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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

21/01/17

Dramma della neve: a chi chiedere?



Stringe il cuore vedere i nostri connazionali della fascia appenninica centrale combattere contro un destino cinico e baro che li vuole vittime sacrificali della sua cieca violenza. Ha ragione il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi: ci manca solo lo tsunami e il quadro è completo. Ma il “cataclisma” questa volta si è palesato con le sembianze di una nevicata più intensa del solito, che però è bastata a seppellire interi paesi sotto metri di neve con la terra che continua a tremare. Si può continuare a vivere in queste condizioni? A stare accanto alle proprie case che crollano, ai propri animali che muoiono per il freddo e per la mancanza di cibo? È tutta colpa del destino o c’è anche la mano dell’uomo che ci ha messo del suo a peggiorare le cose? Non si cerca la polemica a tutti i costi per il gusto di fare dell’insano sciacallaggio mediatico, tuttavia negare l’evidenza delle responsabilità non si può. E non si deve.
La verità, per quanto in certi momenti possa suonare stonata e sgradevole, va detta. Tacerla non serve a nessuno e non fa onore alla memoria delle vittime. Non raccontiamoci balle: il piano di prevenzione per mettere le persone in sicurezza non ha funzionato. I soccorsi sono partiti in ritardo. Sebbene i terremoti non siano prevedibili, delle nevicate è dato di sapere tutto con sufficiente anticipo. Perché non si è intervenuto per tempo? Non serve Nostradamus per indovinare che, in pieno inverno, nelle zone dell’ultimo terremoto, sarebbero arrivati neve e gelo. E cosa s’è fatto per prevenire gli inevitabili disagi? Dov’erano i mezzi spazzaneve e le turbine per evitare che le frazioni e i borghi laziali, abruzzesi e marchigiani rimanessero isolati e i loro abitanti lasciati al freddo? Sono giorni che manca la corrente elettrica: è possibile una cosa del genere? L’Enel dov’è? C’è solo al momento di mandare bollette rincarate agli italiani? La gente, stando alle cronache, ha lanciato messaggi d’aiuto disperati per essere salvata, chi li ha raccolti? Senza corrente elettrica le pompe degli impianti di riscaldamento non funzionano e resistere a temperature scese di molto sotto lo zero è difficile, se non impossibile.
La macchina dei soccorsi? Un pianto. Nulla da dire dei singoli soccorritori che come sempre si sono spesi in modo encomiabile per prestare aiuto alle popolazioni. Le immagini di quei coraggiosi che, inforcati gli sci, si sono lanciati nel buio della notte per tentare di raggiungere gli sventurati ospiti dell’albergo di Rigopiano travolto da una gigantesca slavina, fanno piangere. È la solita, eterna storia: il cuore grande degli italiani. Ma è il sistema nel suo insieme che non va. Oggi non si tratta di individuare questo o quel colpevole di un disastro annunciato, ma sul banco degli accusati è necessario che qualcuno ci salga. D’accordo, non prendiamocela con i governanti di turno ma saremo liberi di dire che questa Italia paralizzata da una burocrazia asfissiante non va da nessuna parte? L’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva fatto lo sborone annunciando, all’indomani del terremoto del 24 agosto scorso, che tempo due mesi sarebbero arrivati moduli abitativi temporanei per sistemare tutti gli sfollati. Siamo alla fine di gennaio e soltanto ieri ad Amatrice sono state assegnate le prime 25 casette di legno. E il resto, dov’è finito? Qualcuno, per cortesia, ce lo dica perché noi, gente comune, abbiamo una coscienza con la quale fare i conti quotidianamente e andarsene serenamente a dormire, dopo aver subìto la valanga d’immagini angoscianti dai luoghi della devastazione, diventa impegnativo.
Nessuno ha in tasca la bacchetta magica, ma solo un po’ di semplici domande. Qualcuno di quelli che hanno la responsabilità di guidare quest’umanità dolente ci degnerà di una valida risposta? O se la caverà con il facile rimbalzo polemico del “siete solo sciacalli”?

 di Cristofaro Sola
fonte: http://www.opinione.it/editoriali/2017/01/21/sola_editoriale-21-01.aspx

19/01/17

TERREMOTO: «Nella neve sul terremoto senza guanti, senza indumenti termici e con mezzi vecchi senza catene»

«Nella neve sul terremoto senza guanti, senza indumenti termici e con mezzi vecchi senza catene»

Vigili del fuoco, dura denuncia del sindacato Cgil. Molinaroli (coordinatore provinciale): «Disorganizzazione anche nei cambi di personale con preavvisi di solo poche ore»

«Nella neve sul terremoto senza guanti, senza indumenti termici e con mezzi vecchi senza catene»


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Le promesse mancate del governo Renzi


