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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

02/04/14

Alla Camera 18 mila firme per liberare i due marò

elio vito




RIPORTIAMOLI A CASA

Petizione on line per Girone e Latorre. Elio Vito, presidente della Commissione Difesa della Camera, ha inoltrato le firme a Laura Boldrini

BARI «Non siamo affatto disponibili ad assistere ad una campagna elettorale indiana sulla pelle dei nostri soldati»: Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia-An, dal corteo promosso a Bari per la libertà di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, ha lanciato un messaggio chiaro a Nuova Delhi. «La questione marò - ha aggiunto - oltre a ferire la dignità nazionale dell'Italia, merita di essere affrontata in tutte le sedi e consessi internazionali». La Meloni, che nel pomeriggio era stata a Brindisi per un sit-in davanti alla sede della base logistica dell'Onu, ha poi attaccato il governo: «Abbiamo avuto in passato governi totalmente incapaci di gestire la vicenda. Ora anche il governo Renzi, dopo una iniziale telefonata di solidarietà che è sempre una iniziativa molto "spot", è in altre faccende affaccendato». All'esecutivo nessuno sconto, stante i risultati parziali raggiunti: «Fossi stata il presidente del Consiglio italiano, mi sarei presentata al consiglio della Nato e avrei annunciato il ritiro dei militari italiani da tutte le missioni di pace se i nostri marò non fossero rientrati in patria». «Noi - ha puntualizzato - non facciamo parte degli organismi sovranazionali come l'Ue solamente per farci dare ordini dalla Commissione europea, o per prestare il territorio alle basi Nato. Facciamo parte di questi organismi anche per avere la solidarietà quando siamo aggrediti. E quella che riguarda Latorre e Girone è una aggressione in quanto violazione del diritto internazionale». Infine l'affondo: «Noi continuiamo a parlare di quanto dura il processo - ha concluso la Meloni - ma il problema non riguarda la lunghezza del procedimento giudiziario.

 

Il nodo cruciale è che il processo non può svolgersi in India». Alla manifestazione-fiaccolata, capeggiata da uno striscione con scritto «Liberate i nostri marò» hanno partecipato per gli organizzatori circa due mila persone ed erano presenti i dirigenti nazionali Gianni Alemanno, Marcello Gemmato e Filippo Melchiorre. Diciottomila firme per la libertà dei marò: le ha ricevute Elio Vito, presidente della Commissione Difesa della Camera dagli animatori della petizione on line su firmiamo.it. «Le ho inoltrate al presidente Laura Boldrini - ha commentato Vito - affinché possano diventare, a norma del nostro regolamento, oggetto di un ordine del giorno in Commissione. Queste firme certificate rappresentano da un lato una diffusa indignazione per il procrastinarsi della questione e dall'altro vogliono essere un invito al governo affinché riporti in Italia, con onore, i nostri Leoni del San Marco». I promotori della petizione, che hanno dato vita a questa iniziativa quando era stata prefigurata per i fucilieri italiani l'eventualità di poter essere sanzionati con la pena di morte, avevano come obbiettivo «raccogliere diecimila firme, ma la sensibilità dell'opinione pubblica italiana si è materializzata in migliaia e migliaia di firme di solidarietà».
Michele De Feudis- 2 apr 2014

fonte: il Tempo.it

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