Introduzione
Quando il mondo si trova ad affrontare una crisi economica strutturale,
l’attuale potenza mondiale egemone si esaspera a reggere la propria
autorità in ogni modo possibile. Per sovrastare la futura egemonia della
superpotenza del blocco cino-russo la supremazia occidentale ha già
posizionato numerose dirigenze militari e mediatiche. Uno dei motivi
principali dell’attuale crisi mediorientale è il piano occidentale volto
ad interrompere il progetto Cintura della Via (OBOR) per collegare Asia
ed Europa con la Via della Seta o rotta dei trasporti cinese. Se il
progetto altamente ambizioso dell’OBOR si materializza, la Cina sarà al
centro della scena egemonica globale. Ma l’occidente non lo vuole
proprio, fingendosi ancora l’unica autorità del mondo. Così, ha adottato
la nuova idea del Caos e Domina per affrontare i blocchi alternativi, e
le guerre in Medio Oriente sono dei buoni esempi della politica globale
occidentale del Caos e Domina. Alla fine, le guerre nel Medio Oriente
respingono il sogno cinese dell’OBOR per un periodo di tempo incerto.
Nel frattempo, tali agitazioni e guerre spingono la strategia asiatica
cinese a collaborare di più con i vicini di Asia occidentale, Asia
centrale, Asia meridionale e Sud-Est asiatico. Sappiamo che il blocco
delle potenze cino-russa non è abbastanza sicuro nelle regioni dei Paesi
confinanti, dove l’egemonia occidentale aguzza la vista. E’ chiaro che
da poco gli strumenti geostrategici occidentali hanno iniziato le
provocazioni diplomatiche in luoghi storicamente e politicamente
sensibili presso Cina e Russia. Vi sono crescenti trepidazioni nei
vicini sul Mar Cinese Orientale e Mar Cinese Meridionale per le
divergenze sulle acque della regione. L’occidente è intervenuto in
questi conflitti regionali con la copertura della libertà di
navigazione. Per evitare guerre indesiderate con i vicini e la presenza
occidentale, la Cina è sulla difensiva e diplomatica. E’ vero che, se
scoppiasse una guerra, l’occidente ne sarebbe poco colpito. D’altra
parte, milioni moriranno in Asia per una guerra indesiderata. La Cina sa
bene che può evitarla proseguendo il suo piano Cintura e Via,
garantendosi la sicurezza dagli alleati asiatici sostenitori del
progetto OBOR. In questo caso, la comparsa di nuove partnership tra due o
più potenze regionali asiatiche potrebbe avere un’enorme influenza
geopolitica nel stabilizzare il piano OBOR, arrestando indirettamente il
monopolio geo-strategico occidentale in Asia meridionale e nel Sud-Est
asiatico. E’ evidente che Cina e Iran si uniscono su una piattaforma da
cui possono incrementare la reciproca influenza diplomatica in Asia e
svilupparsi economicamente con l’idea dello mutuo sviluppo col progetto
OBOR.
Le relazioni storiche tra Cina e Iran
La relazione storica tra la Cina e Iran ha quasi 2500 anni. Le relazioni
diplomatiche, culturali ed economiche tra le culture della Cina e del
Grande Iran risalgono a tempi antichi, al 500 a. C. Ci furono
interazioni culturali ad alto livello tra Parti e dinastia Han, e tra
impero sassanide e dinastia Tang. E anche in quei tempi antichi la Via
della Seta era il principale collegamento tra le due civiltà. Durante il
periodo Parti-Han, la Via della Seta svolse un ruolo fondamentale nelle
interazioni culturali e commerciale, contribuendo a stabilire
ambasciate diplomatiche. Parti e Han avvicinandosi si conobbero bene,
poi il buddismo si diffuse dalla Cina alla terra dei Parti, dove i
monaci buddisti della civiltà indiana giunsero. Nel periodo sassanide,
il rapporto si sviluppò in associazioni culturali ed economiche. Ad
esempio, i sassanidi ebbero 13 ambasciate in terra cinese, e avevano
rapporti commerciali terrestri e marittimi; entrambi gli imperi
collaborarono per darsi misure di sicurezza per proteggere la Via della
Seta da banditi, in particolare i turchi. Alla fine, l’invasione
arabo-musulmano (abbaside) dell’Iran danneggiò lo storico rapporto
diplomatico sino-persiano. E, dopo qualche decennio dall’ascesa al
potere islamica, una guerra fu combattuta tra queste due civiltà amiche.
Dopo che la guerra fu vinta dal califfato abbaside dell’Iran, il
rapporto migliorò tra tumultuosi cambi diplomatici. Furono di nuovo
amici. Nel corso dei secoli svilupparono partenariati economici e
strategici. È interessante notare che entrambi i Paesi si riscoprirono
nel secondo dopo-guerra, quando la Cina subì i cambiamenti sociali,
politici ed economici della rivoluzione cinese. La Cina mantenne buoni
rapporti diplomatici con la dinastia Pahlavi e il rapporto non mutò
neanche con la rivoluzione iraniana del 1979. In seguito, entrambi i
Paesi rivoluzionari apparvero per lo più interessati a un approccio
reciprocamente vantaggioso.
