Ieri sera alle 23 circa ignoti hanno fatto saltare in aria un auto sotto l'abitazione di Gianni Lannes. Solo per un caso fortuito non ci sono danni a persone. Sul luogo del disastro sono intervenuti i Vigili del Fuoco.
Il
messaggio reiterato è inequivocabile. Ora, come in passato: nessuno ha
visto o sentito niente. Il copione si ripete: ignoti attentarono alla
vita del giornalista investigativo anche il 2 e 21 luglio, nonché il 5
novembre 2009, data in cui uscì il suo libro NATO: COLPITO E AFFONDATO,
che consentì alla Procura della Repubblica di Trani di riaprire il caso sulla strage degli innocenti pescatori italiani del peschereccio Francesco Padre.
Oggi
Gianni Lannes sarà a Molfetta per ricordare le vittime del Francesco
Padre, mentre venerdi 7 novembre presenterà a Vicenza il suo ultimo
libro di inchiesta ITALIA, USA E GETTA (tema: nuclearizzazione
nordamericana dell'Italia). A tutt'oggi le indagini giudiziarie sugli
attentati di 5 anni fa non sono arrivate ai mandanti o esecutori
materiali, mentre in Parlamento giacciono decine di interrogazioni ed
interpellanze al governo italiano prive di risposta.
Per
due anni Gianni Lannes ha vissuto sotto protezione della Polizia di
Stato, fino a quando un funzionario del ministero dell'Interno ha
comunicato telefonicamente (il 19 luglio 2011), senza alcuna
motivazione, la cessazione improvvisa del servizio di tutela.
Nel 2015 Gianni Lannes darà alle stampe i volumi di inchiesta: "USTICA: LE DUE STRAGI", "BAMBINI A PERDERE", "SCIE CHIMICHE: LA GUERRA SEGRETA".
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