RT: Signor Presidente, la ringrazio molto per averci incontrato.
Assad: Siete i benvenuti a Damasco.
RT: Cominciano con
Aleppo, naturalmente. Aleppo vive ciò che sono forse i più feroci
combattimenti dall’inizio della guerra, sei anni fa, qui in Siria. Ma i
politici e i media occidentali hanno una visione molto negativa
dell’avanzata dell’esercito. Perché? La vedono come una propria
sconfitta?
Assad: In realtà, dopo aver fallito a Damasco, perché
la storia dei primi tre anni è stata “liberare Damasco dalle mani dello
Stato”. Quando fallirono, passarono ad Homs, allora (falliti ad Homs) si
concentrarono su Aleppo negli ultimi 3 anni. Per loro era l’ultima
carta importante da giocare sul campo di battaglia siriano.
Naturalmente, vi sono ancora terroristi in diverse parti della Siria, ma
non come Aleppo, la seconda città del Paese, che ha una dimensione
politica, militare, economica e anche morale (tutte peculiari) laddove i
loro terroristi vengono sconfitti. Così per costoro, la sconfitta dei
terroristi è la sconfitta dei loro agenti, per essere chiari. Essendo
loro agenti, la sconfitta dei terroristi è la sconfitta di tutti i Paesi
che li controllano, che siano regionali od occidentali, come gli Stati
Uniti, in primo luogo, o Francia e Regno Unito.
RT: Quindi pensa che la considerino una loro sconfitta, no?
Assad: Esatto, questo è ciò che voglio dire. La
sconfitta dei terroristi è la loro sconfitta, perché sono loro il vero
esercito in campo. Questi Paesi non intervengono direttamente in Siria:
sono intervenuti attraverso queste forze di ascari. Ecco come vediamo le
cose, se vogliamo essere realisti, a prescindere dalle dichiarazioni,
naturalmente.
RT: Palmira è ora un altro settore difficile, è stata ripresa dallo SIIL. Ma non viene condannato ciò. E’ per lo stesso motivo?
Assad: Esattamente, perché se Palmyra fosse stata presa
dal governo, avrebbero espresso timori sul patrimonio storico. Quando
Aleppo viene liberata dai terroristi, funzionari e media mainstream
occidentali esprimono preoccupazione per i civili. Ma non gli importa
quando succede il contrario quando i terroristi uccidono i civili o
attaccano Palmyra e distruggono il patrimonio dell’umanità, non solo in
Siria. Esattamente, avete ragione. Perché se si considera la tempistica
dell’attacco contro Palmyra, vedete che è collegato a ciò che accade ad
Aleppo. Questa è la risposta a ciò che accade ad Aleppo, l’avanzata
dell’Esercito arabo siriano, volendo minare la vittoria ad Aleppo e
contemporaneamente distrarre l’Esercito arabo siriano da Aleppo
attirandolo a Palmyra e fermarne l’avanzata. Ma naturalmente non ha
funzionato.
RT: Ci sono anche i
rapporti sull’assedio di Palmira non solo legato alla battaglia di
Aleppo, ma anche a ciò che succede in Iraq. La coalizione guidata dagli
Stati Uniti, che comprende quasi 70 Paesi, avrebbe permesso ai
terroristi dello SIIL di lasciare Mosul, rafforzandosi in Siria. Pensa
che possa essere così?
Assad: Questo è possibile, ma di ciò i politici
statunitensi se ne laverebbero le mani (liberandosi) della
responsabilità per l’attacco. Sostengono che l’esercito iracheno
attaccava Mosul e lo SIIL lasciava Mosul per la Siria, ed ecco tutto. Ma
non è questa la spiegazione. Perché? Dato che i terroristi hanno
attaccato Palmira con potenza di fuoco e risorse umane di dimensioni
inaudite, come lo SIIL non ha mai avuto prima. Hanno attaccato su un
ampio fronte, per decine di chilometri, corrispondendo a diverse forze.
