Niente poesie, niente lavoretti fatti in classe per la gioia di una giornata da vivere in serenità. E in futuro, niente immagini di rose attaccate con la colla a un foglio su cui viene scritto, con la scrittura da bambini, “ti voglio bene mamma”. Tutto cancellato. «Vi comunichiamo che per la festa del papà e della mamma la scuola non prevede alcuna specifica attività o oggetto-regalo; la scelta effettuta concordemente da tutte le insegnanti in Collegio Docenti è stata fatta per tutelare i bambini delle più diverse situazioni familiari. Siamo certi che all’interno delle famiglie troverete il modo di festeggiare adeguatamente». Con questo comunicato ai genitori (non si sa se genitori 1 o 2), la scuola dell’infanzia Umberto I a Camposampiero ha cancellato una tradizione italiana che va avanti da decenni. E non è stato l’unico caso perché altre scuole – sia pure non in maniera totale, ma in alcune sezioni, secondo i desiderata delle maestre – hanno compiuto una scelta analoga. La scusa è bell’e pronta, non discriminare chi ha “situazioni familiari diverse”, una frase che è una furbata, perché non si riferisce certo ai genitori separati o divorziati, che esistono e quindi possono avere gli auguri dai propri figli. Ma probabilmente si riferisce a una possibilità, quella dei genitori omosessuali.
E si ritorna al punto di partenza, lo stesso punto che ha indotto alcuni istituti scolastici a cancellare le parole “padre” e “madre” per sostituirle con “genitore 1″ e “genitore 2″: la strategia che indebolire il concetto tradizionale di famiglia, strategia che la sinistra (politica e scolastica) sta mettendo in atto da un bel po’ di tempo. Resta il fatto che quei bambini non hanno festeggiato il papà e non potranno festeggiare la mamma, a meno che non diano vita a un improbabile regalo fai-da-te. E nel contempo c’è il rischio che le presunte “discriminazioni” portino a proibire il Natale e la Pasqua, così come spesso hanno cancellato il Crocifisso in aula. Il tutto per accontentare la furia ideologica e materialista della sinistra, che attacca il Paese alle radici per trasformarlo. In peggio.
lun 24 marzo 2014/16:30 . Gabriele Farro
fonte: http://www.secoloditalia.it
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