Fate presto, aridateci Bertolaso


terremoto


Nuove scosse di terremoto, di cui quattro oltre i 5 gradi. Un anziano morto nella stalla dove si era recato per accudire i suoi animali. Una persona dispersa. Due ragazzi salvati dall’intervento dei Vigili del Fuoco. E poi la neve. Dalle zone dell’Italia centrale già colpite dal sisma arrivano immagini quasi spettrali. Amatrice e dintorni sepolte dalla neve, gli animali che letteralmente si ghiacciano, le ditte incaricate di rimuovere le macerie ancora ferme perché mancano le condizioni di sicurezza necessarie per intervenire, dicono. 
Le promesse erano tante, tra tutte quella più attraente: "Entro gennaio tutti avranno una casa". Ma non è stato così, e le “casette” dove tanti italiani passeranno i prossimi anni, sembrano tutto meno che un luogo confortevole dove trascorrere qualche anno di vita. Dalle "casette in legno" siamo passati ai container, del resto. La cosa forse più terribile è la sorte degli animali, lasciati al gelo, abbandonati a morire di freddo e di fame: eppure gli allevatori fin dall'inizio hanno chiesto ricoveri temporanei per pecore, mucche, capre, maiali, sapendo bene che in quei luoghi l'inverno è spesso rigido. Da agosto però, nulla è stato fatto. E oggi, dopo che il terremoto ha distrutto le case degli abitanti di Arquata, Norcia e dintorni, il gelo distrugge la loro più importante risorsa economica, gli animali, appunto.
Il governo Renzi aveva annunciato che avrebbe sforato il patto di stabilità europeo per i costi sul terremoto. L’Europa di Juncker, un po’ perché ha capito che andando avanti solo con l’austerity rischia di implodere, un po’ perché tifava per il referendum renziano, ma soprattutto perché è già previsto che i costi per eventi eccezionali come i cataclismi vengano computati fuori dal patto, ha accettato. Peccato però che nei giorni scorsi Bruxelles abbia comunque inviato la lettera di richiamo a Roma sullo sforamento dei conti pubblici, tre miliardi e mezzo il prezzo del riallineamento. 
Dunque Renzi ha ‘sforato’ ma non per i costi del terremoto, su cui la copertura c’era, bensì per tante altre cose, mance e mancette che gli servivano per vincere, appunto, il referendum. A guardare le immagini che arrivano dall’Italia centrale (ma anche a guardare i numeri della legge di stabilità), l’impressione è che si sia messo poco, troppo poco, per la sicurezza di quei luoghi e la ricostruzione, e si sia dato invece molto, troppo, ai vari De Luca e company con l’obiettivo di far passare il Sì referendario. Tante risorse sprecate visto che gli italiani hanno risposto con un sonoro NO alla riforma. 
Tutto questo non può che lasciare perplessi, visto che Renzi e alte cariche dello stato avevano assicurato che stavolta sarebbe stato tutto diverso, che al posto delle “new town” dell’Aquila avremmo avuto le “casette” renziane e il progetto “Casa Italia” con i grandi architetti, mentre invece la situazione è quella che è sotto gli occhi di tutti. Mentre invece l’allora commissario Bertolaso s’impegnò per far arrivare le risorse economiche che servivano all’Abruzzo, soldi stanziati, subito, anche se qualche Regione non li spese, o li spese altrove. Ricapitolando: l’Italia ha sforato il patto di stabilità ma l’Europa non ci ha negato quello che serviva per la ricostruzione delle zone terremotate, a partire dalla cattedrale di Norcia. Il nuovo presidente del parlamento europeo, Tajani, ha assicurato che sarà presto in visita nell'Italia centrale. Quello che invece Bruxelles ci nega sono le spese pazze, il deficit e il debito pubblico fuori controllo. 
Renzi e i suoi cloni adesso pensano di cavarsela con nuovi sgravi fiscali per le zone colpite dal terremoto, che vuol dire far anticipare ai contribuenti i costi della ricostruzione. Ma dove sono finiti i soldi che erano stati promessi? Il “generale inverno” è arrivato come previsto, lo dicevano tutti, ma non è stato fatto abbastanza per prevenire gli effetti della morsa del gelo in borghi e città colpiti dal terremoto, e insieme all’inverno è anche arrivata la lettera della Ue che di tutto parla ma non dello sforamento sui costi per la ricostruzione. Dunque, di nuovo, che fine hanno fatto le belle promesse, e con quale coraggio Renzi e i suoi continuatori provano a raccontarci di aver fatto meglio dei governi che li hanno preceduti?

di Elena de Giorgio -  | 19 Gennaio 2017

Le favole raccontate da Pier Carlo Padoan


 


Rispondendo all’ennesima richiesta europea di rimettere in ordine la nostra disastrata finanza pubblica, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha dispensato incenso e rassicurazioni a piene mani.
Dando tutta la responsabilità alla deflazione in merito alla mancata riduzione del colossale debito sovrano, il nostro fantasioso ministro ha voluto tranquillizzare i suoi interlocutori comunitari con un bel “vedremo se sarà il caso di prendere misure ulteriori per rispettare gli obiettivi”.
Tuttavia, con un occhio alla complicatissima situazione politica interna, Padoan ha sostanzialmente riproposto il leitmotiv di quell’insensato ottimismo della volontà che sembra ispirare da tempo l’attuale politica italiota. “La via maestra è la crescita, essa rappresenta la principale priorità del Governo”, ha dichiarato solennemente l’uomo chiamato a far quadrare gli impossibili conti di un Esecutivo che si regge, per così dire, con lo sputo.
Traducendo tutto questo nel linguaggio dei comuni mortali, ciò significa che le reali intenzioni di chi attualmente occupa la stanza dei bottoni sono quelle di non perdere ulteriore popolarità, soprattutto dopo il bagno di sangue del referendum costituzionale, evitando di fare ricorso a nuove tasse e gettando letteralmente nello sciacquone le decine di miliardi di tagli alla spesa con cui lo stesso Padoan si è riempito la bocca per anni. In estrema sintesi, complice anche una legislatura giunta praticamente al capolinea, sul piano economico e finanziario ci troviamo in una condizione di assoluto immobilismo. Un immobilismo che, tuttavia, s’inserisce all’interno di un quadro macroeconomico a dir poco preoccupante per l’Italia, le cui stime di crescita - in evidente contrasto con i desiderata del ministro dell’Economia - per i prossimi due anni (unico Paese in Europa) sono state riviste al ribasso dal Fondo Monetario Internazionale.
Tutto questo, unito all’effetto boomerang delle recenti manovre in deficit (vedi spada di Damocle delle famigerate clausole di salvaguardia) messe in campo dal precedente Governo Renzi, fa abbastanza rabbrividire circa le sorti certe e progressive del Bel paese. Sotto questo profilo, sarà pur vero che a Padoan e soci sta particolarmente a cuore la crescita italiana, ma a giudicare dalla linea becero keynesiana delle mance elettorali fin qui seguita, del tutto lontana da quella generalizzata riduzione dei costi di cui avrebbe bisogno il sistema nel suo complesso, si fa veramente una gran fatica a crederlo.

di Claudio Romiti - 19 gennaio 2017

18/01/17

Francesco: in poche parole, tanti errori



 





Dopo l’Angelus di Domenica 15 gennaio, papa Francesco ha voluto ricordare la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, dedicata al tema “Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce”.
E ha esordito dicendo:
Questi nostri piccoli fratelli, specialmente se non accompagnati, sono esposti a tanti pericoli.

