Chi frequenta questo blog sa quanta stima io abbia per Alberto
Bagnai, benché provenga da un mondo diverso dal moi : lui è di sinistra e
io di sinistra non sono mai stato. Ma è un intellettuale libero, un
uomo che si interroga, che cerca risposte autentiche, che rifugge verità
di comodo. Per questo a sinistra, oggi, non lo amano. L’ho scoperto
leggendo il suo primo saggio Il tramonto dell’euro e da qualche mese condividiamo l’avventura in A/simmetrie. Da pochi giorni è uscito il suo secondo libro L’Italia può farcela, che a mio giudizio è migliore del primo.
La tesi è decisamente controcorrente : in un’epoca di disfattismo
imperante e di autoflagellazione, Bagnai ha scritto un libro quasi
patriottico, benchè per nulla emotivo. Non è un libello, né un pamphlet
ma un saggio vero, documentato, strutturato, come conviene a un
professore universitario ma scritto con il brio e il sarcasmo della
grande penna. La tesi è audace perché invoca la capacità di riscatto di
un popolo, la fede nella sua imprenditoria e in un tessuto economico
che, per quanto deprecato, ha garantito all’Italia per mezzo secolo una
crescita industriale impressionante e che ora si affloscia sotto i colpi
di un sistema implacabile, devastante eppur impalpabile: quello della
moneta unica.
Bagnai da par suo smonta, con nuove argomentazioni rispetto al Tramonto dell’euro, il pensiero dominante, mainstream, che accomuna economisti e giornalisti nel presentare l’euro come un dogma intaccabile, sacro, inviolabile.
Bagnai da par suo smonta, con nuove argomentazioni rispetto al Tramonto dell’euro, il pensiero dominante, mainstream, che accomuna economisti e giornalisti nel presentare l’euro come un dogma intaccabile, sacro, inviolabile.
Non è un iconoclasta, né un provocatore, ma un italiano mosso
dall’impulso irresistibile di fare qualcosa per salvare il proprio
Paese.E ha il merito, in un’epoca di appiattimento intellettuale, di
proporre riforme e percorsi di uscita originali, audaci, basati non
sull’ideologia ma su un’osservazione disincantata della realtà. E’ più
liberale di molti liberali di facciata ma non si vergogna ad invocare
l’intervento dello Stato quando lo ritiene indispensabile o perlomeno il
male minore rispetto a una situazione sociale ed economica che oggi è
devastante e senza speranza ; lo fa senza timore di indispettire
renziani e piddini.
Sorprende sempre e costringe il lettore a pensare, a non arrendersi,
ad interrogarsi anche quando chi legge legittimamente dissente dalle
tesi del libro. E ad allargare la riflessione. Bagnai – e non è un
mistero – propone l’uscita dell’Italia dall’euro, ma non si limita alle
argomentazioni economiche. Coglie nel segno evidenziando i rischi
impliciti di una costruzione monetaria che sta di fatto smantellando i
capisaldi della nostra convivenza civile.
L’affermazione è forte : chi oggi difende l’euro è contro la democrazia.
Forte ma tutt’altro che impropria. Questa Europa ci sta privando silenziosamente di tutto, soprattutto della libertà di decidere, di cambiare, di scegliere a chi affidare il destino di un Paese, di cambiare politca economica e anche quella sociale. I governi e i parlamenti si trasformano in simulacri del potere o, se preferite, in reality della democrazia, dove l’apparenza è tutto ma chi decide davvero è lontano, appartiene a lobby europeiste, a élite tecnocratiche, che sanno usare l’Unione europea a fini propri e senza vera alternativa.
Forte ma tutt’altro che impropria. Questa Europa ci sta privando silenziosamente di tutto, soprattutto della libertà di decidere, di cambiare, di scegliere a chi affidare il destino di un Paese, di cambiare politca economica e anche quella sociale. I governi e i parlamenti si trasformano in simulacri del potere o, se preferite, in reality della democrazia, dove l’apparenza è tutto ma chi decide davvero è lontano, appartiene a lobby europeiste, a élite tecnocratiche, che sanno usare l’Unione europea a fini propri e senza vera alternativa.
Una dittatura invisibile che si impone tramite l’euro, che si
trincera dietro l’inviolabilità della Bce, che deprime i singoli Paesi
depotenziandoli con una legislazione europea sovente assurda e
prevaricatrice, che ci sta portando via oltre alla democrazia, lo stato
di diritto, la sovranità, la libertà di intraprendere, la giustizia
sociale e che punisce sia i piccoli imprenditori che gli operai.
Ingiusta con tutti.
E’ a questa Europa che Bagnai dice basta. Con il coraggio che gli è
proprio. E una convinzione nel cuore : l’Italia può aprire gli occhi. E
farcela, anziché morire di inedia da euro.
Marcello Foa - 12 dic 2014
fonte: http://blog.ilgiornale.it/foa
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