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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

16/12/17

I 5 anni terribili di un’Italia verso un non domani

Un Parlamento incostituzionale in fase terminale e sotto accanimento terapeutico (in cauda venenum) ha prodotto una legge mortifera sull’eutanasia pensando con ciò di tirare a campare. Atto finale di una legislatura disgustosa e di un governo nato moribondo in forma di fotocopia. Questo atto legislativo in extremis conclude un quinquennio terribile, tanto più terribile quanto condotto da governi sedicenti tecnici o di emergenzao di transizione o del presidente. 

Sono stati i governi di Monti, Le tta, Renzi e Gentiloni, governi dei competenti e dei moderati, a darci le leggi più estremistiche della vita repubblicana che alla fine del 2011, quando Berlusconi fu costretto a gettare la spugna, non erano nemmeno minimamente all’orizzonte. Non sono stati i rivoluzionari con la bandiera rossa ma i rassicuranti funzionari in doppio petto. I governi post-ideologici ci hanno dato il peggior frutto che le ideologie politiche ci possano dare: la decisione a maggioranza di cosa sia uomo e donna, di cosa sia famiglia, di cosa voglia dire procreare e, ora, di cosa sia la vita e cosa la morte.

Avesse il governo posto almeno la fiducia, la posizione delle coscienze sarebbe rimasta nascosta sotto il dovere di scuderia. Ma il voto “in coscienza” ha dimostrato che non solo la prassi politica bensì anche la coscienza politica di molti parlamentari è profondamente corrotta. Avesse il governo almeno posto la fiducia, la legge non avrebbe avuto i voti dei 5 Stelle, che fondano la loro demolizione della morale naturale proprio sul richiamo alla morale, la demoliscono senza avere il progetto di farlo. Il che è il massimo del tranello politico delle ideologie post-ideologiche.

In questi cinque torbidi anni di legislatura, con governi pilotati a tavolino dall’alto e sorretti da frange mutevoli dell’opposizione, l’Italia non ha diminuito il debito pubblico, si è riusciti a fatica a spostare l’8 per cento delle macerie del terremoto, si è esultato per un aumento del pil dell’1 per cento quando questa misura è il possibile errore statistico fisiologico in previsioni di questo genere, si è voluto cambiare la Costituzione tramite un parlamento incostituzionale e si è stati clamorosamente bocciati, si sono finanziate con denaro pubblico le associazioni di compravendita del sesso omosex e la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio che ne era politicamente responsabile è ancora al suo posto, si è aperto ad una irresponsabile politica migratoria subendo il ricatto di ONG conniventi con la criminalità degli scafisti, si è approvata una legge, detta maldestramente della buona scuola, che ha intasato le aule-insegnanti di docenti inutilizzati, sono state salvate banche che prestavano ad amici più soldi di quelli che avevano senza spiegare i rapporti politici intessuti con quelle banche stesse.

Questo bilancio pessimo comunque è pressoché nulla rispetto alla legge Cirinnà che riconosce la unioni civili omosessuali, l’ondata istituzionale di educazione omosessualista e genderista nelle scuole pubbliche, il divorzio via sms ed ora l’eutanasia. E’ una politica necrofila e in giro si sente una gran puzza. L’Italia va verso un non-domani. Governi sostanzialmente di sinistra durati cinque anni si sono distinti non per le politiche del lavoro o di lotta alla povertà, ma solo per la politica neoborghese dei “nuovi diritti” e ne hanno fatto la propria bandiera col teschio e le quattro ossa attorno.

Le gerarchie della Chiesa italiana hanno lasciato fare, hanno dialogato, hanno sostenuto, hanno confortato, hanno invitato i rappresentanti del governo a parlare nelle istituzioni ecclesiali, si sono trovate con loro a cena, hanno pattuito, hanno premuto con grande determinazione per avere da questo governo amico la legge sullo jus soli, il quotidiano Avvenire ha dedicato uno spazio mille volte maggiore al tema immigrati che a quello della famiglia o dell’eutanasia, sono andati in tv ma per parlare dei centri di accoglienza o del clima, hanno intimidito chi era sceso in piazza, si sono dissociati da comportamenti sbagliati nel metodo perché non dialoganti, non hanno pubblicato nemmeno uno straccio di documento ufficiale e collegiale, non hanno chiamato a raccolta, non hanno gridato al pericolo, non si sono messi alla guida di nulla. Non ricordatemi che nel Catechismo c’è scritto quello che c’è scritto e che talvolta il Papa o il cardinale Bassetti hanno detto una parola … questo lo so.

