Massimo Carminati resta in carcere e l'impianto dell'accusa regge la prima prova.
E' «L'ultimo sacco di Roma», scrive l'Osservatore romano. E intanto
salta fuori la lettera che Luca Odevaine, componente del Tavolo per i
rifugiati, prima dell'arresto scriveva al presidente del Consiglio per
farsi avanti attraverso la sua Fondazione nella gestione dell'emergenza
immigrazione. E' settembre, le richieste di arresto dei pm sono già
sulla scrivania del gip. Odevaine, è considerato l'uomo che, all'interno
del Viminale, cura gli interessi di ”Mafia capitale” incassando 5mila
euro al mese in cambio dell'affidamento alle cooperative di Buzzi di
Sprar e Cara. Ma soprattutto è presidente della Fondazione
Integra/azione, a nome della quale si rivolge a Matteo Renzi con una
lettera che verrà ignorata. Il ministro dell'Interno ha già annunciato
che Mare Nostrum chiuderà con l'entrata in scena di Frontex: Odevaine si
propone come interlocutore del governo per gestire l'emergenza che,
secondo l'inchiesta, frutta all'organizzazione milioni di euro. A
firmare il documento c'è anche Rossana Calistri, il direttore
scientifico della Fondazione Integra/azione, ai domiciliari dal 2
dicembre scorso. Tutti i componenti della Fondazione sono finiti nei
guai: indagati o arrestati, tranne il vicepresidente Francesco Ferrante.
Sotto accusa anche Stefano Bravo, presidente dei revisori dei conti, i
pm ipotizzano il riciclaggio: avrebbe portato all'estero i soldi delle
mazzette.
L'ASSOCIAZIONE MAFIOSA
L'impianto accusatorio supera il primo esame. Ieri i giudici del
Tribunale del Riesame hanno confermato il carcere e le accuse per
Massimo Carminati, considerato il dominus di un'associazione mafiosa
inedita rispetto alle mafie tradizionali. In carcere, oltre al boss,
restano anche Riccardo Brugia, braccio destro del capo, Roberto Lacopo e
Fabrizio Franco Testa. Confermato il carcere anche per Emilio Gammuto,
mentre sono stati concessi i domiciliari a Raffaele Bracci. Gli avvocati
Giosuè e Ippolita Naso hanno annunciato il ricorso in Cassazione,
intanto il sindaco Marino ha formalizzato la costituzione del
Campidoglio come parte offesa.
LA LETTERA
Scrive Odevaine: «Da molti anni ci poniamo domande su quali possano
essere le azioni necessarie per affrontare quella che l'Osservatore
Romano, ha definito in questa terribile estate del 2014, una “ecatombe
senza fine”. Le missioni come “Frontex” e “Mare Nostrum “ - scrivono
Odevaine e Calistri - non hanno dato i risultati sperati». E dopo un
lungo passaggio carico di retorica sui valori dell'accoglienza e
dell'integrazione, Odevaine arriva al punto: «Aver portato da 3000 a
20.000 i posti destinati allo Sprar, la riduzione significativa dei
tempi della prima accoglienza, oltre all'unificazione in capo al
ministero dell'Interno delle procedure relative ai minori, punti
centrali del documento, avvicinano sensibilmente l'Italia ai paesi
europei più avanzati nelle politiche di integrazione. Ma tutto ciò
potrebbe funzionare in “tempi di pace”, con flussi migratori
controllabili. Oggi la situazione non è tale da poter pianificare
accoglienza ed integrazione in modo razionale. I numeri di questa
emergenza stravolgono qualsiasi possibilità di pianificazione. E'
fondamentale quindi trovare una sintesi tra emergenza e pianificazione. E
per fare ciò è indispensabile che ognuno faccia la propria parte».
Odevaine chiede «la modifica degli accordi di Dublino, operazioni
umanitarie che contemplino corridoi umanitari e presidi sulle coste del
Mediterraneo, risorse economiche adeguate».
di Valentia Errante - Sabato 13 Dicembre 2014
fonte: http://www.ilmessaggero.it
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