Primo errore. Non è possibile sostenere che i minori non accompagnati siano dei “migranti”, ed è colpevole non ricordare la verità: e cioè che questi minori vengono mandati allo sbaraglio da qualcun altro che, non solo paga il loro viaggio clandestino, votandone tanti a morte certa, ma li catapulta in questa nostra terra ormai invasa perché sa perfettamente che questi “minori” non seguiranno la trafila più o meno ufficiale e verranno immediatamente inseriti in centri di assistenza eccezionali: protetti e trattati come fossero dei connazionali… anzi meglio, perché i nostri “minori” non li aiuta nessuno, nessuno li toglie dalla strada e dai pericoli della criminalità, né dà loro un lavoro e una sistemazione “in famiglia”… nemmeno le “caritas” vaticane, che hanno occhi e soldi solo per i clandestini.
E vi dico che sono tanti! È necessario adottare ogni possibile misura per garantire ai minori migranti la protezione e la difesa, come anche la loro integrazione.

Secondo errore. Non si può parlare di integrazione, se prima non si parla di inserimento nel tessuto sociale. E il primo l’elemento di inserimento è la conversione alla vera religione e l’educazione alle nostre leggi e ai nostri costumi. Diversamente, con una “integrazione” sui generis, non si farà altro che crescere dei disadattati e quindi dei potenziali terroristi.

Che le cose stanno così è confermato dal seguito della concione papale:
Rivolgo un saluto speciale alle rappresentanze di diverse comunità etniche qui convenute. Cari amici, vi auguro di vivere serenamente nelle località che vi accolgono, rispettandone le leggi e le tradizioni e, allo stesso tempo custodendo i valori delle vostre culture di origine.”

Terzo errore. Qualcuno, che non sia un demagogo, dovrebbe spiegarci come si fa a rispettare le leggi e le tradizioni (!?) di un luogo che ti accoglie e “allo stesso tempo” custodire le proprie “culture di origine”. O si sta parlando dell’uso di mettere o non mettere il peperoncino nella minestra, o si sta enunciando una corbelleria.
Qualunque uomo della strada sa che quasi tutti i “migranti” che vengono da noi sono cresciuti in “culture” lontanissime dalle nostre “leggi e tradizioni”, com’è possibile, dunque, che “allo stesso tempo” un migrante “rispetti” le nostre leggi e tradizioni e custodisca la sua “cultura d’origine”.
Se non è demagogia pura, ci troviamo al cospetto del tentativo, anche maldestro, di confondere le idee e quindi di propagandare il falso e seminare la confusione e la discordia.
L’incontro di varie culture è sempre un arricchimento per tutti!

Quarto errore. Che se lo si pronuncia una volta è possibile che sia tale, ma se lo si ripete in continuazione, come fa Francesco, è certo che è una menzogna strumentale, mirante a far passare lucciole per lanterne.
Facciamo solo qualche veloce esempio: quando i Romani vollero arricchirsi con la decrepita “cultura” greca, il risultato fu la decadenza dell’Impero. Quando poi l’Impero venne invaso da tutte le “culture” barbare, nonostante la tolleranza romana il risultato fu la caduta dell’Impero. Che si risollevò, in parte, solo con l’evangelizzazione cristiana, l’affermazione della Cristianità e l’assorbimento delle diverse “culture” che, piuttosto che “arricchire”, vennero “cristianizzate” e rese innocue.
Dire il contrario, come fa il politicamente corretto voluto dal Nuovo Ordine Mondiale, significa votare il cattolicesimo alla corruzione e alla scomparsa, Dio permettendo; e significa altresì lavorare per il nemico, ossia tradire.
Quante volte nella Bibbia il Signore ci ha chiesto di accogliere i migranti e i forestieri, ricordandoci che anche noi siamo forestieri!

I versetti 31-46 del capitolo 25 del Vangelo di San Matteo, bisogna leggerli tutti per cogliere il senso completo del monito di Nostro Signore; e tuttavia non bisogna dimenticare che la Chiesa ha sempre annoverato tra le sette opere di misericordia corporale: “alloggiare i pellegrini”; accompagnando questa quarta opera con la seconda opera di misericordia spirituale: “insegnare agli ignoranti”, che significa “evangelizzare”.
Da qui il quinto errore. Il Signore, e la Chiesa, non hanno mai parlato di “migranti”, ma di “forestieri” e “pellegrini”, la prima categoria più generica della seconda, ma entrambe escludenti i facente parte di un flusso migratorio guidato e sovvenzionato, mirante ad imbastardire l’identità dei popoli cristiani. E’ colpevole confondere le cose, ed è ulteriormente colpevole dimenticare volutamente che è dovere del cristiano “ammaestrare” e “battezzare”, “insegnando ad osservare tutto ciò” che il Signore ha comandato (cfr. Mt. 28, 19-20).
E’ evidente che Bergoglio, appoggiandosi strumentalmente ad una parte del Vangelo, esalta la figura del moderno migrante, accomodandosi ai dettami del Nuovo Ordine Mondiale, mentre vanifica la figura del forestiero e ancor più del pellegrino, venendo meno ai comandi del Signore. Non solo, ma parlando solo di “migranti” da assistere e dimenticando di parlare di persone da convertire, fa opera di falsa misericordia e di corruzione delle menti e dei cuori.

Chi serve costui? Cristo o Beliar?


