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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

08/06/17

“SHARIA CONTROLLED ZONE”, ecco i mini Califfati dell'islamismo radicale in Europa



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Nel 2014, quando il “Califfo dei musulmani”, dal pulpito della moschea irachena di al Nuri, vagheggiava un ipotetico quanto sconfinato Califfato universale, destinato ad estendersi al di là delle porte d’Europa, nessuno lo prese troppo sul serio. Ma, in realtà, la colonizzazione era in atto da un pezzo.
Il Vecchio Continente brulicava già di piccole roccaforti sharitiche. Quartieri-ghetto, cittadine-enclaves dove, nel corso degli anni, un numero sempre crescente di musulmani si è radicato e radicalizzato preparando così il terreno europeo ad accogliere il seme dell’intolleranza. Francia e Gran Bretagna ma anche BelgioOlandaGermaniaSvezia e Danimarca. Queste sono alcune delle capitali europee dove paura, e Sharia, fanno novanta. Insomma, non solo il quartiere Molenbeek di Bruxelles, che lo scorso anno offrì protezione all’ex primula rossa del Bataclan, ma un vero e proprio network di satelliti del Califfato all’ombra dell’Unione. “Le società semi-autonome”, di cui parlava Douglas Murray, esperto inglese di immigrazione e direttore della Henry Jackson Society, l’indomani dell’arresto di Salah Abdeslam.
A partire proprio dalla Francia, teatro dell’assalto pionieristico alla redazione di Charlie Hedbo che, nel 2015, ha inaugurato una lunga stagione di sangue. Oltralpe vengono chiamate “Zus” (Zone urbane sensibili) e, secondo le autorità di Parigi, sono 751 in tutto il Paese ed ospitano almeno 5milione di musulmani. Una di queste è Sevran, banlieue di 50mila anime, nel dipartimento della Senna-Saint-Denis, dove il 90 per cento degli abitanti sono di origine straniera.
Nel Regno Unito, invece, c’è il “Londonistan”. Un’area apparentemente unita che, a dispetto del nome, interessa tanto la metropoli inglese quanto altre zone. Una specie di confederazione nera che finisce col racchiudere quasi tutte le città del Regno Unito: da Liverpool e Manchester e Leeds, da Birmingham a Derby, e Bradford, oltre a Derby, Dewsbury, Leicester, Luton, Sheffield, per finire con Waltham Forest a nord di Londra e Tower Hamlets nella parte orientale della Capitale. Difficile non rendersi conto di dove comincia questo stato nello stato perché persino i manifesti sono lì a ricordare che “stai entrando in una zona controllata dalla Sharia”.
In Belgio, ormai, tutti conoscono Molenbeek. L’esempio più lampante della “segregazione autoimposta in grandi città” a cui fa riferimento Murray nell’intervista rilasciata a Il Foglio. Qui nessuno, anche se non islamico, è autorizzato a bere o mangiare in pubblico durante il Ramadan. Le donne sono rigorosamente velate ed è bandita ogni attività ritenuta “haram” dalla legge coranica che, progressivamente, si è andata a sostituire a quella dello Stato. Bere alcool ed ascoltare musica sono attività non gradite. Come, altrettanto sgradito, fu il blitz con cui l’antiterrorismo parigina mise finalmente le manette ai polsi di Salah Abdeslam. Ma che il quartiere offrisse protezione ai terroristi non lo si è certo scoperto in quell’occasione. In altri anni, Molenbeek, si era già distinta per aver ospitato il gotha del jihadismo internazionale. Stiamo parlando di personaggi del calibro di Abdessatar Dahmane, uno degli assassini di Ahmad Shah Massoud, ma anche Youssef e Mimoun Belhadj e Hassan el-Haski, le menti degli attentati di Madrid dell’11 marzo 2004.
In Olanda esistono 40 aree urbane off-limits, a partire dal distretto di Kolenkit, ad Amsterdam. Ma anche alcuni quartieri di Rotterdam come Pendrecht, Het Oude Noorden e Bloemhof . Utrecht deve fare i conti con la zona di Ondiep. Nella capitale, l’Aia, c’è il distretto di Schilderswijk, ex quartier generale del gruppo “Hofstadt”, che nel pianifico l’assassinio del regista Theo van Gogh.
Anche la Danimarca, così come gli altri Paesi scandinavi, deve fare i conti con il jihadismo diffuso. E, secondo le forze dell’ordine, il numero di persone vicine ad ambienti radicali ha subito un’impennata. Anche grazie a sobborghi enclavizzati come TingbjergNørrebro e Mjølnerparken, dove l’80 per cento dei residenti non ha origine danese bensì africana o mediorientale.
In Svezia , ancora convalescente dalla strage dello scorso aprile, la città più islamizzata è Malmo, dove il 30 per cento della popolazione è di fede musulmana. Lì si trova il Rosengaard, quartiere nato negli anni ‘60 ed abitato da soli migranti provenienti da Iraq, Afghanistan, Somalia e Balcani. In passato salì agli onori della cronaca, destando notevole scalpore, per via dell’apparizione di alcuni manifesti che minacciavano: “Nel 2030 prendiamo il controllo”.
La Germania ospita un gran numero di migranti e, nella Capitale, esiste Neukolln, uno dei più grande quartieri musulmani del Paese che, non a caso, è stato ribattezzato “la provincia ottomana”. In proposito, Franz Solms-Laubach, giornalista parlamentare del quotidiano Bild, ha scritto: “Anche se ci rifiutiamo ancora di crederlo, intere zone della Germania sono governate dalla legge islamica. Poligamia, matrimoni di minori, giudici della sharia. Da troppo tempo non si fa rispettare lo Stato di diritto. Ci credereste che a Berlino un terzo degli uomini musulmani che vivono nel quartiere di Neukölln abbia due o più mogli?”
In Spagna, invece, c’è una regione intera chiamata “Xarq al Andalus” (Il Levante Spagnolo). Si tratta della porzione di Penisola Iberica affacciata sulla costa mediterranea che, storicamente ottomanizzata, è rivendicata oggi come parte integrante del Califfato islamico. Ma, per i soggetti più radicalizzati, il richiamo non è solo storico ed ideale. SecondoSoeren Kern, analista europea per l’Istituto Gatestone a New York, infatti, le recenti misure antiterrorismo varate da Parigi avrebbero causato una specie di piccola diaspora islamica verso in Spagna.
Ultima, non certo per importanza, è l’Italia. La cui intelligence è recentemente finita al centro delle polemiche per non aver saputo neutralizzare Youssef Zaghba, il terrorista italo-marocchino che, assieme a due complici, ha fatto strage di pedoni sul London Bridge. La Capitale vanta un quartiere, quello di Torpignattara, che – in fatto di densità demografica dei credenti musulmani – non ha nulla da invidiare a Molenbeek. Ma il vero “rischio banlieue”, secondo uno studio uno studio della Fondazione Leone Moressa, riguarderebbe di più altre città italiane come, ad esempio, Bologna. Nella Capitale, infatti, le periferie non sono ancora dei ghetti e la componente multietnica dei quartieri sembra aver scongiurato, per ora, l’avanzata della radicalizzazione.
Di Elena Barlozzari
http://www.occhidellaguerra.it/ 
 
