Archivi categoria: Caso Enrica Lexie
Dopo
due anni da quel fatidico 15 febbraio 2012, giorno in cui i Fucilieri
di Marina del Reggimento San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore
Girone, sono stati costretti a non lasciare l’India con l’accusa di
avere ucciso due pescatori mentre espletavano un servizio antipirateria a
bordo della nave mercantile Enrica Lexie,
battente bandiera italiana e che navigava in acque internazionali,
qualcosa pare si stia muovendo “in quel” di Nuova Delhi. I giudici
indiani, infatti, hanno deciso di accettare il ricorso presentato dai
due Fucilieri di Marina sospendo l’iter processuale, dopo oltre due anni
di rinvii e tergiversazioni, due anni passati, vogliamo ricordarlo,
senza che nessun giudice indiano abbia mai sollevato un capo di accusa
nei loro confronti. Tanto è stato scritto e detto, dall’incapacità della
nostra diplomazia fino a occulti giochi economici di importanti società
industriali italiane; adesso, dopo questa svolta, siamo tornati a
rivolgere qualche domanda al Generale Fernando Termentini, cercando di
capire come potrà evolvere nelle settimane venture l’intera vicenda.
Ecco il nuovo punto su Max e Salvo.
1. Oggi i
giudici indiani hanno accettato il ricorso presentato dall’Italia e
sospeso il procedimento giudiziario nei confronti di Massimiliano e
Salvatore. È davvero un fatto positivo come da più parti si legge oppure
è solo un escamotage della giustizia indiana per guadagnare tempo e
“tirala” ancora una volta per le lunghe?
La
possibilità che la decisione sia stata presa per guadagnare un atro
mese e superare le elezioni non è da scartare a priori, ma il
pronunciamento è giuridico e quindi a mio modesto avviso apre altre
possibilità se i nostri rappresentanti istituzionali e politici
intendono portare avanti l’azione. Credo infatti che insistendo sulle
leve internazionali si potrebbe arrivare a vedere riconosciuta
l’immunità funzionale anche in considerazione del luogo ove si trovava
la Enrica Lexie al momento dei fatti, come riconosciuto dalla
Corte Suprema indiana il 18 gennaio 2013. In ogni caso De Mistura
dovrebbe prendere atto che la sua politica attendista ha fatto perdere
un anno dal rientro dei due Marò in India e dare le dimissioni
dall’incarico. Torno a fare riferimento a quel famoso 22 marzo 2013 in
quanto rappresenta il momento in cui l’Italia ha ceduto definitivamente
la sua sovranità riconsegnando due militari ai tribunali indiani senza
motivo (considerando che le prove dei fatti ancora le devono presentare)
e, peraltro, in una situazione in cui incombeva la possibilità di una
sanzione di pena capitale.
2. Qualche
giorno fa, è uscita un’indiscrezione sulla stampa indiana (e riportata
quasi in sordina da quella italiana), secondo cui la stessa guardia
costiera del Kerala si diceva sicura dell’innocenza dei due Fucilieri di
Marina imbarcati sulla Enrica Lexie, a proposito
dell’uccisione dei due pescatori. Che l’India voglia davvero uscire dal
“loop” i cui è entrata ormai più di due anni fa?
Credo che l’intenzione sia proprio questa
e sicuramente al momento opportuno, quel famoso 22 marzo 2013, l’Italia
ha perso l’occasione buona per aiutare l’India ad uscirne. Comunque
conoscendo l’interlocutore e sapendo che si stanno avvicinando le
elezioni sarei molto cauto sotto questo aspetto. Peraltro, se
vincesse come probabile il nazionalista Modi, si riaprirebbe tutto il
problema e quindi l’Italia deve approfittare di questo mese per
riportare a casa i due Marò.
3. Un’ultima
domanda. Adesso che il processo è stato sospeso, ogni accusa è di fatto
“congelata”, se non addirittura decaduta. Non sarebbe opportuno fare
rientrare immediatamente Massimiliano e Salvatore in Italia, senza
aspettare un nuovo cambio di umore da parte delle autorità indiane?
Sicuramente,
e per questo insisto sul fatto che il Governo deve insistere perché
siano riconsegnati all’Italia per essere sottoposti a giusto processo. A
tale riguardo propongo un’agenzia dell’ANSA con una dichiarazione
dell’Ambasciatore Terzi che mi sembra molto chiara ed indichi la strada
per ridare a Massimiliano e Salvatore la loro dignità nazionale e
riconsegnare all’Italia i propri diritti di Stato sovrano. “L’elemento
più positivo, il tener fuori l’agenzia antiterrorismo delle
investigazioni sui Marò, è il frutto di una pressione molto forte che
finalmente il Governo Italiano ha iniziato ad esercitare coi maggiori
partner internazionali e, soprattutto, con l’annuncio che l’Italia
avrebbe attivato un arbitrato obbligatorio davanti all’ONU sul conflitto
di giurisdizione, iniziativa che per un anno è rimasta inspiegabilmente
chiusa nei cassetti del Governo”. Così l’ex Ministro Giulio Terzi.
“Quindi, si dimostra che la strategia corretta è questa, ha continuato
Terzi, bisogna accendere tutti i riflettori della comunità
internazionale e far vedere che l’Italia vuole difendere i suoi diritti
con tutti i mezzi dati dall’ordinamento internazionale. Perché’
l’Italia, ha aggiunto l’ex Ministro degli Esteri, deve essere così
timida nell’adire il Consiglio di Sicurezza su una questione che
riguarda un principio fondamentale, quello della libertà di navigazione
in alto mare?”.Terzi, ribadendo “la correttezza della linea del governo
di internazionalizzazione della questione”, ha detto che la stessa linea
“fu affossata dalla decisione inconcepibile del 22 marzo 2013 di
rinviare i Marò in India. Invece questa linea ci deve consentire di
riportarli fuori subito dall’India senza che vengano giudicati in un
processo chiaramente illegittimo, perché senza giurisdizione da parte di
quel Paese”.
Apri il Link che segue per la visione degli articoli precedenti (punti da 1 a 7)
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