Il piddì vende armi allo stato islamico (indirettamente) di Eugenio Orso





Sabato 14 di gennaio, un coraggioso e incazzato giovane all’Università della Basilicata, in quel di Potenza, ha scagliato il suo Ipad contro l’insignificante burocrate piddino Roberto Speranza, pomposamente definito “leader della minoranza” interna all’entità collaborazionista della troika mondialista e del pentagono Usa. Scagliando l’oggetto tecnologico contro Speranza, questo giovane ha gridato “Il Pd vende armi all’Isis”.
Il valletto piddì delle élite guerrafondaie, Roberto Speranza, faceva passerella a Potenza in occasione della presentazione di un libro del premiato vignettista Zerocalcare, in torta anche con Repubblica (l’aretino Michele Rech), dal titolo Kobane calling, vocativo della spietata guerra di aggressione alla Siria, che va avanti da oltre cinque anni.
Probabilmente il politico liberaldemocratico professionista pensava, in quell’occasione, di poter fare con successo e in tutta tranquillità la passerella, funzionale alla sua “carriera”, ma questa volta si è sbagliato.
Speranza non ha subito, a quanto sembra, qualche lesione, perché poi ha continuato il suo intervento fino alla fine. Anzi, l’episodio è servito alla “vittima della violenza” per farsi un po’ di pubblicità e raccogliere la solidarietà di molti dei suoi complici subpolitici. Persino quello che dovrebbe essere suo arcinemico all’interno del piddì, Il Vip Matteo Renzi gli ha espresso pubblicamente solidarietà e vicinanza (anche se forse, Renzi in privato tirerebbe un calcio a Speranza … e viceversa!).
Per Roberto Speranza in persona (l’aggredito con lancio di Ipad, senza riportare lesioni), questa piccola intemperanza da parte di un giovanotto indignato e idealista, è un episodio gravissimo che, però, non può fermare la democrazia.
Noi crediamo che lo sia, ma solo perché coinvolge un burocrate politico, in quanto tale intoccabile, intortato nell’entità di governo al servizio dei poteri esterni (anche se Speranza finge di guidare la fantomatica opposizione interna). Ben più grave ci sembra il brutale e sistematico sterminio della popolazione siriana, in corso da oltre un lustro, da parte dell’isis e degli altri gruppi di tagliagole jihadisti, con la complicità turca, saudita, Nato, Usa e … italiana.
Speranza ha ragione. Di certo, questo episodio minore non fermerà la democrazia truffaldina che non tiene conto dei bisogni dei popoli europei, ma, soprattutto, non fermerà il commercio di armi e i rifornimenti di strumenti di morte ai gruppi della “guerra santa” wahabita e salafita.
Lo sanno anche i bambini che armi, mercenari spietati e logistica destinata all’isis e alle altre bande jihadiste operanti in Siria, sono passati per anni attraverso il confine turco, con un flusso incessante. In senso inverso arrivavano tagliagole feriti (stupratori di bambine e torturatori d’innocenti) delle varie sigle, da curare amorevolmente negli ospedali turchi. Inoltre, non possiamo dimenticare il flusso di petrolio estratto illegalmente da isis che raggiungeva la Turchia per essere commercializzato, complice la famiglia Erdogan (il figlio Bilal Erdogan, in particolare, quello che faceva il dottorato a Bologna), in buoni rapporti e in affari con lo stato islamico e gli altri assassini.
Pare che il motivo scatenante dell’”inqualificabile aggressione” a Speranza sia stata una foto che mostra Matteo Renzi in compagnia del tiranno turco pro-islamista Erdogan, pappa e ciccia nella Nato e anche nel rifornire di armi gli jihadisti che hanno devastato la Siria sterminandone la popolazione.
Ovviamente, Renzi con tutto il piddì (compreso Speranza) e il governo dietro, non ha fornito armi direttamente alla soldataglia di al-Baghdadi, ad al-qaeda in Siria, o addirittura ai filo-sauditi e ai terroristi nello Yemen, ma ha persino inviato una batteria missilista antiaerea, in veste Nato, a protezione delle installazioni turche sul confine con la Siria, contro Assad, i russi e tutti i resistenti.
Renzi ha supportato la Turchia, che ha fornito armi ai tagliagole in Siria, e vende armamenti all’infame Arabia saudita di “re” Salman, che sta sterminando la popolazione Yemenita (con particolare attenzione per gli sciiti locali) per piegare quello stato martire alla sua volontà. Tutto questo, come sappiamo, con la complicità dell’entità piddì e di individui come Speranza, che recitano il ruolo di “oppositori interni”, ma poi votano la fiducia al governo e i suoi provvedimenti.
Sembra tanto enorme, condannabile, addirittura criminale, dunque, che un giovane idealista intemperante – indignato per la partecipazione italiana, seppur indiretta, allo sterminio della popolazioni mediorientali – abbia lanciato il suo Ipad contro uno come Roberto Speranza, dato quello che costui rappresenta?

A voi la risposta …

di Eugenio Orso - 15 gennaio 2017

17/01/17

Italiano !




Oggi, martedì 17 gennaio 2017 – Sant’Antonio Abate – Compleanno delle mie Sorelle – a casa, a Taurianova

E che significherà mai, oggi, essere Italiano?


111bandiera-tricolore-italiana


A star dietro alle istituzioni prese in ostaggio dai fighetti renziani, fintapelliccia, al gusto di petrolio, addosso  e immancabile A/R FCO – JFK perennemente prenotato; a certa politica venduta, anzi, intrecciata ai poteri occulti (leggi massomafia) e ai loro sporchi e spietati interessi; alle associazioni pappone e falsobuone, le quali si ingrassano con lo sfruttamento dei clandestini che andiamo a imbarcare sulle navi della marina italiana fino al bagnasciuga di Tripoli e Misurata; al papampero sbrodolone che pippa mate ad ogni angolo di transenna e scrive omelie come fossero temini delle elementari; al menestrello onnipresente Saviano, tutto ufficio stampa e niente arrosto letterario, che catechizza dagli studi televisivi #desinistra e durante le organizzatissime tournée mercato di ogni libretto scritto nelle pause fra una scortatissima traversata transoceanica e l’altra; essere itaGliano, oggi, significherebbe avere la pelle più scura della tomaia delle scarpe del frac; essere nato a sud delle spiagge della Cirenaica; pregare a culo all’aria un meteorite incastonato in un similcubo di Rubik coperto con una gualdrappa nera come l’anima di chi l’ha cucita; bestemmiare Cristo e la Santa Vergine e seminare terroristi per le piazze e le metropolitane di tutto l’Occidente, come un tempo seminavamo radicchio rosso o broccoletti siciliani in giro per i campi.

incorporato da Embedded Video


Essere itaGliano significherebbe rinunciare alla propria Identità ultramillenaria, fatta di Fede, Arte, Tradizioni, Cucina, Ricamo e Sartoria d’alta classe, Industria e Ricerca, Scienza e Progresso;  maledire il Padre e la Madre, che non si rassegnano a consegnarsi ai beduini della porta accanto; consegnare la propria casa ai clandestini, che la occupino sfondando l’uscio o entrando dalle finestre; coprire la propria donna come una poltrona durante i traslochi; consegnare i propri figli al primo armiere che li imbottisce di tritolo per garantire loro una scopata con una trentina di vergini nel cielo; sgozzare bestie per strada o sul balcone dell’appartamento, mandando a fare in culo una legge civilissima che vieta i maltrattamenti anche agli animali destinati al nutrimento umano; piegarsi ai desiderata della fu ministra di nascita congolese, che pretende ancora di tapparci la bocca, blaterando di xenofobia e razzismo anche se mangiamo banane per acquistare potassio.