fonte: https://informazioneconsapevole.blogspot.it

IMMIGRAZIONE: "Contraddizioni italiane: meriti e colpe per salvataggio migranti"

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Dopo centinaia di migliaia di migranti salvati, la Marina Militare si ritrova al centro di una campagna di stampa volta a rimarcare le colpe -non ancora accertate dalla magistratura- di suoi uomini per la morte di 268 migranti avvenuta l’11 ottobre 2013, pochi giorni prima dell’avvio dell’Operazione Mare Nostrum.
Come già era avvenuto 20 anni fa con il caso della tragica collisione tra il Sibilla e la motovedetta albanese, la Marina sconta la sua eccessiva disponibilità a svolgere in mare funzioni non militari. Allora si trattò di eseguire la direttiva governativa di respingere (con il consenso del loro Governo) i migranti albanesi, ora si discute di presunte omissioni nei soccorsi a persone in difficoltà localizzate all’interno della zona di Search and Rescue (SAR) maltese, a 60 miglia a sud-est di Valletta.
In realtà, la Marina italiana è una delle poche Marine occidentali –se non l’unica assieme alla Francia- ad avere tradizioni, capacità ed attribuzioni normative nello svolgimento di “Funzioni Guardia costiera”. Vale a dire di attività concorsuali, in favore di altri Ministeri nel campo del SAR, ma anche, secondo quanto previsto dal Codice dell’Ordinamento Militare (COM), della tutela dell’ambiente marino, della protezione della pesca, oltre che degli interessi marittimi nazionali come di fatto si evidenzia nello svolgimento dell’Operazione Mare Sicuro (OMS) al largo della Libia così importante per la protezione dei nostri interessi energetici, ma non per questo ben conosciuta.
Insomma una Forza armata multi-tasking o, come si dice, dual use, attiva in settori marittimi interagenzia in cui le competenze primarie spettano al Corpo delle Capitanerie-Guardia costiera (Corpo della Marina militare che, per conto dei Trasporti, è l’Autorità nazionale SAR) ed al Corpo della Guardia di finanza (il D.Lgsl. 177/2016 ha attribuito alla Guardia di Finanza funzioni esclusive nell’ambito del comparto di specialità della “sicurezza del mare”, rendendo di fatto il Corpo l’unica Forza di Polizia operante in mare per l’ordine e la sicurezza pubblica la cui tutela è attribuita all’Interno).

Operazioni di salvataggio di migranti da parte di Nave Espero, nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum, Mar Mediterraneo Meridionale, 29 Aprile 2014. ANSA/GIUSEPPE LAMIIl problema, sta nella possibile sovrapposizione di compiti e nella poca chiarezza delle linee di comando e controllo in mare. Non ci sono decreti interministeriali che disciplinano i rapporti reciproci tra le Unità navali militari dei vari Corpi operanti in mare ed è rimasto inattuato la previsione della legge 124/2015 sulla riorganizzazione della P.A. che all’ art. 8,1,b) così dispone:
“con riferimento alle forze operanti in mare, fermi restando l’organizzazione, anche logistica, e lo svolgimento delle funzioni e dei compiti di polizia da parte delle Forze di polizia, eliminazione delle duplicazioni organizzative, logistiche e funzionali, nonchè ottimizzazione di mezzi e infrastrutture, anche mediante forme obbligatorie di gestione associata, con rafforzamento del coordinamento tra Corpo delle capitanerie di porto e Marina militare, nella prospettiva di un’eventuale maggiore integrazione”
Soltanto il DPR 662/1994 disciplina con precisione le relazioni che intercorrono tra il Corpo delle Capitanerie-Guardia costiera come Autorità nazionale SAR (MRCC-Roma, dall’acronimo inglese), che ha attribuzioni primarie nel coordinamento di tutte le operazioni di soccorso svolte da Unità mercantili (come appunto sono quelle Ong) e militari delle Forze “ancillari” di MM e GdF.
Questo decreto dovrebbe applicarsi principalmente alla Zona SAR italiana in prossimità alle nostre coste. Ma qui sta il punto: il tragico naufragio dell’11 ottobre 2013 è avvenuto nella zona SAR maltese dove la competenza ad intervenire è del Paese responsabile, secondo la Convenzione di Amburgo 1979, del servizio di soccorso, il quale avrebbe l’obbligo di coordinarsi con il Paese titolare della SAR confinante con un accordo dedicato.

