Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via email all'indirizzo edomed94@gmail.com Saranno immediatamente rimossi. L'autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.


Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

02/03/19

Degrado a Marina di Ardea: auto abbandonate e quadri elettrici manomessi

Alcune carcasse di auto sono state già rimosse e ne rimangono altre da rimuovere. Importante ripristinare il quadro elettrico per evitare che qualcuno si faccia male
Generica
Auto abbandonate Marina di ArdeaArdea – L’Associazione RivaluTiAmo Marina di Ardea nel segnalare, purtroppo, il solito degrado della zona, evidenzia che, dopo diverse segnalazioni  sono state rimosse le macchine abbandonate da mesi che si trovavano nella zona: quella ribaltata sul prato di Via Bergamo, la Y10 lato opposto e quella bruciata in Via Bolzano incrocio Via Brindisi; così come segnala che ci sono ancora da rimuovere al più presto, anche le altre seguenti tre macchine abbandonate da mesi, una in Via Bolzano incrocio Via Enna, le altre due in Via Bologna (ex Centro Regina) ed un’altra in Via Cavarzere (Via delle Idrovore), come da foto qui alato.
Auto abbandonate Marina di Ardea_1Inoltre, l’Associazione, a seguito di indicazioni di un residente, segnala che il quadro elettrico del semaforo posto sul Lungomare degli Ardeatini, risulta divelto e chiunque può accedervi, come si può apprezzare dalla foto qui pubblicata.
La persona residente nel quartiere che ha segnalato il fatto, fa sapere che il quadro elettrico è da giorni nelle condizioni dalla stessa evidenziate e che si possono verificare dalla foto qui pubblicata e che potrebbero esserci cavi scoperti ed essere oggetto di curiosità da parte di qualche bambino che, incoscientemente, andandoci a mettere le mani, potrebbe procurarsi dei seri danni. La cassetta che contiene il quadro di comando elettrico, si trova a lato di una fermata del “Cotral” sul Lungomare degli Ardeatini a Marina di Ardea.

di - 02 marzo 2019

01/03/19

Aumentano le rapine ad Ardea…anche a mano armata

Colpite molte attività commerciali e rapine anche in strada, a qualsiasi ora del giorno e della notte


Ardea – La notizia di una rapina avvenuta giovedì 21 febbraio,  in via Sassari angolo via Pratica di Mare ad Ardea, è trapelata soltanto poco fa. Tre malviventi a bordo di un’auto “Lancia Y” hanno rapinato un dipendente che effettuava il ritiro degli incassi dalle Slot Macchine nella zona. Il commesso, uscito da un negozio dove aveva appena prelevato le monete dalle slot machine, è stato avvicinato da un uomo con sciarpa in faccia e pistola in pugno che gli ha ordinato di dargli l’incasso.
Somma, che non era soltanto quanto prelevato dall’ultimo locale dove si era recato ma, addizionata da altri incassi ritirati, precedentemente, da altre attività. Rapinato il commesso, il malfattore con la pistola è risalito in auto dove lo attendevano gli altri due complici per darsi alla fuga.
Sul posto il personale della tenenza dei Carabinieri di Ardea che ha preso la denuncia dal derubato. Ovviamente, la notizia sembra vecchia ma nulla era trapelato prima. Cosa strana in quanto mostrerebbe un paese tranquillo dove mancavano soltanto le rapine a mano armata. E per non farsi mancare nulla, ora, ad Ardea c’è anche di questo!!!
La settimana scorsa, scorribanda di ladri hanno razziato in diversi negozi durante la notte. Ormai, Ardea è sempre più allo sbando e sempre più la popolazione è sfiduciata dall’incapacità di chi dovrebbe assicurare una vita tranquilla al popolo. Ancora non si hanno notizie di eventuali arresti di ladri che hanno visitato in questo periodo diverse attività.
A tal proposito, la consigliera comunale e presidente della commissione trasparenza e verifica atti, Luana Ludovici (Lega), ha presentato giorni fa un dettagliato esposto al Ministro degli Interni Matteo Salvini, al Prefetto di Roma, al Comando Generale dei Carabinieri ufficio operazioni, al Questore di Roma e per conoscenza al sindaco Mario Savarese, segnalando i malumori e le paure della popolazione, chiedendo tra l’altro di sapere se e quanti di questi malviventi sono stati assicurati alla giustizia.
Intanto, le indagini proseguono e sono coordinate da Ardea dal C/te Antonio Leggiero e da Anzio dal C/te Lorenzo Buschittari.

