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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

16/12/14

CASO MARO' - India, Corte suprema vuole i Marò ostaggio nel processo del mai Ora l’Italia che fa?

Neghittosità e arzigogoli del sistema giudiziario e nazionalismo indiano, ora dall'Italia una risposta

Marò, No secco con toni infastiditi della corte suprema indiana alle istanze di Latorre e Girone. ‘L’inchiesta non è finita (dopo 3 anni neppure l’atto d’accusa), anche vittime hanno loro diritti’. No anche a Latorre per continuare le terapie e sottoporsi l’8 gennaio ad un intervento cardiaco
La Corte Suprema indiana non ha accolto manco mezza delle istanze presentate dai Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per una attenuazione della loro libertà provvisoria permettendo, a Latorre un prolungamento della permanenza in Italia e a Savatore Girone un rientro a casa per le festività natalizie. ‘Lo ha constatato l’ANSA a New Delhi’, scrive l’Ansa stessa che poi fornisce dettagli di contorno. Ad esempio che il caso dei Marò, non certo il processo ma la semplice richiesta sulla libertà provvisoria, era il quarto caso affrontato dalla Corte presieduta da H.L.Dattu.

La sede della Corte Suprema indiana a New Delhi
La sede della Corte Suprema indiana a New Delhi

Sempre per i dettagli, perché poco altro di sostanza resta oltre il secco ‘No’ ai Marò e all’Italia, ora sappiamo di un tribunale di tre giudici presieduto dall’ormai noto H.L.Dattu. Testuale dal lancio Ansa: ‘Quest’ultimo ha fin dall’inizio assunto un atteggiamento visibilmente in disaccordo con le richieste, formulando nei loro confronti numerose obiezioni. In un breve intervento, il magistrato che rappresentava il governo aveva manifestato la sua non contrarietà a concedere una estensione della permanenza in Italia per Latorre’. Avvocato dei Marò Soli Sorabjee, assistito da K.T.S. Tulsi.

‘L’istanza di Girone, per un rientro in famiglia per un periodo di tre mesi, anche in occasione delle vacanze natalizie, è stata poco dibattuta, mentre quasi tutto il tempo, i circa 30 minuti concessi al dibattito si è incentrato sui quattro mesi chiesti da Latorre per continuare il suo percorso terapeutico e sottoporsi l’8 gennaio ad un intervento cardiaco. Il presidente della Corte ha ascoltato la difesa ma poi, dopo aver discusso anche con i giudici a latere (i due colleghi accanto ndr), ha eccepito su vari punti della richiesta, sorprendendosi fra l’altro che fosse sollevato il problema della giurisdizione.

Il ragionamento del Presidente H.L.Dattu è sofisticato. Quasi filosofico. Pensiero sottinteso, voi (difesa) mi venire a dire che a quasi 3 anni dall’uccisione accidentale dei pescatori presi per pirati manca ancora un capo d’accusa nei confronti dei due militari italiani antipirateria che noi stiamo ancora cercando di indagare con la polizia antipirateria. Ma sentiamo la dichiarazione testuale (da take ANSA) del l’onorevole H.L.Dattu: «Allorché le indagini non si sono concluse e i capi d’accusa non sono stati presentati -ha osservato- come posso io concedere l’autorizzazione agli imputati?».

Ed ecco che i ritardi quasi caricaturali della giustizia indiana -le indagini non concluse e i capi d’accusa non presentati- diventano l’elemento chiave per negare l’attenuazione della carcerazione preventiva e, a Latorre, il diritto ad ulteriori cure in una struttura ospedaliera adeguata. Già detto del fastidio espresso dal Presidente H.L.Dattu che rimbrotta Marò e avvocati a difesa: ‘Sarebbe bene, ha aggiunto, che tutti gli sforzi fossero concentrati sulla chiusura della fase istruttoria del processo’. Non chiaro quale sforzo possibile ai Marò in attesa di giudizio: dichiararsi colpevoli senza accusa?

I due fuclieri di Marina Girone e Latorre ba colloquio con Presidente Napolitano
I due fuclieri di Marina Girone e Latorre a colloquio con il Presidente Napolitano

La cronaca ANSA da Delhi così conclude: «Dattu ha quindi chiesto “il rispetto del sistema legale indiano perché, ha arguito, “se concedessi questo ai due richiedenti, dovrei farlo anche per tutti gli imputati indiani”. E poi, ha concluso, “anche le vittime hanno i loro diritti”». Non opportuno forse insistere con ironie su un sistema giudiziario che, visto dalla nostra Italia delle sentenze misurate a decenni, appare comunque ‘incerto’. Adesso i guai sono tutti nostri. Girone farà Natale a New Delhi e l’Italia aiuterà la famiglia a raggiungerlo. Ma Latorre e l’ospedale? Pessima storia mal gestita da tanti e da subito.

16 dicembre 2014
http://www.remocontro.it

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