9e94a8ac-ea18-4b97-8532-10b76c9f824cimage02MediumNon a caso, dopo un approfondito e per quanto riguarda le ONG inedito ciclo di audizioni, la Commissione Difesa del Senato così si è espressa:
“Altrettanto urgente è il tema della delimitazione delle aree SAR tra Italia e Malta. Molti degli auditi hanno riportato che, al sopraggiungere della crisi migratoria, Malta ha cessato di rispondere a chiamate di soccorso provenienti da imbarcazioni di migranti. L’Italia opera così in uno specchio di mare di oltre un milione di chilometri quadrati: occorre porre fine a una situazione evidentemente non sostenibile e pervenire quanto prima a un accordo, con piena assunzione di responsabilità da parte maltese per il mare di propria competenza”.
Dunque, al di là di eventuali responsabilità omissive dei militari italiani secondo la nostra legge penale, c’è però, sullo sfondo del naufragio, un problema di incertezza di attribuzioni internazionali nell’area SAR di riferimento. Tra l’altro sarebbe interessante sapere se anche Malta sta esercitando giurisdizione svolgendo indagini penali per disastro colposo.

15884786-a83f-4743-993a-a4ffe6531fe2image01MediumLa Marina cerca giustamente di difendere la sua onorabilità ma è tutto il Paese che deve farlo, dopo anni ed anni di convulse e rischiose attività di soccorso svolte in mare a centinaia di migliaia di persone in fuga accolte sempre a braccia aperte nel nostro Paese.
In ogni caso, è tempo di istituire una “cabina di regia” interministeriale presso la Presidenza del consiglio titolata a trattare tutte le questioni nazionali ed internazionali connesse al SAR ed al contrasto dei traffici che ruotano attorno ai migranti le quali, alla luce dell’esperienza, si sono rivelate non tecniche, ma di grande rilievo politico.
Magari lanciando un’iniziativa SAR mediterranea, cui associare intese per la scelta del luogo, differente dall’Italia, dove sbarcare i migranti salvati al di là delle acque territoriali libiche. E soprattutto emanando anche una Direttiva che stabilisca con precisione compiti e responsabilità delle varie Forze operanti in mare, ad evitare eccessi di capacità, sovrapposizioni, lacune e, soprattutto, duplicazioni di spese.

Foto Marina Militare e ANSA

7 giugno 2017 - di


06/06/17

RIINA MERITA UNA MORTE DIGNITOSA .... COSI' COME QUESTI, AMMAZZATI DALLA MAFIA ?? :