di - 01 marzo 2019 

25/02/19

Il socialismo ha ucciso il Venezuela



A Caracas stiamo assistendo al collasso di un modello. Eppure un terzo dei cittadini continua a credere nel socialismo e c’è ancora chi ha nostalgia di un leader come Chávez

25 Febbraio 2019 alle 09:29

Il socialismo ha ucciso il Venezuela

Dall’inizio delle proteste in Venezuela contro il presidente Nicolás Maduro, Flora Blanco, una sarta di 57 anni, si è ripetutamente scontrata con suo marito su una domanda fondamentale: il socialismo ha ucciso il Venezuela?”. Così inizia l’articolo di Anthony Faiola, che sul Washington Post cerca di rispondere a questa domanda. Flora Blanco ha perso ogni speranza con il socialismo (“E’ una farsa”), mentre suo marito è ancora convinto che l’ideologia di Hugo Chávez abbia restituito dignità ai lavoratori. Molti osservatori notano che il ruolo del socialismo nella crisi venezuelana è più complesso di quanto riconosca l’opinione pubblica. Le politiche socialiste finanziate attraverso le esportazioni di petrolio hanno reso il Venezuela una delle società più eque dell’emisfero occidentale. Tuttavia, hanno anche distorto i prezzi e i tassi di cambio, danneggiando l’economia del Venezuela. Molti manifestanti venezuelani vogliono farla finita col socialismo, altri vogliono semplicemente liberarsi del presidente Maduro. Secondo i sondaggi, un terzo dei cittadini continua a credere nel socialismo – ma soltanto la metà di loro ha fiducia in Maduro. “Chávez ha fatto degli errori, ma aveva una vera vocazione sociale”, ha detto Juan Barreto, un ex sindaco di Caracas: “Il sistema imposto da Maduro non ha nulla a che fare col socialismo. Maduro è semplicemente un despota”. Ultimamente, molti ex sostenitori di Chávez hanno fatto mea culpa, e si sono schierati contro Maduro.

L’economia del Venezuela è cresciuta dal 2003 al 2007 sotto la presidenza di Chávez, soprattutto grazie all’aumento del prezzo del petrolio. C’è stata una recessione dopo il crollo di Wall Street nel 2008, ma le contraddizioni dell’èra Chávez non erano nulla rispetto a oggi. Il Venezuela è un lontano parente del socialismo occidentale: non puoi paragonarlo al welfare del Canada e della Francia. Per molti osservatori, è sbagliato dare la colpa al sistema economico. La Bolivia ha vissuto un periodo di crescita prolungata malgrado lo statalismo dell’ex presidente di sinistra, Evo Morales. Ancora oggi, molti venezuelani hanno nostalgia di Chávez. Nella periferia di Caracas c’è una sua statua in cima a una collina. Dopo la morte di Chávez nel 2013, molti residenti hanno costruito un santuario per commemorarlo. Tuttavia, le proteste delle ultime settimane hanno polarizzato l’opinione pubblica. Alcuni “non vogliono più sentire pronunciare la parola ‘socialismo’”, altri continuano ad avere dubbi sul leader dell’opposizione Juan Guaidó. “Se ne dovrebbe andare in America, agisce per conto loro”, ha detto Elisabeth Torres, la custode del santuario di Chávez. Molti altri continuano a essere fedeli al regime perché hanno paura – temono di subire la repressione del governo e di perdere le scorte di cibo che vengono elargite dallo stato. “Io sto dalla parte di Maduro perchè è il presidente”, ha detto Maria Alejandra Sanchez, una giovane madre che frequenta il santuario di Chávez: “Ma lui (Maduro, ndt) non è all’altezza del suo predecessore. Io vivo come una mendicante, non ho i soldi per nulla. Ciò che mi resta è andare a casa, piangere e deprimermi”.