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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

08/11/14

Così disarmano la polizia


Ecco il progetto del governo che smantella la polizia di Stato I tagli a carabinieri 

 

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È il requiem della sicurezza. La scure della politica si vuole abbattere sui presidi delle forze dell’ordine, sulle caserme di polizia, carabinieri e guardia di finanza. L’esecutivo di Matteo Renzi vuole chiuderle, riformare alcuni uffici e abbassare i battenti di altri. Nel complesso la coperta si accorcia di 253 sedi, solo per la polizia. È un autogol. Il crimine avanza e i controlli arretrano. I reati aumentano, la tensione sociale pure, il terrorismo fa paura e gli agenti sono sempre meno e male attrezzati. I posti di controllo scompaiono.
Il Tempo è in grado di rivelare i numeri di questo funerale annunciato riservatamente dal Viminale ai sindacati di polizia. Nelle stanze dei bottoni si sono individuati i possibili obiettivi da cancellare dalla mappa della sicurezza: in Italia, nel Lazio e a Roma, dove a fine ottobre la scure dei risparmi si è già abbattuta e solo dieci Commissariati di polizia restano aperti dopo le 20 per prendere le denunce. Nei testi circolati si parla di soppressioni, accorpamenti, allargamenti e declassamenti. Vediamoli.

POSTI A PERDERE
Sono 157 i presidi ai quali si vuole mettere il lucchetto. Le indiscrezioni portano la firma della Direzione centrale per gli Affari generali della Polizia di Stato del capo del Corpo Alessandro Pansa e la data del 9 novembre scorso. Si toccano le Specialità, i Reparti che forniscono una esperienza particolare. Ci sono Stradale, Ferroviaria, Postale, Unità speciali come Nautica, Artificieri, Tiratori scelti, Squadre cinofile, Reparti volo, reparti a cavallo, sommozzatori. La prima schermata è sulla Stradale, si passa da 407 presidi a 373. Carta vince, carta perde: vengono soppressi 29 uffici, se ne accoprano cinque, se ne elevano dieci e se ne declassano due. Nel Lazio si ingrandisce il distaccamento di Aprilia (Latina), viene integrato il Reparto di interventi e scompare la sede di Cassino (Frosinone).
Il comparto della Ferroviaria perde 49 uffici, passa da 212 a 163. Nello specifico, nella nostra regione: istituzione della Polizia ferroviaria Roma, declassamento dei posti di Fiumicino e Ostiense, passaggio di grado di Tiburtina, Civitavecchia e Cassino, soppressione delle sottosezioni Roma Smistamento e Trastevere, e punto di appoggio a Viterbo.
La Postale, che indaga su crimini informatici e pedofili, paga un prezzo pesante: da 101 presidi a 27. Via quella presso il Garante delle Comunicazioni. Per le 187 Unità speciali esistenti si parla "solo" di chiusure: 69. E cioè: 50 squadre nautiche, quattro squadre sommozzatori (di cui a Roma quelle di Tor di Quinto e Ostia) e quattro Nuclei artificieri. I ritocchi colpiscono anche la polizia di frontiera: 27 dolorosi risparmi e solo qui la Capitale viene graziata.

ARMA E BAGAGLI
Se la Polizia piange i carabinieri non ridono. Dai tagli che si annunciano il pennacchio perde parecchie piume: 27 presidi tra Compagnie (sette) e Stazioni (17). Il blocco del turn turn over, già iniziato, ha creato un «decremento di personale che si è attestato su 12.600 unità rispetto alla forza organica prevista dalle leggi, e la decrescente disponibilità di risorse. l’Arma è stata costretta a ripioegare sulla tecnologia per sopperire al controllo del carabiniere classico, con tutte le carenze che tale scelta obbligata comportano. Per cui, con la nasciata a Chieti del «Centro nazionale amministrativo» sono stati soppressi 347 reparti e unità. Col tempo sono state soppresse nove Compagnie e 50 Stazioni. Per altre nove gemelle è stato avviato lo stesso iter, mentre per altre 32 sono stati valutati provvedimenti capestro. Il bilancio è stato un inesorabile il "necrologio", un arretramento delle presenza sul territorio che non ha fatto molto rumore ma i suoi effetti li ha prodotti: 3 Nuclei scali ferroviari e aeroportuali, 12 posti di frontiera, 94 siti navali (passati da 138 a 44, -68%), dismissione di 103 motovedette (ridotte da 172 a 69, -60%), 2 nuclei elicotteri, gli aerei passano da 94 a 43, via 3 Nuclei cinofili, 5 subacquei, 5 squadre a cavallo, 32 reparti di polizia militare nell’ambito della riorganizzazione delle Forze Armate. Poi ben 63 «aliquote notifiche» (per una riduzione del 61% sulle 103 originarie), 39 Nuclei Banca d’Italia, 2 Centrali operative e 4 Centri trasmissione.