Data e Nome

02-07-1949
Agnone Carmelo (Forze dell'Ordine)
18-03-1992
Agosta Alfredo (Forze dell'Ordine)
05-08-1989
Agostino Antonino (Forze dell'Ordine)
19-08-1949
Alce Giovanbattista (Forze dell'Ordine)
08-01-1993
Alfano Beppe (giornalista)
29-01-1986
Alfano Francesco
31-12-1991
Aliotto Giuseppe
01-05-1947
Allotta Vito (Contadini e possidenti)
25-04-1957
Almerico Pasquale (Politico)
01-03-1920
Alongi Nicolò (Sindacalista)
29-11-1983
Alongi Sebastiano (Imprenditori Professionisti Commercianti)
23-12-1984
Altobelli Giovanbattista
30-06-1963
Altomare Eugenio (Forze dell'Ordine)
11-07-1979
Ambrosoli Giorgio (Magistrato)
28-01-1946
Amenduni Vincenzo (Forze dell'Ordine)
23-10-2003
Amico Michele (Commerciante)
06-08-1985
Antiochia Roberto (Forze dell'Ordine)
22-08-2007
Antonino D’Angelo (Commerciante)
11-01-1979
Aparo Filadelfio (Forze dell'Ordine)
02-04-1985
Asta Giuseppe (Minori e Giovani)
02-04-1985
Asta Rizzo Barbara (Donne)
02-04-1985
Asta Salvatore (Minori e Giovani)
26-07-1992
Atria Rita (Donne)
23-12-1946
Azoti Nicolò (Sindacalista)
23-03-1997
Azzolina Agata (Donne)
20-05-1914
Barbato Mariano (Politico)
29-07-1983
Bartolotta Salvatore (Forze dell'Ordine)
04-05-1980
Basile Emanuele (Forze dell'Ordine)
05-07-1999
Basile Filippo (Impiegato Pubblica Amministrazione)
24-03-1966
Battaglia Carmelo (Sindacalista)
10-11-1979
Bellissima Giovanni (Forze dell'Ordine)
26-08-1986
Benigno Salvatore (Impiegato)
25-06-1994
Bennici Salvatore (Imprenditori Professionisti Commercianti)
06-12-2001
Benvegna Carmelo (Imprenditori Professionisti Commercianti)
22-10-1946
Biondo Giuseppe (Contadini e possidenti)
25-03-1994
Bodenza Luigi (Forze dell'Ordine)
10-11-1979
Bologna Salvatore (Forze dell'Ordine)
13-06-1983
Bommarito Giuseppe (Forze dell'Ordine)
28-01-1946
Bonfiglio Fiorentino (Forze dell'Ordine)
11-06-1922
Bonfiglio Sebastiano (Sindacalista e Politico)
20-09-1960
Bongiorno Paolo (Sindacalista)
30-11-1977
Bonincontro Attilio (Forze dell'Ordine)
09-05-1990
Bonsignore Giovanni (Impiegato Pubblica Amministrazione)
17-12-1992
Borsellino Giuseppe (Imprenditori Professionisti Commercianti)
19-07-1992
Borsellino Paolo (Magistrato)
21-04-1992
Borsellino Paolo (Imprenditori Professionisti Commercianti)
02-03-1988
Boscia Donato (Imprenditori Professionisti Commercianti)
28-01-1946
Boscone Mario (Forze dell'Ordine)
27-08-1996
Botta Salvatore (Minori e Giovani)
21-01-1986
Bottone Paolo (Imprenditori Professionisti Commercianti)
23-12-1984
Brandi Annamaria
19-08-1949
Bubusa Carlo Antonio (Forze dell'Ordine)
29-06-1982
Burrafato Antonio (Forze dell'Ordine)
29-11-1995
Buscemi Antonino (Imprenditori Professionisti Commercianti)
24-05-1982
Buscemi Rodolfo (Minori e Giovani)
01-05-1947
Busellini Emanuele (Contadini e possidenti)
17-12-1984
Busetta Pietro (Imprenditori Professionisti Commercianti)
28-11-1949
Butifar Francesco (Forze dell'Ordine)
26-06-1983
Caccia Bruno (Magistrato)
03-11-1947
Caiola Calogero (Contadini e possidenti)
21-08-1949
Calabrese Giovanni (Forze dell'Ordine)
28-06-1946
Camilleri Pino (Politico)
12-12-1985
Campagna Graziella (Minori e Giovani)
02-04-1948
Cangelosi Calogero (Sindacalista)
30-06-1963
Cannizzaro Pietro (Custode)
27-12-1919
Canzio Alfonso (Sindacalista)
27-05-1993
Capolicchio Dino (Minori e Giovani)
02-07-1975
Cappiello Gaetano (Forze dell'Ordine)
20-04-1995
Carbone Giovanni (Operaio)
13-03-1985
Carbone Giovanni (Imprenditori Professionisti Commercianti)
16-05-1955
Carnevale Salvatore (Sindacalista)
27-11-1920
Caronia Stefano (Sacerdote)
01-04-1977
Caruso Vincenzo (Forze dell'Ordine)
22-06-1947
Casarrubea Giuseppe (Sindacalista e Politico)
06-08-1985
Cassarà Antonino (Forze dell'Ordine)
04-05-1921
Cassarà Giuseppe (Politico)
04-05-1921
Cassarà Vito (Politico)
26-09-1978
Castelbuono Salvatore (Vigile Urbano)
25-02-1997
Castellino Giulio (Impiegati Pubblica Amministrazione)
05-08-1989
Castellucci Ida (Donne)
22-09-1946
Castiglione Giovanni (Sindacalista)
19-07-1992
Catalano Agostino (Forze dell'Ordine)
02-07-1949
Catanese Candeloro (Forze dell'Ordine)
23-12-1984
Cavalese Angela
23-12-1984
Cavalli Susanna
23-12-1984
Cerrato Lucia
13-07-1980
Cerulli Pietro (Forze dell'Ordine)
29-07-1983
Chinnici Rocco (Magistrato)
30-06-1963
Ciaccio Giorgio (Forze dell'Ordine)
25-01-1983
Ciaccio Montalto Gian Giacomo (Magistrato)
18-09-1945
Cicero Calogero (Forze dell'Ordine)
18-01-1946
Cinquepalmi Vitangelo (Forze dell'Ordine)
01-05-1947
Clesceri Margherita (Donne)
28-03-1945
Comaianni Calogero (Contadini e possidenti)
29-01-1921
Compagna Giuseppe (Sindacalista e Politico)
17-11-1998
Condello Antonio (Forze dell'Ordine)
01-04-1977
Condello Stefano (Forze dell'Ordine)
30-06-1963
Corrao Silvio (Forze dell'Ordine)
19-07-1992
Cosina Walter (Forze dell'Ordine)
20-08-1977
Costa Filippo (Insegnante)
06-08-1980
Costa Gaetano (Magistrato)
27-04-1969
Costantino Orazio (Forze dell'Ordine)
16-12-1991
Cozzumbo Giuseppa (Commerciante)
05-05-1960
Cristina Cosimo (giornalista)
01-05-1947
Cusenza Giorgio (Minori e Giovani)
28-08-1987
Cutroneo Salvatore (Minori e Giovani)
13-06-1983
D’Aleo Mario (Forze dell'Ordine)
11-09-1945
D’Alessandria Agostino (Sindacalista)
03-09-1982
Dalla Chiesa Carlo Alberto (Forze dell'Ordine)
30-03-1960
Damanti Antonio (Minori e Giovani)
11-03-1989
D’Antrassi Nicola (Imprenditori Professionisti Commercianti)
18-09-1945
De Francisca Fedele (Forze dell'Ordine)
16-09-1970
De Mauro Mauro (giornalista)
23-12-1984
De Simone Anna
23-12-1984
De Simone Giovanni
23-12-1984
De Simone Nicola
16-06-1982
Di Barca Luigi (Forze dell'Ordine)
28-08-1979
Di Bona Calogero (Forze dell'Ordine)
23-05-1992
Dicillo Rocco (Forze dell'Ordine)
30-09-1920
Di Gangi Croce (Politico)
16-06-1982
Di Lavore Giuseppe (Forze dell'Ordine)
13-10-1992
Di Lorenzo Pasquale (Forze dell'Ordine)