incorporato da Embedded Video


 
Essere itaGliano significherebbe scancellare secoli di Letteratura, di Cinema, di Canzoni, per non “offendere” la suscettibilità di oltre cinquecentomila clandestini fuorilegge che vegetano, ciondolano, dormono, cagano e pisciano, deridono, spesso rubanostupranoammazzano sulle nostre strade, nelle nostre piazze, nei nostri parchi, di cui, purtroppo, non possiamo più godere in tranquillità!!!
E, invece, no!
Essere Italiano, oggi più di ieri, significa svegliarsi presto per andare a lavorare e mantenere se stesso e la propria Famiglia; lottare con banche e finanziarie, che vorrebbero portarti via casa e sangue; tenere salda la Dignità, la Libertà, l’Indipendenza, la Democrazia; conservare il Libero Arbitrio; incazzarsi con chi tenta di zittirci e ridurci in schiavi lobotomizzati!
Essere Italiano, oggi più di ieri, è poter scegliere se dire nero o negro, rom o zingaro, maomettano o beduino, puttana Eva o cazzo di Buddha; se tifare Oriana o Hillary; se osannare Trump e Putin o Merkel e OLP.
Essere Italiano, oggi più di ieri, è ricordare la Memoria delle Fosse e delle Foibe; dei lager e dei gulag; degli Armeni e e dei Rwandesi; dei Martiri di El Alameindi Kindu
Essere Italiano, oggi più di ieri, è decidere se entrare in Chiesa, Cattolica, Ortodossa, Anglicana, Luterana o Calvinista che sia; nella Sala del Regno; in Sinagoga; nel Tempio buddista o indù; nei luoghi di raduno dei maomettani; oppure se stare alla larga da ogni luogo considerato sacro e fottersene del trascendente e delle sue leggi.
Italiano, oggi, è, fortunatamente e ancora, Uffizi, Brera, Fori Imperiali, Musei Capitolini, Bronzi di Riace, Bernini, Canova, Michelangelo, Leonardo, Bramante, Raffaello, Giotto e Cimabue, Cellini, Donatello e Tiziano, Mantegna e Canaletto… Roma, Pompei, Kaulon, Locri, Ravenna, Firenze e Ravenna, Ferrara e Bologna, Napoli e Palermo, Catania e Bari, i Nuraghi e i Trulli…
Essere Italiano, oggi come ieri, è Tricolore, Juve Inter Milan Roma Lazio Napoli Samp Reggina Bari Palermo Cagliari Verona Bologna Toro Fiorentina… E’ amatriciana, carbonara, bolognese, polenta e osei, linguine al pesto, pastachjina, orecchiette con cime di rapa, strascinate, sartù di riso, stigghjiola e specialità di strada di Vuccirìa e Ballarò, cacio sardo e carta da musica…

Italiano è, oggi come ieri e domani, Chi alleva e coltiva animali e prodotti di prima classe; Chi produce e mangia Prosciutto San Daniele e Parma, Parmigiano e  Grana, Fontina e Caciocavallo, Speck e Capocollo di maiale, tartufo bianco e nero…

Italiano è Moda, Macchine, Gioielli, Profumi… 

Italiano è Stile, Eleganza, Classe.

Italiano è Forza e Coraggio!

La spugna gettata all’angolo è roba che appartiene ad altri. 

#bastaricordarselo #manteniamoCulturaeIdentità #difendiamoilPaese

Fra me e me.

di Nino Spirl' - 17 gennaio 2017

16/01/17

Gender: cosa è? Che fa? – L’intervento di ProVita al WFC

 
GIU'  LE  MANI  DAI  BAMBINI
 
Gender-Symbol_Transident_

ProVita ha partecipato per due anni di seguito al Congresso Mondiale delle Famiglie. Quest’anno l’intervento del portavoce di  ProVita, Alessandro Fiore, ha avuto come tema: Che cosa è l’ “ideologia gender”? e l’ “educazione di genere”?
Un riassunto del suo intervento può essere utile per riordinare le idee a proposito dell’ideologia gender e di come va affrontata.

John Money è stato il primo che ha separato in modo molto chiaro “sesso” da “genere”. “Sesso”,  è – per lui – un concetto biologico solamente. Un’altra cosa è “il genere “, tutto ciò che è comportamentale e psicologico, tutto ciò che vediamo nella società che chiamiamo “maschile” o “femminile”, appropriato per l’uomo o appropriato per le donne.
Molti  sanno dell’esperimento sui gemelli Reimer: “Bruce, trasformato in ‘Brenda’ – crescerà come una ragazza normale ” diceva Money. Invece Bruce / Brenda, dopo molte sofferenze ha deciso di “ritorno” al suo vero sesso e ha finito per suicidarsi.
L’ideologia gender gioca con l’identità sessuale delle persone: il sesso può essere completamente separato dal genere.  Judith Butler, per esempio, scriveva: «Il sesso è una costruzione culturale […] il gender è il significato culturale che il corpo sessuato assume, quindi non si può dire  in alcun modo collegato al sesso”.
L’ideologia di genere divide identità sessuale in quattro elementi: 1. sesso, l’aspetto biologico; 2. identità di genere, che è semplicemente la percezione soggettiva di essere “uomo”, “donna”, o altro; 3. ruolo di genere, che è la manifestazione sociale di ciò che le persone considerano maschile o femminile; 4. orientamento sessuale, che è l’attrazione erotica verso un sesso o l’altro, o entrambi, e forse altro ancora.
Il principio della ideologia gender è che questi quattro elementi possono essere totalmente separati.
Di conseguenza non ci sarà nessuna differenza sociale o comportamentale tra uomo e donna. L’ideologia non vede e non vuol vedere che  molti comportamenti di uomini e donne sono biologicamente basati su un dato naturale. Per esempio: i bambini giocano naturalmente in modo più violento rispetto alle bambine. Essi non sono “costretti” a farlo, nel senso che di fatto possono scegliere liberamente anche altri tipi di giochi, ma è comunque un comportamento naturale. Le femmine, invece,  sono istintivamente più inclini a prendersi cura di persone.
Se qualsiasi orientamento sessuale è normale, naturale e accettabile, perché l’orientamento sessuale sarebbe un elemento separato dal sesso, la famiglia come unione tra un uomo e una donna sarebbe solo un costrutto culturale: il che ci porta alla normalità delle unioni omosessuali.
Chiunque rifiuti di accettare questi dati ideologici viene automaticamente tacciato di omofobia o trans-fobia.
L’ideologia gender si è infiltrata nella legge e nelle organizzazioni internazionali: il Consiglio d’Europa, per esempio, in una risoluzione intitolata “La discriminazione contro le persone transgender in Europa”, chiede agli Stati membri di sviluppare “rapidamente , le procedure accessibili per cambiare sesso o genere in base al principio dell’autodeterminazione“su tutti i tipi di documenti. La risoluzione poi chiede agli Stati di “prendere in considerazione l’introduzione di una opzione ‘terzo sesso’ sui documenti d’identità di coloro che non si riconoscono in uomo o donna.
La risoluzione introduce anche il “diritto alla identità di genere: “ogni individuo ha il diritto al riconoscimento della sua identità di genere e il diritto di essere trattato e di essere identificato in base ad essa“.

