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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

17/12/14

I maneggi di Buzzi con i consiglieri Pd: "Vengono loro da me"


Nelle intercettazioni della Procura il ras parla degli scambi con il capogruppo in Campidoglio. Carminati verso il 41 bis


Ostile ma non troppo. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, insiste a indossare l'abito da «nemico» della mafia capitale. Ignorando però che il presunto «cupolone» di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi «vantava agganci» anche sotto la sua amministrazione. 


 
 
Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati nella cupola affaristica romana
Per dirla con Pignatone, Rosso e Nero erano «tranquilli» con qualunque esito delle elezioni comunali. Lo dimostrano gli atti dell'indagine «Mondo di mezzo». Dove finisce suo malgrado anche Andrea Bianchi, fino a ottobre 2013 capo dello staff di Luigi Nieri. Il vicesindaco a sua volta intercettato mentre Buzzi, per cambiare un dirigente capitolino, chiede «una mano perché stamo veramente messi male con la Cutini», al che lui replica «Lo so, lo so, come no?». Rita Cutini era assessore alle Politiche sociali, lei sì ritenuta ostile da Buzzi ma sostituita da Marino tre giorni fa.
Tornando a Bianchi, il braccio destro di Nieri è costretto a dimettersi un anno fa, quando viene fuori che la sua laurea è falsa. Ma trova un paracadute nelle coop di Buzzi, che lo accoglie a braccia aperte e gli restituisce il lavoro perduto. Il passaggio, quasi automatico, lascia traccia di sé nelle intercettazioni. Il 29 novembre 2013 Buzzi è nel suo ufficio con Bianchi, «con il quale - scrive il Ros - intraprendeva una conversazione finalizzata a un eventuale e prossimo impiego di quest'ultimo». Bianchi, più che il curriculum, vanta le sue entrature, «paragonandosi a Buzzi e raccontando come anche lui avesse modo di relazionarsi all'interno di Comune e Regione». Poi entra in ufficio il suo commercialista Paolo Di Ninno, e Buzzi «facendogli capire l'intenzione di aiutarlo» gli presenta Bianchi: «Ha avuto una disavventura, è incappato nella storia del falso titolo, lui era il capo segreteria del vicesindaco (...) siccome noi lo conosciamo da una vita, da quando insomma conosciamo... il rapporto con Nieri era lui».
Generoso, Buzzi. Ma poco disinteressato. In un'altra intercettazione lo scorso 15 gennaio spiega alla sua maniera il do ut des da applicare con i politici. Riferendo, de relato, una conversazione che avrebbe avuto con Fabrizio Panecaldo, fresco capogruppo Pd in Campidoglio: «Ieri abbiamo preso altri 2 appartamenti, ormai oh... io arrivo in un Consiglio comunale vengono i consiglieri da me, “mi dai il documento”». La moglie replica: «Certo che non stanno messi troppo bene sti consiglieri in termine di moralità». E Buzzi affonda: «È venuto Panecaldo me fa “aoh quando fai lavora'”, “quando tu mi dai il lavoro”, j'ho detto, “niente lavoro niente lavoro”». Un mese dopo, presente anche Carminati, la metafora è ancora più pittoresca, ma chiarissima: «Siccome Panecaldo me faceva “ahh, a me non me dai niente?”, ho fatto perché, gli ho detto... lo sai il proverbio, “la mucca tu la devi mungere però gli devi da da mangia'”! (...) tu là solo mungi non gli dai da magnà...cazzo mungi? (...) allora me fa'... “fra un mese e mezzo glie damo da magnà e fra un mese e mezzo la mungemo”». Il «concetto» seguiva una chiacchierata su case da comprare «in favore» dell'ex consigliere Atac (quota Pd) Andrea Carlini. Anche qui, Buzzi mette in chiaro che Carlini è «uomo di Marroni» (Umberto, deputato Pd, ndr ), e che i favori si fanno per gli amici («Se Umberto me dice de compra' la compro») e, soprattutto, per i benefici. Perché, conclude il ras delle coop, «fateme fa' un campo nomadi no?! Te ne compro tre di case, no una». Intanto, a Tolmezzo, Massimo Carminati sta per passare in regime di 41 bis. Il «Cecato» finora era stato trattato da detenuto comune, seppur in un carcere considerato «duro». Cella singola, tv, doccia e ora d'aria. Ordinari «privilegi», dietro le sbarre, a cui Carminati non avrà più diritto, per quell'accusa di associazione mafiosa confermata dal Riesame.

Massimo Malpica - 17 dic 2014
fonte: http://www.ilgiornale.it

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