01-05-1947
Di Maggio Lorenzo (Minori e Giovani)
23-11-1993
Di Matteo Giuseppe (Minori e Giovani)
16-10-1945
Di Miceli Michele (Forze dell'Ordine)
03-09-1948
Di Salvo Antonino (Forze dell'Ordine)
01-05-1947
Di Salvo Filippo (Contadini e possidenti)
30-04-1982
Di Salvo Rosario (Politico)
07-10-1986
Domino Claudio (Minori e Giovani)
18-01-1946
Epifani Vittorio (Forze dell'Ordine)
23-05-1992
Falcone Giovanni (Magistrato)
09-11-1995
Famà Serafino (Magistrato)
30-06-1963
Fardelli Marino (Forze dell'Ordine)
05-01-1984
Fava Giuseppe (giornalista)
27-07-1993
Ferrari Alessandro (Forze dell'Ordine)
28-09-1992
Ficalora Paolo (Imprenditori Professionisti Commercianti)
21-08-1949
Fiorenza Giuseppe (Forze dell'Ordine)
26-01-1979
Francese Mario (giornalista)
16-06-1982
Franzolin Silvano (Forze dell'Ordine)
16-10-1996
Frazzetto Giacomo (Imprenditori Professionisti Commercianti)
16-10-1996
Frazzetto Salvatore (Imprenditori Professionisti Commercianti)
21-09-1986
Gebbia Filippo (Minori e Giovani)
16-02-1916
Gennaro Giorgio (Sacerdote)
15-03-1990
Genova Gaetano (Impiegato Pubblica Amministrazione)
08-10-1998
Geraci Domenico (Mico) (Sindacalista)
21-11-1947
Geronazzo Luigi (Forze dell'Ordine)
11-06-1948
Giacalone Antonio (Contadini e possidenti)
11-06-1948
Giacalone Marcantonio (Contadini e possidenti)
11-08-1982
Giaccone Paolo (Impiegato Pubblica Amministrazione)
17-11-1986
Giaccone Rosario Pietro (Forze dell'Ordine)
14-09-1988
Giacomelli Alberto (Magistrato)
21-03-1990
Gioitta Iachino Nicola (Imprenditori Professionisti Commercianti)
11-11-1992
Giordano Gaetano (Imprenditori Professionisti Commercianti)
21-07-1979
Giuliano Boris (Forze dell'Ordine)
29-08-1991
Grassi Libero (Imprenditori Professionisti Commercianti)
28-01-1946
Greco Emanuele (Forze dell'Ordine)
01-05-1947
Grifò Giovanni (Minori e Giovani)
16-05-1946
Guarino Gaetano (Politico)
07-03-1946
Guarisco Antonino (Impiegati Pubblica Amministrazione)
04-04-1992
Guazzelli Giuliano (Forze dell'Ordine)
04-01-1949
Gulino Carlo (Minori e Giovani)
04-01-1949
Gulino Francesco Salvatore (Forze dell'Ordine)
28-08-1980
Iannì Carmelo (Imprenditori Professionisti Commercianti)
10-09-1981
Ievolella Vito (Forze dell'Ordine)
09-05-1978
Impastato Giuseppe (Peppino) (Politico)
19-06-1989
Incardona Salvatore (Imprenditori Professionisti Commercianti)
24-03-1994
Incognito Enrico (Minori e Giovani)
12-01-1988
Insalaco Giuseppe (Politico)
07-08-1952
Intile Filippo (Contadini e possidenti)
01-05-1947
Intravaia Castrense (Contadini e possidenti)
28-01-1946
La Brocca Giovanni (Forze dell'Ordine)
27-07-1993
Lacatena Carlo (Forze dell'Ordine)
01-05-1947
La Fata Vincenzina (Minori e Giovani)
04-01-1997
La Franca Giuseppe (Contadini e possidenti)
08-05-1982
Lala Giuseppe
01-05-1947
Lascari Serafino (Minori e Giovani)
30-04-1982
La Torre Pio (Politico)
02-07-1949
Lentini Carmelo (Forze dell'Ordine)
13-06-1991
Leonardi Vincenzo (Imprenditori Professionisti Commercianti)
23-12-1984
Leoni Pierfrancesco
10-03-1948
Letizia Giuseppe (Minori e Giovani)
28-01-1946
Levico Vittorio (Forze dell'Ordine)
19-07-1992
Li Muli Vincenzo (Forze dell'Ordine)
02-03-1948
Li Puma Epifanio (Sindacalista)
30-09-1920
Li Puma Paolo (Politico)
29-07-1983
Li Sacchi Stefano (Portinaio)
21-09-1990
Livatino Rosario (Magistrato)
27-07-1992
Lizzio Giovanni (Forze dell'Ordine)
19-08-1949
Loddo Armando (Forze dell'Ordine)
19-07-1992
Loi Emanuela (Forze dell'Ordine)
22-06-1947
Lo Jacono Vincenzo (Sindacalista e Politico)
18-01-1946
Lombardi Angelo (Forze dell'Ordine)
28-01-1946
Loria Pietro (Forze dell'Ordine)
05-05-1971
Lo Russo Antonio (Forze dell'Ordine)
17-01-1947
Macchiarella Pietro (Sindacalista)
30-06-1963
Malausa Mario (Forze dell'Ordine)
19-08-1949
Mancini Sergio (Forze dell'Ordine)
25-09-1979
Mancuso Lenin (Forze dell'Ordine)
22-10-1947
Maniaci Giuseppe (Sindacalista)
19-09-1994
Maniscalco Francesco (Operaio)
31-03-1995
Marcone Francesco (Impiegato Pubblica Amministrazione)
19-08-1949
Marcone Pasquale (Forze dell'Ordine)
19-08-1949
Marconi Antonio (Forze dell'Ordine)
02-07-1949
Marinaro Michele (Forze dell'Ordine)
10-11-1979
Marrara Domenico (Forze dell'Ordine)
23-12-1984
Matarazzo Luisella
06-01-1980
Mattarella Piersanti (Politico)
29-10-1962
Mattei Enrico (Imprenditori Professionisti Commercianti)
01-05-1947
Megna Giovanni (Contadini e possidenti)
03-09-1948
Messina Nicola (Forze dell'Ordine)
28-11-1949
Messina Salvatore (Forze dell'Ordine)
23-01-1990
Miceli Vincenzo (Impiegato Pubblica Amministrazione)
25-11-1985
Milella Giuditta (Minori e Giovani)
27-05-1944
Milisenna Santi (Politico)
13-09-1920
Millunzi Gaetano (Sacerdote)
04-01-1947
Miraglia Accursio (Sindacalista e Politico)
03-10-1920
Mirmina Paolo (Sindacalista)
25-04-1946
Misuraca Giuseppe
25-04-1946
Misuraca Mario
23-12-1984
Moccia Carmine
14-01-1988
Mondo Natale (Forze dell'Ordine)
18-11-1988
Montalbano Giuseppe (Medico)
23-12-1995
Montalto Giuseppe (Forze dell'Ordine)
28-08-1987
Montalto Rosario (Minori e Giovani)
28-07-1985
Montana Giuseppe (Forze dell'Ordine)
27-10-1919
Monticciolo Giuseppe (Sindacalista)
23-05-1992
Montinaro Antonio (Forze dell'Ordine)
23-12-1984
Moratello Valeria
13-06-1983
Morici Pietro (Forze dell'Ordine)
23-12-1983
Morini Maria Luigia
21-09-1986
Morreale Antonio (Pensionato)
18-06-1975
Morreale Calogero (Sindacalista e Politico)
23-05-1992
Morvillo Francesca (Magistrato)
27-07-1993
Moussafir Driss (Extracomunitario)
03-03-1976
Muscarella Giuseppe (Sindacalista)
03-05-1982
Musella Gennaro (Imprenditori Professionisti Commercianti)
27-05-1993
Nencioni Caterina (Minori e Giovani)
27-05-1993
Nencioni Elisabetta Nadia (Minori e Giovani)
27-05-1993
Nencioni Fabrizio
27-05-1993
Nencioni Fiume Angela (Donne)
14-10-1905
Nicoletti Luciano (Contadini e possidenti)