Ma la leaderschip dei pastori non c’è stata, la chiarezza degli educatori nemmeno, e men che meno la forza dei profeti. Non c’è stato appello alle coscienze né mobilitazione di popolo. Nessuna supercopertina su Avvenire, nessun presidio davanti al Parlamento. Abbiamo l’eutanasia e non ce ne siamo nemmeno accorti. Abbiamo l’eutanasia e chi doveva tenerci svegli si è addormentato. E ci consoleremo presto perché tanto alla prossima omelia ci ricorderanno che Dio ci ama così come siamo.

In questi cinque anni la Chiesa italiana sembra aver messo da parte la legge morale naturale. Come se Dio avesse messo il mondo da Lui creato nelle nostre mani a tal punto da volere che lo costruiamo contro di Lui che lo ha creato. Il “come” del dialogo, del rispetto umano e del discernimento in coscienza ha avuto il sopravvento sul “cosa” della verità e del bene. Tutte le prassi politiche dei cattolici sono state accettate e convalidate. Non solo nessuna indicazione ex ante di fronte alle grandi sfide, ma anche nessun richiamo ex post. Il quarto, il quinto, i sesto, il nono comandamento esistono ancora in politica? Nessuno ce lo dice più. Con l’eutanasia tuttalpiù si pecca contro la solidarietà, non contro l’uomo e la legge divina.

Cattolica e Gemelli hanno emesso una dichiarazione, il Livatino ha fatto la sua parte, altre associazioni si sono pronunciate, ma tante altre hanno taciuto. Nel 1974, davanti al referendum sul divorzio, molti cattolici ei erano pronunciati per il no (ossia per il sì al divorzio) “per una scelta di libertà”. Quella scelta di libertà era in realtà una scelta per l’autodeterminazione che dopo di allora ha guidato molti deputati cattolici a votare per l’aborto, per la legge 40, per la Cirinnà ed ora, si suppone, per l’eutanasia. Nel 1974 c’erano Scoppola e Pratesi, Zizola e Masina, La Valle e Carniti … ora ce ne sono altri.

Che fare? Il quadro si fa desolante. Non c’è quasi più niente da dare per scontato. Bisogna solo ricominciare. Da zero o quasi.


di Stefano Fontana 16 dicembr 2017

fonte: -  Nuova Bussola  
          -  https://www.riscossacristiana.it

11/12/17

Renzi trascina a fondo il PD in un vortice di fake news

C'era da aspettarselo e non mi si venga a dire che quello che sta accadendo non era prevedibile se non addirittura scontato. L'uomo che nell'immaginario collettivo è ritenuto, a mio parere a buon titolo, il più bugiardo del mondo e mi riferisco ovviamente a Matteo Renzi sopranominato il "bomba", sta pilotando la picchiata del PD verso lo schianto delle prossime elezioni politiche a primavera.