I rapporti economici e commerciali tra Iran e Cina
La loro relazione economica si basa principalmente sul petrolio
dell’Iran, che possiede la seconda maggiore riserva di petrolio del
mondo. Negli ultimi dieci anni, la Cina ha firmato diversi accordi per
120 miliardi di dollari con l’Iran. L’80% delle esportazioni iraniane
verso la Cina è composto da petrolio, rendendo l’Iran il terzo maggior
fornitore di greggio della Cina. L’Iran fornisce quasi un milione di
barili di greggio al giorno alla Cina. Negli ultimi due anni la Cina ha
aumentato la domanda di petrolio di quasi il 50%. Diversi giacimenti di
petrolio sono sviluppati in Iran da imprese cinesi. Ora, la Cina aiuta
l’Iran a esportare petrolio e gas dai porti iraniani sul Mar Caspio e
del sud in Europa e Asia. Sembra che la diplomazia cinese verso l’Iran
sia stata articolata dalla politica energetica fin dai tempi in cui la
Cina divenne importatrice di petrolio, nei primi anni ’90. Escludendo il
petrolio, la Cina è un mercato enorme per le esportazioni
petrolchimiche iraniane come il metanolo. Le aziende cinesi negoziano un
accordo da 5 miliardi di dollari con l’Iran per creare l’impianto di
metanolo nella città di Mahshahr. Più di 70 aziende cinesi sono attive
in Iran, avendo già investito su metropolitana, dighe, pesca e
cementifici a Teheran, mentre l’Iran ha sostenuto l’ascesa della Cina
con minerali molto ricercati: carbone, zinco, piombo e rame. Il
commercio tra i due Paesi riguarda anche attrezzature energetiche,
minerarie e dei trasporti assieme ad armamenti e beni di consumo come
elettronica, ricambi per auto e giocattoli. Anche se i consumatori
iraniani non sono molto soddisfatti dalle merci cinesi più economiche,
il valore degli scambi tra i due Paesi raggiungerà i 100 miliardi di
dollari in pochi anni. Con un accordo da 13 miliardi di dollari, la
Società per l’Edilizia e lo Sviluppo dei Trasporti iraniana, in
collaborazione con la Cina, costruirà una rete ferroviaria da 5300
chilometri di otto tratte.
Rapporto politico e sociale tra Cina e Iran
I temi ideologici condivisi dell’antimperialismo e del terzomondismo
hanno contribuito a suggellare il rapporto tra i due Paesi, alleandosi
per controbilanciare Unione Sovietica e Stati Uniti durante la Guerra
Fredda. Una volta che l’URSS firmò il Patto di amicizia
sovietico-indiano, il rapporto divenne un sistema per contrastare la
crescente influenza sovietica nel Golfo Persico. Ma rimaneva una certa
distanza tra il regime di Mao e quello dello Shah per l’ideologia. Lo
Scià era vicino agli Stati Uniti, mentre Mao era un comunista. Non
appena lo Scià fu rovesciato dalla rivoluzione islamica, la Cina subito
riconobbe il nuovo governo, il 14 febbraio 1979. Ma la Cina si trovò in
una situazione difficile nella guerra Iran-Iraq degli anni ’80 dato che
entrambi i Paesi erano alleati della Cina. La Cina fu abbastanza
intelligente da rimanere fuori dal conflitto e spingere per una
soluzione diplomatica del conflitto. Ma la crescente cooperazione della
Cina con Israele e Stati Uniti ebbe scarsa influenza sulle relazioni
Cina-Iran. Tuttavia, entrambi i Paesi furono colpiti dai giovani
liberali. Come nel resto del mondo, gli iraniani avevano un’ammirazione
profonda per la crescita cinese, e l’Iran rispetta e apprezza il
contributo cinese verso l’Iran. Da alleato storico, l’Iran è stato
accolto come membro fondatore dell’Asian Infrastructure Investment Bank
(AIIB) della Cina. Ci fu una discussione sull’adesione dell’Iran a
membro a pieno titolo della Shanghai Cooperation Organization, dove
l’Iran ha la posizione di osservatore. L’Iran è tributario della Cina
nella diplomazia con le Nazioni Unite, in particolare del potere di veto
cinese nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La Cina ha
rifiutato di sostenere l’embargo sulle armi delle Nazioni Unite contro
l’Iran e si è astenuta da molte proposte di sanzioni degli USA. Ma la
Cina sostenne le sanzioni del 2010 delle Nazioni Unite contro l’Iran,
causando qualche tensione e ritorsioni dall’Iran sull’insurrezione
musulmana in Cina. Poi, la breve tensione tra i due Paesi fu considerata
un piccolo incidente di percorso sulla rotta politica. Le società
cinesi e iraniane espressamente riconoscono reciprocamente l’orgoglio
nazionale e l’identità storica dei moderni Stati discendenti da antiche
civiltà. Nonostante l’aspetto psicologico e la contrazione dei contatti
dopo la rivoluzione cinese nel 1949, le interazioni sociali e politiche
ripresero dal 1960. Ad esempio, l’Iran sostenne l’azione dello Stato
cinese a piazza Tienanmen e la Cina condannò l’attacco degli Stati Uniti
a un aereo passeggeri iraniano. Ultimamente l’Iran vive l’introduzione
di ristoranti cinesi nella sua vita culturale.
