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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

01/12/14

Istat, Pil -0,5% nel 2014

I consumi finali nazionali sono rimasti invariati nel terzo trimestre, con la spesa delle famiglie residenti che è aumentata dello 0,1% e quella della P.a. che è scesa dello 0,3%.

INLFAZIONE: ISTAT CONFERMA, NEL 2004 +2,2%
L'Italia che resiste, l'Italia che stringe i denti per arrivare a fine mese. I salari bassi, il record storico della disoccupazionne. Il quadro del nostro paese è chiaro: si fa fatica ad andare avanti. E, mentre si legge sui giornali di stagnazione e di legge di stabilità, l'Istat sforna i dati del Pil al terzo trimestre 2014. In questo lasso di tempo il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del terzo trimestre del 2013 (quest'ultimo è il dato annuale, ndr). La stima preliminare diffusa il 14 novembre 2014 scorso aveva registrato la medesima variazione congiunturale e una diminuzione tendenziale dello 0,4%. Il terzo trimestre del 2014, osserva l'istituto, ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre del 2013. La variazione acquisita per il 2014 è pari allo 0,4%. Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali hanno registrato una variazione nulla mentre gli investimenti fissi lordi sono scesi dell'1,0%. Le importazioni sono diminuite dello 0,3% e le esportazioni sono aumentate dello 0,2%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,1 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private, -0,1 la spesa della Pubblica Amministrazione e -0,2 gli investimenti fissi lordi. Anche la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil (-0,1 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,1 punti percentuali. Le esportazioni tendono quindi a salire. Si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto dell'agricoltura (-0,1%), dell'industria in senso stretto (-0,6%) e delle costruzioni (-1,1%), mentre il valore aggiunto dei servizi è rimasto stazionario. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i principali comparti: -3,5% nel settore delle costruzioni, -1,1% nell'industria in senso stretto, -1,3% nell'agricoltura e -0,1% nei servizi. In termini congiunturali, le importazioni di beni e servizi sono diminuite dello 0,3%, il totale delle risorse (Pil e importazioni di beni e servizi) si è ridotto dello 0,2%. Dal lato della domanda, le esportazioni sono aumentate dello 0,2%, i consumi finali nazionali sono rimasti invariati e gli investimenti fissi lordi sono diminuiti dell'1,0%. Nell'ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti e delle Isp è aumentata dello 0,1%, quella della PA è scesa dello 0,3%. La contrazione degli investimenti è stata determinata da una flessione della spesa per macchine, attrezzature e altri prodotti (-0,5%), per mezzi di trasporto (-4,9%) e degli investimenti in costruzioni (-0,9%). Rispetto al trimestre precedente, la spesa delle famiglie sul territorio nazionale ha registrato un aumento dello 0,1%: in particolare sono aumentati gli acquisti di beni durevoli (1,9%) e di beni semidurevoli (1,1%), mentre hanno registrato una diminuzione dello 0,1% sia quelli di beni non durevoli, sia quelli di servizi. Uno sguardo al Pil estero.

In Ue e Stati Uniti l'economia sta ripartendo. Le difficoltà con cui il nostro pasese sta affrontando la crescita si fanno sentire. Nel terzo trimestre, il Pil è infatti aumentato in termini congiunturali dell'1,0% negli Stati Uniti, dello 0,7% nel Regno Unito, dello 0,3% in Francia e dello 0,1% in Germania. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 3% nel Regno Unito, del 2,4% negli Stati Uniti, dell'1,2% in Germania e dello 0,3% in Francia. Nel complesso, il PIL dei paesi dell'area Euro è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% nel confronto con lo stesso trimestre del 2013. Nel terzo trimestre si registrano andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto delle costruzioni (-1,1%), dell'industria in senso stretto (-0,6%), dell'agricoltura (-0,1%) e degli altri servizi (-0,1%). Il valore aggiunto del settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni è rimasto invariato, mentre si registra un incremento per il settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali (0,1%). In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i principali comparti: -3,5% nelle costruzioni, -1,1% nell'industria in senso stretto, -1,3% nell'agricoltura e -0,1% nei servizi. Rispetto al trimestre precedente, il deflatore del Pil è diminuito dello 0,1%. Il deflatore della spesa delle famiglie residenti e delle ISP è diminuito dello 0,2% e quello degli investimenti è aumentato dello 0,7%. Il deflatore delle importazioni è aumentato dello 0,2%, quello delle esportazioni dello 0,3%. In termini tendenziali, il deflatore del Pil è rimasto stazionario, quello della spesa delle famiglie residenti e delle Isp e' diminuito dello 0,1% e quello degli investimenti è aumentato dello 0,7%. Il deflatore delle importazioni è diminuito dell'1,3%, quello delle esportazioni dello 0,4%.

m.d.l. - 01/12/2014
fonte: http://www.iltempo.it

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