Un Parlamento incostituzionale in fase terminale e sotto accanimento terapeutico (in cauda venenum)
ha prodotto una legge mortifera sull’eutanasia pensando con ciò di
tirare a campare. Atto finale di una legislatura disgustosa e di un
governo nato moribondo in forma di fotocopia. Questo atto legislativo in extremis conclude
un quinquennio terribile, tanto più terribile quanto condotto da
governi sedicenti tecnici o di emergenzao di transizione o del
presidente.
Sono stati i governi di Monti, Le tta, Renzi e Gentiloni,
governi dei competenti e dei moderati, a darci le leggi più
estremistiche della vita repubblicana che alla fine del 2011, quando
Berlusconi fu costretto a gettare la spugna, non erano nemmeno
minimamente all’orizzonte. Non sono stati i rivoluzionari con la
bandiera rossa ma i rassicuranti funzionari in doppio petto. I governi
post-ideologici ci hanno dato il peggior frutto che le ideologie
politiche ci possano dare: la decisione a maggioranza di cosa sia uomo e
donna, di cosa sia famiglia, di cosa voglia dire procreare e, ora, di
cosa sia la vita e cosa la morte.
Avesse il governo posto almeno la fiducia, la
posizione delle coscienze sarebbe rimasta nascosta sotto il dovere di
scuderia. Ma il voto “in coscienza” ha dimostrato che non solo la prassi
politica bensì anche la coscienza politica di molti parlamentari è
profondamente corrotta. Avesse il governo almeno posto la fiducia, la
legge non avrebbe avuto i voti dei 5 Stelle, che fondano la loro
demolizione della morale naturale proprio sul richiamo alla morale, la
demoliscono senza avere il progetto di farlo. Il che è il massimo del
tranello politico delle ideologie post-ideologiche.
In questi cinque torbidi anni di legislatura, con
governi pilotati a tavolino dall’alto e sorretti da frange mutevoli
dell’opposizione, l’Italia non ha diminuito il debito pubblico, si è
riusciti a fatica a spostare l’8 per cento delle macerie del terremoto,
si è esultato per un aumento del pil dell’1 per cento quando questa
misura è il possibile errore statistico fisiologico in previsioni di
questo genere, si è voluto cambiare la Costituzione tramite un
parlamento incostituzionale e si è stati clamorosamente bocciati, si
sono finanziate con denaro pubblico le associazioni di compravendita del
sesso omosex e la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio che ne
era politicamente responsabile è ancora al suo posto, si è aperto ad una
irresponsabile politica migratoria subendo il ricatto di ONG conniventi
con la criminalità degli scafisti, si è approvata una legge, detta
maldestramente della buona scuola, che ha intasato le
aule-insegnanti di docenti inutilizzati, sono state salvate banche che
prestavano ad amici più soldi di quelli che avevano senza spiegare i
rapporti politici intessuti con quelle banche stesse.
Questo bilancio pessimo comunque è pressoché nulla
rispetto alla legge Cirinnà che riconosce la unioni civili omosessuali,
l’ondata istituzionale di educazione omosessualista e genderista nelle
scuole pubbliche, il divorzio via sms ed ora l’eutanasia. E’ una
politica necrofila e in giro si sente una gran puzza. L’Italia va verso
un non-domani. Governi sostanzialmente di sinistra durati cinque anni si
sono distinti non per le politiche del lavoro o di lotta alla povertà,
ma solo per la politica neoborghese dei “nuovi diritti” e ne hanno fatto
la propria bandiera col teschio e le quattro ossa attorno.
Le gerarchie della Chiesa italiana hanno lasciato fare,
hanno dialogato, hanno sostenuto, hanno confortato, hanno invitato i
rappresentanti del governo a parlare nelle istituzioni ecclesiali, si
sono trovate con loro a cena, hanno pattuito, hanno premuto con grande
determinazione per avere da questo governo amico la legge sullo jus soli, il quotidiano Avvenire ha
dedicato uno spazio mille volte maggiore al tema immigrati che a quello
della famiglia o dell’eutanasia, sono andati in tv ma per parlare dei
centri di accoglienza o del clima, hanno intimidito chi era sceso in
piazza, si sono dissociati da comportamenti sbagliati nel metodo perché
non dialoganti, non hanno pubblicato nemmeno uno straccio di documento
ufficiale e collegiale, non hanno chiamato a raccolta, non hanno gridato
al pericolo, non si sono messi alla guida di nulla. Non ricordatemi che
nel Catechismo c’è scritto quello che c’è scritto e che talvolta il Papa o il cardinale Bassetti hanno detto una parola … questo lo so.
Ma la leaderschip dei pastori non c’è stata,
la chiarezza degli educatori nemmeno, e men che meno la forza dei
profeti. Non c’è stato appello alle coscienze né mobilitazione di
popolo. Nessuna supercopertina su Avvenire, nessun presidio
davanti al Parlamento. Abbiamo l’eutanasia e non ce ne siamo nemmeno
accorti. Abbiamo l’eutanasia e chi doveva tenerci svegli si è
addormentato. E ci consoleremo presto perché tanto alla prossima omelia
ci ricorderanno che Dio ci ama così come siamo.
In questi cinque anni la Chiesa italiana sembra aver
messo da parte la legge morale naturale. Come se Dio avesse messo il
mondo da Lui creato nelle nostre mani a tal punto da volere che lo
costruiamo contro di Lui che lo ha creato. Il “come” del dialogo, del
rispetto umano e del discernimento in coscienza ha avuto il sopravvento
sul “cosa” della verità e del bene. Tutte le prassi politiche dei
cattolici sono state accettate e convalidate. Non solo nessuna
indicazione ex ante di fronte alle grandi sfide, ma anche nessun richiamo ex post.
Il quarto, il quinto, i sesto, il nono comandamento esistono ancora in
politica? Nessuno ce lo dice più. Con l’eutanasia tuttalpiù si pecca
contro la solidarietà, non contro l’uomo e la legge divina.
Cattolica e Gemelli hanno emesso una dichiarazione,
il Livatino ha fatto la sua parte, altre associazioni si sono
pronunciate, ma tante altre hanno taciuto. Nel 1974, davanti al
referendum sul divorzio, molti cattolici ei erano pronunciati per il no
(ossia per il sì al divorzio) “per una scelta di libertà”. Quella scelta
di libertà era in realtà una scelta per l’autodeterminazione che dopo
di allora ha guidato molti deputati cattolici a votare per l’aborto, per
la legge 40, per la Cirinnà ed ora, si suppone, per l’eutanasia. Nel
1974 c’erano Scoppola e Pratesi, Zizola e Masina, La Valle e Carniti …
ora ce ne sono altri.
Che fare? Il quadro si fa desolante. Non c’è quasi più niente da dare per scontato. Bisogna solo ricominciare. Da zero o quasi.
di Stefano Fontana 16 dicembr 2017
fonte: - Nuova Bussola
- https://www.riscossacristiana.it