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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

06/11/14

UNA FIRMA PER LICENZIARE MARINO SABATO MATTINA APPUNTAMENTO IN CAMPIDOGLIO


QUANDO IL CENTRODESTRA ROMANO SI SVEGLIA DAL TORPORE NEL QUALE E’ 


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SPROFONDATO E MOSTRA SEGNALI DI VITA DIETRO C’E’ SEMPRE LO ZAMPINO DI FABRIZIO SANTORI, IL CONSIGLIERE REGIONALE CHE SABATO 8 NOVEMBRE LANCERA’ LA SUA SFIDA A IGNAZIO MARINO

Come si fa a cacciare il sindaco Marino dal Campidoglio? Esistono tre percorsi: la prima è che muoia, la seconda che si dimetta spontaneamente e la terza è che venga sfiduciato dal consiglio comunale. La prima non la auguriamo a nessuno, la seconda è alquanto improbabile. L’unica via da percorrere è la terza: la sfiducia dell’Aula Giulio Cesare. Operazione difficilissima ma non impossibile. Serve una mozione di sfiducia e serve che questo atto, che va votato in consiglio comunale dalla maggioranza dei consiglieri, arrivi forte di  un sostegno che parta dal basso, dai cittadini.

Santori

Fabrizio Santori

Ecco perchè Fabrizio Santori, consigliere regionale e in passato consigliere comunale ai tempi di Alemanno, sabato 8 novembre, insieme all’associazione DifendiAmo Roma, ha invitato tutti i cittadini stanchi di Marino e del suo modo di governare Roma a firmare una petizione per fargli abbandonare il Campidoglio, l’appuntamento proprio sotto la statua del Marco Aurelio a partire dalle nove di mattina. L’iniziativa si chiama “#Sgomma” e ha il chiaro intento di prendere in giro quel “Daje” targato Marino, slogan con il quale l’attuale sindaco vinse le elezioni nel Maggio del 2013.
La mozione recita così: “La città di Roma vive, in particolare da più di un anno a questa parte, uno stato di degrado, di percezione di insicurezza diffusa e di abbandono gravissimo, testimoniato dalle numerose manifestazioni che si ripetono settimanalmente nei diversi quadranti della città. I sottoscritti cittadini, consapevoli delle gravi quanto acclarate responsabilità dell’attuale Sindaco, responsabile dell’incapacità ad adempiere i doveri derivanti dal proprio mandato, e stante l’aggravarsi delle difficoltà riscontrate nella maggioranza che lo sostiene, esprimono sfiducia, al dott. Ignazio Marino e lo impegnano a rassegnare le dimissioni da Sindaco di Roma Capitale”.


Marino, evidenzia la petizione, è stato eletto con “palese astensionismo e, di fatto, senza il consenso di neanche un terzo dei cittadini”. Romani che “risultano ad oggi i cittadini più tassati d’Italia, con aliquote Tares, Tasi e addizionali regionali e comunali Irpef tra le più alte del Paese”.
Ora non staremo qui ad elencare tutte le cose che non vanno in città. Basta affacciarsi alla finestra e vi accorgerete di essere circondati da zingari, degrado e delinquenti che si aggirano indisturbati per le vie di Roma. Testimonianze evidenti di un sindaco e di una Giunta leggera e impalpabile che non riesce a tenere le impegnative briglie della Capitale.
Santori, uno dei pochi a Roma e nel Lazio in grado di organizzare una opposizione responsabile e lontana da toni populisti, è chiamato alla sua ennesima prova di forza. Arriva a questo appuntamento in  un  periodo in cui l’elettorato del centrodestra è smarrito e sfiduciato, senza punti di riferimento, costretto ad aggrapparsi alla giacchetta nordista di Salvini a livello nazionale e a quella di cachemire di Alfio Marchini a livello cittadino. Due leader “stranieri”, lontani anni luce dall’universo culturale e politico dell’elettorato che fu di Berlusconi e di Alemanno. Non è un caso se Santori, figlio del popolo e senza potentati politici alle spalle, sia arrivato quarto nel sondaggio lanciato dal quotidiano Il Tempo su un ipotetico sindaco di Roma. Il gradino più alto del podio è andato ad Alfio Marchini, figlio di un campagna mediatica a suon di milioni di euro, seconda è arrivata Giorgia Meloni, romana della Garbatella, ex VicePresidente della Camera, ex Ministro Berlusconiano, e con alle spalle un partito come Fratelli d’Italia, la medaglia di bronzo è andata al collo di Sveva Belviso, ex vicesindaco dell’era Alemanna e sostenuta dalla rete di appoggi del potentissimo senatore Augello. Ecco che, dopo i tre politici figli di apparati, si piazza Santori, forte, appunto, della forza esplosiva della gente comune. E sabato  sarà proprio la forza della gente comune a far tremare la poltrona di Ignazio Marino.

di Michele Ruschioni
fonte: http://www.noiroma.tv

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