Due magrebini inseguiti dalla polizia scappano. Rintracciati all’Infernetto. In una grande roulotte trovati materiali dell’Isis e mappe della città «cerchiate»
In una grande roulotte all’Infernetto, sul litorale romano, avevano le
bandiere dell’Isis e la mappa di Roma. Due magrebini sono stati fermati.
Sono terroristi che progettavano un attentato? Oppure sono dei
fanatici, fan degli islamisti del Califfato che da giugno scorso, tra
Siria e Iraq del nord, dove è stato stabilito il quartier generale, ha
dichiarato guerra al mondo, agli occidentali, agli infedeli? È presto
per dirlo anche perché l’inchiesta è stata aperta ieri, condotta dalla
Digos di Roma, passata al setaccio anche dagli investigatori
dell’Antiterrorismo.
La domanda principale: volevano colpire Roma, il Vaticano di cui tante
volte ha parlato il califfo delle tute nere? Oppure è tutta un’altra
storia?
Il giallo comincia l’altra sera, in zona Romanina. La dinamica è
parziale. Si sa che un’auto sfreccia davanti agli agenti di una volante.
L’equipaggio del 113 si sarebbe subito messo all’inseguimento della
vettura. Una curva, poi un’altra, alla fine i sospetti riescono a
sparire nel nulla. I poliziotti continuano a perlustrare la zona
arrivando a trovare l’auto abbandonata. I due nordafricani sono però
spariti. Gli agenti controllano l’interno dell’abitacolo e trovano due
pistole. I sospetti aumentano. Gli investigatori verificano chi è il
titolare della macchina e gli accertamenti si spostano, arrivano sul
litorale romano, all’Infernetto. Poco dopo la polizia è alla porta.
Entrano e trovano una donna, solo lei. Perquisiscono la residenza e in
una stanza fanno la scoperta: trovano bandiere dell’Isis e una mappa di
Roma con alcuni luoghi cerchiati con un pennarello. Tanto basta per
capire cosa potrebbe esserci dietro. Stavano preparando un’azione
dimostrativa da compiere a Roma nel nome del Califfato?
Il centro della religione cattolica potrebbe essere obiettivo dei
terroristi islamici. Roma è una tra le capitali europee più esposte al
pericolo di attentati proprio per il suo stretto legame con il Vaticano.
Gli jihadisti capeggiati da Abu Bakr al-Baghdadi nel quarto numero di
Dabiq, la rivista on line del terrore, hanno dedicato la copertina
proprio alla Capitale, pubblicando l’immagine di piazza San Pietro con
la bandiera nera dell’Isis issata sull’obelisco. A Roma, però, il
fenomeno dell’integralismo ha radici ben più profonde grazie anche alla
presenza di numerose moschee non autorizzate che, in alcuni casi, sono
un centro di arruolamento e reclutamento di jihadisti. Con l'avvento
dell'Isis il fenomeno di combattenti volontari che sono partiti per la
Siria e l'Iraq per schierarsi con i miliziani dello Stato islamico è
arrivato quasi a cento unità.
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