La Corte Suprema indiana ha probabilmente messo la parola fine alla
vicenda dei fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre
accusati dal febbraio 202 di aver ucciso due pescatori indiani mentre si
trovavano imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie in missione anti
pirateria.
La massima corte indiana ha infatti stabilito che debba essere reso
immediatamente esecutivo l’ordine del Tribunale arbitrale internazionale
dell’Aja di far rientrare in Italia Salvatore Girone per tutta la
durata del procedimento arbitrale, prevista in due o tre anni.
Da quando il tribunale dell’Aja si era espresso in tal senso, a fine
aprile, Italia e India hanno cooperato per definire le condizioni e le
modalità del rientro e della permanenza in Italia (dove è da tempo
rientrato Latorre per ricevere cure) di Girone.
“Il Governo – recita una nota della Farnmesina – nell’attesa di
accogliere finalmente in patria Salvatore Girone, rinnova l’impegno a
conformarsi alle condizioni e modalità stabilite dalla Corte Suprema
indiana” che ha stabilito sette condizioni per il rimpatrio provvisorio
del marò.
Tra
queste c’è la presentazione di garanzie da parte del militare e
dell’ambasciatore d’Italia a New Delhi, l’obbligo di consegnare il
passaporto alle autorità italiane, di firmare la presenza ogni mercoledì
del mese presso un commissariato di polizia e il divieto di entrare in
contatto con altre persone coinvolte nell’incidente della petroliera
Enrica Lexie.
Si tratta delle condizioni già stabilite dal tribunale arbitrale, ma
integrate con altre quattro richieste formulate da New Delhi.
Il governo italiano dovrà inoltre informare New Delhi con una ‘nota
verbale’ ogni tre mesi sulla situazione di Girone a partire dall’inizio
di settembre.
Salvatore Girone potrà quindi rientrare in Italia già nei prossimi
giorni, forse addirittura domani: andrà a prenderlo a Delhi il generale
Carmine Masiello, ufficiale dell’Esercito attuale consigliere militare
di palazzo Chigi, e lo accompagnerà anche l’ambasciatore in India
Lorenzo Angeloni.
L’impressione è che Matteo Renzi intenda “spendere” in termini d’immagine il rientro di Girone spacciandolo per una vittoria.
Lo lasciano intendere l’invio a Delhi del suo consigliere militare
(sarebbe stato più consono inviare in India un ufficiale di Marina, dal
capo di stato maggiore al comandante del suo reggimento) ma anche il
tweet con cui Renzi ha annunciato che “Girone sarà con noi il 2 giugno”
,alla parata militare per la Festa della Repubblica.
Il rientro di Girone conferma che se Roma si fosse rivolta subito al
tribunale arbitrale entrambi i marò sarebbero rientrati in Italia già 4
anni or sono. L’attuale governo ha avuto il merito di aver scelto di
percorrere finalmente questa strada, anche se dopo vari tentennamenti
che hanno fatto perdere altro tempo prezioso.
Probabilmente
in Italia nessuno dovrebbe vantarsi dell’esito della vicenda di Latorre
e Girone, che ha gettato il discredito su tutta la Nazione, vertici e
apparati politici e militari in testa.
Il via libera della Corte Suprema al rientro di Girone, dopo quello
di Latorre, lascia intendere che Nuova Delhi non ha interesse a portare
avanti una vicenda in cui le autorità giudiziarie non sono neppure
riuscite a imbastire un processo e in cui le prove dell’accusa sono
state palesemente costruite in modo peraltro raffazzonato e
dilettantistico mentre le testimonianze sono contraddittorie e
facilmente confutabili.
L’India sembra quindi voler chiudere la vicenda e quando tra due o
tre anni il tribunale dell’Aja deciderà a chi attribuire la
giurisdizione sarà ben difficile che i due marò possano venire
trasferiti di nuovo a Delhi.
L’unica
contestazione della decisione della Corte Suprema è giunta dal
governatore dello Stato indiano del Kerala, Pinarayi Vijayan, che ha
definito “inaccettabile” la posizione adottata dalla Corte.
In una delle sue prime dichiarazioni dopo l’insediamento martedì
nella carica di “chief minister” dello Stato del Kerala, dove avvenne
nel 2012 l’incidente in cui morirono due pescatori, Vijayan ha ribadito
che a suo avviso “i due Fucilieri di Marina italiani devono essere
processati in India”.
Secondo la televisione Ndtv, Vijayan ha anche sottolineato che “il governo centrale non è stato all’altezza fin dal primo momento nel modo come ha trattato il reato commesso” contro i pescatori indiani.
Secondo la televisione Ndtv, Vijayan ha anche sottolineato che “il governo centrale non è stato all’altezza fin dal primo momento nel modo come ha trattato il reato commesso” contro i pescatori indiani.
fonte: http://www.analisidifesa.it
Foto: Ansa, Tgcom 24 e Lapresse