I 15 ex consiglieri regionali del Partito democratico
saranno interrogati dalla Procura di Rieti nelle prossime settimane,
prima che il procuratore generale Giuseppe Saieva decida per chi
chiedere il rinvio a giudizio e per chi l'archiviazione. E il clamore
suscitato dall'inchiesta per peculato che analizza i rimborsi presentati
nel triennio che va dal 2010 al 2012 è destinato a farsi sentire ancora
di più: nell'elenco degli indagati, compaiono nomi di peso del Pd
attuale, come l'ex capo segreteria del sindaco Marino, Enzo Foschi, il
sindaco di Fiumicino (allora capogruppo) Esterino Montino, Marco Di
Stefano già indagato per corruzione a Roma e altri cinque senatori. In
totale, gli indagati sono 41 e gli ammanchi contestati 2,6 milioni.
L'indagine, tra l'altro, può ora contare su una collaborazione che potrebbe rivelarsi utilissima: Batman Fiorito, nei giorni scorsi, è stato ascoltato dal procuratore capo Saieva negli uffici del comando provinciale della Guardia di finanza. E al magistrato avrebbe raccontato nei minimi dettagli come funziona il complesso meccanismo dei rimborsi consiliari.
CACCIA AI MILIONI
Se le indicazioni saranno davvero puntuali come la procura si aspetta, l'inchiesta potrebbe fare un ulteriore salto in avanti. L'indagine reatina infatti non è riuscita a ricostruire tutti i passaggi illegittimi dei finanziamenti non dovuti: le indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza sono riuscite a controllare 3,7 milioni di euro di spese consuntivate, dimostrando che il 71% (ovvero 2,6 milioni) apparirebbe illegittimo. Ma nel complesso, per quel solo triennio il Partito democratico della Regione Lazio ha ottenuto rimborsi per 5,8 milioni. Vuol dire che all'appello mancano ancora 1 milione e 7, e forse qualcosa di più.
IL TESORIERE
Le posizioni più pesanti, al momento, sono quelle contestate all'allora capogruppo Esterino Montino e al tesoriere Mario Perilli: 270mila euro per le cariche che ricoprivano, più una cifra che oscilla tra i 150 e i 260mila euro per Mario Perilli e per Montino da 50 a 100mila euro.
Stando alle indagini, Perilli appare particolarmente dedito all'organizzazione di feste e sagre del tartufo che poco hanno a che fare con l'attività politica ma potrebbero aver fatto felici i suoi elettori. Nel 2011, coprendola con una fattura per un dibattito sul settore agricolo nel reatino, Perilli avrebbe fatto pagare al partito l'allestimento di uno stand alla sagra del tartufo di Ascrea in favore del sindaco di Ascrea e presidente della comunità montana del Turano Dante D'angelo.
E sempre Perilli, ha fatto finanziare al Pd locale la sagra del tartufo al lago del Turano con altri 6mila euro. Oltre ad aver ottenuto fatture false per finanziare un circolo del Pd, il tesoriere non si è negato una cena elettorale con tanto di acquisto d'olio extravergine per 6mila euro. Anche se il palmares per la cena più costosa va all'ex consigliere regionale Giuseppe Parroncini: 20mila euro per cenare (in compagnia) al ristorante di Rocca di Papa La Foresta.
L'indagine, tra l'altro, può ora contare su una collaborazione che potrebbe rivelarsi utilissima: Batman Fiorito, nei giorni scorsi, è stato ascoltato dal procuratore capo Saieva negli uffici del comando provinciale della Guardia di finanza. E al magistrato avrebbe raccontato nei minimi dettagli come funziona il complesso meccanismo dei rimborsi consiliari.
CACCIA AI MILIONI
Se le indicazioni saranno davvero puntuali come la procura si aspetta, l'inchiesta potrebbe fare un ulteriore salto in avanti. L'indagine reatina infatti non è riuscita a ricostruire tutti i passaggi illegittimi dei finanziamenti non dovuti: le indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza sono riuscite a controllare 3,7 milioni di euro di spese consuntivate, dimostrando che il 71% (ovvero 2,6 milioni) apparirebbe illegittimo. Ma nel complesso, per quel solo triennio il Partito democratico della Regione Lazio ha ottenuto rimborsi per 5,8 milioni. Vuol dire che all'appello mancano ancora 1 milione e 7, e forse qualcosa di più.
IL TESORIERE
Le posizioni più pesanti, al momento, sono quelle contestate all'allora capogruppo Esterino Montino e al tesoriere Mario Perilli: 270mila euro per le cariche che ricoprivano, più una cifra che oscilla tra i 150 e i 260mila euro per Mario Perilli e per Montino da 50 a 100mila euro.
Stando alle indagini, Perilli appare particolarmente dedito all'organizzazione di feste e sagre del tartufo che poco hanno a che fare con l'attività politica ma potrebbero aver fatto felici i suoi elettori. Nel 2011, coprendola con una fattura per un dibattito sul settore agricolo nel reatino, Perilli avrebbe fatto pagare al partito l'allestimento di uno stand alla sagra del tartufo di Ascrea in favore del sindaco di Ascrea e presidente della comunità montana del Turano Dante D'angelo.
E sempre Perilli, ha fatto finanziare al Pd locale la sagra del tartufo al lago del Turano con altri 6mila euro. Oltre ad aver ottenuto fatture false per finanziare un circolo del Pd, il tesoriere non si è negato una cena elettorale con tanto di acquisto d'olio extravergine per 6mila euro. Anche se il palmares per la cena più costosa va all'ex consigliere regionale Giuseppe Parroncini: 20mila euro per cenare (in compagnia) al ristorante di Rocca di Papa La Foresta.
di Sara Menafra - 27 dicembre 2014
fonte: http://www.ilmessaggero.it