E’ un momento delicato, delicatissimo quello che
il nostro Paese sta vivendo.
La crisi economica sta aumentando il
rischio delle tensioni sociali minando fortemente la fiducia dei cittadini
nelle Istituzioni. Secondo la relazione dei servizi segreti dello scorso anno
ci troviamo in una situazione che di fronte ad "un eventuale
aggravamento dello scenario congiunturale potrebbe costituire fattore di
aggregazione e generalizzazione del dissenso, favorendo l'azione delle frange
antagoniste che mirano alla radicalizzazione dell'offensiva sociale".
In uno scenario così preoccupante, il
delicato ruolo delle Forze dell’ordine, diventa centrale nella gestione di un
servizio, quello dell’ordine pubblico, attraverso cui lo stato democratico
garantisce la coesione , la sicurezza e l’affidabilità democratica delle
istituzioni.
I poliziotti, i carabinieri, i finanzieri che
ogni giorno sono chiamati a svolgere questa delicata funzione, non possono
essere strumentalizzati dalle inquietanti esternazioni di dirigenti sindacali
che, pur di raccogliere consensi, non si rendono conto dell’effetto devastante
che le loro parole possono avere in una fase in cui c’è chi non aspetta altro
di intercettare il dissenso sociale ed incanalarlo verso forme di protesta
violenta.
A Maccari del Coisp e Tonelli del Sap
bisognerebbe chiedere se hanno la consapevolezza che, così facendo, rischiano
di cancellare 27 anni di azione sindacale che all’interno della Polizia
di Stato, hanno permesso un’evoluzione socio-culturale importante.
Se i poliziotti possono oggi lottare
liberamente per rivendicare i propri diritti, liberandosi da quel
concetto corporativistico che per anni li ha tenuti lontano dalla società
civile, lo devono ai sacrifici di chi ha pagato anche
con il carcere quella svolta democratica.
Vorremmo suggerire ai Segretari dei
due sindacati di andarsi a rileggere l’art. 24 della legge 121/81,
laddove cita testualmente: “...la Polizia di Stato esercita le proprie
funzioni al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini,
sollecitandone la collaborazione. Essa tutela l’esercizio delle libertà e dei
diritti dei cittadini; vigila sull’osservanza delle leggi...; tutela l’ordine e
la sicurezza pubblica...”.
Il rischio di una deriva corporativa è
dietro l’angolo, e chi oggi non è consapevole dei pericoli che corre la
nostra democrazia, significa che non ha la maturità e la responsabilità per
svolgere il ruolo che gli è stato affidato.
Antonella Manotti - 3 nov 2014
Direttore de' il Nuovo giornale dei militari
fonte: http://infodifesa.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento