesa di una “Costituzione ad personam”, sforna bugie e baggianate a
 ritmo crescendo.
Siamo
 oramai alla vigilia del voto. Renzi giuoca sempre più sporco. Punto sul
 maxi-broglio del voto degli Italiani all’Estero, promette mance a 
destra e a sinistra, spende denaro pubblico per una campagna elettorale 
in difesa di una “Costituzione ad personam”, sforna bugie e baggianate a
 ritmo crescendo. Il gran clamore sullo “scandalo delle firme false dei Grillini” è, esso sì, scandaloso per l’ipocrisia di cui è intriso.
Il gran clamore sullo “scandalo delle firme false dei Grillini” è, esso sì, scandaloso per l’ipocrisia di cui è intriso.