Lo SIIL poté raggiungere l’obiettivo con il supporto di diversi Stati,
non uno, ma molti. Sono arrivati con mitragliatrici, cannoni e altra
artiglieria, potendo avanzare nel deserto, e sotto la supervisione
dell’alleanza USA che dovrebbe attaccare Raqqa, Dayr al-Zur e Mosul. Ma
non è accaduto, chiudendo gli occhi sulle azioni allo SIIL o, e questo è
ciò che penso, li hanno spinti fino a Palmyra. Non si tratta di Mosul,
non dobbiamo cadere in questa trappola. Si tratta di Raqqa e Dayr
al-Zur, a poche centinaia di chilometri; sono arrivati sotto la
supervisione dei satelliti e droni e con il sostegno degli Stati Uniti.
RT: Qual è lo stato delle forze dello SIIL oggi?
Assad: La loro forza è pari al sostegno che ricevono da
occidente e potenze regionali. In realtà, se considerati isolatamente,
non sono forti perché non hanno l’incubatore sociale naturale. In caso
contrario, i terroristi non avrebbero abbastanza forza. Il loro vero
sostegno (soldi, investimenti petroliferi, supporto delle forze aeree
dell’alleanza degli Stati Uniti…) è la sola causa della loro forza, e
perciò dico che la loro forza è la somma di quella dei loro sostenitori e
supervisori.
RT: Ad Aleppo, abbiamo
sentito del permesso ad alcuni di tali terroristi di lasciare
liberamente il campo di battaglia. Perché? E’ chiaro che tornerebbero ad
Idlib, ad esempio, per avere armi e prepararsi ad ulteriori attacchi,
forse cercando di attaccare chi libera Aleppo.
Assad: Esattamente, è giusto e questo accade da diversi
anni. Ma dobbiamo considerare sempre i pro e i contro, quando i
vantaggi superano le perdite, va fatto. In questo caso, la nostra
priorità è preservare l’area dalla distruzione causata dalla guerra,
proteggere i civili che vi vivono, dando possibilità ai civili di
lasciare la zona dai corridoi umanitari per raggiungere quelle
controllate dal governo e dare la possibilità ai terroristi di cambiare
idea, unirsi al governo e tornare alla normalità ed essere amnistiati.
Se non accade, possono andarsene con le armi, con gli svantaggi che ciò
comporta, ma non è la nostra priorità, perché se li si combatte in
qualsiasi altra zona al di fuori delle città, si avranno meno
distruzione e meno vittime, ecco perché.
RT: Ho la sensazione che
li si chiami terroristi, ma allo stesso tempo siano trattano come
esseri umani, viene da dire: “Hai la possibilità di tornare alla vita
normale”.
Assad: Esattamente. Sono terroristi perché portano
armi, uccidono, distruggono, commettono atti di vandalismo, e così via.
Questo è naturale, in tutto il mondo chiamiamo questi atti terrorismo.
Allo stesso tempo, sono esseri umani che hanno commesso atti di
terrorismo. Potrebbero essere altre persone. Si sono uniti ai terroristi
per vari motivi, per paura, i soldi, a volte per ragioni ideologiche.
Quindi, riuscire a tornare alla vita normale, ad essere cittadini
normali, è il nostro compito come governo. Non basta dire, “Combatteremo
i terroristi”. La lotta al terrorismo è come un videogioco. Si può
distruggere il nemico, ma il gioco genererà e rigenerare altre migliaia
di nemici, quindi non è possibile seguire la via statunitense: basta
uccidere, uccidere ancora! Non è il nostro obiettivo; questa è la nostra
ultima opzione. Se si riesce a cambiare le cose, è una buona opzione.
Ed ha funzionato. E’ stato un successo perché molti di questi
terroristi, quando cambiano prospettiva, ritornano alla vita normale e
alcuni si uniscono all’Esercito arabo siriano, combattono con l’Esercito
arabo siriano contro altri terroristi. E’ stato un successo dal nostro
punto di vista.
RT: Signor Presidente,
ha detto che si vince e si perde. Ritiene di fare abbastanza per ridurre
al minimo le vittime civili del conflitto?
Assad: Facciamo del nostro meglio. Il che è abbastanza,
è soggettivo, ognuno può vederlo a suo modo. In ultima analisi, ci
basta, ciò è quello che si è capaci di fare. La mia capacità come
persona, di governo, della Siria, piccolo Paese che affronta una guerra
condotta da decine di Paesi, da centinaia di media dominanti e altri
mezzi che operano contro di voi. Quindi dipende dalla definizione di
“abbastanza” che, come ho detto, è molto soggettiva, ma sono sicuro che
facciamo del nostro meglio. Alla fine, niente è abbastanza e le azioni
umane sono sempre piene di cose buone, giuste, imperfette o carenti,
diciamo, ed è naturale.
