Al G20 di Brisbane, Matteo Renzi incontrerà il collega indiano Narendra Modi e dovrà chiedere spiegazioni
Ora ad essere in crisi è l’India. Immagine internazionale del
sua apparato giudiziario sottoterra. ‘L’India come una repubblica delle
banane -scrive un settimanale locale- un Paese che detiene le persone
senza processo’. Tre anni dalla morte dei pescatori e manca persino
l’atto d’accusa ai Marò
Mille giorni da quel 15 febbraio 2012, quando in alto mare, al
largo delle coste dello Stato indiano del Kerala, due pescatori del
peschereccio St.Antony furono uccisi in un incidente dai contorni ancora
oggi non del tutto chiariti ed in cui sono rimasti coinvolti i
Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La vicenda,
che ha creato tensioni fra Italia ed India e suscitato molte polemiche,
come scrive Maurizio Salvi dell’ANSA da Nuova Delhi, è diventata
ostaggio di un sistema giudiziario indiano incapace di giungere ad una
soluzione del caso, in tempi ragionevoli.Nel frattempo a Latorre è venuto un ictus ed è tornato in Italia per seguire terapie riabilitative, mentre Girone è diventato l’unico ospite dell’ambasciata d’Italia dove vive in libertà dietro cauzione. Una scadenza che in Italia ha riacceso le polemiche politiche soprattutto dalla destra. Ma anche in India non mancano le polemiche sulla lentezza della giustizia. Per il settimanale ‘The Week’ è stata la legge indiana ad intraprendere “una corsa ad ostacoli nel caso dei Fucilieri di Marina facendo sembrare l’India come una repubblica delle banane. Un Paese che detiene le persone senza processo.
“Sono passati tre anni da quelle morti e questi uomini non sono stati neppure incriminati”, ricorda sull’importante settimanale di Delhi il prestigioso editorialista R. Prasannan. In occasione del G20 di Brisbane, il premier italiano Matteo Renzi incontrerà il collega indiano Narendra Modi e certo gli chiederà conto della situazione, scrive Prasannan. “Modi farà bene a chiedere prima di partire per l’Australia una documentazione aggiornata sul modo in cui si può mettere fine in qualsiasi modo a questa sciocchezza”. E non gli venga in mente di ripetere la litania che “la questione è sub judice”.
Osservazione netta del giornalista: “una questione può dirsi sub judice solo quando i capi di accusa nei confronti di un imputato siano stati presentati”. E questo non è il caso. Si è misurato l’imbarazzo indiano sulla vicenda il 15 ottobre quando la stampa ha sostenuto che il dossier del processo dei due militari italiani sarebbe finito nelle mani del consigliere per la Sicurezza nazionale di Modi. Poi una smentita che conferma le difficoltà. Da mesi la Corte Suprema, dove sono depositati i ricorsi dello Stato italiano e dei fucilieri giacciono dopo il passaggio del caso dal Kerala, non tiene più udienze.
Il 12 dicembre è comunque prevista una udienza in cui si deve verificare se i ministeri competenti e la polizia investigativa Nia hanno rispettato disposizioni del precedente governo. Rinunciare all’uso della legge antiterrorista Sua Act per processare Latorre e Girone. I legali della difesa hanno chiesto che anche la polizia Nia sia esclusa perché può operare solo con le leggi antiterroriste antipirateria. L’India potrà gestire il caso solo con l’applicazione del Codice penale indiano? Agli esperti sembra molto difficile, e si avvicina la scadenza dei quattro mesi concessi a Latorre per la sua riabilitazione.
http://www.remocontro.it - 14 novembre 2014
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