TERRORISMO
Il presunto «lupo solitario» vive da 3 anni in un alloggio per le emergenze abitative
Il presunto terrorista tunisino Hmidi Saber, 30 anni, vicino al gruppo
salafita Ansar Al-Sharia, arrestato dalla polizia con l’accusa di
tentato omicidio, ricettazione, porto abusivo di arma da fuoco, lesioni,
violenza e resistenza a pubblico uffciale, vive in un alloggio pagato
dal Campidoglio. Proprio così. I romani gli pagano casa da quasi tre
anni, quando con sua moglie, italiana, sono riusciti a farsi assegnare
un alloggio nel camping Faboulous di via Malafede, per motivi di
«emergenza abitativa». Circa 1300 euro al mese che il Campidoglio versa
nelle casse del consorzio Eriches 29, che a sua volte aveva messo a
disposizione dell’Amministrazione una sessantina di casette prese in
affitto dalla società proprietaria del camping. In uno dei bungalow
abita, gratuitamente, Hmidi Saber. E lì gli investigatori hanno
rinvenuto un drappo del movimento politico religioso a cui sarebbe
legato il tunisino, con la scritta apocrifa del califfato dell’Isis che
ha dichiarato guerra anche al Papa. Gli investigatori stanno verificando
se possa trattarsi di uno dei 211 "lupi solitari" italiani, già nel
mirino dell’anti-terrorismo. Insieme ad un connazionale scappato e
ricercato dalla polizia, sono stati fermati domenica notte a Morena per
un controllo mentre erano a bordo di un’auto. Sabir ha reagito
"scarrellando" la pistola carica che aveva con se contro uno degli
agenti, facendo espellere il colpo. Un istante che il poliziotto ha
saputo sfruttare allontanando l’arma dal suo corpo, bloccando il
tunisino e salvandosi la vita. I due riescono a scappare. Nell’auto sono
stati trovati passamontagna, guanti in lattice e una bomboletta spray
urticante al peperoncino. Ma non è finita. La Digos sa dove
rintracciarli. Il giorno dopo gli agenti vanno a San Basilio. Saber è
lì, in una pizzeria gestita da alcuni immigrati. Scattano le manette.
Dall’altra parte della città, in un bungalow del camping Faboulous, una
donna italiana apre la porta agli agenti di polizia. Nell’alloggio Sabir
nasconde un manifesto riconducibile al movimento politico religioso
Ansar Al-Sharia riportante la parola Isis, anche se non si tratterebbe
di una scritta autentica. Quel bungalow, come confermato da altri
residenti del camping, è stato messo a disposizione del Comune per dare
ospitalità a famiglie in emergenza abitativa. Ma possibile che il
Campidoglio non si preoccupi di sapere chi vive in una casa che ha
concesso a titolo gratuito? Ieri, inatnto, il fermo di Sabir si è
trasformato in arresto.
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