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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

15/11/14

Immigrati, ci costano 8.600 euro ogni ora

 

  Per i soli rom spendiamo 24 milioni di euro, di cui 14 per l'integrazione. Per i 49 centri accoglienza di Roma e nell'hinterland della Capitale si spendono 35 milioni annui


Immigrati caos a Tor Sapienza

Più di 75 milioni di euro in un anno, circa 8mila 600 euro all’ora: viaggiano velocissime le spese che Roma si accolla per il mantenimento di immigrati e nomadi sul territorio comunale. Dai centri di accoglienza per rifugiati passando per gli sportelli di assistenza attivati dai servizi sociali fino alle bonifiche straordinarie che si rendono necessarie negli accampamenti abusivi, i costi crescono assieme alle proteste dei residenti, che stanno incendiando le periferie. Il capitolo di spesa più importante riguarda il progetto Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati promosso da Ministero dell’Interno e Anci) che per il triennio 2014-2016 ha previsto tra Roma e provincia 2.581 arrivi, distribuiti tra 49 strutture che si stanno popolando in queste settimane, per un costo complessivo annuo di 35 milioni 732mila euro, risorse per lo più ministeriali ed europee mentre una quota, circa 7 milioni, dovrebbero garantirla gli enti gestori, cioè le varie coop o associazioni ospitanti. Accanto allo Sprar, c’è l’accoglienza "ordinaria" organizzata dalla Prefettura, che nell’ultimo bando pubblicato a luglio ha previsto la proroga dell’accoglienza fino a dicembre degli immigrati già in città (1.278 persone) e l’individuazione di ulteriori centri che possano ospitarne altri in arrivo, circa 800 richiedenti protezione internazionale ma «con possibili variazioni in aumento». L’importo stimato nel bando era di 10 milioni di euro, cioè 35 euro oltre Iva al giorno per persona. L’altra spesa grossa, stavolta solo per il Campidoglio, riguarda i rom. Il conto è di ben 24 milioni di euro l’anno, di cui 14 milioni derivanti da progetti di integrazione, scolarizzazione, gestione dei campi e compensi per i lavoratori delle cooperative, mentre altri 10 milioni manutenzioni ordinarie e straordinarie, bonifiche, rifacimento dei container e lavori strutturali. Le 11 coop coinvolte costano al dipartimento Servizi Sociali 2,9 milioni l’anno, mentre 3,2 milioni vengono messi da parte per pagare la gestione viva dei villaggi. Tra l’altro, il Comune sta ancora sostenendo costi piuttosto alti per l’assistenza delle famiglie rom che risiedevano nei campi Casilino 700 e Casilino 900: ben 448 mila euro in 9 mesi, nonostante l’operazione sia avvenuta nel 2009, ormai 5 anni fa. C’è poi la raccolta dei rifiuti, costata fin qui alla municipalizzata Ama poco meno di 1 milione di euro. Ma l’accoglienza romana riguarda anche spese relative a sportelli, centri notturni, piani freddo (di cui usufruiscono soprattutto non italiani) e altri servizi. Questi, scorporati dai conti del dipartimento Servizi Sociali, ammontano a 6 milioni e 7mila euro. Fra queste voci ce ne sono di curiose. Ad esempio, si spende un milione di euro l’anno per la gestione di una tensostruttura «per afgani in transito», a vantaggio della cooperativa Osa Major. In totale, il Dipartimento Politiche Sociali ha previsto 2014 ben 45 milioni di euro per l’anno in corso, ma il 40% dei fondi di settore viene speso per gestire poche decine di migliaia di persone fra migranti e rom, il 2% degli oltre 3 milioni di cittadini romani e immigrati regolari.

Erica Dellapasqua e Vincenzo Bisbiglia - 15 nov 2014
fonte: http://www.iltempo.it

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