Ad eccezione di alcuni solitari e quasi eroici illuminati, stampa e media nazionali, che per anni lo hanno celebrato come un prodigio politico se non addirittura l'uomo della provvidenza, stanno disperatamente cercando di ammortizzarne la picchiata verso il basso, sparando cazzate a livello industriale. Si proprio "cazzate", termine che rende molto meglio di balle o fake news, il senso di quello che sta avvenendo. Dopo la topica "fake" partita dal New York Times su una congiura ordita da siti complottisti pro Lega e M5S per colpire il PD, facilmente smontata quando si è scoperto che a confezionarla era stato tale Andrea Stroppa riconducibile proprio all'entourage dello stesso Renzi, adesso assistiamo a quella partita da Joe Biden, ex vicepresidente di Obama. Come dire "una balla al giorno toglie il medico di torno ", ove per medico si sottintende una terapia collettiva contro gli effetti della propaganda di distrazione di massa. Secondo questo signore sarebbe in atto un "Russiagate "(l'ennesimo) per danneggiare il PD di Matteo Renzi a favore di Lega e M5S. Insomma la Russia di Putin, dopo avere pesantemente condizionato le ultime elezioni americane che hanno proclamato vincitore Trump, si appresterebbero a fare lo stesso giochino in casa nostra.
Adesso se già è poco credibile per chi ha un pò di sale in zucca la vicenda che riguarda Trump, per molti autorevoli osservatori confezionata proprio dai vari Clinton e Obama che non hanno mai digerito la sconfitta, pensare che la Russia si spenda per condizionare le elezioni politiche in una nazione del tutto insignificante sullo scacchiere internazionale come la nostra, dovrebbe far ridere se non piangere. Se non altro per l'umiliazione di una presunta creduloneria che certi politici nostrani ed internazionali ritengono possa essere affibbiata agli eletttori italiani. Grillo e Salvini pilotati da Putin dovrebbe fare sganasciare, scompisciare, ribaltare dalle risate anche il più citrullo assorbiballe di questo mondo, invece no. Il governo Gentiloni, secondo quanto riferisce RAI news stamani nel suo notiziario o "velinario" secondo un sempre più ampio convincimento su quello che ci passa quotidianamente il convento dell'informazione nazionale, prende la cosa sul serio. Insomma, sempre secondo quanto ci riferisce mamma (o matrigna) RAI, Paolo Gentiloni, evidentemente non avendo di meglio da fare, avrebbe ordinato una indagine nel merito. Siccome è presumibile che l'indagine non sarà affidata all'attuale ministro degli esteri Angelino Alfano, che renderebbe ancora più improbabile la vicenda, essendo tra l'altro il medesimo in fase di abbandono della politica, il compito verrà probabilmente affidato a Minniti, l'ercolino sempre in piedi del PD. 
Fake news, balle, ricostruzioni fantasiose, analisi politiche improbabili che dovrebbero indignare i destinatari, ovvero gli italiani chiamati alle urne. A partire dai famosi sondaggi, praticamente uno al giorno e quasi sempre smentiti nei fatti. Quello odierno ha per fonte Ipsos - Corriere della Sera, secondo il quale il PD oggi si attesterebbe al 24,4%, mentre il M5S al 29,1%, la destra unita ( Berlusconi + Salvini + Meloni + frattaglie) al 36% ed il neonato partito di Pietro Grasso ( Bersani, Speranza, Civati e Fratoianni.. ) si attesterebbe attorno al 6,6%.
Sono strasicuro che questi più che sondaggi sono speranze, auspici o esorcizzazioni per scongiurare il dato che, fatti salvi miracoli dell'ultima ora magari dopo esiti favorevoli a Renzi della Commissione di inchiesta sulle banche affidata a Pierferdinando Casini (un nome una garanzia) ed il probabile massiccio bombardamento mediatico cui saranno sottoposti gli elettori a partire dal gennaio prossimo. Tuttavia ritengo che, malgrado la massiccia campagna d'inverno, il risultato ci consegnerà la totale disfatta del PD e la scomparsa, in senso politico ovviamente, del suo attuale segretario Matteo Renzi che forse dovrà, ma in questo paese tutto è possibile, finalmente trovarsi un lavoro lontano dalla politica. Ma anche i suoi pasdaran non avranno vita facile e per loro sarà alquanto difficile riciclarsi politicamente. A meno che non ci pensi papà Silvio. Se Berlusconi riuscirà a ricoagulare un elettorato ampio attorno alla sua proposta politica, fatta di promesse che poi si riveleranno fasulle ma al peggio non c'è mai fine, allora questi pseudo sinistroidi ex democristiani alla Franceschini troveranno una sponda sicura. Molto peggio andrà per i vari Fassino o Finocchiaro e tutti quei residuali discendenti del vecchio PC, che verranno sfanculati da tutti. Per i Cuperlo, gli Orlando e tutti i tentenna alla Pisapia ci sono ancora un paio di mesi per riposizionarsi, magari nella nuova formazione di Grasso, se non vorranno affondare con la nave renziana.
Magari sarà anche questo un auspicio ma perché rinunciarci.

di paolo -  sabato 9 dicembre 2017 

10/12/17

Il pericolo farsista





Siamo alla paranoia ideologica virale. Una bandiera del Secondo Reich, che era una monarchia costituzionale ottocentesca, tenuta in caserma da un ragazzo carabiniere di vent’anni, diventa il pretesto del giorno per gridare al Nazismo risorgente, che non c’entra un tubo con la bandiera e con la storia del secondo Reich.
L’uso fake della storia sconfina nel delirio persecutorio.

Ma non basta. In pieno autunno del 2017, un benemerito compagno ha scoperto una cosa tremenda: il 20 maggio del 1924, la città di Crema conferì su proposta della giunta locale la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.

L’orrenda scoperta ha subito compattato il valoroso popolo de sinistra – enti, associazioni, partiti e sindaca, oltre l’ineffabile Anpi – che ha intimato di provvedere subito a ritirare l’atto osceno in luogo pubblico.

Togliendo la cittadinanza onoraria di Crema a Mussolini avremo finalmente un Duce scremato. Tempestivo, non c’è che dire, se ne sentiva l’urgenza, 93 anni dopo.

Ma come dice un proverbio politicamente corretto, Chi va piano va Fiano e va lontano. E’ tutta una gara in Italia per scoprire e revocare la cittadinanza onoraria al Duce in un sacco di comuni.

