Ecco il progetto del governo che smantella la polizia di Stato I tagli a carabinieri
È il requiem della sicurezza. La scure della politica si vuole
abbattere sui presidi delle forze dell’ordine, sulle caserme di polizia,
carabinieri e guardia di finanza. L’esecutivo di Matteo Renzi vuole
chiuderle, riformare alcuni uffici e abbassare i battenti di altri. Nel
complesso la coperta si accorcia di 253 sedi, solo per la polizia. È un
autogol. Il crimine avanza e i controlli arretrano. I reati aumentano,
la tensione sociale pure, il terrorismo fa paura e gli agenti sono
sempre meno e male attrezzati. I posti di controllo scompaiono.
Il Tempo è in grado di rivelare i numeri di questo funerale
annunciato riservatamente dal Viminale ai sindacati di polizia. Nelle
stanze dei bottoni si sono individuati i possibili obiettivi da
cancellare dalla mappa della sicurezza: in Italia, nel Lazio e a Roma,
dove a fine ottobre la scure dei risparmi si è già abbattuta e solo
dieci Commissariati di polizia restano aperti dopo le 20 per prendere le
denunce. Nei testi circolati si parla di soppressioni, accorpamenti,
allargamenti e declassamenti. Vediamoli.
POSTI A PERDERE
Sono 157 i presidi ai quali si vuole mettere il lucchetto. Le
indiscrezioni portano la firma della Direzione centrale per gli Affari
generali della Polizia di Stato del capo del Corpo Alessandro Pansa e la
data del 9 novembre scorso. Si toccano le Specialità, i Reparti che
forniscono una esperienza particolare. Ci sono Stradale, Ferroviaria,
Postale, Unità speciali come Nautica, Artificieri, Tiratori scelti,
Squadre cinofile, Reparti volo, reparti a cavallo, sommozzatori. La
prima schermata è sulla Stradale, si passa da 407 presidi a 373. Carta
vince, carta perde: vengono soppressi 29 uffici, se ne accoprano cinque,
se ne elevano dieci e se ne declassano due. Nel Lazio si ingrandisce il
distaccamento di Aprilia (Latina), viene integrato il Reparto di
interventi e scompare la sede di Cassino (Frosinone).
Il comparto della Ferroviaria perde 49 uffici, passa da 212 a 163.
Nello specifico, nella nostra regione: istituzione della Polizia
ferroviaria Roma, declassamento dei posti di Fiumicino e Ostiense,
passaggio di grado di Tiburtina, Civitavecchia e Cassino, soppressione
delle sottosezioni Roma Smistamento e Trastevere, e punto di appoggio a
Viterbo.
La Postale, che indaga su crimini informatici e pedofili, paga un
prezzo pesante: da 101 presidi a 27. Via quella presso il Garante delle
Comunicazioni. Per le 187 Unità speciali esistenti si parla "solo" di
chiusure: 69. E cioè: 50 squadre nautiche, quattro squadre sommozzatori
(di cui a Roma quelle di Tor di Quinto e Ostia) e quattro Nuclei
artificieri. I ritocchi colpiscono anche la polizia di frontiera: 27
dolorosi risparmi e solo qui la Capitale viene graziata.
