Il contagio della ferocia assoluta su Afghanistan e Pakistan e sino ad oggi l’Occidente si rivela impotente
La strage di Peshawar è stata rivendicata dal gruppo
Tehreek-e-Taliban. Gruppo di etnia Pashtun che si forma nelle scuole
coraniche, le ‘madrasse’. Guida spirituale sin dall’inizio, il Mullah
Omar, ancora oggi uno dei terroristi più ricercati al mondo,nascosto
pare nella città pakistana di Quetta
L’orrore che impone di ritrovare la memoria. Come se
l’integralismo feroce del Centrasia soffrisse per il monopolio di
crudeltà esibite dai confratelli jihadisti in Siria e Irak. E gli
allievi del Mullah Omar sfidano i tagliagole del Califfo. 141 civili
disarmati scannati senza esitazioni, tra loro 130 giovani allievi della
scuola militare di Peshawar dove è avvenuta l’incursione. E noi
riscopriamo l’esistenza dei Talebani. Un male che Afghanistan e Pakistan
condividono e che oggi, a poche settimane dal taglio della presenza
militare NATO e USA in Afghanistan ammoniscono il Pakistan.
Ma chi sono quelle bestie, perché di umano è difficile immaginare un
sentimento oltre le fattezze. In Afghanistan nel 2001, da una trincea
muiaheddin, mentre ancora gli americani scaricavano bombe, c’ho
scherzato via radio da una trincea all’altra. Un invito a raggiungerli,
col mujaheddin accanto che mi spiegava la mia immediata trasformazione
in ‘voce bianca’ e poi il resto. Senza sorrisi, i talebani si
materializzano nei primi anni Novanta nel nord del Pakistan sulla scia
di un’altra ritirata. Le truppe sovietiche fuori dall’Afghanistan:
resistenza dei mujaheddin, sostegno americano, e talebani.
Gruppo di etnia a maggioranza Pashtun che si forma nelle scuole
coraniche, le ‘madrasse’. Guida spirituale e non solo teologica, il
Mullah Omar, ancora oggi uno dei terroristi più ricercati al mondo,
nascosto secondo molti nella città pakistana di Quetta. Il salto di
qualità arriva nel 1994, quando con i soldi dell’Arabia Saudita -regno
feudale di folli- anche nell’Asia Centrale si cerca di imporre una
visione radicale dell’Islam sunnita. La barbarie per l’ Afghanistan:
sola legge la Sharia, lapidazione per certi reati, gli uomini con la
barba, le donne col burka, niente tv, musica, scuola per le donne.
Inimmaginabile, almeno per noi. Ma inizialmente gli ‘studenti’
guerriglieri, che poi avevano studiato solo i versetti del Corano a
memoria, fecero presa sulle popolazioni al confine tra l’Afghanistan e
il Pakistan ponendosi come l’unica forza in grado di garantire la
sicurezza, il controllo dell’ordine pubblico e la continuità dei
commerci. Si impossessano prima della provincia di Herat, al confine con
l’Iran, nel 1995. Un anno dopo, rovesciano il regime del presidente
Rabbani e del suo braccio armato alla difesa Shah Masood, e conquistano
Kabul. Nel ’98 controllano il 90% dell’ Afghanistan.
Il Pakistan in tutto questo. Sappiamo che molti degli afghani
promotori del movimento talebano in Patria sono stati istruiti nelle
madrasse pakistane. Ruolo ambiguo da sempre quello di Islamabad. Il
Pakistan, va ricordato, è stato uno dei tre soli Paesi, insieme ad
Arabia Saudita ed Emirati Arabi, ad aver riconosciuto il governo dei
talebani dalla metà degli anni 1990 fino al 2001. Ed è stato l’ultimo
Paese a interrompere i rapporti diplomatici con loro. Tutto cambia dopo
gli attacchi dell’11 settembre 2001. Il 7 ottobre l’attacco Usa in
Afghanistan. A dicembre il regime talebano crolla.
Da allora, quelle truppe occidentali che io ho visto allora accolte
dalla popolazione afghana come liberatori, dopo pochi anni, e miliardi e
migliaia di soldati e di morti, i Talebani sono pronti a riprendersi in
bel pezzo di territorio che ormai dovremmo imparare a chiamare
l’AF-PAK. Non più l’entità statuale eredità del colonialismo, ma le
nuove frontiere delle obbedienze-appartenenze religioso-tribali. Ciò che
vediamo accadere tra Siria ed Iraq. Polveriere con governi deboli,
confini porosi o inesistenti in balia delle spinte dei talebani in
Centrasia o dei altri gruppi terroristi altrove.
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