Ma sì facciamoci due risate leggendo Selvaggia Lucarelli che prende per i fondelli l'ineffabile Alessandra Moretti, che è meglio non prenderla sul serio sta roba qui.
Paragonando la varietà di posizioni mutate dalla piacente (è piccoletta, ma obiettivamente attraente) deputata nel corso di pochi anni pur di restare a galla nella politica, la giornalista pop evoca il Kamasutra, famoso per la vastità della galleria di variazioni suggerite...
L'ironia non deve però distogliere dalla verità : la ricostruzione della carriera della Moretti, ora parlamentare europea, è assolutamente corretta, e quindi fedele l'elenco di tutte le sue giravolte. Si può pure ridere, e giustamente, di Razzi e Scilipoti, ma una banderuola al vento come la Moretti mica ce l'hanno tutti !
Una cosa imbarazzante, sempre tenendo su una faccia da tolla che levati. Dopo essere stata una delle capolista scelte da Renzino alle elezioni europee (le quote rosa personalizzate sono un mast per il premier, che avrà sofferto molto per Gentiloni alla Farnesina), la nostra si sarà sentita un tantinello esiliata in quel di Bruxelles, e quindi eccola candidarsi per la presidenza della regione veneta alle prossime elezioni amministrative. Ho fiducia in Zaia, che è un bravo governatore e non penso che possa perdere con una soggetta simile, però mi domando come possa essere lei la candidata del PD ! Possibile mai non abbiano nulla di più presentabile ?
E poi parlavano male della Carfagna....
Selvaggia Lucarelli e il kamasutra di Alessandra Moretti: pur di fare carriera nel Pd, cambia tutte le posizioni
A me piace molto Alessandra Moretti. No,
forse no, non mi piace affatto. Cioè, non è male. Anzi, è pessima. È
indubbiamente una fine statista. In fin dei conti è una cialtrona.
Perdonate la confusione, ma ho appena finito di passare al setaccio la
carriera politica di Alessandra Moretti e non sono più certa neppure
della mia identità sessuale. Sento che contagiata dalla sua coerenza
potrei dichiararmi etero a pranzo e transgender entro sera. Anche
ermafrodita volendo, ma solo per il bene del partito, sia chiaro. Perché
la Moretti è così. Lei cambia idea con la frequenza con cui la
Pellegrini cambia allenatore, ma lo fa mica per incoerenza o ambizioni
personali, no, lei lo fa per il bene del partito. O dei partiti, visto
che la pupilla di Renzi, la Carol Bouquet del pd, appena sette anni fa,
candidata alle elezioni per il consiglio provinciale di Vicenza,
appoggiò, per il bene del partito, la candidatura di un uomo di Forza
Italia, Giorgio Carollo. Lui inseguiva il sogno di un nuovo
centrodestra, lei di una poltrona su cui sedere.
La lista si chiamava «Under 35», nome che era un profetico omaggio alle 35 posizioni politiche che la Moretti avrebbe assunto nei sette anni a venire. E in effetti poi la Moretti di Vicenza, la sua città, divenne vicesindaco. Ovviamente per il bene del partito, solo che questa volta il partito era il Pd. Non è da escludere che tra qualche anno diventi sindaco di Vicenza con il Movimento 5 stelle, riceva le chiavi della città da Vendola e acquisti il Vicenza calcio in una cordata con Angelino Alfano, Beppe Civati, Matteo Salvini, Jerry Scotti, Fedez e la gallina Rosita. Interessante poi il suo rapporto di grande affetto con Bersani, di cui nel 2012 divenne portavoce. «È bello come Cary Grant», disse di lui. «È 'mbriaca come Lindsay Lohan» pensarono tutti. Del resto aveva anche detto di D'Alema «è intelligentissimo e simpatico», che voglio dire, dare del simpatico a D’Alema è come dare dell’emaciato a Joe Maska.
Nel 2013, dopo la sconfitta, molla Bersani, tenta la carta Renzi ma le dice male e allora va con Cuperlo, affermando: «Non ho abbandonato Bersani perché sconfitto, mi sono emancipata», che è come dire che Buffon s'è emancipato dalla Seredova. Di Cuperlo dice: «Gianni è più in sintonia con la mia idea di sinistra». Ci tiene però anche a far sapere che Beppe Civati è un uomo coraggioso, che il lettiano Sanna è uno degli uomini più intelligenti che conosce e già che c’è che stima tanto Matteo Renzi. Ci manca solo «Delrio mi fa sangue» e più o meno se l’è allisciati tutti. La parte divertente della faccenda però è che per il bene del partito, quando era ancora la portavoce di Cary Grant, a Renzi aveva dedicato qualche tweet che non trasudava esattamente la stima espressa a posteriori. Lo definiva «Misogino, costruito a tavolino, uguale a Berlusconi, uno con la corte di donne e maschilista». Per giunta, tutte queste cose le affermava rispondendo a un fake di Matteo Renzi che l’aveva paragonata a Belen Rodriguez senza accorgersi che era, appunto, un fake. Per intenderci, è come se l’addetto alla comunicazione di Papa Francesco si mettesse a twittare con @Iddio pensando che sia quello vero.