RT: I Paesi occidentali
hanno ripetutamente invitato Russia e Iran a far pressione su di voi per
fermare le violenze, come si suol dire. Recentemente, sei Paesi
occidentali, in un messaggio senza precedenti, hanno di nuovo
sollecitato Russia e Iran a fare pressione su di voi, chiedendo un
cessate il fuoco ad Aleppo.
Assad: Sì.
RT: Lo farà? Chiedono un cessate il fuoco solo quando il vostro esercito avanza.
Assad: Esattamente. E’ sempre importante in politica
leggere tra le righe, non fermarsi alla lettera. Ciò che chiedono è
irrilevante. La traduzione della loro affermazione è: “Russi per favore,
fermate l’avanzata dell’Esercito arabo siriano contro i terroristi”.
Questo è il significato della loro dichiarazione, dimenticate il resto,
“Siete andati troppo lontano nella vittoria sui terroristi, questo non
deve accadere. Dovete dire ai siriani di smetterla. Dobbiamo preservare i
terroristi e salvarli”. Qui in breve il senso del loro appello. In
secondo luogo, la Russia non ha mai, in questi giorni, durante la
guerra, prima della guerra o durante l’Unione Sovietica, la Russia non
ha mai cercato d’interferire nelle nostre decisioni. Finora, ogni volta
che la Russia aveva opinioni o consigli, non importa come li
consideravamo, ha sempre concluso dicendo: “Questo è il vostro Paese,
sapete qual è la decisione migliore da prendere. Così vediamo le cose,
ma se le vedete in modo diverso, lo sapete meglio di noi, siete voi i
siriani”. Sono realisti, rispettano la nostra sovranità e sempre ne
hanno difeso la sovranità secondo il diritto internazionale e la Carta
delle Nazioni Unite. Così non è mai successo che ci facessero pressione,
e non lo faranno mai. Questo non è il loro modo di fare.
RT: Qual è lo stato attuale dell’Esercito arabo siriano?
Assad: Dobbiamo valutarlo rispetto a due cose: in primo
luogo la guerra stessa e quindi alla dimensione della Siria. La Siria
non è un grande Paese, quindi non può avere un grande esercito in
termini quantitativi. Il sostegno dei nostri alleati è stato molto
importante, in particolare da Russia e Iran. Dopo sei anni, o quasi, di
guerra, più lunga della prima e della seconda guerra mondiale, è sicuro e
chiaro che l’Esercito arabo siriano non sia grande come lo era prima.
Ma ciò che abbiamo è la volontà di difendere il nostro Paese. Questa è
la cosa più importante. Il nostro esercito ha perso tante vite, abbiamo
avuti molti martiri, tanti soldati disabili. Abbiamo subito perdite
enormi in mezzi. Dal punto di vista dei numeri, abbiamo perso molto, ma
abbiamo ancora la determinazione. E posso dirvi che questa
determinazione è molto più alta rispetto a prima della guerra. Ma
naturalmente non possiamo ignorare l’appoggio della Russia, dell’Iran,
che rendono la nostra determinazione più efficace e pratica.
RT: Il presidente Obama ha recentemente sospeso il divieto di armare i ribelli siriani.
Assad: Sì.
RT: Come potrebbe, a suo
parere, riflettersi sul terreno? Questo probabilmente rafforzerà
direttamente o indirettamente i terroristi?
Assad: Non siamo sicuri che abbiano tolto l’embargo
quando è stato annunciato. Potrebbero averlo tolto già prima, per poi
annunciarlo per dare, ad esempio, legittimità politica. Questa è la
prima cosa. Il secondo punto è molto importante: le date dell’annuncio e
dell’attacco contro Palmira coincidono. C’è un legame diretto tra
questi due eventi, e la domanda è: a chi sono inviate queste armi? Nelle
cui mani finiranno? Nelle mani di SIIL e al-Nusra, che si coordinano.
L’annuncio della revoca dell’embargo è quindi direttamente collegato
all’attacco contro Palmira e supporta i terroristi fuori da Aleppo,
perché subendo la sconfitta ad Aleppo, Stati Uniti e occidente devono
sostenere i loro ascari altrove, perché non hanno alcun interesse a
risolvere il conflitto in Siria. Quindi, l’obiettivo fondamentale di
tale annuncio è creare altro caos, perché gli Stati Uniti creano il caos
per gestirlo, e quando corrono, vogliono usare diversi fattori di tale
caos per utilizzare le diverse parti in conflitto, sia interne che
estere.
RT: Signor Presidente,
si pensa come piccolo Paese in tale vortice causato da Paesi che non
hanno alcun interesse a porre fine alla guerra?
Assad: Esattamente. E’ qualcosa che abbiamo sempre
pensato, anche prima della guerra, ma ora ancor più, naturalmente,
perché i piccoli Paesi si sentono più sicuri quando c’è un equilibrio
internazionale. Abbiamo subito ciò che Lei ha citato, dopo il crollo
dell’Unione Sovietica, quando c’era l’egemonia degli Stati Uniti, e gli
Stati Uniti volevano imporre la propria via e dettare la politica a
tutti. Sono i piccoli Paesi a soffrire di più. Quindi lo sentiamo oggi,
ma allo stesso tempo c’è più equilibrio oggi con il ruolo della Russia.
Ecco perché riteniamo che più la Russia è forte, e non parlo solo della
Siria, ma dei piccoli Paesi del mondo, e più la Cina emerge, tanto più
ci sentiamo al sicuro. La situazione in cui viviamo è molto dolorosa, a
tutti i livelli: umanitario, dei sentimenti, delle perdite, a tutti i
livelli. Ma in ultima analisi, la questione non è vincere o perdere; si
tratta di vincere o perdere il Paese. Si tratta della minaccia
esistenziale alla Siria. Questo non è un governo che cederà a un altro
governo o un esercito ad un altro esercito; in ogni caso il Paese o
vince o sparisce. Ecco come vediamo le cose. Questo è il motivo per cui
non si ha tempo di sentire dolore; non si ha tempo che per combattere,
difendersi e fare qualcosa sul campo.
RT: Parliamo del ruolo dei media in questo conflitto.
Assad: Molto bene.
RT: Tutti i belligeranti
in questa guerra sono stati accusati di causare vittime civili, ma i
media occidentali hanno mantenuto il totale silenzio sulle atrocità
commesse dai ribelli. Quale ruolo giocano i media nel conflitto?
Assad: In primo luogo, i media mainstream e i loro
colleghi politici soffrono di decenni di corruzione morale. Non hanno
morale. Di qualunque cosa parlano, evocano o usano come maschera
(diritti umani, civili, bambini…), vi ricorrono solo per la loro agenda
politica, per influenzare l’opinione pubblica e spingerla a sostenerne
l’azione in tale campo, l’intervento militare o politico. Non hanno
quindi alcuna credibilità in proposito. Basta guardare ciò che accade
negli Stati Uniti, dove una vera e propria rivolta si verifica contro i
media mainstream, perché hanno mentito e continuano a mentire al
pubblico. Possiamo dire che il pubblico o le persone in occidente non
sanno cosa realmente accade nella nostra regione, ma almeno sanno che i
media mainstream e i politici mentono per i propri interessi e scopi.
Ecco perché non credo che ai media mainstream si possa ancora credere,
perciò lottano per sopravvivere in occidente, anche se hanno ampi
esperienze, supporto, soldi e risorse. Ma tuttavia non hanno qualcosa di
essenziale per sopravvivere: la credibilità. Non l’hanno, l’hanno
persa. Non sono trasparenti, ed è perciò che non sono più credibili.
Ecco perché mostrano viltà avendo oggi paura della vostra rete, Russia
Today, dove qualsiasi dichiarazione rivelerebbe la verità, perché
demistificherebbe le loro manipolazioni. Ecco perché.
RT: Per esempio, l’agenzia Reuters ha citato Amaq, l’organo di propaganda dello SIIL sull’assedio di Palmira.
Assad: Sì.
RT: Pensa che diano legittimità agli estremisti, citandone i media?
Assad: Anche se non le citano, ne adottano la retorica
in ogni caso. Ma se si considerano gli aspetti tecnici di come lo SIIL
sia nato, fin dall’inizio, attraverso video, notizie, media e relazioni
pubbliche, utilizzando tecniche occidentali. Le si guardino bene, sono
molto sofisticate. Come può qualcuno assediato, disprezzato in tutto il
mondo, attaccato da aerei e che tutto il mondo vuole cacciare da ogni
città che occupa, come tale gruppo possa mostrarsi così sofisticato, a
meno che sia perfettamente a suo agio e riceva tutto il sostegno
possibile? Non è quindi Amaq a sottolinearlo, a mio parere, ma il fatto
che l’occidente abbia sposato il punto di vista dei terroristi,
direttamente e indirettamente.
RT: Donald Trump
assumerà l’incarico di presidente degli Stati Uniti tra poche settimane.
Lei ha citato gli USA molte volte oggi. Cosa si aspetta dalla nuova
amministrazione degli Stati Uniti?
Assad: La sua retorica durante la campagna è stata
positiva sul terrorismo, la nostra priorità ora. Tutto il resto non è
prioritario, quindi non baderemo a qualsiasi altra cosa, il resto è per
gli statunitensi, per esempio, le questioni interne non mi riguardano.
Ma la domanda è se Trump ha la volontà o la capacità di attuare ciò che
ha detto. Lei sa che la maggior parte dei media mainstream e delle
grandi imprese, le lobby, il Congresso, anche il suo partito gli si sono
opposti. Vogliono più egemonia, più conflitto con la Russia, più
interferenze in diversi Paesi, rovesciarne i governi, e così via. Dice
qualcosa che va nella direzione opposta. Riuscirà a seguire questo corso
contro tutti, quando sarà in carica il prossimo mese? Questa è la
domanda. Se potesse, penso che il mondo sarà diverso, perché la cosa più
importante, come ho già detto, è il rapporto tra Russia e Stati Uniti.
Se si ha questo rapporto, la maggior parte delle tensioni nel mondo si
placherà. E’ molto importante per noi in Siria, ma non credo che nessuno
abbia la risposta. In primo luogo, non è un politico, quindi, non
abbiamo alcun riferimento per giudicarlo. In secondo luogo, nessuno può
prevedere come andranno le cose nel prossimo mese e oltre.
RT: La situazione
umanitaria in Siria è catastrofica e Mogherini, capo della politica
estera dell’UE, afferma che l’UE è l’unica entità a fornire aiuti
umanitari alla Siria. È vero?
Assad: In realtà, tutti gli aiuti inviati dai Paesi
occidentali vanno ai terroristi, per essere perfettamente chiari,
franchi e trasparenti. Non badano per nulla alla vita dei siriani.
Abbiamo molte città in Siria che restano finora circondate e assediate
dai terroristi. Hanno fatto in modo che niente gli arrivi: cibo, acqua,
niente, tutte le esigenze basilari della vita. Naturalmente, attaccano
quotidianamente con i mortai cercando di uccidere. Che gli ha mandato
l’Unione europea? Se si preoccupa delle vite umane, se si parla
dell’aspetto umanitario, perché quando parlano degli aspetti o del
problema umanitario, non si discrimina. Tutti i siriani sono umani,
tutte le persone sono esseri umani. Ma non lo fanno. È il doppio
standard, una menzogna che continuano a dirci, diventando una menzogna
vile, a cui nessuno crede. Non è vero, ciò che ha affermato è sbagliato.
RT: Alcuni suggeriscono
che per la Siria, la soluzione migliore sarebbe la divisione in diverse
parti governate da sunniti, sciiti, curdi. Sarebbe possibile?
Assad: È la speranza e il sogno dell’occidente e di
certi Paesi della regione, e non è una novità legata dalla guerra. E’ di
prima della guerra, e mappe furono stese per tale divisione e
disintegrazione. Ma in realtà, se si guarda alle società di oggi, la
società siriana è più unitaria di prima della guerra. Questa è la
realtà. Non dico questo per incoraggiare nessuno, non mi rivolgo qui
all’opinione pubblica siriana in ogni caso, voglio parlare della realtà.
