Altro che spending review, dobbiamo riarmare un esercito di almeno 300.000 uomini, con mezzi adeguati...Questo è venuto a dirci il Sultano Barack
Se qualcuno pensava che le ultime parole famose fossero quelle della Pinotti, una maestrina d'asiloinventata ministro della Difesa, si rassereni pure. Le ultime parole famose sono quelle che Obama ha detto alla nostra amata "cara salma" del colle, prima di andare a incontrare il giullare fiorentino che ha fatto impallidire il ricordo delle corna di Leone e Berlusconi messe insieme. Cosa ha detto di così importante Obama al nostro amato sarcofago? Semplice, che l'occupazione della Crimea haimpressionato i comandi supremi della NATO per le qualità militari,la genialità tattica e la capacità di sorpresa dimostrata dalle truppe russe. Lo ha confessato nientemeno che il generalissimo Philip Breedlove che ha confessato di avere visto diverse esercitazioni-lampo(snap exercises),in cui vaste formazioni sono state portate a prontezza,hanno fatto l’esercitazione e poi cessare...E poi,bum,dentro la Crimea,con una forza altamente pronta,altamente preparata. Quei concetti di readiness e preparedness,di scatto armato,di cui le titaniche forze armate USA, non hanno mai brillato.Bredlove s’è confessato stupefatto della capacità di syber-attacco dell’armata russa.In confronto alla Georgia,l’incursione in Crimea è avvenuta come un orologio svizzero.
Obama ha dunque spiegato alla nostra attonita mummia il grave e inatteso problema strategico-politico che si pone alla superpotenza USA. Il gagliardo Breedlove, capo della NATO, ha scoperto che la Russia non è l’Iraq,o la Libia, o la Siria,o (per dirla con l’immortale Michael Leeden), uno di quei paesetti di merda che ogni dieci anni o giù di lì,gli USA sbattono al muro giusto per far vedere chi comanda. La Russia ha cervelli capaci di sviluppare software geniali, di imparare presto e di superare i geni dell’avversario In breve torna l'incubo delle migliaia e migliaia di carri armati russi che dilagano nelle pianure del centro Europa e le forze americane a questo punto non bastano più. Altro che dimezzare gli F35, gli alleati tocca che alzano le chiappe, si danno una smossa e soprattutto spendano in armamenti quello che occorre per adeguarli al momento. La NATO, servilmente agli ordini degli strateghi statunitensi, che seguono ciecamente concezioni preconfezionate di zone classificate rigidamente, aveva indotto noi tapini a sviluppare capacità di proiezione all’estero lontano, out of area, nei famosi paesetti di merda di Leeden, miseri e disarmati, dando per scontato che la zona a ridosso della Russia fosse sotto controllo. Per fare ciò abbiamo creato un modello di difesa ad hoc, tutta fanteria leggera, buona per inseguire i talebani su in montagna ma del tutto inabile a una guerra convenzionale. Adesso Obama ci viene a dire, cari ragazzi ci siamo sbagliati, tutta l'area a ridosso della Russia non è affatto sotto controllo e la Russia non è una tigre di carta regionale. La fanteria leggera e quattro elicotterini non servono a nulla, e anche la vostra portaerei ve la potete ficcare dove dico io. Servono altri assetti, roba pesante, divisioni corazzate e meccanizzate equipaggiate con carri e VCC di ultima generazione e un'aviazione degna di questo nome. Insomma cari italiani, altro che taglio delle spese e riduzione degli effettivi, SCORDATEVELO, anzi, dovete ricostituire l'esercito che stavate smantellando. Questo ha detto Obama al nostro ammutolito sarcofago, quasi in lacrime al pensiero di ciò che sarebbe accaduto. Le girls di Renzi sono scatenate su tutte le televisioni a negare tutto, ma le loro bugie hanno le gambe corte. Gli USA si trovano infatti davanti a un bivio: o spostare molte truppe supplementari dall’ovest del Pacifico all’Europa, lasciando laggiù l’iniziativa alla Cina, il che è da escludere, oppure noi facciamo i bravi ragazzi (good guys...come Marino) e ricominciamo ad armarci come ai cari, vecchi tempi della cortina di ferro, quando avevamo due super Divisiioni corazzate e duemila carri armati. E chiaro che la possibilità di scelta è assolutamente teorica, non si può dire di no al nostro Sultano.
