Fate presto, aridateci Bertolaso
Nuove scosse di terremoto, di cui quattro oltre i 5 gradi. Un anziano morto nella stalla dove si era recato per accudire i suoi animali. Una persona dispersa. Due ragazzi salvati dall’intervento dei Vigili del Fuoco. E poi la neve. Dalle zone dell’Italia centrale già colpite dal sisma arrivano immagini quasi spettrali. Amatrice e dintorni sepolte dalla neve, gli animali che letteralmente si ghiacciano, le ditte incaricate di rimuovere le macerie ancora ferme perché mancano le condizioni di sicurezza necessarie per intervenire, dicono.
Le promesse erano tante, tra tutte quella più attraente: "Entro
gennaio tutti avranno una casa". Ma non è stato così, e le “casette”
dove tanti italiani passeranno i prossimi anni, sembrano tutto meno che
un luogo confortevole dove trascorrere qualche anno di vita. Dalle "casette in legno" siamo passati ai container, del resto. La cosa forse più terribile è la sorte degli animali,
lasciati al gelo, abbandonati a morire di freddo e di fame: eppure gli
allevatori fin dall'inizio hanno chiesto ricoveri temporanei per pecore,
mucche, capre, maiali, sapendo bene che in quei luoghi l'inverno è
spesso rigido. Da agosto però, nulla è stato fatto. E oggi, dopo che il
terremoto ha distrutto le case degli abitanti di Arquata, Norcia e
dintorni, il gelo distrugge la loro più importante risorsa economica,
gli animali, appunto.
Il governo Renzi aveva annunciato che avrebbe sforato il patto di
stabilità europeo per i costi sul terremoto. L’Europa di Juncker, un po’
perché ha capito che andando avanti solo con l’austerity
rischia di implodere, un po’ perché tifava per il referendum renziano,
ma soprattutto perché è già previsto che i costi per eventi eccezionali
come i cataclismi vengano computati fuori dal patto, ha accettato.
Peccato però che nei giorni scorsi Bruxelles abbia comunque inviato la
lettera di richiamo a Roma sullo sforamento dei conti pubblici, tre
miliardi e mezzo il prezzo del riallineamento.
Dunque Renzi ha ‘sforato’ ma non per i costi del terremoto, su cui la
copertura c’era, bensì per tante altre cose, mance e mancette che gli
servivano per vincere, appunto, il referendum. A
guardare le immagini che arrivano dall’Italia centrale (ma anche a
guardare i numeri della legge di stabilità), l’impressione è che si sia
messo poco, troppo poco, per la sicurezza di quei luoghi e la
ricostruzione, e si sia dato invece molto, troppo, ai vari De Luca e
company con l’obiettivo di far passare il Sì referendario. Tante risorse
sprecate visto che gli italiani hanno risposto con un sonoro NO alla
riforma.
Tutto questo non può che lasciare perplessi, visto che Renzi e alte
cariche dello stato avevano assicurato che stavolta sarebbe stato tutto
diverso, che al posto delle “new town” dell’Aquila avremmo avuto le “casette” renziane e il progetto “Casa Italia” con
i grandi architetti, mentre invece la situazione è quella che è sotto
gli occhi di tutti. Mentre invece l’allora commissario Bertolaso
s’impegnò per far arrivare le risorse economiche che servivano
all’Abruzzo, soldi stanziati, subito, anche se qualche Regione non li
spese, o li spese altrove. Ricapitolando: l’Italia ha sforato il patto
di stabilità ma l’Europa non ci ha negato quello che serviva per la
ricostruzione delle zone terremotate, a partire dalla cattedrale di
Norcia. Il nuovo presidente del parlamento europeo, Tajani, ha
assicurato che sarà presto in visita nell'Italia centrale. Quello che
invece Bruxelles ci nega sono le spese pazze, il deficit e il debito
pubblico fuori controllo.
Renzi e i suoi cloni adesso pensano di cavarsela con nuovi sgravi
fiscali per le zone colpite dal terremoto, che vuol dire far anticipare
ai contribuenti i costi della ricostruzione. Ma dove
sono finiti i soldi che erano stati promessi? Il “generale inverno” è
arrivato come previsto, lo dicevano tutti, ma non è stato fatto
abbastanza per prevenire gli effetti della morsa del gelo in borghi e
città colpiti dal terremoto, e insieme all’inverno è anche arrivata la
lettera della Ue che di tutto parla ma non dello sforamento sui costi
per la ricostruzione. Dunque, di nuovo, che fine hanno fatto le belle
promesse, e con quale coraggio Renzi e i suoi continuatori provano a
raccontarci di aver fatto meglio dei governi che li hanno preceduti?
di Elena de Giorgio - | 19 Gennaio 2017
fonte: https://www.loccidentale.it
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