"Subito i marò in
Italia" il primo passo di Gentiloni al ministero degli Esteri Ieri il
passaggio delle consegne con Federica Mogherini "Ci sono tanti dossier
aperti, bisogna dimostrare continuità" Battesimo del fuoco a Bruxelles:
al Consiglio Affari Esteri, il 17, sarà il presidente di turno
FRANCESCO BEI ROMA Corridoi deserti alla Far-nesina. Nel giorno di
Ognissanti solo il grande ufficio al primo piano, affacciato sul Tevere,
vede un andirivieni di alti funzionari. E arrivato il nuovo titolare
della "Casa", come i diplomatici chiamano il loro ministero. «Si
comincia», twitta da buon renziano Paolo Gentiloni al mattino, quando si
presenta per prendere possesso del suo ufficio. Un passaggio di
consegne «non formale» con Federica Mogherini. Lei in jeans, lui già
calato in un serissimo completo ministeriale. Tre ore di colloquio per
discutere delle patate bollenti sul tavolo: Libia, Ucraina, il
terrorismo islamico. «Arrivo in un momento molto impegnativo», confida
Gentiloni agli amici. E poi, certo, i marò italiani. Proprio per
garantire «continuità» nella difesa dei diritti dei due fanti di marina,
come primo atto «simbolico» da ministro Gentiloni li chiama entrambi al
telefono. Latorre è in Italia per curarsi, tra pocoè previsto che
raggiunga Girone in India. «Devono sapere che ci siamo, sono in cima
alle nostre priorità», riferisce il ministro, «stiamo lavorando sia sul
piano politico che legale». Massimiliano Latorre, parlando con l'Ansa,
trova anche la forza di scherzarci sopra: «L'insediamento del nuovo
ministro degli Esteri è avvenuto nel giorno di Ognissanti, e speriamo
che questo sia di buon auspicio per la risoluzione della vicenda».
Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia, vorrebbe di più: «Gentiloni faccia
piuttosto qualche telefonata utile a riportarli a casa. Chiami la Nato,
l'Onu e la (Je e annunci il ritiro delle nostre truppe dalle missioni
internazionali di pace». Dopo le telefonate con Girone e Latorre, altri
colloqui con colleghi «da mezzo mondo» per presentarsi. Un trancio di
pizza a pranzo e di nuovo con la testa sui dossier. «Devo studiare,
certo. Anche se sono un ragazzo preparato», scherza l'ex studente del
liceo Tasso, compagno di corso di Antonio Tajani e Maurizio Gasparri «in
un momento in cui nella nostra scuola persino quelli della Federazione
giovanile comunista li consideravamo di destra». La Libia è uno dei
crucci maggiori di Gentiloni, ma tutto il Medio Oriente è oggetto di
preoccupazione: «L' Italia è impegnata su questo fronte —dice al Tg 1
—perché il Mediterraneo è nel nostro interesse strategico. Per noi
italiani è grave il rischio di disgregazione della Libia». Fronteggiare
l'altra «minaccia veramente grave» del califfato islamico, coinvolgere
la Turchia e l'Iran, sono queste le direttrici di marcia. E proseguire
nel dialogo fra israeliani e palestinesi. Riccardo Pacifici, presidente
della comunità ebraica di Roma, è stato tra i primi ad apprendere da
Renzi della nomina e conta molto sul ruolo del neo-ministro:
«Lo
ricordo bene quando era al comune di Roma, abbiamo lavorato tantissimo
insieme per numerose iniziative di dialogo. Più che un amico di Israele è
un amico della giustizia e saprà operare per un giusto dialogo e per la
pace in Medio Oriente». Ma oggi è il giorno delle controverse elezioni
nelle due repubbliche separatiste del sudest ucraino, si intensificano i
combattimenti tra i miliziani filorussi e le truppe di Kiev ( ieri
altri sei morti e dieci feriti tra i soldati ucraini), la tensione e
tornata alle stelle. Per Gentiloni a questo punto «le pressioni nei
confronti della Russia devono aumentare», perché le «elezioni
illegittime» nel Donbass «possono produrre un congelamento stabile delle
divisioni». n ministro affronterà invece il suo battesimo del fuoco a
Bruxelles: al Consiglio Affari Esteri, in programma il 17 novembre, sarà
lui il presidente di turno. Tra molti estimatori i critici più feroci
restano tuttavia i grillini. Dopo gli attacchi a caldo diAirola, ieri
sul blog diGrilloun post collettivo riassumeva tutte le accuse dei M5S.
Gentiloni «è l'usato sicuro di Matteo Renzi, il suo uomo Rai, il fido
perfetto. Era importante piazzarlo, non importava dove, ma serviva
piazzarlo. Anche per tenere in piedi il patto del Nazareno». Gentiloni,
prosegue la nota dei parlamentari grillini, «è l'uomo perfetto, emblema
di un Paese morto e senza speranze: conte e nobile di famiglia,
milionarioda sempre, comunista da salotto e pseudo-giornalista».
di Bei Francesco
Repubblica di domenica 2 novembre 2014, pagina 11
fonte: http://www.astampa.rassegnestampa.it
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