L'INCHIESTA
Il Paese islamico sta finanziando opere a Roma, Messina, Catania, Comiso e Ispica.
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Quattro milioni di euro già spesi per l’acquisto di un palazzo a Roma che diventerà moschea e scuola coranica. Altri 2,5 stanziati nel 2013 per la costruzione di centri islamici a Ispica, Messina, Catania e Comiso, mentre 3,6 milioni devono ancora essere finanziati e saranno destinati alla creazione di altre 7 moschee. È l’Islam che si espande in Italia. Una colonizzazione «dolce e non violenta», che parte dal basso e passa attraverso investimenti milionari che arrivano dal Qatar per diffondere la dottrina islamica sull’intero territorio nazionale. Dietro al progetto c’è la Qatar Charity Foundation, che nel suo core business ha proprio quello di finanziare la creazione di luoghi di culto in Italia e in Europa. Al suo attivo la fondazione qatariota ha già un investimento a Roma, pari a 4 milioni di euro, che ha consentito l’acquisto di un palazzo di quattro piani in periferia. Ma la Qatar Charity Foundation, che in Europa ha una sede in Inghilterra, ha anche contribuito alla creazione del centro islamico a Colle Val d’Elsa, alla cui inaugurazione ha partecipato Yusuf ibn Ahmad al-Kawari, presidente dell’esecutivo della fondazione, e quello di Ravenna che ha visto, invece, la presenza di Mohammed Ali al-Ghamidi, direttore del dipartimento sviluppo internazionale. Gli affari del Qatar, però, che almeno in questa fase non presentano aspetti illegali, in Italia sono ancora numerosi. Nel 2013 è stato presentato un piano di investimenti, già approvato, per la costruzione di altre moschee, soprattutto in Sicilia, per circa 2,5 milioni. Per il centro islamico di Ispica, infatti, sono stati stanziati 256.956 euro, 428.260 per Catania, circa 879.003 per il centro islamico di Messina e 809.839 per Comiso. Per altre 7 moschee, invece, sono stati previsti 3,6 milioni di euro. Una vera e propria islamizzazione che parte dal basso, dunque, una jihad umanitaria, forse più inquietate dell’Isis. Già nel 2007, infatti, quando ancora non si parlava del Califfato, almeno non nei termini e con i modi del gruppo terroristico che fa capo ad Al-Baghdadi, Yusuf al-Qaradawi, teologo di riferimento dei Fratelli musulmani residente in Qatar, in un video pronunciò agghiaccianti e profetiche parole: «Adesso è rimasta la seconda parte della profezia, che è la conquista di Roma. Questo significa che l'Islam tornerà nuovamente in Europa. Ritengo che questa volta non sarà con la spada, ma attraverso la predicazione e l'ideologia». Una conquista non violenta, dunque, ma dolce. Una sorta di colonizzazione lenta e inesorabile, che va avanti ormai da anni con l’investimento di cifre incalcolabili per la costruzioni di moschee e l'acquisto di attività economiche, come grandi griffe, alberghi e anche ospedali. Attraverso la Qatar Foundation Endowment, infatti, arrivano i soldi per l’acquisto (1,2 milioni) e la ristrutturazione dell’ex ospedale San Raffaele di Olbia. «Si tratta di un'operazione molto soft, che mescola moschee e business - spiega Valentina Colombo, ricercatrice di Storia dei paesi islamici all'università Europea di Roma - Non si dice no ai centri islamici o alle moschee, ma serve chiarezza sul fatto che si accettano soldi da un Paese che ha trascorsi, quantomeno dubbi, nei rapporti con le organizzazioni terroristiche».
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