L’ideologia gender pretende di entrare nelle scuole perché – a volte si dice esplicitamente – è abbastanza difficile convincere gli adulti, con le loro credenze e tradizioni, su queste nuove idee, quindi “dobbiamo cominciare – dicono – dai bambini nelle scuole“.
Questa la strategia:

Fase 1: sostituire la parola “sesso” con “genere”; parlare di “discriminazione di genere”, “parità di genere”, “stereotipi di genere”, ecc.  Il primo “step” è una fase ambigua: a volte ” genere” è sinonimo di “sesso”, a volte no. E con questo tipo di linguaggio si  avvia la  separazione di questi due aspetti (cioè il sesso biologico e la dimensione sociale gender).

Fase 2: utilizzo di  lotta alla discriminazione e al bullismo per introdurre il concetto che qualsiasi orientamento sessuale, identità di genere, ruolo di genere e tipo di famiglia sia uguale. E’ ovvio che nessuno dovrebbe compiere gesti violenti contro chicchessia, omosessuali o transessuali compresi. Ma gli ideologi del gender usano la violenza contro le persone LGBT come scusa per “decostruire gli stereotipi di genere”, cioè la differenza tra “uomo” e “donna”.

Fase 3: far sperimentare ai bambini diversi ruoli di genere: crossdressing, giochi di ruolo, ecc. Il “Progetto Rainbow“, per esempio, finanziato dall’Unione Europea,prevede che  i bambini possono fingere di essere, ad esempio, un “transgender MtF (maschio a femmina)”.

Fase 4: i bambini potranno promuovere attivamente il programma LGBTQ – matrimonio gay, leggi anti-omo / transfobia , cambio di sesso, diritto alla identità di genere – o addirittura diventare LGBTQ loro stessi.

Per esempio, nel “Manuale Compasito”, una pubblicazione del Consiglio d’Europa, si può leggere quanto segue: “Il sesso e di genere non sono la stessa cosa cosa, il sesso è una condizione sociale […] genere si riferisce ai ruoli socialmente costruiti, i comportamenti, le attività e gli attributi […] maschio e femmina sono categorie di sesso, mentre maschile e femminile sono categorie di genere “. Anche pensare che l’omosessualità sia un peccato, moralmente inaccettabile è omofobia.
Questa ideologia è veicolata anche dai libri per bambini, spettacoli teatrali per i bambini..
Tutto questo è una sorta di applicazione del “diritto di esplorare le diverse identità di genere“, che troviamo nelle Norme per l’Educazione Sessuale in Europa“, dell’OMS. 
E ‘molto importante informare i genitori delle reali conseguenze dell’ideologia gender, ma senza esagerare in allarmismi isterici. Quando un progetto è solamente ambiguo, è importante dire che è solo ambiguo: bisogna essere obiettivi, non aggressivo, razionali. Infine è importante promuovere progetti buoni, sani, davvero educativi, per esempio, contro il bullismo nelle scuole.

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Alessandro Fiore
fonte: http://www.notizieprovita.it

VICENDA MARO' - INDIA: La lettera degli attivisti pro Marò: “La nostra determinazione decisiva per provarne l’innocenza”

sostenitori pro Marò 
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Nicola Marenzi, uno dei principali attivisti nella battaglia per riportare a casa i nostri due Marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, in cui invita a non abbassare la guardia sulla vicenda e ringrazia la nostra testata e i suoi collaboratori, per l’importante opera di divulgazione svolta nella vicenda dei due Marò e nel caso dello sgombero di via del Colosseo del 29 settembre scorso.


Roma, 16 gen – Per tutti i sostenitori di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Manca poco piu di un mese al quinto anno dall’inizio della vicenda Marò. Ormai l’innocenza dei nostri fucilieri è stata provata (Documenti indiani Tribunale del Diritto del Mare di Amburgo Agosto 2015) e anche gran parte dell’opinione pubblica italiana ne è consapevole. Latorre e Girone stanno aspettando con infinita pazienza che tutto l’iter del procedimento arbitrale compia il suo corso, per iniziare così la fase che gli renderà giustizia e ribadirà la loro innocenza. Chi ha seguito questa vicenda sin dall’inizio, sono state per lo più persone comuni che in un modo o nell’altro hanno a cuore certi valori come verità, giustizia, libertà e amor patrio. O semplicemente hanno compreso l’ingiustizia perpetrata ai danni di due nostri connazionali, militari, trattenuti illegalmente in India per quattro anni e ormai in Italia con restrizioni imposte dalla Corte Suprema Indiana fino alla fine del Processo Arbitrale.