Pensavo a questo eroico atto di ribellione al fascismo da parte della città cremosa mentre leggevo per il terzo giorno consecutivo commenti, anatemi e mobilitazioni contro il pericolo fascista dopo la sconcertante “azione squadrista” compiuta a pochi chilometri da Crema, a Como.

La Repubblica, per esempio, ha schierato il suo episcopato per condannare il fascismo risorgente e chiamare a raccolta l’antifascismo eterno. Sui tg c’è stato un tripudio di demenza militante a reti unificate. Non avevo intenzione di scriverne, mi pareva immeritevole d’attenzione, ma la paranoia mediatico-politica non accenna a scemare.

1) Ora, per cominciare, quell’irruzione in un’assemblea pro-migranti non è di stampo squadrista semmai di stampo sessantottino. Gli squadristi, come i loro dirimpettai rossi, non irrompevano per leggere comunicati e andarsene senza sfiorare nessuno.

L’abitudine di interrompere lezioni, assemblee, lavori è invece tipicamente sessantottina e poi entrò negli usi degli anarco-situazionisti, della sinistra rivoluzionaria, dei centri sociali, ecc. Gli “skin” in questione ne sono la copia tardiva, l’imitazione grottesca.

2) Secondo, i comunicati. Trovate pure demente e mal recitato, quel comunicato che gli impavidi neofascisti hanno letto interrompendo la riunione filo-migranti. A me fa sorridere, se penso ai comunicati degli anni di piombo.

Vi ricordate? Davano notizie o annunci di assassini, accompagnavano attentati ed erano a firma Br, Primalinea e gruppi affini. Quando penso a quei comunicati, deliranti ma corrispondenti ad azioni deliranti e sanguinose, trovo farsesco il remake a viso aperto di quattro fasci e l’allarme mediatico che ne è seguito.

3) Terzo, la violenza di irrompere e interrompere. Succede ancora, nelle università, in luoghi pubblici, verso chi non piace ai movimenti di sinistra radicale, lgbt, centri sociali o affini. È capitato anche a me, girando l’Italia, di trovare aule universitarie e luoghi pubblici in cui non riesci a parlare o parli sotto scorta, tra interruzioni, proclami e incursioni.

Di questo teppismo i giornali e i tg non ne parlano mai. E nessuna di queste anime belle che gridano indignate al pericolo fascista, ha mai espresso una parola di solidarietà e di condanna.

Lo dico anche al pinocchietto fiorentino che esorta la comunità nazionale a indignarsi tutta e non solo la sua parte politica, per l’episodio di Como, anzi per la strage virtuale: lui non ha mai speso una parola per stigmatizzare episodi di segno opposto, assai più numerosi e più violenti e pretende che l’Italia insorga compatta per una robetta del genere?
Diamine, ci sono ogni giorno storie di violenza e di morti, aggressioni in casa, e la comunità nazionale intera deve mobilitarsi unita di fronte a un episodio verbale così irrilevante?

In realtà, voi informazione pubblica, voi governativi, voi giornaloni e associati, siete i primi spacciatori di bufale o fake news. Perché prendete una minchiata qualsiasi e la fate diventare La Notizia della Settimana, ci imbastite teoremi, prediche, rieducazioni ideologiche, campagne e mobilitazioni antifasciste.

Se il pericolo che corrono le nostre istituzioni ha tratti così farseschi, allora il primo pericolo è la ridicolizzazione della storia e della democrazia da voi operata quando sostenete che sono messe a repentaglio da episodi così fatui e marginali.
Non sapete distinguere tra una bomba e una pernacchia. E finirete spernacchiati.

MV, Il Tempo 3 dicembre 2017

di Marcello Veneziani

Uranio Impoverito – Dodici lunghissimi anni di silenzi


Dodici lunghissimi anni, di silenzi ed attesa; dodici interminabili anni, di richieste e indifferenza. 