Nel 2013 la Moretti diventa deputato. Nel 2014 il maschilista Renzi le propone di essere capolista alle europee. Lei è ancora un po’ arrabbiata per cui non dice «Renzi è bello come Ryan Gosling» ma accetta per il bene del partito. Diventa eurodeputato con 230.000 preferenze, mica cotica. Anzi, mica lampredotto. Lascia Roma e fa avanti e indietro in aereo con Bruxelles. Neanche il tempo di diventare cliente Freccia alata, che ora annuncia la candidatura a governatore del Veneto. Dopo averla smentita con fermezza giorni prima. Per il bene del partito, chiaro. Afferma: «Sento il dovere di assumermi questa responsabilità, non mi sono mai tirata indietro». Ecco, che non si fosse mai tirata indietro ce ne eravamo accorti. Provinciali, comunali, politiche, europee, regionali, in sette anni la Moretti s’è candidata a tutte le cariche possibili. Le mancano solo la candidatura a Miss Grand Prix, a rappresentante di classe della terza b del Liceo Giulio Cesare e a capocantiere dei lavori per l’Expo.
Si è perfino candidata a fidanzata di Giletti. E per il bene del (buon) partito, ovvio. Naturalmente, qualche mese prima aveva elogiato la bellezza del ritrovarsi single a 40 anni dopo una separazione, ma l’abbiamo capito, la coerenza è la sua cifra. Del resto, come diceva qualcuno, «solo gli stupidi non cambiano mai idea». Ma solo la Moretti lo fa per il bene del partito.
4 nov 2014
fonte: http://ultimocamerlengo.blogspot.it/
La lista si chiamava «Under 35», nome che era un profetico omaggio alle 35 posizioni politiche che la Moretti avrebbe assunto nei sette anni a venire. E in effetti poi la Moretti di Vicenza, la sua città, divenne vicesindaco. Ovviamente per il bene del partito, solo che questa volta il partito era il Pd. Non è da escludere che tra qualche anno diventi sindaco di Vicenza con il Movimento 5 stelle, riceva le chiavi della città da Vendola e acquisti il Vicenza calcio in una cordata con Angelino Alfano, Beppe Civati, Matteo Salvini, Jerry Scotti, Fedez e la gallina Rosita. Interessante poi il suo rapporto di grande affetto con Bersani, di cui nel 2012 divenne portavoce. «È bello come Cary Grant», disse di lui. «È 'mbriaca come Lindsay Lohan» pensarono tutti. Del resto aveva anche detto di D'Alema «è intelligentissimo e simpatico», che voglio dire, dare del simpatico a D’Alema è come dare dell’emaciato a Joe Maska.
Nel 2013, dopo la sconfitta, molla Bersani, tenta la carta Renzi ma le dice male e allora va con Cuperlo, affermando: «Non ho abbandonato Bersani perché sconfitto, mi sono emancipata», che è come dire che Buffon s'è emancipato dalla Seredova. Di Cuperlo dice: «Gianni è più in sintonia con la mia idea di sinistra». Ci tiene però anche a far sapere che Beppe Civati è un uomo coraggioso, che il lettiano Sanna è uno degli uomini più intelligenti che conosce e già che c’è che stima tanto Matteo Renzi. Ci manca solo «Delrio mi fa sangue» e più o meno se l’è allisciati tutti. La parte divertente della faccenda però è che per il bene del partito, quando era ancora la portavoce di Cary Grant, a Renzi aveva dedicato qualche tweet che non trasudava esattamente la stima espressa a posteriori. Lo definiva «Misogino, costruito a tavolino, uguale a Berlusconi, uno con la corte di donne e maschilista». Per giunta, tutte queste cose le affermava rispondendo a un fake di Matteo Renzi che l’aveva paragonata a Belen Rodriguez senza accorgersi che era, appunto, un fake. Per intenderci, è come se l’addetto alla comunicazione di Papa Francesco si mettesse a twittare con @Iddio pensando che sia quello vero.
Nel 2013 la Moretti diventa deputato. Nel 2014 il maschilista Renzi le propone di essere capolista alle europee. Lei è ancora un po’ arrabbiata per cui non dice «Renzi è bello come Ryan Gosling» ma accetta per il bene del partito. Diventa eurodeputato con 230.000 preferenze, mica cotica. Anzi, mica lampredotto. Lascia Roma e fa avanti e indietro in aereo con Bruxelles. Neanche il tempo di diventare cliente Freccia alata, che ora annuncia la candidatura a governatore del Veneto. Dopo averla smentita con fermezza giorni prima. Per il bene del partito, chiaro. Afferma: «Sento il dovere di assumermi questa responsabilità, non mi sono mai tirata indietro». Ecco, che non si fosse mai tirata indietro ce ne eravamo accorti. Provinciali, comunali, politiche, europee, regionali, in sette anni la Moretti s’è candidata a tutte le cariche possibili. Le mancano solo la candidatura a Miss Grand Prix, a rappresentante di classe della terza b del Liceo Giulio Cesare e a capocantiere dei lavori per l’Expo.
Si è perfino candidata a fidanzata di Giletti. E per il bene del (buon) partito, ovvio. Naturalmente, qualche mese prima aveva elogiato la bellezza del ritrovarsi single a 40 anni dopo una separazione, ma l’abbiamo capito, la coerenza è la sua cifra. Del resto, come diceva qualcuno, «solo gli stupidi non cambiano mai idea». Ma solo la Moretti lo fa per il bene del partito.
4 nov 2014
fonte: http://ultimocamerlengo.blogspot.it/
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