Serve riservatezza. Ho incontrato Massimiliano Latorre recentemente a Roma e presto lo andrò a trovare in Puglia nella sua città. E ho incontrato la moglie di Salvatore Girone prima che partisse per l'India
Il ministro della Difesa Roberta Pinotti non lascia soli i marò.
"Stiamo lavorando con molta attenzione e con riservatezza: il caso marò è
una questione di cui non è importante parlare, ma su cui è importante
lavorare". Lo afferma a SkyTg24. "Abbiamo aperto un'interlocuzione con
il governo indiano e speriamo che possa portare ottimi frutti. Siamo
consapevoli che c'è una scadenza, che è quella di gennaio, e non ce ne
dimentichiamo. Ho incontrato Massimiliano Latorre recentemente a Roma e
presto lo andrò a trovare in Puglia nella sua città. E ho incontrato la
moglie di Salvatore Girone prima che partisse per l'India con i suoi due
bimbi, per salutarla. E sento regolarmente Girone. Ma in questo
momento, non è utile raccontare i passi che si stanno facendo. Non
perché debbano essere segreti, ma perché in questi casi la riservatezza è
un elemento che può aiutare a risolvere la situazione". Potranno
esserci sorprese? "Ci aspettiamo di risolvere la situazione. Vorremmo
che questa sia la sorpresa. Ci lavoro ogni giorno, ma non faccio
previsioni".
Triton. Triton, afferma Pinotti, sarà una missione a guida civile, con meno navi, ci sarà solo una grande nave a Lampedusa. Se c'è qualcuno che rischia di morire in mare si va a salvare. "Il coordinamento complessivo delle missioni Triton e Mare Nostrum è in questa fase in capo alla Marina militare che lo esercita dalla base di Santa Rosa, a Roma, sede della squadra navale".
Terrorismo. "Preoccupazione per la crescita prevista di 1.000-1.500 aderenti all'Is, fondamentalisti provenienti dai Paesi arabi, ma anche dall'Europa e dal mondo viene espressa dal ministro della Difesa. Si tratta della "adesione a una battaglia contro qualsiasi elemento di civiltà da parte di chi ha abbracciato un'idea del fondamentalismo e del terrorismo che si fa Stato". Per il ministro della Difesa, "non c'è dubbio che l'aumento esponenziale ci fa vedere che questa propaganda terribile ha degli effetti e che quindi la risposta che viene data dalla comunità internazionale deve essere efficace e rapida". Pinotti riferisce che fortunatamente, per gli elementi che ci danno i nostri servizi, il fenomeno riguarda gli italiani per numeri molto contenuti, si parla di una cinquantina di persone. Non sono cifre significative ma non è importante capire quali sono le cifre da ogni Paese. Il rischio della partecipazione all'Is - spiega il ministro - e di un eventuale rientro dei 'foreign fighters' prescinde dal Paese da cui partono. Secondo le stime dei servizi segreti sarebbero circa 50 gli italiani che hanno aderito all'Isis.
red. 2 nov 2014
fonte: http://www.iltempo.it
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