IL SEQUESTRO DEI MARO' LATORRE E GIRONE -
BREVE COMMENTO ALL' ODIERNA AUDIZIONE IN COMMISSIONE DELL'INVIATO DE MISTURA
26 Marzo 2014
Stefano Tronconi
L'inviato De Mistura, colui che al tempo delle indagini in Kerala dichiarò che la magistratura indiana si stava muovendo in modo corretto e trasparente e che successivamente fu uno dei principali sostenitori della scelta di rimandare in India i due fucilieri di marina per là sottoporli a processo, ha oggi dichiarato, con assoluto sprezzo del (proprio) ridicolo, che l'Italia non accetterà di sottoporre Latorre e Girone ad alcun processo indiano.
Visto che a De Mistura ci sono voluti più di due anni, ed ormai incalcolabili cambi di 'ferme' posizioni, per arrivare a ciò che a tutte le persone dotate di minimo buon senso (e di conoscenza delle leggi e dei contesti politici) era assolutamente chiaro fin dall'inizio, speriamo ora che non ci voglia altrettanto tempo per arrivare ad avere il coraggio di affermare ad alta voce che i due marò sono del tutto innocenti e che le accuse nei loro confronti sono state una delle più grandi montature occorse nei rapporti tra Stati che la storia recente ricordi.
In realtà, avendo avuto l'occasione di discuterne personalmente in questi giorni, speravo che già oggi in audizione venisse sollevata la questione del perché non si trovi il coraggio di portare pienamente alla luce del sole l'innocenza dei marò.
Senza volere da parte mia giustificare tale scelta, segnalo come il presidente Elio Vito abbia in realtà spiegato nel suo intervento in chiusura perché sia stato ancora una volta scelto di non farlo e abbia ancora prevalso (anche da parte dei parlamentari più consapevoli) la scelta di muoversi come ci si muove all'interno di un negozio di cristalleria.
So che per chi non aspetta altro che il rientro di Latorre e Girone in Italia da innocenti quali sono questi ulteriori tatticismi siano difficile da comprendere e tollerare, ma per capire perché ciò avvenga posso solo riproporre quanto avevo scritto lo scorso 10 Febbraio:
"Chi si sorprende della difficoltà e della tortuosità di quello che continuiamo a credere sia il percorso che ci sta comunque avvicinando al rientro in Italia dei marò Latorre e Girone probabilmente non ha ancora fatto del tutto mente locale sulle due grandi mostruosità che hanno segnato la vicenda.
La prima è l'enormità del fatto che le menti del sequestro dei due fucilieri di marina siedano oggi al vertice del potere politico e del governo di un grande (parliamo in questo caso di dimensioni) Paese come l'India (parliamo di India! Non di Somalia o Corea del Nord!).
La seconda è l'enormità, altrettanto inimmaginabile, del fatto che, almeno fino alla diffusione della nostra nuova ricostruzione della vicenda avvenuta nel Giugno 2013 (ma di fatto anche successivamente), siano state le stesse istituzioni italiane a lavorare per una 'soluzione' che, pur di salvaguardare altri interessi, sacrificasse, sull'altare della ragione di Stato, l'innocenza dei due marò.".
La battaglia continua.
foto aggiunte.
fonte: https://www.facebook.com/stefano.tronconi.79?fref=ts
L'inviato De Mistura, colui che al tempo delle indagini in Kerala dichiarò che la magistratura indiana si stava muovendo in modo corretto e trasparente e che successivamente fu uno dei principali sostenitori della scelta di rimandare in India i due fucilieri di marina per là sottoporli a processo, ha oggi dichiarato, con assoluto sprezzo del (proprio) ridicolo, che l'Italia non accetterà di sottoporre Latorre e Girone ad alcun processo indiano.
Visto che a De Mistura ci sono voluti più di due anni, ed ormai incalcolabili cambi di 'ferme' posizioni, per arrivare a ciò che a tutte le persone dotate di minimo buon senso (e di conoscenza delle leggi e dei contesti politici) era assolutamente chiaro fin dall'inizio, speriamo ora che non ci voglia altrettanto tempo per arrivare ad avere il coraggio di affermare ad alta voce che i due marò sono del tutto innocenti e che le accuse nei loro confronti sono state una delle più grandi montature occorse nei rapporti tra Stati che la storia recente ricordi.
In realtà, avendo avuto l'occasione di discuterne personalmente in questi giorni, speravo che già oggi in audizione venisse sollevata la questione del perché non si trovi il coraggio di portare pienamente alla luce del sole l'innocenza dei marò.
Senza volere da parte mia giustificare tale scelta, segnalo come il presidente Elio Vito abbia in realtà spiegato nel suo intervento in chiusura perché sia stato ancora una volta scelto di non farlo e abbia ancora prevalso (anche da parte dei parlamentari più consapevoli) la scelta di muoversi come ci si muove all'interno di un negozio di cristalleria.
So che per chi non aspetta altro che il rientro di Latorre e Girone in Italia da innocenti quali sono questi ulteriori tatticismi siano difficile da comprendere e tollerare, ma per capire perché ciò avvenga posso solo riproporre quanto avevo scritto lo scorso 10 Febbraio:
"Chi si sorprende della difficoltà e della tortuosità di quello che continuiamo a credere sia il percorso che ci sta comunque avvicinando al rientro in Italia dei marò Latorre e Girone probabilmente non ha ancora fatto del tutto mente locale sulle due grandi mostruosità che hanno segnato la vicenda.
La prima è l'enormità del fatto che le menti del sequestro dei due fucilieri di marina siedano oggi al vertice del potere politico e del governo di un grande (parliamo in questo caso di dimensioni) Paese come l'India (parliamo di India! Non di Somalia o Corea del Nord!).
La seconda è l'enormità, altrettanto inimmaginabile, del fatto che, almeno fino alla diffusione della nostra nuova ricostruzione della vicenda avvenuta nel Giugno 2013 (ma di fatto anche successivamente), siano state le stesse istituzioni italiane a lavorare per una 'soluzione' che, pur di salvaguardare altri interessi, sacrificasse, sull'altare della ragione di Stato, l'innocenza dei due marò.".
La battaglia continua.
foto aggiunte.
fonte: https://www.facebook.com/stefano.tronconi.79?fref=ts
Nessun commento:
Posta un commento