L’inviato speciale del governo in India, Staffan De Mistura, aggiunge una nuova pagina al caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
“Al processo noi non andiamo: non presenteremo i nostri fucilieri, insistiamo per la giuridicizzazione internazionale della questione” ha detto De Mistura di fronte alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato riunite in seduta comune a Montecitorio.
Questa la “ferma” posizione del governo italiano – ribadita in tutti i “circoli”, durante una serrata settimana di incontri, nei quali De Mistura ha incontrato le autorità indiane – “qualunque sia la decisione presa dalla Corte Suprema Indiana il 28 Marzo”, quando sarà chiamata a tenere l’ennesima udienza.
Per De Mistura, dopo il pronunciamento della Corte indiana, sono tre i possibili scenari che si potrebbero configurare: la prima ipotesi è il rinvio, la seconda è che venga confermato il ruolo della NIA (polizia anti-terrorismo), il terzo, una “soluzione estetica”, potrebbe vedere esclusa la NIA ma coinvolto il suo capo, che ha formalizzato l’accusa nei confronti dei marò, dunque, si inizierebbe il processo “usando la persona e non la struttura”.
“Niente processo”, si può riassumere così la posizione italiana sulla vicenda, “internazionalizzazione costante della questione” ha aggiunto De Mistura, sulla stessa linea espressa ieri dal ministro Mogherini che – durante un incontro di mezz’ora avuto con il caparbio ministro degli Esteri di New Dehli Khurshid (il quale vorrebbe posticipare eventuali decisioni all’indomani delle imminenti elezioni indiane) – ha dichiarato: “ l’Italia ha scelto di portare avanti tutti gli strumenti che contestano la giurisdizione indiana e insistono su quella internazionale, nel caso specifico della nave di bandiera”.
Nelle battute conclusive del suo intervento, sempre De Mistura, ha garantito che, entro un mese, si vedranno i risultati dell’azione del governo: quest’ultimo è stato chiamato a districare, ricorda De Mistura, una spiacevole situazione che facilmente si sarebbe risolta, l’ONU sarebbe potuta intervenire prontamente, “se non si fosse commesso l’errore di far scendere dalla nave i due fucilieri, toccando terra il caso è regolarmente finito nella giurisdizione indiana”.
In serata l’Air Force One atterrerà a Fiumicino, domani Renzi e Obama si incontreranno e parleranno della questione “molto sentita dagli americani” ha assicurato De Mistura “perché la priorità è la dignità dei nostri militari e la difesa dell’immunità funzionale di militari che erano impegnati in una missione di pace”.
Le possibili pressioni diplomatiche esercitate dagli Usa potrebbero portare, nella speranza del governo, al rientro dei militari, senza ulteriori perdite di tempo, che in questo caso sarebbero processati in Italia.
Guglielmo Sano - 26/03/14
fonte: http://www.termometropolitico.it
Guglielmo Sano
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