La cooperazione militare e nucleare tra Iran e Cina
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, le potenze occidentali cercarono
di controllare la potenza militare cinese e le relazioni strategiche
militari dell’Iran. Nonostante gli avvertimenti occidentali, la Cina
avrebbe aiutato militarmente l’Iran addestrando gli alti ufficiali su
sistemi all’avanguardia, fornendo supporto tecnico, acciai speciali per
la costruzione di missili, tecnologia per lo sviluppo missilistico,
costruendo una fabbrica di missili e con una serie di test. Ci furono
indicazioni che la Cina aiutava l’Iran a sviluppare armi convenzionali
avanzate, tra cui missili superficie-aria, aerei da combattimento,
sistemi radar e motovedette lanciamissili. L’Iran gioca un ruolo
fondamentale nell’aiutare la Cina ad influenzare il Golfo e non solo,
data la posizione strategica dell’Iran tra Mar Caspio e Golfo. Tuttavia,
Teheran garantisce la sicurezza dell’approvvigionamento di petrolio
della Cina ed offre contemporaneamente alla Cina una fonte di petrolio
ad occidente dello Stretto di Hormuz. Queste considerazioni tattiche
così appaiono nell’attuale collaborazione militare tra Cina e Iran. Il
20 settembre 2014, la 17.ma Squadra di scorta della Marina cinese
attraccava nel porto di Bandar Abbas, nel sud dell’Iran, per la prima
visita. Poi Cina e Iran parteciparono all’esercitazione militare
congiunta nel Golfo Persico Velayat 3. La Cina e i partner iraniani
affermano la strategia cinese dell”andare ad ovest’ e le future attività
della Cina comprenderanno aree come Oceano Indiano e Golfo Persico,
fonti marittime dell’approvvigionamento energetico della Cina. La Cina
ha anche costruito il primo reattore di ricerca nucleare dell’Iran e poi
fornito altri quattro reattori. La Cina ha aiutato l’Iran a costruire
il suo impianto di arricchimento di esafluoruro d’uranio vicino Isfahan.
L’Iran, con l’aiuto cinese, riavviò la centrale di Bushehr, abbandonata
da francesi e tedeschi. Dopo il crollo sovietico, l’Associazione
internazionale per l’energia atomica aumentò i controlli sulle attività
nucleari Iran-Cina. Nonostante le proteste occidentali sul programma
nucleare iraniano, ci furono indicazioni che la Cina fosse direttamente
coinvolta e aiutasse indirettamente l’Iran nei suoi programmi nucleari.
Nel 2005, 7 aziende cinesi furono accusate di aiutare i programmi
nucleari iraniani e messe nella lista nera negli Stati Uniti per 2 anni.
Ma non finì qui, molti esperti, scienziati e tecnici nucleari cinesi
erano già presenti in Iran aiutandolo a continuare i ‘programmi nucleari
pacifici’, anche se nel 2010 le sanzioni internazionali contro l’Iran
furono sostenute dalla Cina.
Conclusione
La Cina ha sempre bloccato le azioni estreme e dure contro l’Iran
durante l’isolamento internazionale di Teheran sui programmi nucleari,
per via di considerazioni storiche e strategiche, nonché per interessi
economici, dato che i movimenti politici e strategici dell’asse
Pechino-Teheran si sono storicamente dimostrati reciprocamente
vantaggiosi. La Cina ha bisogno dell’Iran per le sue risorse energetiche
e l’Iran ha bisogno del sostegno cinese per la sua ambiziosa egemonia
mediorientale. Tuttavia, con la firma dell’accordo nucleare iraniano nel
luglio 2015, Cina e Iran sono i vincitori geostrategici dell’ampio
riequilibrio contro gli Stati Uniti, controbilanciandone la potenza in
Asia occidentale, mentre allo stesso tempo la Cina espande presenza
geostrategica ed influenza nella regione. Nel frattempo, l’occidente e i
suoi partner regionali vogliono soverchiare il blocco alternativo con
diversi accordi commerciali e militari spingendo il blocco alternativo a
contrastarlo con una maggiore coesione interna. La partnership
strategica tra Cina, Iran e Russia può svolgere un ruolo fondamentale
sul futuro commerciale e geopolitico del Medio Oriente, e non solo.
Giocando un solido ruolo nel processo di pace e stabilità del Medio
Oriente, è giunto il momento per l’Iran di dotarsi di armi nucleari.
Solo un Iran nucleare, creando un equilibrio di potere regionale in
Medio Oriente, potrà mettere fine alla crisi mediorientale e spianare la
via a un futuro di pace e stabilità, creando successivamente fondamenta
politiche e piattaforma diplomatica per il progetto OBOR che la Cina
prevede nel prossimo futuro.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
fonte: https://aurorasito.wordpress.com/