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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

31/03/14

La Farnesina? Una sprecopoli. Ecco dove butta i nostri soldi


Sperperi mondiali: dalla formazione di 14 giornalisti libici all'irrigazione dell'Honduras, i progetti più bizzarri finanziati dal nostro ministero degli Esteri


Farnesina onlus, ministero degli Esteri e della Beneficenza internazionale, Pia Farnesina caritatevole. Una montagna di soldi diretti verso l'Africa sub-sahariana, il Medioriente, il Maghreb, l'America centrale, ovunque (siamo il settimo Paese donatore più importante al mondo).


Progetti di «cooperazione allo sviluppo» finanziati dal ministero degli Esteri (e in parte anche dal Tesoro) per finalità nobili. Come formare, sempre col contributo finanziario del Mae (ministero Affari esteri), «14 giornalisti della radiotelevisione pubblica libica», col know-how della Rai, per spiegare ai colleghi di Tripoli le basi della «libertà d'espressione, il pluralismo, i nuovi media», con «sessioni pratiche» negli studi Rai.
Bazzecole, briciole rispetto al fiume di denaro (294.351.600 euro nel 2013) che dalla Farnesina parte per le mete più lontane, impermeabile agli allarmi di esperti come Dambisa Moyo, economista di origini africane, sugli effetti controversi, a volte addirittura controproducenti, degli aiuti al Terzo mondo (La carità che uccide, Rizzoli). Proprio nei giorni scorsi il Comitato per la cooperazione presieduto dal viceministro Pistelli (ex mentore di Renzi, suo ex portaborse) ha annunciato le nuove «linee guida triennali», cioè i nuovi finanziamenti in partenza, per complessivi 51,2 milioni: 20 milioni di euro per lo sviluppo rurale del Myanmar (la Birmania), 31,2 milioni di euro all'Honduras «per il progetto di schema irriguo nella valle del Nacaome», 500mila euro per l'assistenza agli sfollati in Sud Sudan, 30 milioni di euro «per lotta contro Aids, Tbc e malaria».
Battaglie importanti, in cui l'Italia è in prima linea, pronta a finanziare. «Bisogna combattere la povertà e rilanciare lo sviluppo puntando sull'agricoltura e sul sostegno alle piccole e medie imprese» ha detto il ministro degli Esteri (Emma Bonino) a gennaio. Non parlava dell'Italia, ma del Senegal, a cui la Farnesina ha girato 45 milioni di euro (per tre anni), inorgogliendo l'omologo ministro senegalese Mankeur Ndiaye, che ha tenuto a sottolineare «le buone relazioni» tra Dakar e Roma, prima di insignire il ministro italiano della più alta onorificenza senegalese, «Grand'Ufficiale dell'Ordine al Merito». «E conferma anche la priorità del Senegal per la cooperazione italiana - dice il comunicato della Farnesina dell'8 gennaio 2014 - che dal 1985 ha dato 292 milioni di euro a dono e 129 milioni a credito di aiuto».
A febbraio sono partiti alla volta di Bangui, Repubblica Centrafricana colpita da una crisi umanitaria, 400mila euro (prima tranche di un finanziamento complessivo di 1 milione) «per la prevenzione della violenza di genere, l'assistenza psicosociale e attività di formazione rivolti a leader locali». Mentre in Tanzania, sempre a febbraio, è andato circa 1 milione di euro come «Supporto al settore della formazione professionale ed allo sviluppo del mercato del lavoro». Per scolarizzare i giovani dell'Angola, invece, il progetto di 1,1 milioni di euro è stato finanziato per il 70% dal ministero degli Esteri. Vale 1,1 milioni anche il progetto di «Sostegno allo sviluppo socio-sanitario nella provincia della Ngounié», in Gabon, mentre per finanziare i giovani ricercatori mozambicani in ambito di biotecnologie sono impegnati 1,6 milioni di euro.
Altri finanziamenti per lo «sviluppo della filiera lattiero-casearia in Algeria», per il «miglioramento della produzione agro-zootecnica nell'Isola di S. Antao» a Capo verde (520mila euro), altri 287.500 euro per «Comunicare lo sviluppo» in Uganda. Tra i maggiori destinatari di aiuti italiani c'è la Palestina. «Con un impegno di circa 220 milioni di euro (160 a dono e 60 a credito d'aiuto) negli ultimi 10 anni - si legge - la Cooperazione italiana si è tradizionalmente collocata tra i principali donatori della Palestina». Un impegno che con il ministro renziano Mogherini (già coordinatrice dell'Intergruppo parlamentare per la cooperazione internazionale) aumenterà, come ha promesso lei stessa davanti alle commissioni Esteri: «Chiedo collaborazione perché è nostra intenzione aumentare le risorse della cooperazione». Già salite con l'ultima legge di Stabilità.

fonte: http://www.ilgiornale.it

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