A causa delle lezioni della guerra, la società è diventata più
realistica e pragmatica, molti siriani hanno capito i pericoli del
fanatismo e di ogni forma di estremismo, non solo religioso: politico,
sociale, culturale; ciò è pericoloso per la Siria. Solo accettando
l’altro, rispettandosi reciprocamente possiamo vivere insieme e avere un
Paese. Così, sulla disintegrazione della Siria, ciò non è effettivo
nella società, tra le diverse sfumature e strati della società siriana,
il tessuto siriano non si può dividere. Non è una semplice mappa da
disegnare, voglio dire, anche se si dispone di un Paese in cui le
persone si dividono, c’è disgregazione. Guardate l’Iraq, è lo stesso
Paese, ma in realtà è disintegrato. Quindi no, non sono preoccupato. I
siriani non potranno mai accettarlo. Parlo ora della stragrande
maggioranza dei siriani, perché non è nuovo, non è un argomento apparso
nelle ultime settimane o mesi. È lo scopo di questa guerra. Così, dopo
quasi sei anni posso dire che la maggioranza dei siriani non accetterà
mai nulla collegato alla disintegrazione, vivrà come una Siria unita.
RT: Come madre, sento il dolore di tutte le madri siriane. Parlo dei bambini in Siria, cosa gli riserva il futuro?
Assad: Questa è la parte più pericolosa del nostro
problema, non solo in Siria, ma quando si parla dell’oscura ideologia
wahhabita, perché molti di questi bambini sono diventati giovani negli
ultimi dieci anni, o più, unendosi ai terroristi per via ideologica, non
per mancanza di denaro o qualsiasi altra cosa, o per speranza, per
esempio, provenendo da famiglie mentalmente aperte, istruite,
intellettuali. Quindi potete immaginare la forza del terrorismo.
RT: Così, pensa sia accaduto a causa della loro propaganda?
Assad: Esattamente, perché tale ideologia è molto
pericolosa e non conosce confini, confini politici, ed Internet ha dato a
questi terroristi strumenti rapidi ed economici per promuovere la loro
ideologia, potendo infiltrare ogni famiglia in qualsiasi parte del
mondo, in Europa, nel vostro Paese, nel mio Paese, ovunque.
RT: E questo è ciò che accade.
Assad: Avete una società laica, abbiamo una società
laica, ma questo non ha impedito di essere infiltrata. Avete una
contro-ideologia per farlo? Certo. Perché hanno costruito la loro
ideologia sull’Islam, è necessario utilizzare la stessa ideologia, il
vero Islam, il vero Islam moderato, per contrastare la loro ideologia.
Questo è il modo più veloce, diciamo. Se vogliamo parlare a medio e
lungo termine, si tratta di quanto far evolvere la società, il modo di
pensare e analizzare, perché tale ideologia può funzionare solo quando
non è possibile analizzare, non si può pensare correttamente. Così è
l’algoritmo della mente, se si dispone di un sistema operativo naturale e
sano, facendo un’analogia con i computer, se si dispongono di buoni
sistemi operativi nelle mente, che non possono essere infiltrati da un
virus. Quindi si tratta di educazione, media e politica, perché a volte
quando si ha una causa, una causa nazionale e la gente si dispera, si
può spingerla verso l’estremismo, un’influenza nella nostra regione
dagli anni ’70, dalla guerra tra arabi e israeliani, e dal fallimento
della pace in tutti gli aspetti (fallimento nel riprendersi la terra,
concessione di terra e diritti al popolo palestinese) si ha più
disperazione, e questo fa il gioco degli estremisti. Questo è dove i
wahhabiti trovano terreno fertile per promuovere la loro ideologia.
RT: Signor Presidente, la ringrazio molto per il suo tempo, e auguro pace e prosperità al Vostro Paese al più presto possibile.
Assad: Grazie mille per essere intervenuti.
RT: La situazione era molto difficile, e mi auguro finisca presto. Grazie.
Assad: Grazie mille per essere venuti in Siria. Sono molto felice di accogliervi.
Traduzione di Alessandro Lattanzio –
SitoAurora
dicembre 19, 2016
Dr. Bashar al-Assad,
RussiaToday, 16 dicembre 2016
fonte:
https://aurorasito.wordpress.com/