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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

11/11/14

Paghiamo sempre noi







Danni per milioni e milioni di euro, l’ambiente devastato, centinaia, migliaia di animali morti. Colpa del cherosene non raffinato per aerei riversato nei fiumi e nei canali di bonifica. Colpa dei vampiri di carburante, non di un banale incidente. C’è la mano dell’uomo, e la caccia al profitto a tutti i costi, dietro il disastro ecologico senza precedenti che in queste ore sta tenendo col fiato sospeso cittadini e amministratori pubblici del litorale romano, una fascia lunghissima di territorio costiero che abbraccia decine di chilometri.

Il fatto di cronaca si riassume in poche righe, un colpo all’oleodotto che si trasforma in un disastro, complice probabilmente l’imperizia dei ladri. Ma è solo l’ultimo caso, questo, di un fenomeno che in realtà riguarda non solo il petrolio ma anche il rame, la ghisa, l’alluminio, in pratica qualsiasi materiale di cui sia possibile fare incetta facilmente. E le conseguenze, come sempre, vengono pagate dalla collettività.

Sono ormai parte della cronaca quotidiana i furti di rame alle ferrovie e perfino alle cabine dell’alta tensione, con treni in ritardo, black out diffusi, linee telefoniche mute. Non c’è azienda che si salvi dai predatori di oro rosso, mentre in passato spesso sui giornali sono finite notizie che riguardavano perfino i tombini stradali, smontati e rivenduti per trarne la ghisa. I danni per le amministrazioni pubbliche sono enormi, mentre per chi compie questi furti i guadagni spesso si riducono a una manciata di euro.

La sensazione è quella di un territorio considerato come una prateria in cui fare bottino di qualunque utilità, nella certezza di poterla in qualche modo fare franca, o quanto meno di non pagare un prezzo troppo alto. Poche settimane fa sui giornali la storia di una banda di ladri – tutti stranieri – che intercettati al cellulare invitavano i complici in patria a venire in Italia: qui non è come in Romania, dicevano, qui si può rubare senza paura. Alla fine sono stati arrestati, certo, quanto tempo resteranno dentro però non è dato sapere.

Predatori di metalli o di petrolio, gente disposta a tutto pur di raggranellare qualche centinaio o migliaio d’euro. Un prezzo che poi paghiamo tutti noi.

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