Non solo maro’, Isis, Ucraina tra i dossier del nuovo ministro
(ASCA) – Roma, 3 nov 2014 – La prima telefonata e’ stata ai maro’
trattenuti in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per
ribadire che la vicenda dei due fucilieri era e resta in cima alle
preoccupazioni dell’Italia. Poche ore dopo essersi insediato alla
Farnesina, il nuovo ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha gia’
chiarito quali saranno le sue priorita’: il caso dei maro’, appunto, e
poi la crisi in Medio Oriente, con la pericolosa instabilita’ della
Libia, la minaccia posta dai jihadisti dello Stato Islamico, la crisi
tra Ucraina e Russia. Ma il nuovo capo della diplomazia italiana, che
oggi ha in agenda un incontro con i direttori generali del ministero,
sara’ chiamato anche a gestire le crescenti preoccupazioni di feluche,
funzionari e dipendenti del ministero di fronte ai sacrifici richiesti
nell’ambito della prevista spending review triennale. L’ex ministro e
attuale Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Federica
Mogherini, aveva annuciato tagli per almeno 108 milioni di euro: 16
milioni nel 2014,42 milioni nel 2015 e 52 nel 2016. Una cifra che pero’
potrebbe anche essere superiore visto che la nuova legge di stabilita’
gia’ prevede tagli pari a 47 milioni per il prossimo anno. Una manovra
che sarebbe possibile attraverso una riorganizzazione della rete
diplomatica consolare e culturale, la riduzione del contributo agli
organismi internazionali, la razionalizzazione del patrimonio
immobiliare all’estero e la revisione del trattamento economico del
personale all’estero. D’altra parte, gia’ dal 2008 il bilancio della
Farnesina ha subito una riduzione del 25%, con un taglio del 20% dei
diplomatici e del 10% dei funzionari. Il vice ministro Lapo Pistelli, il
mese scorso, ha ricordato che la sforbiciata ha determinato una
diminuzione di 95 unita’ del personale della carriera diplomatica,
rispetto ad un organico di 1.000 effettivi; la chiusura di 63 sedi, tra
ambasciate, consolati e uffici, e di 110 aree funzionali. Sacrifici che
alcune fonti interpretano come un tentativo di delegittimazione della
funzione diplomatica e della dignita’ di tutto il personale, tali da
mettere in dubbio le stesse capacita’ del Paese di condurre una politica
estera seria ed efficace. Il nuovo ministro, insomma, sara’ chiamato a
fornire rassicurazioni. Nelle prossime settimane ci sara’ un incontro
con il presidente del Sindacato nazionale dipendenti del ministero
(Sndmae). Coa
Questa è una notizia dell’agenzia Asca3 novembre 2014
fonte: http://archivio.internazionale.it
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