L’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni, dal 2010 si
 batte in difesa delle vittime di amianto. I casi seguiti sono davvero 
tanti e tutti eclatanti. Ad unirli sono alcuni tratti distintivi: ovvero
 il malcelato negazionismo e la resistenza verso l’argomento da parte 
delle Istituzioni.
Oggi raccontiamo la storia umana di un uomo che non si è mai lasciato abbattere dai muri di gomma, ne’ dalle pressioni.
Parliamo di 
Antonio Da Cin, finanziere in congedo, che ha contratto l’asbestosi 
pleurica  a causa dell’esposizione alle fibre di amianto per un periodo 
di circa 12 anni, mentre svolgeva attività di servizio nel Corpo della 
Guardia di Finanza.
L’attività 
sinergica di Antonio Dal Cin e dell’Avv. Bonanni (udito recentemente 
dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sui rischi per i militari) 
danno ragione a quanti chiedono verità e giustizia, dopo essere stati, 
per così dire, dimenticati dallo Stato.
Signor Dal 
Cin, a lei è stata riconosciuta la “Causa di Servizio”, e 
successivamente ha ottenuto il riconoscimento di “Vittima del Dovere”, 
anche se con un misero 5% di invalidità totale che in realtà contrasta 
fortemente con le sue precarie condizioni di salute.
Lei, ovviamente deluso dal magro risultato, chiede giustizia. Cosa si aspetta dalle Istituzioni?
Ho vissuto 
sulla mia pelle l’indifferenza di chi in modo scorretto mi ha privato 
dei miei diritti, tra strane dimenticanze ed errori incomprensibili ed 
inaccettabili per cui ho provato un senso di profondo abbandono, fino a 
ritrovarmi ostaggio della burocrazia, in una vicenda che non ha 
precedenti in Italia. Questo ed altro ancora, perchè qualcuno ha deciso 
cosa, come e quando. Ciononostante, continuerò a credere nelle 
Istituzioni fino alla morte. E morirò per il rispetto delle Istituzioni,
 e al tempo stesso lotterò perchè tutti abbiano lo stesso rispetto. Si 
può morire per la divisa, ma è necessario che tutti lo facciano, ovvero,
 riconoscano il segno distintivo del sacrificio e di quell’onestà, 
lealtà e onore che ha sempre contraddistinto il Corpo della Guardia di 
Finanza. 
Perché questi ritardi, secondo lei?
Per il 
semplice fatto che secondo qualcuno è così che deve essere premiato un 
militare che, fedele al giuramento prestato ha privilegiato la tutela 
del bene sacro della vita. Ma un uomo giusto, continua a fare il proprio
 dovere fino in fondo, senza mai voltarsi indietro e senza temere le 
conseguenze di una giusta scelta.
Si tratta di ostruzionismo, negazionismo, si temono dei pericolosi precedenti o cosa?
Questo non 
spetta a me valutarlo. Ma nei miei confronti è stato posto in essere un 
comprovato e reiterato ostruzionismo, esclusivamente mirato a non far 
emergere quella verità che solo in parte è stata resa pubblica, 
attraverso le risultanze mediatiche, Parlamentari e non in ultimo 
sanitarie. Nonostante le mie precarie condizioni di salute, ho subito 
quel fenomeno ormai noto negli ambienti militari e meglio conosciuto 
come “mobbing con le stellette”. Le relazioni che ho depositato 
all’Amministrazione lo documentano in modo chiaro, inequivocabile ed 
incontrovertibile, trovando peraltro riscontro in quanto certificato dai
 vari specialisti presso il “Centro per il Rilevamento della Patologia 
Mobbing Compatibile della ASL di Roma”.
Il suo motto è “Liberi dall’amianto si può e si deve”. In che modo ci si può liberare dal letale agente?
 Ho sempre cercato di esprimermi con parole semplici ma efficaci che possano racchiudere  l’essenziale. “Liberi dall’amianto si può” esclusivamente attraverso le bonifiche, ma il concetto  deve essere recepito a 360°. Innanzitutto, occorre che vi sia una manifesta volontà politica che getti le basi, affinchè tutto ciò possa realizzarsi. Finora non c’è mai stata, se non durante i comizi elettorali sfociati in promesse mai mantenute. 
“Liberi
 dall’amianto si deve”, perchè chi riveste un ruolo istituzionale ha il 
dovere di tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare l’ambiente in
 cui essi vivono. Ma a quanto pare, seimila morti l’anno di amianto in 
Italia non scuotono le coscienze degli uomini e tutto si ripete in un 
tempo senza fine.
Quale protocollo sanitario segue per contrastare ed arginare l’avanzamento della malattia?
 Intanto, la “Sorveglianza Sanitaria”, quale strumento efficace per una diagnosi precoce. Poi mi attengo scrupolosamente alle terapie farmacologiche prescritte dai vari specialisti che mi seguono. 
Non in ultimo,
 grazie al Prof. Luciano Mutti, stiamo provando a contrastare il 
cosiddetto “tiro alla fune” tra il cancerogeno e le difese immunitarie 
dell’organismo, attraverso l’assunzione di antiossidanti, tra cui il 
glutatione, associato a acetilcisteina, vitamine ed altro, oltre ad una 
corretta alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione, limitando 
il consumo di carne e derivati. 
Lei è uno dei pilastri dell’ONA: segue, divulga informazioni, infonde coraggio. Che riscontri ha da parte delle altre vittime di amianto?
 Mi ritengo 
semplicemente un uomo giusto. Dono al prossimo quanto ho di più 
prezioso, il mio tempo. E’ un dovere che va ben oltre ogni dovere e mi 
consente di sentirmi ancora vivo, nonostante sono già prigioniero del 
mio corpo. La 
salute e la salubrità dell’ambiente in cui viviamo, costituiscono i 
requisiti essenziali all’interno di una società civile, dove il rispetto
 del diritto alla Vita, non ha bisogno di trovare fondamento nelle norme
 giuridiche, essendo il diritto a vivere, primordiale, quindi spettante a
 ogni essere umano che ha il diritto di vivere in condizioni ecologiche,
 sociali, psicologiche, tecnologiche, che ne consentano lo sviluppo di 
tutte le potenzialità, senza mai lederlo. 
Respiriamo per
 vivere, non per morire e non può essere revocato in dubbio che l’unica 
fibra di amianto non pericolosa per la salute dell’uomo è quella che non
 respiriamo. Questo il motivo per cui da anni sono schierato in prima 
linea con l’Osservatorio Nazionale Amianto ONA Onlus che ha quale suo 
primo obiettivo la prevenzione primaria, ovvero, evitare tutte le 
esposizioni ad amianto e altri cancerogeni (ambiente pulito equivale a 
salute e l’ambiente contaminato a malattie). La bonifica evita le 
esposizioni ai cancerogeni, e previene le malattie asbesto correlate, 
tra le quali: mesotelioma, cancro del polmone, asbestosi. Solo così si 
può fermare l’epidemia di malattie asbesto correlate.
Ci descrive una sua giornata tipo?
Non esiste una
 giornata tipo quando si vive una condizione di malattia grave. Ogni 
giorno va affrontato come si presenta. Si combatte per la vita e si 
cerca di sopravvivere tra mille difficoltà.
Come vive un malato di amianto? Quali sono le sue paure e le sue inquietudini?
La paura fa parte della nostra esistenza. Chi dice di non aver paura mente, o non è umano.
La razionalità
 non può essere ingannata, quando si ha la consapevolezza di essere “in 
fila per morire”. Ogni volta ci si chiede chi sarà il prossimo. 
A livello economico come sopravvive un malato che deve curarsi e difendersi, avvalendosi delle briciole concesse da chi lo ha “ammazzato”?
Molto male ed è
 un comune denominatore per tutte le persone che vivono la medesima 
condizione e non vedono via d’uscita in un Paese dove la sanità ha 
subito tagli inaccettabili.
 Uno sguardo verso il futuro: come si vede fra qualche anno. Sente di vincere le sue lotte?
Per chi vive la mia condizione è difficile guardare al futuro anche quando si è sempre pensato in positivo.
La mattina 
quando mi sveglio mi sento un privilegiato e vivo ogni giorno come il 
più bel miracolo in assoluto, dedicandolo ai miei figli.
 Fa mai dei progetti per sé e per la sua famiglia? Un sogno ed una speranza…
Penso ogni 
giorno alla mia famiglia. La mia speranza è quella di veder sistemati i 
miei figli, prima che possa accadermi qualcosa.
Gratitudine: si tratta di un concetto che oggi si sta perdendo. A chi rivolgerebbe la sua gratitudine?
 Colgo 
l’occasione per esprimere la mia profonda gratitudine all’Avv. Ezio 
Bonanni che non  mi ha abbandonato un solo istante, all’associazione ONA
 Onlus e a tutti i circa 20.000 iscritti che operano su tutto il 
territorio nazionale. 
Ho incontrato 
l’avv. Ezio Bonanni a novembre del 2011 nel suo studio a Latina e ho 
capito subito che andavamo nella stessa direzione, in quel comune 
cammino che ancora ci unisce e ci vede schierati contro l’amianto in 
nome del bene sacro della vita.
In lui ho 
trovato un valido sostegno che va ben oltre il ruolo professionale. E’ 
per me il fratello che non ho mai avuto e mi ha incoraggiato e sostenuto
 nei momenti difficili, restando sempre vicino alla mia famiglia. Senza 
il suo aiuto, tutto ciò che ho fatto insieme ad altri non sarebbe mai 
stato possibile.
E l’avvocato Bonanni chiosa “Ribadiamo la fiducia nelle 
istituzioni e perciò, coloro che tradiscono il giuramento debbono essere
 identificati puniti e rimossi È inaccettabile che il corpo e la divisa 
della Guardia di Finanza siano non solo piene di amianto, come si è 
verificato, ma anche imbrattate da chi Viola il giuramento”.
Conclusioni di Antonio Dal Cin
Un giorno non 
lontano, il mondo intero sarà costretto ad ammettere che la Shoah 
silenziosa dell’amianto è uno dei più grandi crimini commessi contro 
l’umanità in nome del progresso e del profitto, perpetrato e reiterato 
dalla lobby con piena e lucida consapevolezza, grazie alla connivenza 
dei governi che ne hanno favorito l’utilizzo in modo indiscriminato e ne
 hanno ritardato la messa al bando, nonostante la pericolosità per la salute dell’uomo è già nota agli inizi del primo novecento, e l’amianto è risultato tra i più micidiali cancerogeni del pianeta.
Simona Mazza - 15 agosto 2018
https://www.osservatorioamianto.com/chi-siamo/
http://www.eziobonanni.com/
https://www.osservatorioamianto.com/asbesto-amianto/
fonte: 
http://www.lavalledeitempli.net/2018/08/15/amianto-nella-gdf-antonio-dal-cin-un-morto-vuole-parlare/