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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

07/11/14

CASO MARO' - Il Risiko indiano

 




E’ difficile scrivere ancora della vicenda dei due Fucilieri di Marina dopo che lo Stato li ha ceduti “a mani ostili” senza pretendere che fossero rispettati i loro diritti. Sono trascorsi anni da quando sono stati consegnati alla Giustizia indiana applicando un’estradizione passiva, nonostante che nei loro confronti non fossero prodotte prove di accusa.


Intanto fonti di stampa ci dicono che per i marò si fa sempre più reale l’ipotesi dello scambio di prigionieri. Un negoziato silenzioso sviluppato per chiudere la vicenda attraverso un link diretto fra Palazzo Chigi e l’ufficio del primo ministro indiano, Narendra Modi. L’Italia potrebbe, infatti, in cambio di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, consegnare a Delhi 18 marinai indiani arrestati in flagranza di reato a bordo di una nave carica con 40 tonnellate di stupefacenti in navigazione nelle acque territoriali italiane.
Viene quindi abbandonata l’internazionalizzazione tramite arbitrato, anche se sbandierata dai Ministri responsabili della gestione della vicenda come “tecnicamente” pronta, per dare spazio ad una diplomazia bilaterale segreta che di fatto, però, di diplomatico non ha nulla se la trattativa viene sviluppata per uno scambio di prigionieri secondo un accordo bilaterale sottoscritto fra India ed Italia nell’agosto del 2012.
Una strada che aiuterebbe Modi ad uscire da un impasse e guadagnare credibilità in ambito internazionale, ma che nello stesso tempo ed ancora una volta rappresenterebbe per l’Italia una falsa vittoria.
Una “vittoria di Pirro” dopo quel tragico 2013 quando i due Fucilieri di Marina furono riconsegnati all’India e considerato il fatto che lo Stato pur di risolvere il problema accetterebbe soluzioni pragmatiche sicuramente non onorevoli per tutte le nostre Forze Armate; dal momento che due militari italiani sarebbero considerati allo stesso livello di 18 mercanti di droga fermati in flagranza di reato a bordo di una nave carica di 40 tonnellate di stupefacenti in navigazione in acque territoriali italiane.
Roma continua a cercare di non urtare la suscettibilità indiana dopo che l’India ha, invece, oltraggiato la nostra sovranità appropriandosi indebitamente del diritto di giudizio su due nostri soldati senza nemmeno produrre circostanziate prove di accusa e dopo avere prevaricato i loro diritti umani con la restrizione della libertà personale. Una timidezza quella italiana difficile da comprendere specialmente in questi mesi in cui il Presidente del Consiglio è anche Presidente di turno dell’Unione Europa e considerando la recente nomina del nostro Ministro degli Esteri responsabile della politica estera europea.
Modi, invece, nonostante le aspettative ottimistiche italiane sta dimostrando al mondo che l’India non è assolutamente disposta a cedere sovranità. Ha assegnato, infatti, il caso dei due Fucilieri di Marina al consigliere per la sicurezza nazionale, ex capo dei servizi segreti indiani, Rajiv Doval, nemmeno i nostri militari fossero terroristi che abbiano attentato alla sicurezza di Delhi.

Fernando Termentini -7 novembre 2014
Generale di Brigata della riserva dell’Arma del Genio dell’Esercito Italiano
Analista di Sistemi Informatici, ufficiale Addetto alla Difesa Nbc in particolare per quanto attiene la valutazione dei rischi
Brevetto Nato nel settore della Bonifica mine ed Ordigni Esplosivi


fonte: http://www.interris.it

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