Fregati 14 milioni di italiani
Una dichiarazione dei redditi semplificata per 20 milioni di contribuenti? Non proprio, visto che - stimano preoccupati commercialisti, consulenti del lavoro, tributaristi e Caf - circa l’85% delle dichiarazioni che l’Agenzia delle Entrate (non) preparerà dovranno essere integrate.
E qui salta fuori il dubbio: l’innovazione della
dichiarazione precompilata, fortemente voluta dal governo, quest’anno
non prevederà tutta una serie di detrazioni e deduzioni che
contribuiscono (al 19% delle spese sostenute), ad alleggerire il carico
fiscale.
Ogni anno (dati relazione Vieri Ceriani sull’Erosione
fiscale), ben 14.150mila contribuenti (circa uno su tre dei 40 milioni
di contribuenti censiti), portano al commercialista, al consulente o ai
Caf spese mediche e sanitarie. Ebbene quest’anno (2015, redditi 2014),
queste spese non saranno calcolate dal fisco ai fini di conteggiare
l’eventuale detrazione che spetta ad ognuno di noi. In media ogni anno
ciascun italiano - inserendo nella dichiarazione dei redditi scontrini
di farmaci, visite mediche e fatture per prestazioni sanitarie - ottiene
uno sconto di 166 euro. Un rimborso fiscale esiguo, certo, che però
moltiplicato per 14 milioni e rotti di contribuenti fa la bellezza di
oltre 2,3 miliardi che l’Erario non incassa (e che il sostituto
d’imposta il luglio successivo deve restituire).
Il governo ha spiegato che quest’anno, visto che il 730
precompilato è stato lanciato con così poco preavviso, non saranno
calcolate le eventuali detrazioni spettanti per spese mediche e
sanitarie, spese funerarie e erogazioni a onlus e associazioni
benefiche.
Il grande fratello fiscale, non sarebbe in grado di
calcolare l’esatto ammontare delle detrazioni spettanti perché se è vero
che conosce dalle farmacie (scontrino elettronico farmaceutico), i
nostri acquisti con codice fiscale, non ha invece una banca dati delle
altre spese sanitarie. Visite specialistiche, terapie odontoiatriche,
presidi medici (occhiali o protesi), non vengono censiti anche se
fatturate elettronicamente e quindi l’incrocio telematico di dati non è
oggi possibile.
Se è vero che la fattura del cardiologo o del dentista non è
quasi mai telematica, gli scontrini della farmacia però risultano
all’Agenzia, che monitorizza (con Sogei), tramite il codice fiscale
l’andamento della spesa, salvo poi tirarsi indietro quando si tratta
calcolare e riconoscere automaticamente le detrazioni spettanti (19% di
quanto speso), al contribuente.
Ma c’è dell’altro: l’introduzione della precompilata prevede
che il contribuente che accetta, senza modificare o integrazioni, la
dichiarazione abbia una sorta di immunità. Insomma, chi accetta quanto
scrive l’Agenzia non verrà sottoposto a eventuali controlli e
accertamenti ex post.
Chi invece volesse integrare la dichiarazione rientrerà nel
potenziale bacino dei controlli automatici. Se invece si accetterà la
dichiarazione ma si apporteranno delle modifiche «che incidono sulla
determinazione del reddito o dell’imposta, il contribuente non
beneficierà dall’esclusione dai controlli».
Tradotto: se si accetta per buono la dichiarazione delle
Entrate, si ha “l’immunità fiscale”. Se invece si integra, magari
chiedendo la detrazione del 19% delle spese mediche sostenute, il fisco
continuerà a controllare. Considerando il rimborso fiscale medio - 166
euro, stimato dal ministero dell’Economia - c’è da chiedersi quanti
saranno gli italiani che per pochi spiccioli, rinunceranno a chiedere il
rimborso pur di evitare di finire nel calderone dei controlli postumi.
Ogni anno l’Agenzia delle Entrate inviai ben 900mila
richieste di chiarimento in merito alle dichiarazioni dei redditi
consegnate da altrettanti contribuenti. La precompilata dovrebbe servire
per abbattere questo carteggio. O meglio: le richieste di chiarimento
giungerebbero solo ai professionisti e ai Centri di assistenza fiscale.
Ma nel caso in cui non si accettasse la dichiarazione compilata dal
fisco, allora resterebbe valida la facoltà di controllo.
Sorge il sospetto che escludere l’automatismo di calcolo per
le spese mediche (così come per quelle funebri, le donazioni o le spese
di istruzione), e introducendo contestualmente “l’immunità dai
controlli” per chi accetta passivamente la dichiarazione preparata
dall’Agenzia delle Entrate, sia un modo per contenere e ridurre le
richieste di rimborso, vista anche l’esiguità degli importi. E così lo
Stato eviterebbe di restituire - nel luglio dell’anno successivo - le
eventuali maggiorazioni d’imposta già pagate. Il vantaggio per le casse
dello Stato sarebbe più che simbolico. Milioni di contribuenti che non
reclamano rimborsi, si traducono in miliardi di maggiore disponibilità
per il bilancio pubblico.
Non è proprio un taglio delle detrazioni vigenti - come ipotizzato già nel 2013 - ma gli assomiglia molto...
di Antonio Castro - 3 novembre 2014
fonte: http://www.liberoquotidiano.it
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