Notarbartolo Emanuele (Politico)
30-06-1963
Nuccio Pasquale (Forze dell'Ordine)
14-10-1920
Orcel Giovanni (Sindacalista)
12-01-1906
Orlando Andrea (Medico)
02-01-1999
Ottone Salvatore
19-08-1949
Pabusa Antonio (Forze dell'Ordine)
16-10-1945
Pagano Rosario (Forze dell'Ordine)
19-08-1949
Palandrani Gabriele (Forze dell'Ordine)
19-09-1994
Panepinto Calogero (Imprenditori Professionisti Commercianti)
30-05-1994
Panepinto Ignazio (Imprenditori Professionisti Commercianti)
16-05-1911
Panepinto Lorenzo (Politico)
16-10-1945
Paoletti Mario (Forze dell'Ordine)
27-07-1993
Pasotto Sergio (Forze dell'Ordine)
01-06-1946
Passafiume Nunzio (Sindacalista)
27-02-1985
Patti Pietro (Imprenditori Professionisti Commercianti)
26-10-1959
Pecoraro Antonio (Minori e Giovani)
20-05-1914
Pecoraro Giorgio (Sindacalista)
26-10-1959
Pecoraro Vincenzo (Contadini e possidenti)
14-02-1989
Pepi Francesco (Imprenditori Professionisti Commercianti)
06-06-1982
Peri Antonino (Autotrasportatore)
12-03-1909
Petrosino Joe (Forze dell'Ordine)
15-03-1990
Piazza Emanuele (Forze dell'Ordine)
18-01-1946
Piccini Imerio (Forze dell'Ordine)
27-07-1993
Picerno Stefano (Forze dell'Ordine)
26-01-1982
Piombino Nicolò (Forze dell'Ordine)
08-11-1947
Pipitone Vito (Sindacalista)
11-03-1983
Pollara Salvatore (Imprenditori Professionisti Commercianti)
25-04-1957
Pollari Antonio (Contadini e possidenti)
22-04-1999
Pompeo Stefano (Minori e Giovani)
19-02-1921
Ponzo Pietro (Contadini e possidenti)
26-06-1959
Prestigiacomo Anna (Minori e Giovani)
15-09-1993
Puglisi Giuseppe (Sacerdote)
02-07-1962
Puleo Giacinto (Contadini e possidenti)
04-12-1945
Puntarello Giuseppe (Sindacalista)
06-08-1944
Raia Andrea (Sindacalista)
16-06-1982
Raiti Salvatore (Forze dell'Ordine)
14-12-1988
Ranieri Luigi (Imprenditori Professionisti Commercianti)
02-07-1949
Reda Quinto (Forze dell'Ordine)
09-03-1979
Reina Michele (Politico)
08-07-1949
Renda Leonardo (Politico)
18-01-1961
Riccobono Paolino (Minori e Giovani)
10-03-1948
Rizzotto Placido (Sindacalista)
24-05-1982
Rizzuto Matteo (Minori e Giovani)
26-09-1988
Rostagno Mauro (giornalista)
31-10-1990
Rovetta Alessandro (Imprenditori Professionisti Commercianti)
22-09-1919
Rumore Giuseppe (Sindacalista)
03-09-1982
Russo Domenico (Forze dell'Ordine)
20-08-1977
Russo Giuseppe (Forze dell'Ordine)
19-08-1949
Russo Ilario (Forze dell'Ordine)
25-09-1988
Saetta Antonino (Magistrato)
25-09-1988
Saetta Stefano (Familiare)
17-02-1995
Salamone Giovanni
18-11-1996
Salerno Riccardo (Minori e Giovani)
02-01-1999
Salerno Rosario
18-11-1996
Salerno Savona Maria (Donne)
09-05-1947
Salvia Michelangelo (Contadini e possidenti)
02-11-1946
Santangelo Giovanni (Contadini e possidenti)
02-11-1946
Santangelo Giuseppe (Contadini e possidenti)
02-11-1946
Santangelo Vincenzo (Contadini e possidenti)
26-03-1946
Sassano Francesco (Forze dell'Ordine)
26-07-1991
Savoca Andrea (Minori e Giovani)
18-09-1959
Savoca Giuseppina (Minori e Giovani)
22-09-1946
Scaccia Girolamo (Sindacalista)
05-05-1971
Scaglione Pietro (Magistrato)
18-11-1945
Scalia Giuseppe (Sindacalista)
23-05-1992
Schifani Vito (Forze dell'Ordine)
12-09-1989
Scimè Grazia (Donne)
20-06-1945
Scimone Filippo (Forze dell'Ordine)
09-08-1991
Scopelliti Antonino (Magistrato)
16-02-1922
Scuderi Antonino (Sindacalista)
03-09-1982
Setti Carraro Emanuela (Donne)
25-11-1983
Siciliano Biagio (Minori e Giovani)
10-01-1974
Sorino Angelo (Forze dell'Ordine)
13-08-1955
Spagnolo Giuseppe (Sindacalista e Politico)
28-10-1972
Spampinato Giovanni (giornalista)
28-01-1946
Spampinato Mario (Forze dell'Ordine)
22-01-1992
Spartà Antonino (Contadini e possidenti)
22-01-1992
Spartà Salvatore (Contadini e possidenti)
22-01-1992
Spartà Vincenzo (Contadini e possidenti)
16-01-1922
Spatola Domenico (Sindacalista)
16-01-1922
Spatola Mario (Sindacalista)
16-01-1922
Spatola Pietro Paolo (Sindacalista)
07-03-1946
Spinelli Marina (Donne)
30-08-1982
Spinelli Vincenzo (Imprenditori Professionisti Commercianti)
28-04-1921
Stassi Vito (Sindacalista e Politico)
06-07-1919
Stella Costantino (Sacerdote)
21-07-1999
Sultano Salvatore (Minori e Giovani)
23-12-1984
Taglialatela Federica
30-03-1960
Tandoj Cataldo (Forze dell'Ordine)
16-12-1948
Tasquier Giovanni (Forze dell'Ordine)
25-09-1979
Terranova Cesare (Magistrato)
30-06-1963
Tesauro Giuseppe (Fornaio)
19-07-1992
Traina Claudio (Forze dell'Ordine)
27-04-1996
Tramuta Calogero (Forze dell'Ordine)
29-07-1983
Trapassi Mario (Forze dell'Ordine)
26-01-1978
Triolo Ugo (Magistrato)
30-06-1963
Vaccaro Calogero (Forze dell'Ordine)
05-02-2000
Vaccaro Notte Salvatore (Politico)
03-11-1999
Vaccaro Notte Vincenzo (Imprenditori Professionisti Commercianti)
11-06-1980
Valarioti Giuseppe (Politico)
25-12-1981
Valvola Onofrio
23-12-1984
Vastarella Abramo
08-05-1982
Vecchio Domenico
31-10-1990
Vecchio Francesco (Imprenditori Professionisti Commercianti)
28-04-1984
Vento Vincenzo (Ambulante)
03-11-1915
Verro Bernardino (Sindacalista)
01-05-1947
Vicari Francesco (Contadini e possidenti)
11-07-1989
Vinci Paolo (Minori e Giovani)
02-12-1984
Vitale Leonardo
29-01-1919
Zangara Giovanni (Politico)
03-09-1948
Zapponi Celestino (Forze dell'Ordine)
14-11-1982
Zucchetto Calogero (Forze dell'Ordine)