Posso garantire che tra i sostenitori dei Marò, ci sono persone con differenti appartenenze politiche. Dai simpatizzanti della Lega a quelli del M5S. Diversi miei contatti di Sinistra o del Pd mi scrivevano spessissimo per ringraziarmi per le informazioni riguardanti la vicenda, che leggevano sul mio diario o nelle pagine che co-amministro con altri sostenitori. Ovviamente non sono da meno i simpatizzanti della Destra e del Centro Destra. Le Associazioni d’Arma: Paracadutisti della Folgore, Alpini, AlpiniParacadutisti, Marina Militare, Bersaglieri: tutti a fianco dell’Associazione Nazionale Leoni del San Marco. Tutte queste persone, diverse migliaia sparse per tutta Italia e all’estero sono consapevoli di un fatto importantissimo. Il ruolo che CasaPound ha giocato in tutti questi anni per la ricerca e la divulgazione dell’innocenza di Latorre e Girone. Oltre ad essere stati presenti alle manifestazioni romane, hanno organizzato in tutta Italia conferenze sul tema portando a conoscenza dei partecipanti l’Analisi Tecnica elaborata dal Perito Giudiziario Luigi Di Stefano. Hanno invitato giornalisti, politici, opinionisti. Solo loro hanno fatto tutto ciò, oltre ovviamente ai giornalisti Toni Capuozzo e Chiara Giannini.
Noi sostenitori abbiamo collaborato con il dottor Di Stefano organizzando prima dei gruppi operativi per le traduzioni degli Annex e poi, una volta terminato questo lavoro, lo abbiamo diffuso nella rete in tutto il mondo. Le ragioni dell’innocenza sono ormai alla portata di tutti. Onestamente fatico a concepire che in Italia, nazionae che si dice culturalmente avanti rispetto a tante culture e paesi, si debba tenere nascosta un’azione determinata come questa che, ripeto, in questi cinque anni ha portato l’opinione pubblica a smentire le prime dichiarazioni del Governo Monti circa la colpevolezza dei nostri due fucilieri di Marina. Luigi Di Stefano ha fatto firmare l’Analisi Tecnica a diverse persone che hanno contribuito e collaborato. Non ha voluto nessun primato, dando prova di grande onestà intellettuale. Tra l’altro nessun militante di CasaPound l’ha firmata, nonostante siano stati gli unici a divulgarla attraverso decine di conferenze e convegni. Sempre Luigi Di Stefano è approdato con il “suo” e “nostro” lavoro di fronte alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo il 19 aprile del 2016. Il Presidente della Commissione, la Signora Cecilia Wikström l’ha accolto e ascoltato dicendo che le sue ragioni erano molto covincenti. Sono stati, lei e i suoi collaboratori, i primi politici che hanno ascoltato e approvato i contenuti di http://www.seeninside.net/piracy. Il nostro lavoro ora si trova sul sito web della Ue in 17 lingue e su youtube in una decina di lingue. Ribadisco inoltre che la solidarietà mia, ma sono convinto anche di tutti i sostenitori dei Marò (anche quelli dei simpatizzanti di Sinistra e del M5S) il 16 Gennaio quando inizierà il Processo ai militanti di CasaPound finiti in manette per aver difeso le due famiglie italiane ingiustamente cacciate dalle loro case in Via del Colosseo a Roma, non mancherà.

Nicola Marenzi

Aggiunto da Redazione il 16 gennaio 2017.
fonte: http://www.ilprimatonazionale.ithttp://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/la-lettera-degli-attivisti-pro-maro-la-nostra-determinazione-decisiva-per-provarne-linnocenza-55954/


Le "fake news" di Giovanna Botteri


 

Pubblicato il 13 gen 2017
Tante piccole perle fanno... una collana di propaganda.


















fonte: youtube

15/01/17

IMMIGRAZIONE: "INVASIONE MEDITATA A TAVOLINO "




  
Macchè evento storico: è un'invasione meditata a tavolino. Chi è il burattinaio? Di certo un mandante c’è, con tanto di nome: mondialismo o globalizzazione ovvero l’ideologia che punta alla creazione di un unico governo mondiale
  MACCHE' EVENTO STORICO: E' UN'INVASIONE MEDITATA A TAVOLINO!