ELENCO IMPIETOSO
L’elenco è lungo, impietoso, chiuse tipografie, centri logistici, tecnico-amministrativi, il Reggimento Allievi Brigadieri di Vicenza, la Brigata Scuole Appuntati e Carabinieri di Benevento e le Scuole Allievi Carabinieri di Fossano (CN) e Benevento.
MENO FINANZA
Anche la Guardia di finanza conta le sue perdite. Meno 72 reparti, meno il 4% del parco auto, meno il 20% dei mezzi aerei e meno 32% di quelli navali. Una voragine che nel 2015 dovrebbe essre di 10.300 militari. Una manna per chi non vuole pagare il fisco e sfuggire ai controlli. Dolci frasi per chi ricicla il denaro sporco e lo reinveste in società pulite, in fondi che nei quali in pochi vanno a mettere il naso. Lo spiega la relazione sui risparmi: «Tagli alla logistica nel suo complesso (le infrastrutture, la motorizzazione, il comparto aeronavale, l’informatica, la telematica e altri), al settore del reclutamento e dell’addestramento, del commissariato (vitto, vestiario, spese di pulizia, spese postali) e dell’armamento. Nel comparto delle infrastrutture è stato dato ulteriore impulso alle attività di riallocazione delle caserme (da immobili non di proprietà ad immobili demaniali) e optando per quelle soluzioni che hanno permesso di concentrare più repartipresso la stessa sede, con la soppressione - nel periodo che va dal 2009 al 2013 - di ben 72 Reparti e l’adozione di oltre 1000 ulteriori minori misure ordinative, che hanno consentito di recuperare personale per circa 900 unità. Il decremento delle risorse stanziate per il funzionamento hanno subìto una riduzione dal 2009 al 2013 di circa il 21%».

RASCHIARE IL BARILE
I contabili hanno cercato di fare salti mortali per dare un verso migliorativo al taglio di forbici. Hanno informato il governo Renzi che «all’esito di questo articolato processo, tuttora in atto e consistito in una serie di operazioni di dismissioni, acquisizioni e restituzione a privati di immobili, è stato generato un risparmio di spesa a regime di circa 7,5 milioni di euro». Si è continuato a battere su il tasto dei risparmi utili: «Ulteriori economie sono attese dalla gestione degli immobili di nuova acquisizione che sono tutti maggiormente rispondenti ai più moderni canoni di efficienza energetica. Sempre per citare razionalizzazioni di costi aventi natura strutturale, oltre 3 milioni di euro sono stati risparmiati con una articolata operazione di "riduzione" della catena logistica e di insourcing di una serie di funzioni che oggi, grazie all’utilizzo». E altre belle filastrocche: «Oltre 3 milioni di oneri in meno sono stati conseguiti grazie ad un piano di riorganizzazione del parco auto che si è articolato in una riduzione numerica del 4% e, soprattutto, nella dismissione di quei mezzi dai più elevati costi di esercizio e manutenzione. Ulteriori risparmi sono stati ottenuti nel comparto Aereo e Navale per un ammontare di 2 milioni di euro l’anno. In questo caso, è stata realizzata una spinta razionalizzazione delle strutture di supporto volta a valorizzare maggiormente le professionalità del Corpo deputate alle attività di manutenzione dei mezzi e di formazione dei piloti di aeromobili». Dopo avergli tagliato tutto, tagliate loro le vene

Fabio Di Chio- 8 nov 2014
fonte: http://www.iltempo.it

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