............. per non dimenticare

TERRORISMO "Da Londra le solite lezioni che l’Europa non vuole apprendere"



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Spiace dirlo ma l’attacco jihadista al London Bridge non aggiunge nulla di nuovo a quanto già sappiamo sulle diverse forme di minaccia terroristica portata all’Europa dai “soldati” dello Stato Islamico o di altri gruppi islamici.
La Gran Bretagna è da tempo nel mirino dei jihadisti e del resto è uno dei Paesi leader della seppur blanda guerra che la Coalizione a guida statunitense conduce da tre anni contro lo Stato Islamico in Iraq e Siria.
In tre mesi il Regno Unito è stato colpito da tre attacchi terroristici, più altri cinque sventati dai servizi d’intelligence come ha riferito ieri Theresa May, a conferma che dopo la Francia, Il Belgio e la Germania proprio la Gran Bretagna sembra essere entrata nel mirino prioritario dei jihadisti.
I tre attacchi a Westminster, Manchester e al London Bridge ribadiscono come i terroristi colpiscano in base alle opportunità e alla tipologia di soldati” disponibili.
Westminster e London Bridge sono bersagli paganti in termini simbolici poiché ben rappresentano il cuore politico e quello sociale di Londra e sono stati attaccati da terroristi non professionisti, forse incapaci di confezionare esplosivi o usare kalashnikov ma comunque in grado di guidare veicoli e impugnare coltelli.
Del resto tre anni or sono Mohammed al-Adnani, il capo della propaganda del Califfato ucciso l’anno scorso da un drone statunitense in Siria, con un noto proclama aveva esortato gli adepti anche non addestrati all’uso delle armi a colpire gli infedeli in Europa con le armi a disposizione indicando esplicitamente veicoli e coltelli da cucina.
A Manchester invece è stato impiegato un “veterano” del conflitto libico (e forse anche siriano) già avvezzo a combattere, a produrre esplosivi e al tempo stesso pronto a immolarsi con un’azione suicida. Un caso non certo frequente nel mondo jihadista dove solitamente i tecnici esperti in grado di produrre e confezionare il famigerato esplosivo fatto in casa TATP sono preziosi e non vengono sacrificati in attacchi suicidi affidati invece a fanatici privi di esperienza e capacità specifiche.
Una conferma ulteriore che per i terroristi islamici colpire la Gran Bretagna a ridosso delle elezioni politiche ha un valore strategico teso forse a influenzare l’esito del voto, di certo a dimostrare che il governo non può proteggere i suoi cittadini né i luoghi più rappresentativi del Paese.
Un elemento certo non nuovo se pensiamo che già a fine marzo 2004 gli attentati di al-Qaeda alle stazioni ferroviarie di Madrid provocarono circa 200 morti alla vigilia delle elezioni politiche determinando l’inaspettata vittoria socialista che determinò il ritiro delle truppe iberiche dall’Iraq, come volevano i qaedisti.
A quanto pare anche in questo caso gli attentatori erano già noti all’intelligence ma è evidente che il numero di sospettati o potenziali terroristi è così elevato che non ci sono abbastanza poliziotti o agenti dell’intelligence per tenerli tutti sotto controllo a tempo pieno.

British Prime Minister Theresa May takes part in "The Question Time, Leaders Special" hosted by David Dimbleby in York in northern England on June 2, 2017, ahead of the upcoming general election. / AFP PHOTO / POOL / Stefan RousseauLa stessa May lo ha riconosciuto dopo l’attentato di Manchester riferendo di oltre 3mila potenziali terroristi islamici presenti in Gran Bretagna. Numeri che potrebbero essere in realtà molto più alti se si tiene conto che circa la metà dei 2 mila foreign fighters partiti dalle Isole Britanniche per combattere in Siria e Iraq sotto le bandiere di Isis e al-Qaeda sarebbero rientrati in patria, Inoltre solo i simpatizzanti salafiti nel Regno Unito sono molte migliaia, certo non addestrati a compiere azioni armate ma perfettamente in grado di guidare un veicolo e impugnare un coltello.
Un problema che non riguarda certo solo la Gran Bretagna ma comune a molti altri Paesi europei a elevata presenza musulmana come Belgio, Francia e Germania.
“Non possiamo e non dobbiamo far finta che le cose possano continuare come sono, le cose devono cambiare” ha detto il Primo Ministro proponendo un piano in 4 punti che prevede di sconfiggere l’ideologia islamista, mettere fine allo “spazio sicuro” offerto ai terroristi della rete internet, continuare l’azione militare contro l’Isis in Iraq e in Siria e garantire pene detentive più lunghe a chi viene condannato per terrorismo.
Obiettivi che la May potrà attuare solo se dovesse vincere le elezioni di giovedì e che in ogni caso sono realizzabili ottimisticamente solo a medio lungo termine.