Col Carlo Calcagni
È il 20 gennaio 2005 quando, il Colonnello Carlo Calcagni, ammalatosi tre anni prima, a causa della massiccia contaminazione da nanoparticelle di metalli pesanti derivanti dall’impiego in zone bombardate con munizionamento contenente uranio impoverito e contratta nel 1996 in corso di missione internazionale di pace in Bosnia, chiede al Ministero della Difesa un risarcimento del danno biologico in via bonaria con atto stragiudiziale. 
Calcagni confidava in una transazione che potesse avvenire in tempi brevi, poiché il nesso causale tra la ragione di servizio e la sua malattia era già stato dimostrato, accertato dalle commissioni Medico-Ospedaliere Militari, probabilmente l’unico in possesso di un verbale della CMO di Bari sul quale è riportato: “nel 96 il paziente ha operato in regioni belliche e verosimilmente esposto a uranio impoverito”, poi riconosciuto dal Comitato di Verifica del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e successivamente attestato con decreto di riconoscimento della dipendenza da causa e fatti di servizio dallo stesso Ministero della Difesa.
E invece – afferma Calcagni – ha prevalso il silenzio ed io sto ancora attendendo; io assieme a tanti altri colleghi che hanno riportato danni permanenti, e a coloro che ci hanno già lasciato senza vedere la conclusione delle pratiche in corso, condannando all’attesa di risarcimento i propri familiari. 
Dal 2005 ad oggi ho presentato una valanga di solleciti senza ricevere alcuna risposta: soltanto totale indifferenza!
Stessa indifferenza da parte dei Presidenti della Repubblica, dei Ministri della Difesa e dei Presidenti del Consiglio, che nel tempo si sono succeduti, fino all’ultima lettera aperta inviata al Presidente della Repubblica Mattarella ed al Ministro della Difesa Pinotti in data 13 marzo 2017.
In questa indifferenza delle Istituzioni sono trascorsi dodici lunghissimi anni, durante i quali la mia condizione di salute è inesorabilmente e drasticamente peggiorata. Un lungo periodo quello trascorso, in cui ho avvertito la vita affievolirsi, giorno dopo giorno, e durante il quale ho dovuto assistere alla morte di tanti colleghi per la stessa causa… e all’esordio di malattia di tanti altri.”
La vicenda dell’uranio impoverito, dopo anni di silenzi e di smentite riguardo i rischi ai quali sono stati esposti i nostri soldati, è al vaglio della Commissione d’inchiesta che nei giorni scorsi, dopo aver sentito il Generale Fernando Termentini, che ha partecipato a operazioni all’estero, ha fornito un’importante testimonianza che ha portato al deferimento alla Procura del Generale Covato.
Io – continua il Colonnello Calcagni – sono tra i pochi fortunati: potrei anche non essere qui a continuare a lottare per me e per gli altri, spesso contro un sistema che professa di tutelarci e non perde occasione di affermare che non ci abbandona… mentre tutta questa assurda e pericolosa attesa scatena in me… in noi… soltanto un’indicibile rabbia. 
Pochissimi sono ancora coloro che hanno ottenuto, con transazione bonaria o per esito di cause giudiziarie contro il Ministero, il giusto risarcimento per i danni subiti. Ma queste pratiche dovrebbero essere trattate con un iter d’urgenza, proprio perché coinvolgono vite umane, Uomini dello Stato che hanno reso un giuramento e lo hanno rispettato fino all’estremo sacrificio, e  che invece spesso muoiono ancor prima di vedere la definizione della propria richiesta.
Sebbene la mia richiesta di transazione bonaria è datata 20.01.2005, non è stata presa in considerazione… mai!
In alcune interrogazioni parlamentari sull’argomento il Ministero della Difesa ha sempre dichiarato che non si effettuano transazioni”.
Ma le cose stanno realmente così? Stando a quanto dichiarato dal Colonnello la verità è ben diversa. Calcagni infatti afferma di essere in possesso di un elenco di numerose richieste di risarcimento, tutte successive alla sua richiesta, “le transazioni esistono: queste sono soltanto quelle in corso e definite dal Ministero della Difesa fino al 2010”.
Dopo tutto questo – prosegue il Colonnello – a giugno di quest’anno, dopo ‘appena’ 12 anni e mezzo dalla mia richiesta risarcitoria, transazione bonaria, ho ricevuto la lettera dallo Stato Maggiore della Difesa, Ispettorato Generale della Sanità Militare, con la quale, in appena 4 righe, mi è stato notificato che: la richiesta risarcitoria non può essere oggetto di accoglimento”.
Per questo ancora oggi, come da tredici anni ormai… e mai mi stancherò di farlo finché avrò voce… chiedo per me e per chi mi è accanto in questa battaglia, per tutti i colleghi che rappresento… che il nostro Stato smetta di mostrare indifferenza e finalmente ci rivolga il rispetto, la considerazione e la tutela che ci sono dovuti… come Uomini e come Servitori della Patria… di quella Patria che abbiamo Giurato di Onorarefino alla fine…”
Gjm

PRATICA 24 DEL 2005 RISARCIMENTO
PRATICA 24 DEL 2005 RISARCIMENTO


URGENTE URANIO
RISPOSTA NEGATIVA ALLA RICHIESTA DI TRANSAZIONE

RISPOSTA NEGATIVA ALLA RICHIESTA DI TRANSAZIONE