 
Nel 2050 ci saranno 230 milioni di migranti. E' il dato che emerge dal Rapporto 2003 dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni. I migranti regolari nel mondo sono 175 milioni, un 3 per cento della popolazione mondiale. Di questi 56 milioni vivono in Europa, 49,7 in Asia e 40,8 in America del nord, le zone del mondo con il più alto numero di persone immigrate. Uno studio interessante di Giuli Valli intitolato «Il vero volto dell’immigrazione: la grande congiura contro l’Europa» (1993) riporta un articolo apparso sul quotidiano «Alto Adige» del 10 agosto 1989, dal titolo: «Ondata di immigrati africani». Vi si riferiva l’intervista col presidente degli ambulanti trentini aderenti alla «Confesercenti», il quale, tra l’altro, dichiarava: «si calcola che nei prossimi anni, 30-40 milioni di africani verranno in Europa, e i governi centrali, su direttive dell’ONU, hanno affidato a Italia, Spagna e Grecia il peso maggiore. Sembra che l’Italia, nella spartizione internazionale, debba farsi carico dell’immigrazione senegalese, e si stima in 5 milioni la dimensione numerica: quasi una persona ogni dieci italiani». L’ONU veniva indicata come la centrale da cui è partito l’ordine che è alle origini di questa vicenda e le si attribuiva un preciso programma per l'invasione programmata del nostro Bel Paese. Successive ricerche confermavano che la pista era quella giusta: l’Italia, con la legge 10 aprile 1981 n.158, ha ratificato la convenzione n.143 del 1975 della Organizzazione Internazionale del Lavoro (uno degli organi dell’ONU), recante il titolo: «sulle migrazioni in condizioni abusive e sulla promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti». Da qui si vede che già almeno dall’ormai remoto 1975 si venivano addensando sul capo degli ignari italiani fosche nubi foriere di tempesta. In obbedienza a quei patti, il Governo nazionale proponeva e il Parlamento approvava la legge 30.XII.1986 n.943 che sin da allora garantiva (art.1) «a tutti i lavoratori extracomunitari parità di trattamento e piena eguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani», nonché il godimento “dei servizi sociali e sanitari” e il diritto “al mantenimento dell’identità culturale, alla scuola e alla disponibilità dell’abitazione”. E all’art.2 prevedeva, proprio come riferito dal citato articolo dell’”Alto Adige”, “accordi bilaterali e multilaterali previsti dalla convenzione dell’OIL n.143 del 24 giugno 1975…per disciplinare i flussi migratori». Si aprivano, insomma, fin da le porte dell’immigrazione, nonostante che ancora, malgrado le statistiche del CENSIS, il fenomeno non fosse neppur lontanamente così evidente e drammatico, come è diventato oggi. La cosa sconcertante e sconfortante è che l'ONU viene ancora oggi chiamata in causa dai nostri politici per la risoluzione di qualsiasi controversia internazionale. Potrà apparire curioso, ma l'ONU provoca le controversie e l'ONU è chiamata a risolverle. Cosa, dunque, era necessario fare per mettere in moto verso l’Italia l’immensa ondata di spiantati che la sta sommergendo? Occorreva una duplice disinformazione: una internazionale, volta ad ingannare gente ignorante o, comunque, non al corrente della nostra realtà sociale, presentando, con capillare propaganda, l’immensa menzogna di un’Italia simile a un nuovo Eldorado, un vero e proprio paese di Bengodi; e una all’interno dell’Italia stessa, tendente a fare apparire come un frutto ineluttabile della storia quello che, invece, è l’effetto della cinica e meditata orchestrazione.
Anche la legge Martelli esordisce (art.1 comma 1) presentandosi come emanata in attuazione della convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951, che fu appunto promossa dall’ONU, e prosegue riconoscendo a un ufficio della stessa ONU, l’ACNUR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, importanti poteri di ingerenza sulla immigrazione extraeuropea in Italia. Su un altro articolo de «Il Giornale» del 9 novembre 1989, intitolato: «L’Italia deve affrontare la mina vagante degli immigrati di colore», si leggeva che, entro 20 anni, gli immigrati sarebbero diventati 5 o 6 milioni. Di fronte a previsioni così precise si evince che non si tratta di un fenomeno spontaneo, imprevisto e imprevedibile, ma di un piano controllato, studiato a tavolino. Altro che l’evento storico spontaneo e ineluttabile che i nostri politici vorrebbero farci credere. Non solo. Il partito al governo si attribuisce pure il merito di "aver salvato vite umane", quando può vantare solo cadaveri sulla coscienza!
Sul già citato articolo dell’Alto Adige del 10 agosto 1989, si legge che l’immigrazione in atto non è spontanea, ma che si tratta «di una cosa accettata dal nostro governo al tavolo delle grandi decisioni internazionali», decisioni cui, evidentemente, hanno partecipato sia i paesi di partenza che quelli di destinazione. E’ una «tratta» manovrata dall’Alta Finanza che si svolge su scala planetaria e stritola individui e popoli con spietata determinazione. Una commistione di razze già efficacemente tratteggiata nel 1925 da uno dei padri della Sinarchia europea, il massone d’alto grado Coudenhove Kalergi, fondatore della «Paneuropa», che nel suo libro «Praktischer Idealismus» vaticinava: «L’uomo del futuro sarà di sangue misto (…) La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità».
Oggi i mass media, venduti ad un sistema globalizzato che svende a buon mercato identità culturali e sovranità nazionali, promuovono a tambur battente la "bellezza dei matrimoni misti" che generano figli più sani e più forti perché portatori di geni nuovi e potenzialmente migliori. Perfino dai pulpiti arrivano martellanti "spot" alla mescolanza razziale. Il rabbino canadese Abraham Feinberg dalle colonne della «Maclean’s Review», rivista cristiana di Toronto, rivolgendosi ai suoi lettori, cattolici e protestanti, lanciava un appello: «La sola soluzione ai conflitti razziali è il matrimonio interrazziale, (…)» è dunque urgente che «(…) la legge incoraggi la mescolanza del sangue», poiché: «il richiamo deliberato ai matrimoni interrazziali è il solo modo di accelerare il processo per eliminare totalmente i pregiudizi razziali e quindi le razze separate». Ma nel 1974 sul New York Times appariva una pubblicità a piena pagina, a cura del «National Commitee for Furtherance for Jewish Education» (Comitato nazionale per la promozione dell’istruzione ebraica), indirizzata alla gioventù israelita, dove i matrimoni interrazziali venivano così stigmatizzati: «I matrimoni misti sono un suicidio nazionale e personale. Il mezzo più sicuro per distruggere un popolo è farlo sposare al di fuori della sua fede (…) Uomini e donne hanno la certezza di perdervi la loro identità. I valori e i principi che tanto hanno contribuito alla cultura e alla civiltà contemporanea scompariranno dalla faccia della terra. L’esperienza accumulata in tremila anni, il ricco retaggio di un popolo, tutto ciò che è assolutamente vostro sarà indegnamente annientato. Che pena! Che disastro! Che vergogna!». La sensazione è che, a più di quarant'anni di distanza e in piena globalizzazione, avessero ragione loro.
Ma chi è il burattinaio dietro tutto quello che sta accadendo? Di certo un mandante c’è, con tanto di nome: mondialismo o globalizzazione, ovvero l’ideologia che punta alla creazione di un unico governo mondiale eliminando il concetto di sovranità nazionale e di specificità. E di sicuro sappiamo anche che l'eliminazione di ogni traccia di identità e sovranità nazionale è un obiettivo perseguito tenacemente dalla Massoneria, quella che trae origine nel 1770 dall’iniziativa di un ex prete gesuita Adam Weisshaupt che creò a Francoforte un gruppo segreto dal nome “Illuminati di Baviera”. Weisshaupt elaborò, all’incirca verso il 1770, “Il Nuovo Testamento di Satana”, un piano che dovrà portare un gruppo ristretto di persone (gli Illuminati, appunto) ad avere il controllo del mondo intero. Purtroppo, la sensazione è che ci stiano riuscendo. 
di Cinzia Palmacci - 14 gennaio 2017
 
Cinzia Palmacci vive tra Terracina città natale e Roma, laureata in Beni Culturali (Archivi e Biblioteche). Ha conseguito il diploma "Magna cum laude" al Corso di Iniziazione alle Antichità Cristiane presso il PIAC di Roma (Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana) e da almeno un paio di decenni scrive soprattutto saggistica su varie tematiche che spaziano dalla religione alla spiritualità al soprannaturale, e dall'attualità alle tematiche sociali e ambientali. Nel 2013 ha pubblicato il saggio dal titolo "Il carisma della profezia da Enoch a Medjugorie" con Secreta Edizioni, in fase di ripubblicazione per Enigma Edizioni E NEL 2016  "Rivelazioni sugli ultimi tempi" per Guido Santi Editore. Ha scritto e scrive come articolista per alcuni siti: miti e misteri, tanogabo, iconicon, consulpress, radio spada, notizie geopolitiche, il faro sul mondo, Libera Opinione e il Corriere delle Regioni.