EPA Theresa May e principe Mohammed bin NayefIn un articolo pubblicato il 31 maggio il quotidiano britannico, The Guardian ha rivelato come un’inchiesta sui finanziamenti agli ambienti jihadisti commissionata dall’allora premier David Cameron all’unità di analisi sull’estremismo del Ministero degli Interni viene tenuta segreta per ragioni di opportunità politica poiché evidenzierebbe il ruolo dell’Arabia Saudita.
L’Home Office (il ministero degli Interni) ha confermato che la relazione non è ancora stata completata e che non verrà necessariamente pubblicata a causa dei contenuti “molto sensibili” lasciando ogni decisione al governo che uscirà dalle urne giovedì.
Un aspetto non nuovo non solo per la Gran Bretagna ma per tutta l’Europa, ambiguamente impegnata a combattere un terrorismo islamico che trae la sua forza e la sua manovalanza dagli ambienti estremisti nutriti dai petrodollari delle monarchie del Golfo, importanti investitori nelle economie e nei mercati finanziari del vecchio continente.

170603181340-05-london-bridge-incident-0603-super-169Nonostante le condanne degli organismi che rappresentano il mondo islamico l’attacco al London Bridge conferma infatti tutte le criticità dei Paesi europei alle prese con un terrorismo che inevitabilmente gode di ampi appoggi nell’estremismo islamico sostenuto dalle monarchie sunnite del Golfo, ormai diffuso in modo capillare in Europa e quasi mai contrastato con efficacia dagli Stati che hanno persino rinunciato a incarcerare i foreign fighters di ritorno da Iraq e Siria e a perseguire i tanti predicatori e imam che inneggiano a violenza e sharia.
Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha detto che i terroristi non sono veri islamici come dimostrerebbe il fatto che hanno colpito sul London Bridge durante il Ramadan ma lui per primo (è islamico) dovrebbe sapere che il mese del digiuno è stato sempre insanguinato da azioni terroristiche e negli ultimi giorni terroristi “non veri islamici” (?) hanno massacrato innocenti a Kabul, Baghdad, Mindanao.
Negare che il terrorismo sia “profondamente islamico” è ridicolo ma soprattutto fuorviante, specie dopo i dati emersi nell’aprile 2016 da un sondaggio condotto nella comunità musulmana dalla società demoscopica ICM presentato all’interno di un documentario di Channel 4 dal titolo “Che cosa i musulmani veramente pensano”, presentato da Trevor Phillips, ex presidente della commissione per l’eguaglianza razziale ed i diritti umani.
Il dato più eclatante è che solo il 34% degli intervistati sarebbe disposto a denunciare alla polizia un sospetto ‘foreign fighter’ coinvolto in azioni terroristiche jihadiste. In soldoni questo significa che per convinzione o convenienza i due terzi del campione di popolazione islamica residente in Gran Bretagna sostiene o comunque non contrasta la causa dello Stato Islamico.
Dal sondaggio emerge inoltre che il 52% dei musulmani intervistati ritiene che l’omosessualità dovrebbe essere illegale e per il 47% è inaccettabile che gay o lesbiche insegnino in una scuola.

170603194722-22-london-bridge-incident-0603-restricted-super-169Il 23% si dichiarò a favore dell’introduzione della sharia in Gran Bretagna e il 4 per cento simpatizzava apertamente con i terroristi suicidi, il 32% non condannava le violenze contro chi viene accusato di avere “offeso Maometto” e il 31% si disse a favore della poligamia.
”L’integrazione dei musulmani nel Regno Unito sarà probabilmente il compito più difficile che abbiamo davanti richiederà l’abbandono del multiculturalismo all’acqua di rose e l’adozione di un approccio all’integrazione molto più deciso” aveva detto Phillips un anno or sono. Parole simili a quelle pronunciate ieri da Theresa May.
Un anno prima, nel febbraio 2015, il sondaggio commissionato dalla BBC all’istituto ComRes per sondare il parere della comunità islamica del Regno Unito, stimata in 2,8 milioni di persone (pari al 4,4% della popolazione totale), due mesi dopo la strage jihadista nella redazione parigina di Charlie Hebdo, diede risultati simili.
170603185825-15-london-bridge-incident-0603-super-169Oltre un quarto (il 27%) del campione di mille musulmani britannici intervistati disse di “comprendere i motivi dietro all’attacco a Charlie Hebdo a Parigi” condotto dai fratelli Kouachi il 7 gennaio 2015 mentre l’11% si disse convinto che coloro che pubblicano le immagini di Maometto meritano di essere attaccati.
In termini numerici significa che due anni or sono 280 mila musulmani britannici sostenevano i terroristi e circa 750 mila ne condividevano le motivazioni.
Nel complesso un milione di islamici britannici che ben difficilmente potremmo definire “moderati”. Da non dimenticare poi quel 32% degli intervistati che disse di “capire le ragioni di chi lancia attacchi in nome dell’Islam se la religione è stata insultata”.
“Sono dati che mi preoccupano” commentò Sayeeda Warsi, primo ministro donna di religione musulmana in Gran Bretagna.
Eppure per comprendere l’abisso che separa l’Occidente dall’Islam è sufficiente ricordare la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo promulgata nel 1948 dalle Nazioni Unite che i Paesi islamici non hanno mai sottoscritto perché contraria ai precetti coranici e alla sharia. Il motivo è facilmente comprensibile fin dalla prima riga dell’articolo 1 della Dichiarazione che recita: “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”.

Foto Reuters, AP, CNN e Getty Images

5 giugno 2017 - di

fonte: http://www.analisidifesa.it