di Gianni Fraschetti - Friday 28 march 2014
fonte: http://informare.over-blog.it
 




















 
   







 Cari
 Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia e leader 
dell’opposizione, e Matteo Renzi, segretario del Partito democratico e 
presidente del Consiglio, Vi scrivo alla vigilia di importanti riunioni 
degli organismi che guidate, la direzione del Partito democratico e 
l’ufficio di presidenza di Forza Italia, chiamati ad assumere rilevanti 
decisioni per la vita politica e le riforme del nostro paese, ma anche 
per le candidature alle ormai prossime elezioni europee. Vi scrivo 
perché ho fatto, nel mio piccolo, un sogno. Che il nostro paese continui
 ad affrontare, come ha fatto sinora il nostro Parlamento, senza 
polemiche interne e senza strumentalizzazioni di parte, la vicenda di 
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da oltre due anni trattenuti in
 India. Che l’Italia sollevi in tutti gli appuntamenti con gli altri 
paesi, con la comunità e con le istituzioni internazionali il caso dei 
due Marò, come un caso di violazione di diritti umani, di giustizia, di 
libertà, di norme e trattati sulla giurisdizione, sulla competenza 
territoriale, sull’immunità funzionale. Che lo faccia da Nazione unita, 
che contribuisce in maniera rilevante e ha pagato altissimi tributi al 
mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo e che esige rispetto
 per i propri diritti e per i diritti di suoi due cittadini, due 
militari. Che si riesca a utilizzare in maniera concorde per tali 
finalità anche la prossima competizione per l’elezione dei nostri 
rappresentanti al Parlamento europeo. Che con autentico spirito 
bipartisan i due principali partiti, il Partito democratico e Forza 
Italia, dal governo e dall’opposizione, offrano ciascuno una candidatura
 a Latorre e a Girone, impegnandosi per la loro elezione, senza 
richiedere loro alcuna adesione politica. Che il governo, la Difesa, la 
Marina assicurino i due Fucilieri di poter accettare tale candidatura, 
senza dover rinunciare a essere a pieno titolo e a tutti gli effetti 
quello che loro vogliono continuare ad essere, dei militari, sia pure 
temporaneamente non in servizio.
Cari
 Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia e leader 
dell’opposizione, e Matteo Renzi, segretario del Partito democratico e 
presidente del Consiglio, Vi scrivo alla vigilia di importanti riunioni 
degli organismi che guidate, la direzione del Partito democratico e 
l’ufficio di presidenza di Forza Italia, chiamati ad assumere rilevanti 
decisioni per la vita politica e le riforme del nostro paese, ma anche 
per le candidature alle ormai prossime elezioni europee. Vi scrivo 
perché ho fatto, nel mio piccolo, un sogno. Che il nostro paese continui
 ad affrontare, come ha fatto sinora il nostro Parlamento, senza 
polemiche interne e senza strumentalizzazioni di parte, la vicenda di 
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da oltre due anni trattenuti in
 India. Che l’Italia sollevi in tutti gli appuntamenti con gli altri 
paesi, con la comunità e con le istituzioni internazionali il caso dei 
due Marò, come un caso di violazione di diritti umani, di giustizia, di 
libertà, di norme e trattati sulla giurisdizione, sulla competenza 
territoriale, sull’immunità funzionale. Che lo faccia da Nazione unita, 
che contribuisce in maniera rilevante e ha pagato altissimi tributi al 
mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo e che esige rispetto
 per i propri diritti e per i diritti di suoi due cittadini, due 
militari. Che si riesca a utilizzare in maniera concorde per tali 
finalità anche la prossima competizione per l’elezione dei nostri 
rappresentanti al Parlamento europeo. Che con autentico spirito 
bipartisan i due principali partiti, il Partito democratico e Forza 
Italia, dal governo e dall’opposizione, offrano ciascuno una candidatura
 a Latorre e a Girone, impegnandosi per la loro elezione, senza 
richiedere loro alcuna adesione politica. Che il governo, la Difesa, la 
Marina assicurino i due Fucilieri di poter accettare tale candidatura, 
senza dover rinunciare a essere a pieno titolo e a tutti gli effetti 
quello che loro vogliono continuare ad essere, dei militari, sia pure 
temporaneamente non in servizio.