Campi
nomadi, palazzi occupati, discariche e immigrati. Nelle zone a rischio
si può perdere il 50% del valore. Leggi l'inchiesta del Giornale
Campi
nomadi, palazzi occupati, discariche e immigrati. Nelle zone a rischio
si può perdere il 50% del valore. Leggi l'inchiesta del Giornale
I
flash e le telecamere si accendono sulle periferie di Roma e di Milano
dopo anni di silenzio. Ma inquadrano soltanto la punta di un iceberg.
Tor Sapienza, o il Corvetto, raccontano la storia di quegli angoli di città scomparsi dai radar dei media fino a che la bomba non è esplosa.
Giacoi Susca - 15 dic 2014
fonte: http://www.ilgiornale.it
Tor Sapienza, o il Corvetto, raccontano la storia di quegli angoli di città scomparsi dai radar dei media fino a che la bomba non è esplosa.
È
evidente: il sonno della politica genera mostri e mina la convivenza
civile. Il razzismo non c'entra, semmai è un luogo comune per chi non
vuole affrontare i problemi. Campi nomadi come favelas da terzo mondo,
occupazioni indisturbate di alloggi popolari, concentrazioni abnormi di
immigrati che si trasformano in bacino prediletto dalla criminalità,
centri d'accoglienza per profughi o presunti tali fatti piovere
dall'alto in barba a qualsiasi valutazione di buon senso. A pagarne le
spese, ancora una volta, è quel ceto medio che nell'acquisto di una casa
ha messo tutti i propri risparmi, i sacrifici di una vita. E il
mattone, da bene rifugio per eccellenza, nelle zone «calde» ostaggio
dell'illegalità si è ridotto a un bene che di valore ne ha ormai ben
poco e non rappresenta più alcun rifugio dal degrado circostante.
Incrociando le tabelle del mercato immobiliare si scopre che
svalutazioni del 10-15 per cento nel giro di un anno sono la regola, ma
ci sono casi fin troppo frequenti in cui l'invasione di rom ed
extracomunitari irregolari ha praticamente dimezzato il patrimonio
racchiuso nelle pareti domestiche. Il nostro viaggio per le strade di
Milano, Roma e Napoli evidenzia le tante facce di questo paradosso.
Com'è possibile che a un quarto d'ora di metropolitana dal Duomo un
trilocale di 90 metri quadrati valga oggi il 15 per cento in meno
rispetto a sette anni fa? Intanto nella capitale il settore chiave
dell'edilizia è avvolto in una spirale di impoverimento che sembra senza
via d'uscita. Prendete il quartiere Tiburtino, ad esempio. È «bastata»
l'occupazione di un edificio da parte di centocinquanta famiglie di
disperati per far crollare il valore degli appartamenti e dei locali
commerciali dell'intera zona.
Nell'indifferenza delle istituzioni le «criticità» si moltiplicano e
si stratificano. A Scampia, già stretta nella morsa della camorra, per i
residenti si è aggiunto un altro girone infernale: la mega baraccopoli
di via Cupa Perillo con i roghi continui di rifiuti speciali e materiali
tossici. A Napoli l'aria è diventata irrespirabile, e il concetto ha
smesso di essere un modo di dire. Una casa «sotto assedio», da quelle
parti, costa mille euro al metro quadrato ma sul mercato ne vale la
metà. Ammesso che vi sia, un mercato. Nel secondo semestre del 2014 gli
agenti immobiliari hanno previsto un'ulteriore caduta dei prezzi del 10
per cento. E non è l'unica emergenza, dato che a rischio c'è persino la
salute. Certo, qualcuno si è salvato. Per i pochi privilegiati che
abitano nei centri storici o in zone di pregio la flessione è stata
quasi impercettibile. Tutti gli altri cercano una via di fuga: vendere a
prezzi decenti in certi contesti è un'utopia. E non c'è niente di
peggio che sentirsi prigionieri (e più poveri) a casa propria.
Giacoi Susca - 15 dic 2014
fonte: http://www.ilgiornale.it
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