Nei giorni delle elezioni locali stravinte dal partito di Erdogan
New York, 1 apr. - Dopo Google anche altre società tecnologiche americane sostengono che diverse aziende di telecomunicazioni turche abbiano finto di essere i loro server per bloccare l'accesso agli utenti del Paese. Una mossa architettata dal partito di Recep Tayyip Erdogan per fermare le voci di dissenso durante le elezioni locali, ampiamente vinte dal movimento del primo ministro di Ankara.
Google si è affidata a un esempio per spiegare quanto fatto da Ankara per oscurare le aziende hi-tech americane. "Immaginate se qualcuno abbia cambiato la vostra rubrica telefonica con un'altra, che sembra uguale alla vostra eccetto che la lista vi mostra il numero sbagliato delle persone che volete raggiungere. Questo è quello che è accaduto".
La notizia arriva a pochi giorni dalle elezioni (che si sono svolte domenica) e dopo settimane di proteste per l'annuncio di Erdogan di volere oscurare Twitter e YouTube all'interno della Nazione.
Secondo quanto riporta il Wall Street Journal il primo ministro starebbe puntando direttamente alla presidenza, per aumentare il suo potere e allo stesso tempo prendersi una rivincita sui suoi nemici politici. Il suo partito a conquistato il 46% dei voti, cosa che ha fatto annunciare al leader dell'opposizione, Kemal Kilicdaroglu, che il Paese si trova di fronte al declino della libertà.
FONTE: http://www.tmnews.it
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