ARMA E BAGAGLI
Se la Polizia piange i carabinieri non ridono. Dai tagli che si
annunciano il pennacchio perde parecchie piume: 27 presidi tra Compagnie
(sette) e Stazioni (17). Il blocco del turn turn over, già iniziato, ha
creato un «decremento di personale che si è attestato su 12.600 unità
rispetto alla forza organica prevista dalle leggi, e la decrescente
disponibilità di risorse. l’Arma è stata costretta a ripioegare sulla
tecnologia per sopperire al controllo del carabiniere classico, con
tutte le carenze che tale scelta obbligata comportano. Per cui, con la
nasciata a Chieti del «Centro nazionale amministrativo» sono stati
soppressi 347 reparti e unità. Col tempo sono state soppresse nove
Compagnie e 50 Stazioni. Per altre nove gemelle è stato avviato lo
stesso iter, mentre per altre 32 sono stati valutati provvedimenti
capestro. Il bilancio è stato un inesorabile il "necrologio", un
arretramento delle presenza sul territorio che non ha fatto molto rumore
ma i suoi effetti li ha prodotti: 3 Nuclei scali ferroviari e
aeroportuali, 12 posti di frontiera, 94 siti navali (passati da 138 a
44, -68%), dismissione di 103 motovedette (ridotte da 172 a 69, -60%), 2
nuclei elicotteri, gli aerei passano da 94 a 43, via 3 Nuclei cinofili,
5 subacquei, 5 squadre a cavallo, 32 reparti di polizia militare
nell’ambito della riorganizzazione delle Forze Armate. Poi ben 63
«aliquote notifiche» (per una riduzione del 61% sulle 103 originarie),
39 Nuclei Banca d’Italia, 2 Centrali operative e 4 Centri trasmissione.
ELENCO IMPIETOSO
L’elenco è lungo, impietoso, chiuse tipografie, centri logistici,
tecnico-amministrativi, il Reggimento Allievi Brigadieri di Vicenza, la
Brigata Scuole Appuntati e Carabinieri di Benevento e le Scuole Allievi
Carabinieri di Fossano (CN) e Benevento.
MENO FINANZA
Anche la Guardia di finanza conta le sue perdite. Meno 72 reparti, meno
il 4% del parco auto, meno il 20% dei mezzi aerei e meno 32% di quelli
navali. Una voragine che nel 2015 dovrebbe essre di 10.300 militari. Una
manna per chi non vuole pagare il fisco e sfuggire ai controlli. Dolci
frasi per chi ricicla il denaro sporco e lo reinveste in società pulite,
in fondi che nei quali in pochi vanno a mettere il naso. Lo spiega la
relazione sui risparmi: «Tagli alla logistica nel suo complesso (le
infrastrutture, la motorizzazione, il comparto aeronavale,
l’informatica, la telematica e altri), al settore del reclutamento e
dell’addestramento, del commissariato (vitto, vestiario, spese di
pulizia, spese postali) e dell’armamento. Nel comparto delle
infrastrutture è stato dato ulteriore impulso alle attività di
riallocazione delle caserme (da immobili non di proprietà ad immobili
demaniali) e optando per quelle soluzioni che hanno permesso di
concentrare più repartipresso la stessa sede, con la soppressione - nel
periodo che va dal 2009 al 2013 - di ben 72 Reparti e l’adozione di
oltre 1000 ulteriori minori misure ordinative, che hanno consentito di
recuperare personale per circa 900 unità. Il decremento delle risorse
stanziate per il funzionamento hanno subìto una riduzione dal 2009 al
2013 di circa il 21%».
RASCHIARE IL BARILE
I contabili hanno cercato di fare salti mortali per dare un verso
migliorativo al taglio di forbici. Hanno informato il governo Renzi che
«all’esito di questo articolato processo, tuttora in atto e consistito
in una serie di operazioni di dismissioni, acquisizioni e restituzione a
privati di immobili, è stato generato un risparmio di spesa a regime di
circa 7,5 milioni di euro». Si è continuato a battere su il tasto dei
risparmi utili: «Ulteriori economie sono attese dalla gestione degli
immobili di nuova acquisizione che sono tutti maggiormente rispondenti
ai più moderni canoni di efficienza energetica. Sempre per citare
razionalizzazioni di costi aventi natura strutturale, oltre 3 milioni di
euro sono stati risparmiati con una articolata operazione di
"riduzione" della catena logistica e di insourcing di una serie di
funzioni che oggi, grazie all’utilizzo». E altre belle filastrocche:
«Oltre 3 milioni di oneri in meno sono stati conseguiti grazie ad un
piano di riorganizzazione del parco auto che si è articolato in una
riduzione numerica del 4% e, soprattutto, nella dismissione di quei
mezzi dai più elevati costi di esercizio e manutenzione. Ulteriori
risparmi sono stati ottenuti nel comparto Aereo e Navale per un
ammontare di 2 milioni di euro l’anno. In questo caso, è stata
realizzata una spinta razionalizzazione delle strutture di supporto
volta a valorizzare maggiormente le professionalità del Corpo deputate
alle attività di manutenzione dei mezzi e di formazione dei piloti di
aeromobili». Dopo avergli tagliato tutto, tagliate loro le vene
Nessun commento:
Posta un commento