Cari marò non ci resta che pregare
Solidarietà ai fucilieri da cattolici ed ebrei, impegnati per una soluzione Monsignor Marcianò: «La scelta dei giudici indiani suscita sconcerto»
È
riuscito a riappacificare statunitensi e cubani: forse potrebbe
restituire i marò alle loro famiglie e al loro Paese. Un intervento di
Papa Bergoglio per Latorre e Girone è sperato e atteso da molti,
specialmente dopo la legnata dei giudici indiani alla «strada
diplomatica» seguita dal governo Renzi.
E ieri cattolici ed ebrei hanno
annunciato il loro dispiacere, per la decisione della Corte Suprema di
Nuova Delhi che ha negato concessioni di carattere umanitario per i
nostri marò. E hanno assicurato il loro aiuto.
«La scelta dell’autorità giudiziaria
indiana non può che suscitare un profondo sconcerto che sento di dovere
esternare anche a nome di tutta la Chiesa dell’Ordinariato Militare», ha
dichiarato ieri monsignor Santo Marcianò, Ordinario militare per
l’Italia. L’Ordinario militare ha spiegato di riporre «grande fiducia e
stima nell’opera del governo italiano che è impegnato da tempo nella
ricerca di una soluzione a questo difficile caso e che, anche in queste
ultime ore, sta mettendo in opera tutti i mezzi possibili per
risolverlo».
«Ho avuto di modo di apprezzare - ha
aggiunto monsignor Marcianò - grazie al legame personale che mi lega a
loro, le doti di equilibrio e forza che caratterizzano Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone. Essi, all'impegno nell’adempimento del
proprio dovere, uniscono indiscutibile correttezza e senso delle
istituzioni, dimostrati in modo particolare nel tempo di questa lunga
vicenda che li vede protagonisti». L’Ordinario militare ha aggiunto che
il desiderio di Girone di trascorrere un tempo in Italia per condividere
il Natale in famiglia e il bisogno di Latorre di continuare urgenti e
indispensabili cure mediche «sono richieste che non negano in alcun modo
le legittime esigenze della giustizia, ma rimandano al più elementare
senso di umanità che dovrebbe caratterizzare ed unire le diverse
culture».
«Allo stesso tempo desidero far giungere a
Massimiliano e Salvatore la profonda vicinanza e la fiduciosa preghiera
al Signore Gesù. Il Signore, che nel mistero del Suo Natale si mostra
quale liberatore dell’uomo, doni loro di perseverare nella Speranza che
viene da Lui e tocchi nel profondo i cuori dei responsabili della
giustizia indiana affinché siano illuminati nel prendere decisioni
rispettose della giustizia, aderenti alla verità, cariche di umanità».
E, contemporaneamente, la Comunità
Ebraica di Roma ha espresso «forte preoccupazione per la vicenda che da
anni coinvolge i due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone. Le ultime decisioni dell’India, che allontanano il
ritorno dei due marò in Italia, non possono lasciarci indifferenti». Il
presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha
dichiarato che la Comunità è vicina «al Governo Italiano di Matteo
Renzi, al Ministro della Difesa Roberta Pinotti e al Ministro degli
Esteri Paolo Gentiloni - ha proseguito il presidente - che si stanno
prodigando affinché la crisi porti a una soluzione positiva. Da ebrei
italiani sentiamo di dover dare ogni contributo possibile per tenere
alta l’attenzione mediatica e sensibilizzare il maggior numero di
persone. Noi tutti rivogliamo i nostri marò qui in Italia».
E ha infine annunciato che «la Giunta
della Comunità Ebraica di Roma ha deciso di essere in prima linea e
lanciare la campagna #bringbackourmarò sui social network e in tutta la
Rete per chiedere al mondo di non lasciare soli Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone. Ci impegneremo a promuovere iniziative fino al giorno
in cui li rivedremo tornare a Roma dalle loro famiglie».
Della vicenda ha parlato, in modo
sentito, ma un po’ meno formale anche il leader di FdI-An Giorgia
Meloni: «Sono stati tre governi di eunuchi e cialtroni a gestire la
vicenda marò. Al ministro Gentiloni, che sembra "Alice nel paese delle
meraviglie", ricordo che aspettiamo da tre anni l’avvio dell’arbitrato
internazionale. Un governo serio avrebbe mobilitato gli organismi
internazionale».
Antonio Angeli - Venerdì 19 Dicembre 2014
fonte: http://www.ilbenecomunenewsletter.it
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